capitolo 14 - Vicky

Anna gioca con il poco cibo rimastole nel piatto e inizia a raccontare la sua storia: "Mio padre e mia madre si sono conosciuti in Inghilterra quando lui lavorava per una società italiana con uffici distaccati a Londra. Siamo nati noi e sembrava andasse tutto bene, ma, quando Mark aveva sette anni e io tre, si lasciarono.
In realtà non ne sappiamo bene il motivo, mia mamma non è mai entrata nei particolari, ma, dagli strani discorsi di lei con mia nonna, credo sia stato per un'altra donna. Comunque, mio padre se ne tornò in Italia mentre noi rimanemmo in Inghilterra.
Non siamo più stati in grandi rapporti, sempre preso con i suoi viaggi di lavoro, la sua carriera. All'inizio, si faceva sentire ai compleanni e a Natale, poi solo ai compleanni, poi neanche quello. Solo rare telefonate e regali ogni tanto. Finche', un giorno, mia madre ci ha lasciato improvvisamente dissero:  aneurisma cerebrale."

Le vengono gli occhi lucidi nel raccontarmi quel momento e le stringo la mano che ha sul tavolo.

Nonostante tutto prosegue: "A quel punto, avremmo voluto rimanere con mia nonna, ma i servizi sociali chiamarono ovviamente nostro padre che sbrigo' tutte le pratiche per farci venire a vivere con lui qui."

"Deve essere stato terribile?" le dico stringendole la mano con ancora più trasporto.

"Difficile è la parola giusta perche', ovviamente, il rapporto con mio padre non è stato dei più semplici. Non ho mai capito se l'averci portato a vivere con lui era stato più un obbligo o un piacere. All'inizio ha cercato di essere presente, non ci faceva mancare niente: grande casa, vestiti nuovi, donna delle pulizie, baby sitter, tutte cose materiali. Per quanto si sforzasse di essere un padre, colmando quell'enorme vuoto che aveva lasciato tra noi, io e Mark, facevamo fatica a volergli bene.
Dopo diverso tempo, sono riuscita ad avere un minimo di rapporto mentre, con mio fratello, è stato un disastro.
Litigavano in continuazione. Mio padre non è mai riuscito a capirlo, non ha mai saputo come prenderlo e Mark, non si è mai sforzato di fare altrettanto. Non lo perdono' mai per averci lasciato e di non essere mai stato presente.
Io, invece, cercavo solo una famiglia, quella che saremmo potuti essere, se la mamma fosse stata ancora viva e se lui fosse rimasto. Un'illusa, probabilmente.
Mark cresceva e ne combinava di tutti i colori, a scuola, con gli amici che frequentava spesso più grandi di lui. Non mancava di tornare a casa coi lividi e, una volta, scortato dalla polizia per aver partecipato a una rissa. Aveva diciassette anni!"

"Cavoli, un bel tipino difficile. E tu?"

Si mette una ciocca di capelli biondo scuro dietro l'orecchio prima di rispondere, "Be', io me ne stavo chiusa in camera mia con la musica alta per non sentire le urla di loro due. Finché, una sera, dopo l'ennesima litigata, Mark è entrato nella mia stanza, abbracciandomi ha detto: sarai sempre la mia super sorellina, se lui dovesse trattarti di merda, a casa mia troverai sempre un posto, ma io qui non posso più restare... Mi ha dato un bacio sulla testa, ti voglio bene ha detto, per poi raccogliere le sue cose.
Ormai era più che maggiorenne e ha preso la decisione di andare a vivere con Nick e Victor, con i quali si accompagnava dai tempi della scuola"

"Capisco perché tuo fratello mi sembra difficile", esclamo appoggiando il mento sulla mano.

"Mark è sicuramente un tipo complicato, aggressivo, sfacciato spesso irascibile, ma, quando vuole, sa essere affascinante, divertente, artisticamente brillante e spesso la persona più interessante della stanza"

Rifletto su ciò che mi sta dicendo e non posso che essere d'accordo con lei.
Mordo il labbro pensando a come  proseguire con la mia curiosità.

"Allora perché hai detto che vivi quasi da sola?"

Giocherella col bicchiere ormai vuoto d'acqua.
"In quella casa enorme ci sono solo io, mio padre è più le volte che è in giro per lavoro che con me"

"Mi spiace amica cara, non immagginavo. Non hai mai tentato di discutere con lui di quello che senti?"

Già, parlo io! Quella che invece non fa altro che spiattellare i suoi sentimenti a tutti!

Emmette uno sbuffo dalla bocca simile a una risata amara.

"È difficile, perché quando è a casa fa sembrare tutto normale e poi... Non so, rivangare certe cose non mi fa bene. Comunque," mi guarda felice, "appena prendo la laurea, mi sentirò più indipendente, cercherò un lavoro per andarmene da casa e poi si vedrà"

Ha un sorriso tenero e rassegnato, ma il bel verde dei suoi occhi non è ancora tornato.

"Ma, dimmi, tuo padre non ha mai cercato di parlare con Mark da allora?"

"Certamente, ma lui si rifiuta di riallacciare i rapporti, e poi, la litigata di quella famosa sera, non era per i soliti motivi. Credo ci fosse ben altro, ma nessuno dei due ne ha mai voluto parlare con me"

"Deve essere stato qualcosa di grosso se Mark non ti ha mai coinvolta. Mi sembrate piuttosto affiatati come fratelli? O sbaglio?"

"È vero, ma non ne vuole assolutamente parlare. Dopo quella sera ho visto la sua cicatrice. È  evidente che gli fa male,  sia dentro che fuori, ma aspetto sia lui a raccontarmelo quando si sentirà pronto." Scrolla le spalle, probabilmente per cacciar via i brutti pensieri, poi torna a farsi allegra, "Dai, adesso ordiniamo il dessert"

Le sorrido di rimando accettando l'offerta: sia mai che rifiuto un dolce!

Le chiacchiere proseguono su altri argomenti più leggeri e finiamo di pranzare.
Nel frattempo è arrivato un messaggio di Alex: non riesce a passare.
Peccato.

**********

Nuova settimana e nuovi allenamenti intensi anche stasera.
Delle volte mi sento come Demi Moore ne Il soldato Jane.

Adesso Mark si è messo in testa di fare riscaldamento facendoci fare dei circuiti tabata usando anche le kettlebell e le clavi.
Una sfacchinata!

Finita la lezione, mi perdo in chiacchiere con Nick e Victor poi si aggiungono anche Anna e Mark.

Sento dei brividi correre sulla pelle e ho la strana percezione di essere osservata. Alzo il viso e incrocio i suoi penetranti occhi smeraldo. Le mie guance prendono fuoco e porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio con aria imbarazzata.
Mark osserva il mio viso e con un sorrisetto compiaciuto esclama: "Adesso che sai dov'è lo studio, quando vieni per il tatuaggio?"

Allora l'altra volta avevo ragione, era lui che avevo notato alla vetrina.

"Cosa c'è che non va nel mio disegno?"

Uffa, ancora insistono.

"Cosa c'è che non va?!?"

I ragazzi si guardano e ridono.

"È un offesa per i miei occhi di professionista."

Ci resto male, io lo adoro.

Mark si accorge della mia espressione.
Compie mezzo passo e me lo ritrovo vicino, sento il calore emanato dal suo corpo forte, statuario. Allunga la mano e afferra il mio braccio col tatuaggio, sento bruciare nel punto in cui lo tiene. Fisso la sua mano senza trovare il coraggio di guardarlo in faccia.
Ma lui prosegue: "Scusa, non volevo offendere, ho capito ci tieni, ma possiamo fartelo tornare più bello?"

Non me lo sta ordinando, me lo sta chiedendo con gentilezza.

Quando, finalmente, trovo il coraggio di guardarlo, il suo viso è attraversato da due leggere linee verticali ai lati delle labbra che rendono il suo sorriso ancora più bello e sincero, ed è così accattivante e adorabile da spingermi a rispondere.

"Va bene, alla prima occasione passo nel vostro studio", sorrido anch'io rapita. Molla la presa.

"Ottimo, vieni quando vuoi, per te la porta è sempre aperta".

Victor è un vero tesoro, ha un'aria da -ci penso io - che dà alla testa e i suoi occhi sono di un'azzurro più azzurro che abbia mai visto.
Come fa a essere ancora single non lo capisco proprio.

Recupero le mie cose, ci salutiamo ed esco con Anna.

La vedo strana così decido di soddisfare la mia curiosità, è una mia amica e ci tengo.
"Che ti succede?"

La sento sospirare e affonda le mani nelle tasche del suo piumino.

Uuuh, sento puzza di guai di cuore!

L'altro giorno a pranzo non è stato argomento di discorsi, ma so che Nick le piace parecchio e anche gli sguardi teneri di lui ho sempre notato che sono tutti per Anna.

Si guarda i piedi prima di rispondere, intanto siamo una di fronte all'altra. Il freddo della sera fa uscire nuvolette bianche dalla bocca.
"Nick"

Ecco! Lo dicevo si trattava di affari di cuore.

"Non vanno bene le cose?"

Arriccia i lati della bocca e scuote la testa con decisione, "Non capisco Vicky, sembra avere interesse per me, ma ogni volta che si avvicina mio fratello o capita di parlare di lui diventa rigido e mi ignora. È evidente che essere la sorella di Mark è per lui un problema!"

"Può essere, però vedila così: se mai Nick avrà il coraggio di farsi avanti, sarà solo perché è veramente sincero, altrimenti sa perfettamente che tuo fratello non gliela farebbe passare liscia", sorrido con aria di incoraggiamento.

"Già, forse hai ragione", poi prosegue sghignazzando, "sai cosa servirebbe a mio fratello?"

"Non saprei. Una botta in testa?"

Ride di nuovo.

"Noo, una fidanzata", mi guarda con aria strana.

"E perché? Conosci tuo fratello, vero?Mister Mi-scopo-chiunque-abbia due belle tette e un quoziente intellettivo sotto lo zero, Mister Faccio-quello-che voglio, quando voglio!"

"Sì, ma fino adesso non valevano, sono state storie di una notte. A lui ci vuole una seria", continua a fissarmi.

"Mi spiace; ma una così che si sacrifichi a sopportarlo tutta la vita, mi sa la trovi solo se la paghi"

Se la ride di nuovo. Poi, mettendosi a braccia conserte, continua: "Credo, invece, che con una tipa come te sarebbe perfetta"

"Che coosa?"
Adesso sono io che rido: isterica.

"A parte il fatto che un fidanzato già ce l'ho e mi basta, non capisco, vuoi trovare una ragazza come me? Ma se non mi calcola neanche. E poi, non sei stata tu che, l'altro giorno a pranzo, mi ha messo in guardia da un tipo come Mark?"

"E' vero ma sai", prosegue con aria seria, "poche volte ho visto mio fratello essere così strano con una ragazza. Secondo me, invece, gli piaci. Quando siete vicini c'è elettricità. Un secondo prima sembrate sul punto di picchiarvi e un attimo dopo vi guardate come se voleste strapparvi i vestiti di dosso"

Sono allibita,... Questa ragazza è pazza!

"Scusa Anna, ma cosa diamine stai dicendo? Sei ubriaca?"

"No, sono serissima". I suoi occhi brillano.

Questo discorso mi sta turbando a tal punto che non sento neanche più il freddo.

"Ascolta, Anna," le metto una mano sulla spalla, mi faccio seria, "da quando lo conosco non ha fatto altro che trattarmi male. Rari sono gli atteggiamenti gentili che mi ha riservato e, per ovvie ragioni, dove tutte portano scritte il nome di Alex, non sono interessata all'articolo"

"Scusami, scusami tanto Vicky, non avrei davvero dovuto", si gratta una tempia imbarazzata, "ma sai, vi guardo e penso ci siano buone possibilità che siate fatti l'uno per l'altra. Sai, la storia degli opposti che si attraggono e tutto il resto? Lascia perdere quello che ho detto l'altra volta, mi sbagliavo"

"Anna, ti sbagli anche adesso. E di grosso"

Figuriamoci! Io e Mark una coppia... vera!
Mi scappa da ridere.

I suoi capelli biondo scuro si agitano quando scuote la testa in segno di dissenso.
"Perdonami, ho esagerato. Mi sono fatta prendere dall'idea che; se mio fratello fosse sentimentalmente più impegnato, avrei più libertà con Nick"

"Ok, allora ti prometto che se trovo una ragazza votata al sacrificio gliela presento, d'accordo?"

Ridiamo, poi entrambe ci accingiamo a entrare nelle rispettive macchine, ma, un attimo prima che lei chiude la portiera, urla nella mia direzione: "Comunque sappi, che se ti tratta male non è perché non gli piaci, ma esattamente per il contrario. Ciaaoooo"

Si chiude in fretta in auto e, mentre io sto ancora analizzando le sue parole, accende la macchina e se ne va.

Maledizione, non può lanciare una bomba così e andarsene senza prendersi una dose di insulti!

Temo che questa cosa mi rimbombera' nella testa.
Non voglio guardare in faccia alla realtà, ma il desiderio che, quel ragazzo, arrivi a considerarmi qualcosa di più, spazza via ogni altra riflessione.

Oh mamma, sto perdendo il mio buon senso!

******
Appena entro in casa, mi fiondo tra le braccia di Alex seduto sul divano intento a guardare un film. E' così bello che fa male guardarlo. E' così perfetto che delle volte penso sia finto.

"Hey, che succede? Tutto ok?"

Annuisco, e, nei suoi occhi, vedo l'umanità che regala solo a chi conosce.
Mi abbraccia, mi bacia sulla testa e torna a guardare la televisione senza chiedermi nulla. Ho bisogno di non pensare, ma mi sento male: usare Alex per dimenticare il tumulto che ho nell'anima ogni volta che Mark compie un gesto, mi parla, mi sfiora.

Dannazione Vicky, hai un meraviglioso ragazzo al tuo fianco che non ti farà soffrire e lo tratti così!

Vorrei prendermi a schiaffi. La mia relazione deve funzionare. E così deve essere, io sono serena quando sto con lui, mi sento... Già, come mi sento?
Scuoto la testa con forza.

"Hey, Vicky, che hai stasera?"

Non mi sono accorta di aver esternato i miei pensieri.
Non rispondo, guardo nei suoi occhi grigio-mare, con una mano sfioro il suo viso. Alex sorride leggermente.

- È così che deve essere! - , mi ripeto prima di appoggiare le labbra sulle sue per un bacio che deve sapere di casa, che deve sapere di futuro insieme.

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N/A

Ahi,ahi,ahi....Vita difficile per Vicky?
E voi cosa fareste al posto suo?Cerchereste di ignorare certi sentimenti pensando siano solo momentanei e stareste con Alex o vi lascereste trasportare come in un torrente da ciò che provate per il"lato oscuro"?🙏
Cuorerubino

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