Le Verità A Volte Fanno Male
Passarono i giorni e Reaper continuava a provare a far desistere il principe Nightmare da sposare la figlia.
Nel frattempo il principe Dream veniva spesso a far visita a Palette per ammirare i suoi quadri e raccontargli del periodo in cui il pittore Ink viveva nel suo castello.
<in poco tempo aveva riempito le stanze di quadro stupendi, lui... Aveva una visione del mondo che gli permetteva di creare vere opere d'arte, è davvero incredibile come tu abbia la sua stessa capacità> gli disse un giorno ammirando il quadro di un paesaggio pieno di fiori e con qualche nuvola a coprire un po' il sole.
<dite davvero principe? Io... Non mi ritengo così bravo...>
<non dire sciocchezze, conosco bene il signor Ink e ti assicuro che i tuoi quadri sembrano fatti... Dalla stessa mano...> a dire quella frase il principe fissò Palette con uno sguardo quasi meravigliato.
Poi si avvicinò a lui accarezzandogli il viso <gli assomigli anche molto sai? Anzi...> ma si bloccò prima di poter finire la frase e si allontanò <i-io... Scusami, mi sono fatto prendere dai ricordi>
Però Palette capì <maestà... Ma voi... Amavate il signor Ink?>
Il principe sospirò, non riusciva più a tenere per sé quel segreto, non orq che lui era tornato <sì.... Ed ero anche ricambiato... Ma mio fratello e il lord Cross lo avrebbero ucciso se avessero scoperto i nostri sentimenti e così... Lo cacciai... Lui con il tempo mi dimenticò e ora... Sono solo... Di lui mi rimase solo... Un figlio> disse guardando Palette.
<c-che cosa? Ma... Allora il legittimo re siete voi? Che fine a fatto il figlio? E perché non avete detto nulla?> domandò Palette senza capire.
Il principe era in lacrime <avevo paura che se mio fratello avesse scoperto che aspettavo un bambino lo avrebbe ucciso, non volevo che una piccola creatura soccombesse per colpa di uno atupido trono così... Partorii in silenzio e di nascosto per poi... Abbandonarlo in un orfanotrofio... Ma fui io a scegliere il suo nome>
<e quale era?>
<Palette>
Sentendo il suo stesso nome Palette spalancò gli occhi <m-mi state dicendo che... Io... Io sono vostro figlio? Ma... Perché? Perché non me lo avete detto prima? Perché solo ora?>
<io... Avevo paura che tu mi odiassi... Quale madre può abbandonare così il proprio figlio? Sono stato un codardo... Perdonami>
Palette fissava la madre stupito, dopo tanto tempo aveva finalmente scoperto chi erano i suoi genitori però... Non gli andava giù di essere stato abbandonato e che sua madre non gli avesse detto niente.
<il signor Ink lo sa?> domandò piuttosto freddo.
<eh? Lui.... N-no... Non gli dissi nulla...> rispose.
A quella rispose Palette corse via con il principe Dream che lo chiamava, ma lui non si fermò, continuò a correre uscendo dal palazzo, superando Geno che rimase confuso dal suo comportamento.
Continuò a correre per le strade e alla fine si fermò in una piazza, intanto aveva cominciato a piovere e i suoi vestiti sierano tutti bagnati.
Si sentiva preso in giro, ferito ed umiliato, aveva sempre pensato di non avere una famiglia ed in effetto l'aveva persa anni fa, suo padre neanche sapeva che esistesse e sua madre lo aveva ignirato per anni.
Non aveva una famiglia.
Non aveva niente e stava per perdere anche Goth.
Ormai cosa poteva fare lui? Niente, assolutamente niente.
<hey ragazzino, ti prenderai un malanno a stare sotto la pioggia sai?> disse una voce distorta e altezzosa.
Palette si voltò e vide uno scheletro vestito in modo molto elegante nero con qualche dettaglio blu scuro e rosso, indossava anche un cilindro e aveva un bastone sul quale stava tenendo appoggiate le mani.
Quello che più stupì il giovane scheletro però non furono i vestiti bensì il fatto che quello scheletro fosse nero e glitchasse, in oltre aveva delle scritte "error" che apparivano e sparivano attorno a lui, senza contare le linee blu che aveva sotto gli occhi rossi con iride gialla, uno solo aveva la pupilla blu ed era più grande dell'altro. Pareva quasi stesse piangendo.
Aveva tutta l'aria di un lord piuttosto importante ed infatti si faceva tenere l'ombrello da un servo che invece stava prendendo la pioggia.
<l-lei... Lei chi è signore?> domandò Palette un po' spaventato.
<almeno sembri educato, ma solitamente se vuoi sapere il nome di qualcuno dovresti presentarti per primo> rispose lo scheletro.
<i-io... Mi chiamo Palette...>
Sentendo quel nome lo scheletro fece segno ad uno dei suoi servitori di aprire la carrozza <sali ragazzo, se resti sotto la pioggia ti prenderai un malanno>
Palette rimase per qualche secondo immobile ma vedendo che lo scheletro si stava innervosendo per l'attesa decise alla fine di salire, poi anche lo scheletro salì e poco dopo la carrozza partì.
Palette non aveva idea di dove stesse andando, non sapeva neanche chi fosse lo scheletro davanti a sé.
<M-mi scusi... Ma... Perché... Perché mi ha fatto salire?> domandò alla fine.
<perché conosco qualcuno che non vede l'ora di rivederti, mi ha parlato di te per molto tempo e sono sicuro che se avesse scoperto che non ti ho portato in un posto al caldo dopo esserti preso tutta quell'acqua mi avrebbe odiato ed è l'ultima cosa che voglio>
<qualcuno... Che vuole... Rivedermi?> domandò Palette confuso.
<già... Colui che ti regalò il tuo primo kit per la pittura, il signor Ink>
<ma.... Allora voi siete...>
Lo scheletro si tolse il cilindro <sì, sono il conte Error>
Continua.
Seirin: sta storia la aggiorno ad ogni morte di papa porca miseria, comunque piaciuto il colpo di scena? Oppure era fin troppo scontato? Vabbè in ogni caso prima o poi sta storia arriverà ad una fine... Forse...
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