capitolo 24 -Vicky
Stasera non mi sono molto concentrata durante gli allenamenti e Mark ne ha subito approfittato mandandomi a quel paese un sacco di volte.
Quando mi ha chiamato per fare un round di esercizi con lui, ho faticato a tenere a mente le sequenze, sono stata scarsamente concentrata e non abbastanza reattiva.
"Che ti prende stasera? - Non ci sei proprio con la testa! - Ho detto jab, diretto, gancio, diamine! - Dai, vai a fare i sacchi, è meglio -" E queste erano le frasi dette, ovviamente con la sua solita carineria e comprensione, che hanno accompagnato i tre minuti del round fatto con lui.
Però, questa volta, ha ragione. Ancora ronza in testa il fatto che Alex è fuori per lavoro l'intero week end e non è mai successo prima.
"Ti vedo assente stasera? Tutto bene?"
Gli occhi verdi che adesso mi scrutano, non sono quelli di Mark.
"Abbastanza, grazie Anna". Parlo guardando i guantoni cercando di toglierli.
Appoggia la mano a toccare il braccio, "Vuoi parlarne?"
Ciò mi costringe ad alzare lo sguardo su di lei. "Veramente, non c'è molto di cui parlare," ho una strana sensazione nello stomaco.
La stupidità incontra la vergogna.
"Alex è via per lavoro tutto il week- end e", alzo le spalle, "non è mai successo, tutto qui." Muovo la mano come a voler scacciare una mosca fastidiosa, "una sciocchezza".
Le sorrido perché Anna ha un'aria preoccupata, ma non ho voglia di parlare di dubbi che sono solo, con probabilità, una mia invenzione.
"Allora perché non ne approfitti e vieni allo studio di mio fratello per il ritocco del tatuaggio?"
"Ehm, veramente non mi sembra il caso," non ho voglia di sorbirmi Mark e i suoi atteggiamenti scorbutici questo fine settimana, "poi senza appuntamento non so, loro sono sempre così impegnati". Spero di svincolarmi così.
"Ma che dici?! Figurati se per te non hanno tempo libero. Aspetta, glielo chiedo."
Non faccio in tempo a fermarla, si è già girata verso suo fratello e Nick urlando, "Hey Mark, Vicky sabato è libera e passerebbe per il tatuaggio, che dici?"
Entrambi mi guardano sorpresi.
È Mark a rispondere, "Sarebbe anche ora, non ne posso più di vederlo così". Abozza un mezzo sorriso.
"Sentito, Vicky? Non c'è problema. A che ora facciamo? " Anna ha un'espressione contenta.
"Ci sarai anche tu?"
"Certamente, non mi faccio scappare l'occasione di vedere Nick". Mi fa l'occhiolino.
Adesso capisco tutto il suo interesse per il mio tatuaggio. Spero solo che le sia passata la fissa della fidanzata ideale per suo fratello.
"Bo, per le cinque e mezzo può andare?"
"Perfetto. Poi lo dico anche a loro."
Recupero le mie cose, è ora di fare ritorno nella mia casetta dove sarò tutta sola, ma, un attimo prima di raggiungere la porta, vengo bloccata da Mark.
La sua alta figura è di fronte a me, le braccia incrociate e le mani sotto le ascelle.
"Ti vedo domani?" Mi fissa.
Deglutisco e trovo il coraggio di rispondere senza sentire la mia pelle prendere fuoco. A questi suoi agguati non mi sono ancora abituata così come al sorriso furbo, affascinante, vincente, con cui mi guarda ora.
"Sì." Muovo anche la testa a mimarne il gesto poi, nel più totale imbarazzo, metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Peccato che i capelli sono ancora tutti raccolti nella coda.
"Ho detto a tua sorella per le cinque e mezzo, ma se non va bene non è un problema, possiamo riman..."
"Piantala", mi ammonisce in tono bonario, "va benissimo quando vuoi. Ti aspetto allo studio... E vedi di riportare la testa sulla terra".
Si volta e torna dagli altri.
Ho avuto la sensazione fosse quasi contento.
Fantastico, domani entrerò nella tana del lupo, anzi: dell'orso.
Uff, il mio cervello sempre a pensare cose che non esistono!
Vado solo per ritoccare il tatuaggio.
*****
Una volta a casa ricontrollo il cellulare, ma ancora nessun messaggio da Alex. Sto per mandargliene uno io, ma desisto, non voglio diventare pressante. Per cercare di non pensarci più vado prima a fare la doccia e poi mangio qualcosa.
Alla fine sono stanca, è già parecchio tardi e decido di andare a letto. Do un'altra occhiata al telefono, ma ancora nessuna novità. Mi convinco del fatto che essendo partito tardi, probabilmente, non è ancora arrivato.
Intanto cerco di non pensare troppo al fatto di dormire sola.
È una cosa che odio, ogni rumore, ogni fruscio, mi fanno battere il cuore come un tamburo.
La mia immaginazione, giusto per non farmi mancare nulla, propone scene paurose di ladri che cercano di entrare dalla porta, di persone nascoste nell'armadio che aspettano solo mi addormenti per saltar fuori e svaligiare la casa, di strani figuri vestiti di nero che si arrampicano dal balcone.
Abitiamo al decimo piano, devono essere anche davvero temerari!
Ma ciò, comunque, non ferma la mia mente.
Nonostante tutti questi pensieri affollino la mia testa, sono molto stanca e sento le palpebre sempre più pesanti, fino a quando non crollo esausta tra le braccia di Morfeo.
******
Le fessure delle tapparelle sono troppo fitte perché penetri la luce del sole, ma i deboli rumori provenienti da fuori mi annunciano che è mattina. Finalmente.
Non ho dormito proprio bene, i risvegli sono stati continui e i brutti pensieri pure. Mi stiracchio, poi mi rannicchio nuovamente sotto le coperte. Sapere che fuori il mondo è già attivo riesce a darmi un senso di sicurezza.
Mi giro su un fianco e richiudo gli occhi, poi mi rigiro dall'altra parte e poi ancora, e ancora.
Ok, mi alzo! Dormire così è una tortura.
Schiaccio il bottone di fianco al letto e le tapparelle elettriche si alzano. Tutte e tre le finestre aiutano a illuminare la stanza. Fuori la giornata è limpida, ma sicuramente fredda.
Trascinandomi verso la zona giorno faccio lo stesso con le tapparelle delle altre sei finestre dislocate tra sala e cucina. Schiaccio il bottone e per magia, tutto prende vita. Il buio, che tanto mi angoscia, sparisce in un secondo e la calda luce del sole riesce a mettermi a mio agio. In cucina preparo la colazione, non prima di aver controllato il telefono dove, finalmente, trovo un messaggio di Alex: avvisa che è arrivato e si farà sentire presto. Speriamo.
Una volta lavata e vestita, esco per andare a fare un po' di spesa.
Quando ho aperto il frigorifero stamattina ho sentito l'eco!
Sto per chiudere la porta di casa, il cellulare suona la notifica di un messaggio.
Non è di Alex; ma di Laura, la ragazza di Teo: - Ciao Vicky, so che sei a casa da sola, ti va di vederci per un aperitivo insieme agli altri? Solito posto, diciamo verso le 18.30? -
Intanto che giro la chiave nella porta penso a cosa risponderle. Sarebbe un piacere vederli, e poi è stata tanto carina da invitarmi, suonerebbe da maleducati rifiutare.
Faccio un rapido calcolo: se per le cinque e mezza sono allo studio, per il ritocco ci vorrà un'oretta o giù di lì, se il bar è sempre lo stesso ci vogliono cinque minuti per raggiungerli, quindi direi che sì, ce la posso fare!
- Ciao Lau, grazie, va benissimo, ci vediamo al solito posto -
Risponde con una faccina sorridente.
Faccio bene ad andare, ho davvero bisogno di tenere la mente occupata, devo smettere di pensare agli uomini che girano nella mia vita: a quello ora lontano, con il suo porto sicuro e a quello invece vicino con il suo mare in burrasca.
Solo nel pomeriggio penserò a come affrontare la gita allo studio di Mark e soci.
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Attenzione!Nei prossimi capitoli, tra Vicky e Mark, le distanze si accorceranno parecchio ma una sua affermazione metterà nuovamente tutto in discussione. Sarà finalmente in grado di far aprire gli occhi a Vicky?O lei resterà ferma sulla sua idea che esiste un solo uomo perfetto?
Cuorerubino
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