capitolo 38 - Mark

Sto salendo l'ampia scalinata che mi porta all'ingresso del magnifico palazzo vittoriano Alexandra Palace posto in cima a una collina nella periferia londinese. Il clima inglese, sempre troppo variabile, oggi propone masse nere all'orizzonte mentre, sopra la mia testa, c'è un bel cielo azzurro intervallato da nuvole bianche. Non mi stupirei, però, se tra un'ora cominciasse a piovere e magari anche a tirar vento.

Mi volto, la vista dall'Ally Pally, come lo chiamano i londinesi, è tra le più famose della città. La visuale a centottanta gradi è a perdita d'occhio. Lo skyline della città si staglia all'orizzonte: lo Shard, il Gherkin.

Non sapevo quanto mi fosse mancata la mia città natale fino a quando non ho cominciato ad assaporarne gli odori, i colori, i rumori. Ho bisogno di cambiare aria e niente può essere meglio di un salto a Londra.

C'è parecchia gente alla fiera.
Percorro l'ingresso, alzo lo sguardo sui soffitti tutti in vetro con un'enorme cupola al centro. Il marrone chiaro delle pareti in muratura è in contrasto con l'azzurro delle parti metalliche.

Seguo il flusso delle persone, abbasso il cappuccio della felpa e, mani affondate nelle tasche dei jeans, comincio ad aggirarmi tra i vari stand di chi propone nuovi macchinari, o nuovi colori, piuttosto che nuove tipologie di miscele sempre più naturali e di grande resa.

Ci sono più di trecento espositori, ma la mia destinazione finale è lo stand più grosso, quello che non puoi fare a meno di vedere per lo show che propone con DJ set, luci e modelle mezze nude che si muovono a ritmo di musica dentro gabbie di metallo.

La persona che sono venuto a incontrare è la stessa che mi ha mandato l'invito, lui è stato colui che mi ha insegnato la migliore tecnica di tatuaggi e che stimo quasi come un padre.

Sto ammirando alcune foto delle sue creazioni appese un po' ovunque, quando sento qualcosa puntarmi la schiena. Mi irrigidisco per un breve momento.

"Sei ancora in grado di difenderti?"

Quando riconosco la voce, mi sciolgo in un sorriso e mi volto. "Potrei stenderti in un secondo... Ma non picchio i pensionati "

L'uomo che mi sta di fronte si mette in posizione di guardia, i suoi pugni chiusi mostrano le nocche tatuate con la scritta lost soul. "Hey pivello, non ti sarà così facile. Avrò anche superato i quaranta,  ma guarda che sono ancora molto in forma."

Si atteggia in alcune mosse di boxe poi scoppiamo a ridere e ci abbracciamo con vigorose pacche sulla schiena. Le sue braccia, completamente tatuate, sono ancora forti.

"Ben arrivato ragazzo." Mi tiene per le spalle. "Damn, c'è ne hai messo di tempo per venirmi a trovare." La sua testa, che ricordo pelata e tatuata, è coperta da un cappellino nero.

"Sai com'è Scott, il lavoro mi porta via un sacco di tempo."

"Bugiardo." Poi mi guarda di traverso socchiudendo leggermente i suoi occhi neri, scuri come pozzi profondi.
"Non sarà per colpa di una donna?"

Mi si gela il sangue nelle vene. Più cerco di non pensare a lei, più tutto mi si ritorce contro.

Cazzo, sono qui per allontanarmi da Vicky ma, non so perché, la vedo riflessa negli occhi di ogni ragazza che incontro per strada e adesso temo di averlo persino scritto in faccia.

Dato che non rispondo, prosegue lui, "Quanto tempo hai intenzione di fermarti?"

Mi stringo nelle spalle, "Credo ancora un po', ma non ho fatto progetti."

"Che succede Mark? Hai l'aria di quello che sta scappando da qualcosa di brutto."

Fanculo, ce l'ho veramente scritto in faccia!

"Niente del genere." Mento cercando di essere convincente, "Avevo voglia di venire da queste parti."

"Good boy." Scott mi tira una manata sulla spalla. "Cazzo se hai fatto bene. Forza, adesso parlami un po' di come ti sta andando allo studio."

Il suo braccio magro, ma forte, mi avvolge le spalle, il corpo ossuto aderisce al mio mentre ci incamminiamo verso un tavolo all'interno dello stand sovraffollato.

"Come sta il resto dei ragazzi? E quella schizzata coi capelli blu? Com'è che si chiama..." Fa schioccare le dita un paio di volte.

"Marika."

"Già lei... Porca troia, comincio a invecchiare sul serio." Scoppia a ridere ed è visibile l'anello che gli trapassa il frenulo delle labbra, lo smily che si aggiunge al tongue, al vertical medusa, e a svariati industrial, trago, nostril sparsi tra orecchie e naso. Conoscendolo ne avrà anche sui capezzoli e sul pene.

"Stanno tutti bene e ti porto i loro saluti, specialmente dalla schizzata coi capelli blu che ti manda un pugno in faccia."

"Fuck, mi sa che non si è ancora dimenticata dello scherzo dell'ultima volta."

"Non credo che quello di far trovare a una lesbica un enorme lecca lecca a forma di pisello con sotto la scritta non sai che ti perdi  sia uno scherzo divertente."

Scott è un drago nel suo lavoro, il migliore, ma è un tipo molto sopra le righe.

"Fuckoff Mark, lei è una che non sa stare agli scherzi."

"Sarà. Ma tu esageri."

"Hey, era solo un modo per fare amicizia."

"Come vuoi."

Non mi lascia commentare ulteriormente perché prosegue, "Invece Victor? E Nick? Ci prova ancora con tua sorella?"

Mi appoggio allo schienale della sedia girevole posizionata di fronte a lui che se ne sta seduto sul tavolo a braccia conserte.

"Victor è sempre il solito marine alla ricerca della donna perfetta. Purtroppo temo che tra Anna e Nick la storia si sia evoluta a un livello superiore."

"Mark come on, non fare quella faccia. Nick è un grande, vedrai che la tratterà bene."

Continuo a muovere la sedia facendo perno con un piede. "Mentre tu?" Allargo le braccia indicando ciò che mi sta intorno. "Vedo che te la passi sempre bene."

Si guarda in giro soddisfatto. "Direi che non mi posso lamentare. Anzi, a tal proposito ho..."

Un ragazzo lo interrompe per fare un selfie con lui. Poi si stringono la mano e il tipo si dilegua.

Riprende il discorso, "Ti stavo dicendo, ho in progetto di aprire un nuovo studio, questa volta a Los Angeles."

"TheMentor emigra negli States." Gli lascio un pacca sulla coscia, "Grande Scott." Poi riappoggio la schiena alla sedia.

"Già, dopo il successo a Dublino e i numerosi clienti che vengono a cercarmi da oltre oceano ho deciso di fare un salto quindi..." Viene interrotto nuovamente. Stessa storia di prima. Dopo le foto di rito anche questo gruppetto sparisce.

"Dov'ero rimasto?"

"Vuoi fare un salto oltre oceano."

"Ecco, tu che ne pensi?"

"La trovo una magnifica idea."

Nel frattempo accavallo le caviglie mentre distendo le gambe. "Ma perché me lo chiedi?"

"Lo sai che ti ho sempre apprezzato come tatuatore, i tuoi disegni..." Altra interruzione, questa volta è uno dei suoi ragazzi dello studio di Londra che reclama la sua presenza per un cliente importante.

"Fuck, non riesco a finire il discorso." Sbuffa.

Poi arrivano anche le due cubiste. Entrambe si avvicinano a Scott lasciandogli baci sulle guance e lui le afferra per la vita tenendone una alla sua destra e una alla sua sinistra.

"Scottie," cinguetta una delle due, "noi per oggi abbiamo finito." La ragazza fa scivolare il dito lungo il volto del mio amico attirando il suo sguardo. "Ci vediamo più tardi al party?"

"Certo." Poi mi punta con un cenno del mento, "Natasha, Monique, lui è un mio carissimo amico e sarà al party di stasera."

Le ragazze si allargano in un sorriso soddisfatto.

"Bene." Miagola la ragazza più bassina spostando con un colpo della mano la lunga coda di capelli biondi e lisci. Probabilmente finti, considerando che sono identici a quelli dell'amica.
"E come si chiama questo bel ragazzo."

"Mark. Lui è Mark."

Mi limito ad alzare una mano in segno di saluto senza muovermi dalla sedia.

"Bene Mark, ci vediamo più tardi." Gli occhi della ragazza bassina, con all'interno una lente che li rende tutti neri, indugiano un minuto di troppo sul mio viso.

Poi le due cubiste lasciano ancora un bacio sulle guance di Scott e si allontanano.

Sia io che TheMentor le guardiamo mentre ondeggiano dentro i loro stivali neri, lucidi con tacco dodici e i loro corpi sinuosi stretti in un body di pelle nero. Attraversano la folla che si apre al loro passaggio come il Mar Rosso con Mosè.

"Scottie!?" Guardo con aria divertita il mio amico appena le due tipe sono sparite alla nostra vista.

"Cosa vuoi? Le conosco da un sacco. Sono due ballerine di lap dance di un locale che frequento spesso e allora?"

Stringo le spalle. "Niente... Scottie." Sghignazzo.

"Fucking hell you and this place." Sorride. "C'è troppo casino qua, vorrei farti più compagnia, ma sono troppo impegnato. Ti aspetto al Fabric più tardi. Ho organizzato un party da urlo, vedrai come ci divertiamo. Roba forte... Ho fatto mettere il tuo nome nella lista vip. " Mi fa l'occhiolino intanto che se la ghigna. "Cazzo, sarà pieno di figa." Lascia una pacca sul mio braccio, "Vedremo se non hai perso il tuo tocco."

Poi si allontana minacciandomi con il dito indice, "Mother fucker, vedi di portare una faccia migliore di quella che vedo adesso."

Gli rispondo limitandomi ad alzare il dito medio.

"Good boy, è così che ti voglio stasera." Poi sparisce tra la gente.

Decido di uscire da lì per mangiare qualcosa. Andare alla festa non potrà che aiutarmi a liberare la mente. Inoltre le due cubiste hanno due tette da paura e un fisico niente male. Potrei davvero divertirmi. Potrei davvero dimenticarmi della ragazzina.

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Scusate se ci ho messo un po' a darvi un nuovo capitolo e tra poco anche il prossimo ma anche questa volta la mia perenne indecisione e la mia scarsa autostima l'hanno fatta da padrone. Non riuscivo a ritenermi mai soddisfatta del risultato. Spero che alla fine non sia stata una lettura troppo piatta.
Ma saranno capitoli dedicati a Mark e a come sta vivendo lui la situazione.
I commenti sono sempre ben accetti.😊

Cuorerubino

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