capitolo 26 - Vicky

Resto ancora in attesa di una sua risposta che tarda ad arrivare. Sono determinata ad avere una spiegazione.
Di nuovo il mio sguardo fisso su di lui.

Lo presso. "Perché non me lo dici? Sai che non mi offendo."
Il mio timbro di voce è tornato normale, ma sono impaziente.

Invece di rispondere si allontana con la sedia per prendere un enorme cerotto dal tavolo dietro di lui. Sembra voglia temporeggiare, torna a guardare il tatuaggio per mettere la protezione. Non mi ha rivolto lo sguardo nemmeno per un secondo, quasi non fossi presente. Non demordo.

"Hey? Terra chiama Maaark! Mark rispondii"

Si alza in piedi di scatto, la sedia vola via e sbatte leggermente contro il tavolo. Il rumore mi fa sobbalzare.

Scendo dalla poltrona con un solo movimento, veloce, fulmineo. Sono sorpresa e leggermente spaventata.
Cosa gli prende?
Non so che fare, dove ho sbagliato?

"Abbiamo finito." È l'unica cosa che dice in tono piatto guardando il braccio dove ha appena appiccicato il cerotto poi, sempre in silenzio, si muove in direzione della porta.

Sta per afferrare la maniglia, "Mark,"
lo fermo, voglio sapere che succede, "scusa, ho forse detto o fatto qualcosa che non dovevo?"

Lascia la presa dalla maniglia, si volta a guardarmi e in un secondo ha riempito lo spazio tra noi. Me lo ritrovo vicino, così vicino che il mio cuore comincia a pulsare freneticamente. Talmente forte che temo possa sentirlo persino lui.
Non ho il tempo di aprire bocca, Mark afferra con decisione le mie braccia e stringe per sollevarmi leggermente da terra. Trasalgo quando le sue dita affondano nella mia carne. Sono quasi in punta di piedi. Il suo viso chino sul mio, il suo respiro caldo è regolare. Le labbra sono pallide di rabbia celata e una vena pulsa sulla tempia. I suoi occhi sono di fuoco e non ho scampo.

"Tu," la voce roca, "tu vuoi davvero sapere cosa mi fa incazzare?"

Deglutisco, ho paura, ma non che possa farmi del male, ma di quello che sta per dire. Il sangue scorre lento nelle braccia. Non molla la presa.

"Mi fa incazzare che io non possa..."

Persa, nel verde scuro dei suoi occhi, in cui cerco di capire chi sia e cosa gli passi per la testa, sono totalmente in balia della situazione.
Un timido, impercettibile movimento della sua bocca, tornata rossa e carnosa, fa capire che sta per proseguire, ma qualcuno bussa alla porta. Mark lascia immediatamente la presa, non si volta per vedere chi ci sia. Continua a guardarmi, sono pietrificata, non riesco a pensare in maniera lucida.

La testa di Nick fa capolino e tossisce.

Decido di girarmi massaggiando là dove prima le mani di Mark stringevano, forse avrò dei segni rossi.
Dall'espressione di Nick, si capisce ha intuito di aver interrotto qualcosa, ma decide di parlare lo stesso, "Vista l'ora, si pensava di andare fuori tutti insieme per mangiare un boccone, che dite?"

Mark è girato verso il tavolo dando le spalle a entrambi, lo si sente mugugnare un: "va bene".

"E tu, Vicky? Sei dei nostri, vero?" Nick mi fissa in attesa di una risposta. All'improvviso mi risveglio dallo strano torpore in cui ero e mi ricordo di Laura.

"Che ore sono?" Chiedo a Nick con un sentore di panico nella voce.

"Le sette e mezza, perché?"

Sgrano gli occhi, non avevo idea fosse passato tanto tempo. "Dannazione, avevo detto alla mia amica che l'avrei raggiunta per l'aperitivo. No Nick, mi spiace, non posso."

Cavoli, e adesso che faccio?
Sono maledettamente in ritardo, non so nemmeno se li troverò ancora al bar!

Alza le sopracciglia con fare divertito. "Che problema c'è, di' alla tua amica di venire con noi"

"A parte il fatto che è già fidanzata e comunque, non sarà sola, ci saranno anche gli altri "

"Allora meglio, così tu puoi venire con noi."

"No Nick, sul serio, non posso."

"Nick," si intromette Mark con tono duro, "piantala di insistere." Continua a fissare il tavolo, le mani, appoggiate sul piano, sono aperte, le dita leggermente sollevate quasi a voler graffiare la superficie, "se ti ha detto che non può, non insistere."

Detto questo, lascia la stanza passando in mezzo tra noi due. Non riesco a capire se è arrabbiato con sé stesso, con me o con Nick. È davvero difficile interpretare Mark e il suo carattere.

Nick non risponde, ma guarda me con aria interrogativa, "Tutto a posto tra voi due? "

Annuisco. "Credo di sì "

Ma chi può dire cosa gli sia preso. Un attimo fa, pensavo volesse ammazzarmi, ma in quello sguardo intenso ho letto altro, sembrava esprimere un sentimento diverso dalla rabbia o dall'odio.

Che cosa, allora, cercava di dirmi?
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del cellulare. Lo cerco all'interno del giubbotto, rispondo soffermandomi sul nome. Cerco di essere a mio agio, ma sento un terribile senso di colpa.

"Ciao, Lau." Avrei dovuto essere io a chiamare per dirle che non avrei fatto in tempo.

Cerco di anticiparla, "Scusa, sono come al solito in ritardo, ma ho appena finito di fare una cosa e non mi sono accorta di che ora fosse."

Non le avevo detto, quando mi aveva messaggiato alla mattina, dove sarei andata, non credevo sarebbe finita così.

"Be', potevi avvisare." Il tono è decisamente scocciato.

"Scusami tanto, hai ragione! Adesso vi raggiungo, non sono così lontana"

"Veramente, stiamo andando via."

"Andate già?"

Intanto, alzando lo sguardo, vedo Nick che esulta bisbigliando, "Allora dico agli altri che vieni."

Non faccio in tempo a fermarlo che si è già dileguato fuori dalla porta.

Merda,spero non ci sia anche Mark.

"Allora? Vicky? Vicky?"

Sono distratta da Nick che non ho sentito cosa mi diceva Laura. Adesso mi odiera' definitivamente.

"Scusa Lau, dicevi?"

"Uffa; ma ci sei oggi!? Ti ho chiesto se vieni a mangiare una pizza a casa di Teo?"

Panico, e adesso?Cosa invento?

Mi sento sprofondare sempre più in un abisso dove non c'è aria. Sposto il peso da un piede all'altro, sono tesa. Se gli dico che esco coi ragazzi della palestra finisce peggio e se Alex lo viene a sapere da loro, prima che da me, non farei una bella figura. Nick li ha battuti sul tempo, devo inventare una scusa.

Pensa Vicky! Pensa in fretta!

Bugie, bugie, bugie...

"Ehm, la ragazza con cui mi alleno non sta bene e l'altro giorno le avevo promesso che sarei passata da lei dopo cena."

"Ho capito. Sarà per la prossima volta, ciao, Vicky." Il timbro di voce non lascia intendere qualcosa di diverso dalla delusione.

"Laura?" La richiamo per catturare un ultima volta la sua attenzione prima che decida di interrompere la telefonata.

"Che c'è? "

"Non essere arrabbiata," uso un tono supplichevole, "ti preegoo."

Sento che sorride. "Sì sì, non ti preoccupare, però resti sempre una gran tira pacchi."

"Grazie, anche io ti voglio bene."

Ridiamo entrambe.

Chiudo la conversazione, mi sento strana. Non so se riesco a spiegarmi bene, perché le sensazioni sono così contrastanti, eppure mescolate. Il sentimento del dispiacere, per non aver rispettato una promessa fatta a Laura, che scivola verso quello della leggerezza per essere in qualche modo riuscita a uscirne, arriva al terribile senso di colpa per la gioia di poter trascorrere una serata con Anna e i ragazzi. Non sono totalmente serena, non era così che avevo programmato la giornata.

Bugie, bugie... Taci, voce della coscienza!

Raggiungo l'ingresso, Marika non c'è già più, ad aspettarmi trovo Anna, Nick e...

"Ci sei anche tu per cena, Victor? Bene." Ora sono più serena.

"Veramente, io no, non posso. Ho un altro impegno."

Coosa?! Devo reggere il moccolo a questi due?!

"Possiamo andare?" Chiede Nick non curante della mia espressione afflitta.

Cosa posso fare? Direi non è il caso di inventare qualche altra scusa. Per oggi ne ho usate abbastanza, così tante, da bastare per l'intero anno.

Annuisco. "Bene."

L'aria è soddisfatta quando Nick urla verso il corridoio, "Maark muoviti, manchi solo tu."

Aaaah!
Preferivo reggere il moccolo!

L'ultimo a spegnere le luci e il negozio è proprio lui. Quando siamo tutti e cinque riuniti, a illuminare i nostri volti in strada, ci sono solo le luci giallastre dei lampioni. È buio e piuttosto freddo, la gente, sui marciapiedi, avvolta in sciarpe che lasciano intravedere solo gli occhi, cammina veloce. Salutiamo Victor e io gli auguro una buona serata.
Non so dove stia andando, nessuno ha commentato il fatto che non ci sarà. Chissà, magari c'è di mezzo una donna.

Anna e Nick seguono Mark alla sua macchina, sto per muovermi verso la mia per poter essere libera di scappare da lui in qualsiasi momento, ma Anna afferra un mio braccio trascinandomi all'interno della jeep.

Mark è rimasto stranamente silenzioso, non mi pare particolarmente felice di avermi con loro. Ormai l'auto è in movimento e da qui, nessuno può fuggire.

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N/A

Se avete pensato che quello successo in questi ultimi due capitoli fosse un incontro ravvicinato tra Mark e Vicky,come avevo menzionato...Be', aspettate di leggere i prossimi.L'atmosfera si farà bollente!😜

Cuorerubino

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