capitolo 15 - Vicky

"Cosa fai questo sabato?" a chiedermelo sono i gemelli.

Butto la roba nella sacca, anche stasera gli allenamenti sono stati belli tosti.

"Niente di che, sono a casa di riposo, perché?" chiedo rialzandomi.

Ho di fronte, dei due fratelli, quello con il tatuaggio dello scorpione.

"Sai sciare?" dice Sam, torturandosi il piercing sotto al labbro.

Dei gemelli non so molto, salvo che studiano per diventare avvocati.
Certo, l'abito non fa il monaco!

Credo siano anche fidanzati, ma le rispettive ragazze non le ho mai viste perché qui non sono mai venute.
In realtà, non so chi tra tutti le abbia conosciute. Magari i gemelli vogliono mantenere il più stretto riserbo sulle loro donne.

Comunque, non solo trovo siano molto carini, ma anche sempre gentili con me. Sono talmente identici che non saprei dire quale dei due preferisco.

Rispondo a Sam, "Sì, so sciare, anche se mi piace usare di più lo snow"

"Perfetto! Anche noi!" esclama visibilmente compiaciuto.

"Domani devi assolutamente venire in montagna."
I profondi occhi scuri di Andy brillano soddisfatti, mentre viene nella nostra direzione.

Sinceramente non so cosa rispondere.
Stare con loro sarà divertente, ma ho la sensazione che sullo snow sono dei pazzi.

"Dai, non farti pregare, ci sarò anche io"

Be', se c'è Anna...

"Ok, vengo volentieri", rivolgo un sorriso contento.

"E vai!" Sam scambia un cinque col gemello poi, passa un braccio intorno alle mie spalle.

Come tutti gli altri è decisamente più alto di me e la mia testa si appoggia nello spazio che c'è tra il petto e spalla. Anche lui è decisamente in forma. I suoi muscoli, sotto la maglietta aderente, sono forti.

Si volta verso Mark e Nick che, fino a quel momento; erano rimasti in disparte intenti in chissà quale discorso. Qualcosa di serio perché i volti di entrambi, specialmente di Mark, sono piuttosto tesi.

"Sentito gente? Viene anche lei domani", li distrae dalla loro conversazione.

Il primo sorride compiaciuto, mentre l'altro si limita ad alzare il pollice senza proferire parola e, soprattutto, senza gran entusiasmo.

Quando ha questi atteggiamenti mi ricordo le parole di Anna di qualche giorno fa: non è perché non gli piaci, ma è esattamente per il contrario.
Secondo me c'è qualcuna che si ubriaca... e non sono io!

*****
Torno a casa per dire ad Alex di sabato. Spero la prenda bene.
Non c'è!

Ma dove cavolo è? Non mi aveva detto che sarebbe uscito.
Provo a chiamarlo, ma il telefono non prende.

Dopo quasi mezz'ora, di tentativi a vuoto, sento aprirsi la porta di casa.

"Ma dov'eri?" chiedo preoccupata appena ne scorgo la figura.

Sembra stupirsi della domanda.
"Sono uscito a bere con gli allenatori delle altre squadre della società"

Sta per andarsene verso il corridoio, ma non lo lascio fuggire. Non mi degna di uno sguardo.

"Bene, ma non me lo dici?" alzo il tono di voce.

So di sembrare una gran rompiscatole, ma ultimamente sembra sfuggente. Sempre troppo lavoro, sempre troppo basket. Prima che mi trasferissi non era così assente.

Questa volta si gira a guardarmi, ma non c'è luce nei suoi occhi, "Ho lasciato un post it sulla cena", poi torna in direzione del corridoio.

Vado a vedere.

"Li' non c'è niente", esclamo irritata, mettendomi poi sull'ingresso del corridoio.

"Lo avevo lasciato", urla dalla camera da letto, ma non si sforza di venire a vedere.

"Quindi? Tutto a posto secondo te?"

Sono in sala e lo aspetto. Non risponde. Sento scorrere l'acqua della doccia. Resto in attesa, ma sono come un fachiro su un letto di chiodi che pungono e danno fastidio; come l'agitazione e il nervoso che sento montarmi dentro.
Dopo alcuni minuti, riappare. Si è cambiato, indossava ancora il completo quando è rientrato. Ora, al posto della camicia, indossa una t shirt chiara e al posto dei pantaloni scuri ha quelli leggeri che usa per dormire.

"Uff, perché mi guardi così? Ti ho detto che ho messo un messaggio, se non c'è vorrà dire che si è staccato", si butta sul divano.

"Mi spieghi come può volatilizzarsi un post-it? Qui non c'è, non lo hai scritto, ti sei dimenticato di dirmelo"

Adesso sono innervosita, ma non riesco a credere di essere io, ma cosa mi prende? Perché sono così agitata?

Prosegue con lo zapping e risponde senza guardarmi, "Piantala di alzare la voce, con tutte le volte che ti fai i cavoli tuoi non vedo perché oggi te la devi prendere così tanto"

Mi sento offesa.
Ho solo la palestra e il lavoro, lui invece il lavoro, la bici, il basket, non credo proprio di essere quella in torto.

"Non è giusto ciò che dici, sai che non è vero", ho abbassato i toni, ma lui continua a non guardarmi. Mi tratta con sufficienza.

Continuo lo stesso a parlare.
"Perché sei così scorbutico stasera?Torno non ti trovo, non mi dici dove vai, il tuo telefono sempre..." non mi lascia finire, si alza.

Il grigio dei suoi occhi è più scuro, inquietante.

Mormora fissandomi, "Non è il caso di instere, Vicky", passandomi di fianco, quasi non fossi lì, se ne va in cucina.

Termina la discussione.

Ci sono rimasta male, non è da lui comportarsi in questo modo. Torno alla carica perché voglio capire, lo raggiungo e in tono più comprensivo tento un nuovo approccio.

"C'è qualcosa che dovrei sapere, Alex?"

Fino a quel momento era sempre stato di spalle, sento che sospira e si volta a guardarmi.

"Scusa, hai ragione, non avrei dovuto reagire così male"

Prende un sorso d'acqua dal bicchiere che tiene in mano.

"È stata una giornata difficile."

Passandomi accanto, mi lascia un bacio sulla tempia e torna al divano.

Resto immobile per qualche secondo, "Non vuoi dirmi cosa è successo?"

"Niente di importante, solo cose di lavoro."
Torna a guardare la televisione restando freddo e distaccato.

"Ok"
È l'unica cosa che mi viene da dire, ma non sono convinta sia solo quello.
Forse gli dà fastidio il fatto che frequento la palestra o il rapporto che ho con i ragazzi della kick.
Allora perché non dirmelo e affrontare la cosa?

Preferisco non insistere e vado a farmi la doccia, poi ho tutte la intenzioni di andare a dormire.

Nel frattempo messaggino da Anna.

- Domai mattina alle 7 davanti alla palestra -

Dopo questa assurda discussione dovrò dirgli di domani.

Rientro in sala, dopo essermi lavata, e dopo aver fatto mente locale su cosa dire. Ho ancora indosso l'accapatoio e in testa, per tenere i capelli, un turbante fatto con l'asciugamano. Mi tormento le pellicine delle dita perché non mi sento a mio agio. La situazione è sempre più assurda, non mi era mai successo di avere dubbi su cosa o come dirgli le cose. Allora perché mi sento in colpa!

Traggo un respiro, non si è ancora accorto che sono lì, oppure sta facendo finta di niente.
Mi siedo su un angolo del divano guardando dritta di fronte a me come se fossi interessata al film che ha scelto.

"Alex, è un problema se domani vado a sciare con i ragazzi della kick?" lo dico tutto d'un fiato, poi, lo guardo pronta per un altro scontro, ma quello che risponde mi lascia di stucco.

Girandosi, ha sul volto un sorriso compiaciuto.

"Da quando, amore, hai bisogno del mio permesso? Se ti fa piacere vai pure"

Sbatto gli occhi sorpresa.
Balbetto, "O-ok."

Torna a guardare la televisione, il suo volto ora appare più disteso.
Cosa è successo nei minuti che ho passato sotto la doccia?

Sembra che le nuvole nere di prima si siano dissipate, tutto così in fretta?

Avrà capito cosa gli ho detto o non ne vuole fare un caso di stato?

Mi ridesta dai miei pensieri.

"Be', tesoro, cosa fai ancora così? Non ti vesti?"

Annuisco; silenziosa, cercando di capire qualcosa dall'espressione dei suoi occhi. Ancora quel sorriso enigmatico.
Torna a concentrarsi sul film mentre io vado ad asciugarmi con un'incomprensibile sensazione amara in bocca.

Mentre mi dileguo verso il bagno sento il rumore dei tasti del cellulare, sta inviando un messaggio.

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