Capitolo 13
Nath non può credere a quello che vede. Finge di essere cieco nella sua colpa. Sa decisamente che tutto quello che gli è successo e soltanto per colpa sua. Ma oramai è troppo tardi per rimediare. Che altro può fare per Maki se non solo quello di lasciarsi cadere al suo capezzale e prendergli una mano nella propria portandola alle labbra dove sul niveo dorso ci lascia un bacio del risveglio. Eppure sa che non può bastare un bacio per risvegliarlo dal sonno senza fine. Deve dargli il giusto tempo, aspettandolo pazientemente.
《 Quando ti sveglierai sarò qui 》si premura di fargli sapere. Lo ha detto e manterrà la parola data. Tanto attendere non è già ciò che fa ? Altro tempo in più non gli cambia.
Sa benissimo che il tempo di visite datogli a disposizione è già finito. Ma nonostante questo non ha il coraggio di lasciare la mano che tiene. Ha paura Nath. Paura che una volta uscito da quella stanza, presto Maki si sarebbe potuto svegliare quando non ci sarebbe stato o peggio ancora paura di sapere che quel sonno non verrà mai spezzato.
Al diamine ! Qua tutti sappiamo che non sono l'unico ad avere colpe. Come in parte ne ho io, ne ha anche quel Nial e Dylan. Chi di più di meno, ognuno di noi ha fatto il suo prezzo ferendo anche se intenzionalmente chi non c'entra niente. E chi qui, ne ha pagato le conseguenze altro non è stato che la mia persona amata. Perdonami Maki se puoi. Anche se codardamente spero che non arriverai mai alla verità.
A malincuore, finalmente decide una volta per tutte che è giunto il momento di lasciare quella mano. Ma questo non significherà che sarà ancora per molto, perché l'indomani mattina, sarebbe nuovamente andato a fargli visita e solo con questa convinzione lascia la stanza, anche se con il cuore preoccupato.
***
《 Hm. Va tutto bene madre. Ho già preso qualcuno che trovi delle informazioni per me. D'accordo. Ciao 》 saluta il giovane Dylan appoggiato di schiena alla ringhiera del balcone. Il fumo che dal sigaro acceso tenuto fra le dita esce disperdendosi nel nulla. Il cellulare che viene riattaccato viene messo con cura nella tasca del pantalone da tuta che porta addosso.
È da solo. Maki non gli ha voluto più parlare. Certamente c'è qualcosa sotto. Ma il fatto che più rende preoccupato Dylan è il fatto che dopo essere rientrati in camera, Nial si è rinchiuso da ben un ora nel bagno. Per quanto la voglia di bussare alla porta è tanta, vuole dare tempo e spazio all'amato. Sa che certe oppressioni in un momento delicato come quella possa innescare qualcosa di più grosso. Tutta via al momento aspetta solo che il più piccolo gli parli.
Sospira come se un domani ci fosse, lasciando che i raggi del sole gli bacino la pelle lasciata esposta dalla maglia che ha gettato a terra. Non si preoccupa che possa prendere un qualche malanno con i gradi che in quel periodo dell'anno hanno. Non quando nella sua testa è un pieno di preoccupazioni. Non quando anche Nial è una delle sue più grandi fonti della più grande della paura.
Questo fa sì, che in lui si innesca un qualcosa che lo porta a gettare la sigaretta ancora non finita nel posacenere. Due mosse è quella che un minuto prima teneva nelle dita, viene schiacciata sino a spegnerla del tutto. Proprio per evitare che una dimenticanza come quella di una sigaretta non spenta possa provocare danni ben maggiori e irreparabili.
Schiocca la lingua al palato emettendo un suono che nelle sue orecchie risuona. E fu lì che finalmente il più piccolo decide di uscire dal bagno. Ma gli occhi di Dylan non possono che cadere sui capelli bagnati e sul morbido accappatoio che avvolge quell'esile corpo. Le mani tremano, così come tutto il suo corpo.
Vuole accarezzarlo, stringerlo a sé. Ma non lo fa. Desiste. Si limita solamente a mettere le mani in tasca e a camminare verso l'amato. Si ferma guardandolo dolcemente. Vede. Sa per sicuro. Ma quello sguardo spento e rabbuiato incatenato nel suo, non può che provocargli un tumulto nel petto.
Vuole rassicuralo. Ma parole non servono. Così aspetta che sia il più piccolo a fare qualcosa, aspettandolo fermo. Il più piccolo si avvicina con le mani tenute strette in pugni, è possibile pure vedere come le nocche diventano bianche per la forza che ci sta mettendo. Bocca che sta per parlare, Dylan è pronto ad ascoltare cosa l'altro a da dirgli. Ma la paura non si placca. Rimane ferma lì. Ha paura di sapere. Lo ammette.
《 Ci ho pensato. E non posso fare altro che pensare. Che non è possibile. Tutto questo.... Io e te.... Il nostro matrimonio combinato e quello che stiamo facendo sia tutto uno sbaglio. Guarda dove siamo arrivati. Guarda Maki.... Io.... Se io mi fossi opposto al volere della mia famiglia e se .... Avrei continuato a lottare ancora di più, non saremmo arrivati sin qui. Dylan, apri gli occhi. Chi ancora si deve ferire ? Lo vedi, qualcuno sta cercando di mettere zampino nei nostri affari. Ma chi.... Chi potrebbe essere così vicino dal poterci fare male. Osare? 》
La sua paura più grande si è avverata. Ripensamenti. Non vuole credere che stia dando tutta la colpa alla loro relazione. È egoista da parte sua pensare solamente che non è così. Perché è proprio questo a cui pensa.
Supera il più piccolo, senza guardarlo. Le mani tra i capelli arruffano i ciuffi in uno stato di disordine. Disorientamento. Proprio com'e la sua anima in questo momento. Il letto si piega sotto al suo peso nel momento in cui ci si siede sopra senza troppi preamboli.
《 Dylan... 》
Si volta Nial, con sguardo affranto e occhi lucidi.
Sa che l'ha ferito, ma questo non lo ha fermato nel essere diretto con ciò che pensa. Se sono veramente una coppia, allora è giusto che ad uno dei primi problemi che nella loro strada si incontro, allora è giusto parlarsene. Nial lo sa. Ne è sicuro e ne ha la piena certezza di questo.
Ma quello, per una persona tre mondi differenti dal suo non può che essere una scongiura. Non osa guardarlo. È la rabbia a parlare in lui. E la se sensazione di essere stato tradito. Abbandonato soltanto al primo problema. Allora questo per lui vuol dire non credere in quello che gli è stato fatto formare. Non vuole parlare, perché sa che qualunque parola sarebbe potuto uscire dalla bocca, altro non è che benzina che alimenta il fuoco e di certo non vuole esplodere.
《 Ho capito. Va bene così. Se questo è quello pensi. Non ti dirò niente. Questi sono solo i tuoi pensieri. Come puoi solo credere che il nostro matrimonio possa essere una sfortuna come questa ? 》 Si limita a dire solo questo con tono pacato e lento, non mostrando alcuna espressione facciale.
Ma questo porta a fare accigliare automaticamente il beta. Cosa ha appena sentito ? Non ha mai detto che sia una sciagura. Ma ha solo detto che pensa che ci sia qualcuno vicino a loro che vuole creargli problemi. Ma quando ha esternato i suoi dubbi e le sue preoccupazioni quel stupido di un Alpha che non è altro ha ascoltato attentamente ciò che gli ha detto ? Non ha parole per esprimersi. Si sente così deluso e amareggiato che non può fare altro che fare cadere la questione boccheggiando. È così turbato che è arrivato alla conclusione che devono chiarire uno per conto proprio. Parlare così è impossibile.
《 Dormirò di sotto finché non ci saremo calmati 》 irrompe il silenzio la voce fredda del beta, voltandogli le spalle.
Non si aspetta che il più grande lo blocchi. Non lo pensa nemmeno. Tutto ciò che fa, gli viene automatico. Esce dalla stanza e si chiude la porta alle spalle.
È abbastanza chiaro. Quella notte non ci sarebbero stati abbracci coccole e parole confortevoli. Ma solo freddezza che vi vive in queste due anime che hanno deciso di dormire separate. Ma per quanto ci provi Dylan non riesce. Tutto quello che fa è alzarsi dal letto, per nulla intenzionato a fare un passo indietro e mettere uno stop a quel bisticcio e si dirige nella stanza dove dorme Maki. Siede al suo capezzale con la speranza che sia sveglio. Ma le palpebre abbassate gli dicono l'incontrario. Maki sta ancora dormendo.
Crede che se fosse stato invece sveglio, gli avrebbe dato una bella strigliata per quanto accaduto. Sicuramente gli avrebbe detto di muoversi e di cercare di chiarire il malinteso. Ciò gli può solo causare un piccolo sorriso.
Nota Autrice: dopo tanto rieccomi qui. Sì lo so. È stato un periodo in cui ho perso quel poco autostima e le mie ispirazioni finite nel cestino dell'immondizia. Non ne avevo davvero. Ma adesso sono ritornata con una nuova forma di scrittura in cui mi sto incidentando. Sto provando a scrivere come si scrive una novel. Spero che vi piaccia comunque..... grazie ancora a gi leggerà ^^
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