Capitolo 6

Nial varcò l'ingresso della chiesa brulica di gente che chi stando seduto o alzato erano venuti da ogni parte per assistere a quel matrimonio - per Nial - senza senso. Insomma non aveva mai visto quel tizio. Non ci aveva mai parlato e in più non sapeva se sarebbero mai andati d'accordo. Pensò con lo sguardo rivolto ancora a terra.

Dylan girato dalla parte del suo miraggio che lentamente avanzava verso di lui, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e pensò che non c'era sensazione più bella di quella che stesse provando al centro del petto. Una sensazione di calore, di soddisfazione nell'aver finalmente quella agognata persona.

« N-Nial ».
Lo chiamò in un debole mormorio e con un piccolo sorriso da ebete a impreziosirgli le labbra.

Sentendosi chiamare con sguardo perso e in totale sovrappensiero, Nial alzò lo sguardo. I suoi occhi si incontrarono con quelli dell'altro. E non lo sapeva, non ricordava, dove già gli avesse visti. E poi quella voce... Quella voce l'aveva già sentita da qualche parte. Ma dove?

Poi piccoli flashback inondarono la sua mente e poi ecco che trovò quella fatidica risposta. Lo aveva già visto e sentito, quando quella sera scappando per un po' da casa sua, si era infiltrato per sbaglio nel bosco, poi incuriosito dall'odore di fuoco che sentiva ne aveva seguito pian piano le tracce, arrivando finalmente a destinazione. E fu lí, che nascosto dietro un albero aveva spiato il tutto e sempre lí sentí quel giovane Alpha parlare di cose strane. Ma poi avendo la sensazione che quel ragazzo avesse sentito il suo odore era indietreggiato sino a scappare via del tutto.

Adesso era tutto molto più chiaro.

Ma non per questo aveva cambiato idea su quel matrimonio che continuava a non volere. Dylan ancora imbambolato gli tese la mano, e con un po' di titubanza Nial l'accettò.

Si affiancarono e Dylan con le labbra gli arrivò a pochi centimetri al suo  orecchio.
« Sei bellissimo ».
Gli sussurró.

« G-grazie ».
Balbettò un po' per l'imbarazzo e un po' per il disagio che stava provando. Non riusciva a sentirsi al suo posto. C'era qualcosa che non andava. Forse quella sintonia che doveva scattare, ma che invece  non era proprio scattata.

Dylan invece sembrava stare bene, forse un po' nervoso sí. Ma affianco di quel ragazzino che tra momenti sarebbe diventato suo compagno si sentiva al completo. Sicuro e fiero di sé, proprio come Nial lo aveva visto quella sera.

Davanti a loro il saggio delle loro terre, nonché anche padre di tutti e vestito tutto in uno di bianco, era pronto per celebrare queste nozze. Se ne stava dietro ad un bancone con un libro aperto davanti. Poi guardò i due ragazzi. Ma Nial era l'unico che aveva preso a guardare in basso.

« Oggi siamo qui per celebrare le nozze di queste due persone. Davanti hanno ancora molto strada. Ma sono sicuro che l'amore che Dio ogni giorno ci regala, farà in modo di farlo arrivare anche a questo matrimonio combinato. Dunque iniziamo pure ».

Nel frattempo due balie si avvicinarono, con in mano un cuscinetto bianco e sacro con sopra due fedi in oro con un ricamo di un quadrifoglio inciso in ognuno. Dylan senza lasciare la mano del suo "quasi marito", prese tra le dita una delle due fedi e si posizione davanti al suo piccolo.

Nial fece la stessa identica cosa, in attesa delle seguenti parole.

«Tu il qui presente Dylan, vuoi prendere tu come tuo leggittimo sposo il nostro umile Nial ? » chiese il padre con un sorriso sulle labbra screpolate.

Dylan si morse il labbro per non saltare tutto ed arrivare a quel fatidico bacio e prenderlo tra le proprie braccia. Giurando di proteggerlo da tutti e tutto. Da ora in avanti era compito suo di prendersi cura di quel piccolo scricciolo che ancora guardava a terra e con gli occhi lucidi. Ma vedendolo, Dylan notò che il suo compagno non era felice, un dolore al petto lo assalí, con il cuore schiacciato sotto un masso pesante.
Prima di rispondere però ci pensò un po' sú. Guardò l'anello che ancora aveva tra le mani e poi guardò di nuovo il ragazzino silenzioso.

« Sí. Lo voglio. Ora e per sempre ».
Rispose. Prendendo l'anulare del più piccolo per poi farci scivolare la fede, che si incastrò bene.

« Bene. Ora il qui presente Principe Nial vuole prendere come suo leggittimo sposo Dylan ? » il più piccolo deglutí, poi alzò lo sguardo ponendolo in mezzo a quelle faccia sconosciute. Non c'erano i suoi genitori. Le sue balie nemmeno. Era rimasto solo e abbandonato a quel vincolo che molto volentieri avrebbe voluto rifiutare. Ma non poteva. Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi severi e sicuri dell' Alpha. Sospirò.
« I-io... Sí. Lo voglio ».
Disse con insicurezza, e con una mano tremante prese la mano del più grande, che ancora gli teneva e fece anche lui incastrare quella fede al dito.

Poi Dylan, incrociò le loro dita, e con un leggero scosso col braccio attirò il più piccolo a sé. Cingendogli la schiena con le forti braccia. Il più piccolo con una piccola smorfia di dolore per via delle cicatrici che al di sotto del completo nascondeva e il respiro affannato e con le lacrime di scuse e implorazione appoggiò le mani sul petto del più grande. Tutti li guardavano con stupore e dei vociferi di stupore e felicità pian piano si espansero.

« Che tra povertà e ricchezza e salute e fedeltà, finché la morte non vi separi io vi dichiaro marito e marito » disse il prete unendo le proprie mani in una piccola preghiera.
« Può baciare lo sposo se vuole ». Aggiunse come per incentivarlo.

Nial boccheggiò un paio di volte perso nella disperazione. Andò nel panico quando vide che lentamente le labbra di Dylan si avvicinarono alle sue. E in così in poco tempo si voltò un poco di lato, proprio per evitare quel bacio che non riusciva  ad accettare come sacro.

Vociferi di indignazione scoppiarono tra le gente. Nial si ritrovò a stringere tra i pugni il completo di suo marito. E Dylan accorgendosi del suo stato d'animo, si avvicinò sino a baciargli l'angolo delle labbra in un tocco delicato e tenero. Anche se voleva baciarlo, non era giusto forzarlo. Il primo bacio doveva essere sacro e andava dato con consapevolezza. Poi gli sorrise come rassicurazione allontanandosi dal suo viso e Nial lo guardò scioccato ma anche con un silenzioso grazie.

E capí che forse quell'Alpha in fondo non era poi così male.

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