capitolo 39 - Mark
Salto la lunga fila che c'è all'ingresso del Fabric. Mostro l'invito all'enorme buttafuori di colore che sgancia il moschettone della corda di velluto rosso e mi lascia passare mentre a una tipa, in bilico su tacchi alti e irrigidita dal freddo, dico il mio nome.
Dopo aver scorso il dito lungo la lista di nomi e aver trovato il mio esclama:
"Welcome, sir."
Annuisco cercando persino di apparire gentile.
"Enjoy the party." Conclude lei con un enorme sorriso a mostrare denti bianchissimi in contrasto con il suo rossetto rosso.
Entro nel locale e vengo investito da una folata di aria calda e da musica a tutto volume. È pieno di gente. Mi faccio largo tra le persone perlopiù vestite in maniera elegante.
Direi in netto contrasto col contesto in cui mi muovo normalmente, ma Scott deve essere entrato nelle grazie della gente ricca.
Nel frattempo, mi tolgo il giubbotto in pelle, la felpa, restando solo con la t- shirt e lascio tutto al guardaroba.
C'è tanto fumo creato dal ghiaccio secco e luci laser rosse tagliano il buio come lame incadescenti. Sembra di stare all'Inferno, il posto che mi si addice.
In cima a una scala in ferro, ho visto il mio amico intento a parlare e bere con un gruppetto di persone.
Appena arrivo sul soppalco è lui a salutare per primo. "Eccolo il mio ragazzo!"
È già su di giri.
"Vieni, vieni." Sposta il bicchiere nella mano sinistra mentre con l'altra mi fa cenno di avvicinarmi.
"Era ora che arrivassi." Ci scambiamo una stretta di mano e poi ci abbracciamo. "Ti presento un po' di amici."
Non ho voglia di fare nuove conoscenze, ma ho l'impressione che Scott ci tenga.
"Loro sono Brigitte, Teddy, Taslim e Panos, i miei collaboratori mentre lui è Klaus."
Stringo le mani a tutti cercando nuovamente di sorridere.
"Klaus sarà il mio contatto per lo studio di Los Angeles."
"Ottimo." Non so cos'altro aggiungere, non sono uomo da public relation.
"Cosa prendi da bere?"
"Una birra."
Scott si allunga verso il tavolo del suo privè e raccoglie una bottiglia di Tennen's da una bacinella piena di ghiaccio.
"Cosa ne dici?" Si guarda in giro con aria di grande soddisfazione. "Cool, vero?"
Ho quasi la sensazione gli si sia gonfiato il petto. "Hai fatto proprio le cose in grande."
Poi ci congediamo dai suoi amici e prendiamo posto sull'unico divanetto presente e beviamo tenendo i gomiti sulle ginocchia.
"Cosa volevi chiedermi oggi?"
Lui avvicina la faccia alla mia per sentire meglio. "Cosa?"
Effettivamente la musica è davvero alta.
Sposto di più il viso verso il suo. "Ho detto: cosa volevi chiedermi oggi?"
"Aaa..." Alza la voce e il suo alito sa di alcool.
"Non è il caso di parlarne qui. Facciamo che ci vediamo domani per un brunch al pup sotto al mio studio a Camdem. Ti ricordi dov'è, vero?"
Annuisco.
"Ottimo, facciamo per le due."
"D'accordo."
Sono davvero incuriosito. Chissà cosa ha intenzione di chiedermi di così importante tanto da richiedere un incontro in un posto tranquillo.
Poi mi lascia una pacca sulla gamba.
"Adesso siamo qui per divertirci. E sta giusto arrivando Natasha."
Il suo viso scarno si allarga per un sorriso soddisfatto. La cubista di oggi si siede di fianco al mio amico, un braccio si avvinghia al suo, poi appoggia la guancia sulla spalla del mio amico.
Ghigno scuotendo la testa.
"Hey mate, che hai?"
"Niente, ma sei sicuro di non essere troppo vecchio per lei?"
Mi arriva una gomitata al fianco. "E chi cazzo se ne frega! Guarda che non ho ancora bisogno del viagra."
Scoppio a ridere poi mi alzo dal divanetto.
"Be', ma dove vai?"
"A prendere qualcosa di più forte da bere."
Ho bisogno di alcool. Questa birra non mi basta a scacciare i pensieri. Lei, lei e sempre lei.
Mi chiedo se in questo momento sta già dormendo o a cosa sta pensando.
A noi forse?
Sono irrequieto, nervoso. Chissà se si chiamava veramente amore quello che ho provato standole accanto seppur per poco. Ma qualunque nome voglia dargli è un coltello puntato al cuore.
Music dance e UK garage si alternano, il vocalist sul palco col deejay incita il pubblico.
Arrivo al bancone e richiamo l'attenzione del barista con un cenno del capo. "Whisky and Cola."
Intanto che mi guardo in giro una mano sulla spalla, e una voce, richiamano la mia attenzione.
"Hi, Mark."
Quando mi volto, una ragazza mi fissa sorridendo.
Aggrotto le sopracciglia.
Come cazzo fa a sapere il mio nome?
"Ma chi sei?"
Lei ride della mia perplessità. "Sono Monique. Scott ci ha presentato alla fiera questo pomeriggio."
Mi allontano un poco per poterla vedere meglio. I capelli biondi sono stati sostituiti da un caschetto nero e gli occhi, senza le lenti, sono verdi. Indossa jeans molto aderenti e un top a pailletes piuttosto scollato.
La ragazza è davvero notevole.
"Quello di oggi era un travestimento, io in realtà sono così" Allarga le braccia per farsi ammirare meglio.
Niente male, proprio niente male.
Mette poi la testa di lato. "Cosa bevi?"
"Whisky and Cola. Ne vuoi uno?"
Il suo volto si illumina per un sorriso che mostra un brillantino sul dente.
"Volentieri."
Richiamo nuovamente l'attenzione del barman e gli ordino un altro cocktail.
"Ho pensato mi volessi picchiare quando ti sei voltato. Sono stata una brutta sorpresa?"
La squadro ancora una volta. "No, ma qui non ho molte conoscenze ero solo stupito."
Nel frattempo arriva il cocktail, ne prende un sorso poi prosegue la conversazione, "Bella festa, vero?"
Bevo un po' prima di rispondere. Il gusto amarognolo del liquido scuro è perfettamente in linea col mio umore.
"Sì, non è male."
"Che c'è? Questo posto non è di tuo gradimento?"
Arriccio i lati della bocca. "Diciamo che non sono un tipo da locali trandy."
Lei scoppia a ridere. "Direi che si vede."
Stringo lo sguardo mentre Monique alza le mani in segno di difesa. "Non intendevo insinuare nulla. Ma i tuoi tatuaggi..." Mi sfiora il braccio con la mano. "Il tuo abbigliamento... Sembri più un tipo... rock! Ecco tutto."
"Già," replico con tono piatto, "può darsi." Poi butto giù tutto d'un fiato quel che rimane nel bicchiere.
Dopo un attimo di silenzio, in cui anche lei ha bevuto il suo cocktail, esclama: "Ti va di ballare?"
Resto a fissarla un paio di secondi decidendo se mandarla via o assecondarla.
Non amo la musica dance, ma ho assoluto bisogno di distrazioni e decido che lei va benissimo.
La prendo per un braccio e la porto in mezzo alla gente.
"Accidenti, sei uno di poche parole tu."
Non rispondo.
Appena siamo in mezzo al casino mi limito ad afferrarla per la vita e l'attiro a me.
Mi guarda negli occhi, sorride dolcemente poi comincia a ballare standomi addosso.
Siamo trasportati dal ritmo incalzante della musica, ma mi sento mancare l'aria.
Lei è bella, sexy, perché non ne sono attratto?
Voglio urlare.
Voglio prendere a pugni qualcosa. Voglio prendermi a pugni.
Le sue dita appoggiate alla mia guancia ad attirare la mia attenzione.
"Mark, dove sei?"
La guardo fissa in quei bellissimi occhi trasparenti. Lei deglutisce.
Qui. Sono qui, dannazione! Ed è esattamente il posto dove voglio essere.
Faccio scorrere la mano lungo il contorno del suo viso, il mio indice passa sopra le sue labbra rosa, lei chiude gli occhi assaporando quel momento d'intimità, poi le sfioro il collo. Il mio dito scivola lungo la gola, arriva alla clavicola.
Quando mi fermo, Monique riapre gli occhi. Ci fissiamo. Di nuovo quel suo sorriso accattivante.
Si alza sulle punte dei piedi avvicinandosi al mio orecchio, "Dove si trova il tuo albergo?" Sussurra con voce sensuale.
Cerco di non pensare troppo.
Afferro il suo polso, "Andiamocene."
Le dico trascinandola fuori dal locale.
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N/A
Accidenti, Mark ha trovato una sostituta di Vicky... non gli è stato difficile. Monique è una bella ragazza e anche poco timida quindi perché non approfittarne!
Cuorerubino
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