capitolo 18 - Vicky

Dopo due seggiovie, siamo arrivati in cima. Di fronte a noi, una parte della catena della Alpi, sembra di stare davanti a una cattedrale fatta di roccia, con guglie alte a sfiorare il cielo. La neve del ghiacciaio brilla sotto i raggi del sole che splende inesorabile in un cielo terso senza nuvole. L'aria frizzante, e pura, entra dalle narici ed è piacevole. Chiudo per un secondo gli occhi assaporandone la sensazione.
Quando li riapro, gli altri sono tutti intenti a sistemarsi gli attacchi, faccio altrettanto.

"Si partee!!"

I gemelli sono i primi a essere pronti e iniziano a scendere seguiti dagli ululati di Mark e Nick.

Anna mi guarda, ci sorridiamo, alzo il pollice: ok.
Scendiamo anche noi. Deve aver nevicato da poco e abbondantemente e la neve è della consistenza giusta.

Sarà davvero bello surfare oggi!

I ragazzi si fermano a metà pista, io e Anna subito dopo. Ci guardano, controllano se siamo a posto,  o se ci hanno perso per strada, e si riparte.

Ritornati alla seggiovia, Andy propone di fare ancora un paio di piste di riscaldamento.

"E poi salti", esclama soddisfatto dell'idea.

Salti... saaltii...
Oddio e poi cos'altro: lo snowpark?

Ovviamente tutti d'accordo, mentre io mi limito ad annuire. Ho già l'ansia!

"C'è lo snowpark aperto ragazzi, ci dobbiamo assolutamente andare"
Nick si è tolto la maschera da sci ed è visibile un'espressione eccitata.

Grazie Nick!
Questa informazione non potevi tenertela per teee!!

Non so se ce la posso fare, ma visto che Anna è entusiasta come gli altri, non posso tirarmi indietro. Che figura farei!

Si riparte, rifacciamo ancora diverse piste.

In seggiovia, ormai ho perso il conto di quante discese di riscaldamento abbiamo già fatto, questa volta sono seduta con Nick.
Subito dopo la partenza, si toglie anche il casco mentre la maschera gli è rimasta appesa al braccio.

In questo momento, guardo il suo profilo quasi perfetto e non posso non ammettere quanto sia bello. Il leggero vento, che si crea con la risalita, arruffa ancora di più i suoi capelli biondi sempre scompigliati.
Capisco perché Anna ne sia rapita, è davvero un bel tipo.

Non fosse che sono sicura di avere la bocca chiusa, si volta improvvisamente verso di me come se avesse sentito i miei pensieri.
Il suo viso, dapprima serio, adesso è segnato da un bianco sorriso che illumina i suoi occhi ambrati.
"Be', a cosa pensi?"

Ops, beccata! Figuraccia!

"Ehm, niente di che", balbetto alzando le spalle, distogliendo lo sguardo da lui, "mi godevo il panorama!"

Dio, che frase scema!

Non curante di quello che ho appena detto, adesso è lui a prendere le redini del discorso.

"Non pensavo, ma devo dire che sei brava con lo snow, hai una buona tecnica"

Alzo la maschera da sci e sgrano gli occhi, "Dici sul serio!? "

Non so se mi sta prendendo in giro oppure no. Devo ammettere che mi sto impegnando al meglio per non restare indietro.

Scuote la testa e aggrotta le sopracciglia, "Ma è possibile," c'è disappunto nel suo tono, "che ti sottovaluti sempre. Certo che sei brava, anche con la kick.
Ah cavoli, Mark ha proprio ragione."

Sentire il mio nome associato al suo, mi fa salire il cuore in gola.

Mark, parla di me?!
È  davvero strano perché fa sempre di tutto per evitarmi o farmi arrabbiare come se mal tollerasse la mia compagnia.

Torna a guardare davanti a sé, sembra irritato per quello che ho appena detto. Lo incalzo nuovamente, sono maledettamente curiosa.

"Perché? Cosa dice il sensei?" Uso il termine col quale lo chiamano loro.

"Che per farti tirare fuori le palle bisogna farti arrabbiare, altrimenti, resti in quel tuo guscio ovattato in cui ti rintani"

Questa volta sono interdetta da ciò che afferma.

"Non capisco Nick, stai dicendo che Mark mi tratta male apposta per farmi arrabbiare?"

I suoi occhi sono fissi nei miei, "È quello che ho detto. Lo sai che gli abbiamo già intimato di trattarti bene, ma è anche vero, e l'ho notato anch'io, che solo quando sei sotto pressione dai il meglio"

Deglutisco.
Adesso voglio sapere di più, ma diamine, se non voglio fare un doppio giro di seggiovia gratis, sono costretta a rinunciare perché dobbiamo scendere.
Così resto con il discorso interrotto a metà e non posso approfondire la questione. Abbiamo raggiunto gli altri e ricominciamo la pista.

Stiamo surfando quando, Sam e Andy, si fermano in un punto facendoci segno con la mano.

Li raggiungiamo.

"Be' che succede?" questo è Mark che si informa.

"Guardate che bei dossi per fare i salti. Che dite?"

Allunghiamo lo sguardo verso il punto indicato ed effettivamente, a una ventina di metri, forse più, a lato della pista, si vedono delle gobbe di cui una piuttosto alta.

Mordo l'interno della bocca con fare nervoso.
Non vorranno che faccia anche quello, spero!?

"Vuoi andare tu per prima, Vicky?" mi invita uno dei gemelli.

"Ehm, facciamo che prima vedo se vi ammazzate così ho tempo di ritirarmi", sorrido a denti stretti.

Sam alza le spalle e parte per primo.
Salta piuttosto alto e riesce a prendersi la tavola da dietro.

Bravo!!

Applausi dal gruppo.
Adesso tocca a Andy.

"State a vedere che atteraggio morbido"

Chissà cosa intende.
Ridacchiando parte.

Hey, ma che fa? Se salta così va fuori pista!

Prende la collinetta e, invece che fare qualche acrobazia, si lascia cadere a peso morto in un cumulo altissimo di neve fresca.
Restiamo ammutoliti, non si sarà fatto male?

Quando vediamo emergere un braccio dalla neve, e salutare con la mano, scoppiamo tutti a ridere.

"'Grande Andy, bell'atteraggio"

Qualcuno applaude, qualcuno gli fischia.
Adesso è la volta di Nick.

Si mette in piedi, raddrizza la tavola con un leggero movimento e comincia a prendere velocità. Sale sulla collinetta, salta, gira su se stesso con le gambe quasi dritte. Ricade senza perdere il controllo della tavola.

Altri applausi.

Ora va Anna, senza timore.
Compie un salto, semplice, ma scende senza cadere.
Brava!

Ora restiamo solo io e Mark.

Si alza, "Hey ragazzina, adesso guarda il maestro"

Fa l'occhiolino, i suoi occhi con il riflesso del sole sono due smeraldi e un sorriso sfacciato lo rende ancora più bello.
Si abbassa la maschera, anche lui con un leggero saltello raddrizza la tavola e parte.

"Attento a non cadere", gli urlo, ridendo dopo essermi ripresa dalla visione quasi celestiale.

Credo che quello alzato sia il suo dito medio.
Ops!

Prende gran velocità, punta verso la collinetta, lo snow scivola perfettamente piatto sulla rampa,    salta molto alto, compie un giro su sé stesso tenendo la tavola con entrambe le mani e riatterra senza sbavature.

OVAZIONE!
Quanto è stato bello quel salto!
Che bravo, non c'è altro da dire.

Piccolo problema... adesso tocca a me!

Da sotto i ragazzi mi incitano, spero di non cadere.

Riempio i polmoni d'aria per farmi coraggio e parto. Comincio a prendere sempre più velocità. Credo di essere in apnea per la paura.
Prendo la rampa, salto... istintivamente piego le gambe avvicinandole il più possibile al petto e le rilascio un attimo prima di tornare a terra.
Appena la tavola tocca la pista sento gli applausi e i fischi del gruppo: questa volta sono per me!

"Grande ragazza guerriera. Un gran salto."

Nel frattempo, raggiungo il gruppo e dopo una frenata in back, mi lascio cadere indietro appoggiandomi sui gomiti per prendere fiato.

"Come ti senti?" chiede Andy regalandomi un incontro con i suoi profondi occhi scuri poi mette una mano sul casco con aria fraterna e mi dà una leggera shakerata.

"Mamma mia, che adrenalina", gli sorrido con ancora un certo affanno.
Anche gli altri concordano.

Dal gruppo si leva una voce lamentosa: "Ho fame! È la una e mezza, che dite di mangiare? "

"Brava Anna,..." l'afferro per le spalle con aria goliardica e la butto a terra, "bell'idea"

Scoppiamo a ridere.

"Hai ragione, direi che si può fare", esclama il biondo Nick mettendosi una mano sulla pancia.

Di nuovo ripartiamo, questa volta per la pausa pranzo.

Alla fine di una delle piste, si trova uno dei rifugi che ci sono intorno.
Nonostante ci sia tanta gente troviamo un tavolo libero nella sala all'interno.
Sono affamatissima e non mi faccio scappare l'occasione di mangiare un enorme piatto di polenta condito con burro fuso e formaggi vari.
Qualcuno fa altrettanto, qualcun'altro passa ai pizzoccheri. Chissà se riusciremo ad alzarci dopo questo pasto leggero!

Chiacchieriamo e scherziamo tutto il tempo. Mi sento proprio rilassata, ho fatto bene a venire.

"Dai,  andiamo, lo snowpark ci attende"

Nick ci risveglia dal torpore post pranzo. Tutti si alzano e cominciano a uscire.
Non trovo un guanto, sarà caduto mentre mangiavamo.

"Hey, aspettate, mi manca una cosa".

Intanto mi piego sotto il tavolo per cercare. Quando riemergo da quella posizione, ho impiegato più del dovuto perché il maledetto guanto era finito sotto la panca in fondo, mi accorgo che non ci sono più.

O cavolo, ma dove sono?

Vedo una testa bionda che sta uscendo da un lato del ristorante, raccolgo al volo la mia roba e lo seguo.

"Niiick", lo chiamo, ma con tutte queste persone non mi sente.

"Nick. Hey, Nick!"

Quando siamo fuori si volta, ma non è lui.
Diamine! E adesso?
Cerco il cellulare, ma non lo trovo.

Cavoli, l'ho lasciato in macchina, che tonta!

Come faccio a trovarli in mezzo a questo casino, mi sembrano tutti uguali.
Comincio a girare in questa specie di grande piazza che formano i tre rifugi, ma non li vedo.

Sono indecisa sul da farsi: resto ferma dove sono in attesa che mi cerchino loro o, forse, è meglio se continuo a vagare nel tentativo di trovarli?

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N/A
Nel prossimo capitolo ci sarà un altro incontro ravvicinato con Mark...pronti?Allora alzate il pollice in segno ok e io vado avanti😆

Cuorerubino

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