Capitolo cinque

Dopo colazione Debbie mi fece strada nella sua stanza e mi prestò uno dei suoi top come cambio.
Scendemmo pronte ad uscire ed esplorare insieme il quartiere.
"Si certo... Ti metti anche una giacca o pensi di uscire così? Non voglio dover discutere con ogni uomo etero sopra i sedici anni fuori da questa casa a causa tua."
Alzai gli occhi al cielo ed afferrai un giubbino di jeans che stava sul divano.
"Contento papà?"
Tutti quelli nella stanza risero, me compresa.
Uscimmò di casa e con noi portammo anche Liam.
Liam volle restare un po' di più al parco e quindi io mi offrì per rimanere con lui, mentre Carl e Debbie andavano a fare compere lì vicino.
Ad una certa decisi di allontanarmi per andare a prendere da bere nel bar di fronte avvisando Liam e dicendogli di non allontanarsi.
La coda nel bar sembrava immensa, volevo solo una semplice gassosa ma la gente mi sovrastava.
Sentì delle urla provenire dalla strada e quello che sentì mi lasciò scioccata.
"Si un ragazzino di colore è appena stato investito."
Era sicuramente il mio Liam, Carl lo aveva lasciato a me ed io non me ne ero presa carico.
Uscì fuori correndo e già piangendo, ma quando vidi una signora di colore a terra accanto a un bambino piangente che entrambi urlavano capì che non era il mio bambino.
Iniziai ad urlare il suo nome e lui corse subito da me dallo scivolo. Lo abbracciai fortissimo piangendo.
"Scusami, non dovevo allontanarmi, scusami Liam."
Lui mi strinse, era lui che in quel momento rassicurava me.
Il parco si stava svuotando a causa dell'incidente successo sul ciglio della strada al bambino.
Io mi incamminai verso casa con Liam ed una volta arrivati a casa lo abbracciai nuovamente chiedendogli ancora scusa.
Mi tolsi le scarpe sull'uscio e poi mi incamminai verso la cucina.
"Ciao Ian."
"Ciao Jasmine, tutto ok? Dove sono Debbie e Carl?"
"Sono andati a comprare qualche provvista e noi siamo tornati prima. Ti scoccia se vado un po' a riposare."
"No figurati, ho appoggiato le tue cose in stanza da Carl, vai pure lì a riposare."
Salì le scale e senza nemmeno cambiarmi mi buttai su quell'enorme letto matrimoniale.
Passò una mezz'oretta che sentì delle urla dal piano di sotto.
"Ora mi sente."
Era Carl ed era incazzato.
"Aspetta Carl, non ti incazzare non ha fatto nulla."
Poi sentì un botto.
Era la porta della stanza che si apriva e si chiudeva alle spalle di Carl.
"Che cazzo fai, ti avevo lasciato al parco e non ti fai trovare lì? Cazzo! Sai che spavento mi hai fatto prendere?"
Si bloccò appena vide il mio viso pieno di lacrime.
"Ei, va bene sentì non dovevo urlare ma cazzo, te lo avevo detto che sarei tornato a prenderti lì."
Io non rispondevo lo guardavo piangendo.
"Che succede?"
Lui si sedette sul letto vicino a me.
"Mi spiace Carl, io, mi spiace, poteva succedere a Liam, sono un'irresponsabile."
Lui mi abbracciò e mi strinse a sè.
"Cosa spiegami, non capisco così. Fammela un po' più facile."
"Hanno investito un bambino di colore proprio fuori dal parco dove giocava Liam. Io lo avevo lasciato solo giusto per prendere da bere al bar di fronte e pensavo fosse lui, poteva essere lui, sarebbe potuto esserlo. Mi sono spaventata. Sarò una pessima madre come la mia, una pessima persona. Lo avevo lasciato solo, per prendere dell'acqua. Avresti potuto perderlo a causa mia, perché non ho riflettuto abbastanza."
"Non era Liam, non hai fatto niente di male. Non è successo nulla."
Io mi sdraiai nuovamente e affondai il viso sul materasso.
Lui salì completamente sul letto.
"Vieni qui forza, non sono arrabbiato."
"Non sei tu il problema, sono spaventata."
"Non devi esserlo JJ, ci sono io."
Io mi asciugai le lacrime e mi buttai su di lui.
"Vuoi rimanere un po' qui?" Mi chiese Carl scostandosi leggermente da me.
"Solo se rimani con me Carl ti prego."
Lui si alzò dal letto ed io a quel punto pronta a non rimanere lì senza di lui mi alzai a mia volta.
Lo vidi chiudersi però la porta a chiave alle spalle ed io mi accigliai.
"Certo che rimango con te."
Io andai verso di lui e lo abbracciai, lui mise le mie mani sulle mie cosce e mi prese in braccio.
Si sedette con me in braccio sul letto.
"Va tutto bene, non hai sbagliato. Io lascerei altre cento volte Liam sotto la tua supervisione."
Lo strinsi ancora più forte a me e le nostre intimità si scontrarono.
Io scostai io mio viso dalla sua spalla e lo misi di fronte al suo viso.
Gli guardavo le labbra.
Lo faccio? Non posso? Erano le mille domande che mi attraversavano.
Alla fine lo feci.
Gli lasciai un leggero bacio sulle labbra.
"Scusami, volevo farlo, tutto qui, non risuccederá."
Abbassai il viso.
Lui me lo sollevò dal mento e mi lasciò un bacio a sua volta.
"Dormiamo un po'?"
Io annuì.
Lui mi fece scendere da lui, si tolse la maglia e si sdraiò a petto nudo sul materasso.
Mi fece cenno di salire su di lui ed io così feci.
Iniziai a dondolarmi a cavalcioni su di lui.
"Nono, ho detto dormiamo piccoletta, nient'altro, forza poggiati sul mio petto."
Io senza ribattere mi poggiai sul suo petto ma sempre dondolandomi ad altezza del bacino, cercando di provocarlo.
"Mhh ti prego JJ, stai fermina." Mi bloccò mettendo le sue mani nelle tasche posteriori dei miei jeans, andando quindi a poggiarle completamente sui miei glutei.
Continuavo però a non fermare il mio andamento e lui ormai lo assecondava con le sue mani sul mio culo e stringendo anche leggermente.
"Bellezza, non possiamo, ti prego non sai quanto vorrei, ma non possiamo farlo."
"Con tuo fratello l'ho fatto ieri, qual è il problema se ci divertiamo noi?"
Lui subito reagì.
Tolse le sue mani dal mío di dietro e mi fece scendere da lui.
"Che hai? Mamma mia, basta essere così serio."
"No tu non capisci non ti ho portato in casa mia per fare la troietta con chiunque. Prenditi oggi per pensare e domani mi darai la tua decisione." Detto ciò si alzò ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Non sarei rimasta lì a farmi dare della troia da una checca di poliziotto. Presi il mio borsone e scesi di sotto.
"Ei J dove vai? Come mai il borsone?"
"Kev no non rimango, io e Carl abbiamo deciso che è meglio che torni nel sistema. Grazie mille per l'ospitalità, dai un bacio a tutti. Vi ho apprezzato."
Uscì di casa senza nemmeno star a sentire la sua risposta.
Mi incamminai per il quartiere con il mio borsone sulle spalle.
Non so nemmeno dove fossi arrivata ma ormai erano passate delle ore e il sole stava tramontando.
Mi accampai vicino ad un ponte e mi poggiai ad una colonna.
C'era qualche barbone non molto distante buttato a terra su di un cartone.
Non avevo preso da mangiare con me, non avevo soldi, non avevo un piano ci avrei pensato il giorno dopo sperando di non morire di freddo la notte.
Ora mai il sole era tramontato da un po', era scesa la sera e faceva anche abbastanza freddo.
Io ero stanca ed i miei occhi iniziavano a chiudersi, non so se per la stanchezza o per il freddo che stavo prendendo.
"Jasmine! Jasmine!"
"Jasmine! Ma dove cazzo è!" Sentì delle voci chiamarmi, ma ormai tremavo dal freddo, stavo andando in ipotermia.
"È qui, forza aiutatemi!!"
Sentì due braccia sollevarmi, dopodiché svenni.
Mi risvegliai la mattina dopo, nel letto di Carl tra le sue braccia.
"Carl? Carl sveglia! Carl come sono tornata a casa?"
Lui aprì gli occhi e mi guardò.
Era così bello, quei capelli scompigliati, quel viso dolce.
"Mi ha chiamato Vincent, chiedendomi come andasse..."
Lo interruppi subito.
"Ti prego dopo ne parleremo, dopo mi preparo e mi riporti indietro. Lasciami un attimo ancora così noi due."
"Gli ho detto che va tutto bene, però tu mi devi promettere che rimarrai qui, che non scapperai più."
Annuì.
"Per la situazione con Lip sono solo fatti tuoi, non sarò io a giudicarti, vai con chi vuoi. Io ti proteggo, ma non sta a me aiutarti con la tua reputazione."
Non volevo poi ascoltarlo davvero in merito, se lui non voleva venire a letto con me lo avrei accettato.
"Voglio tornare a studiare Carl. Dato che non puoi aiutarmi con la mia reputazione, vedi cosa puoi fare per questo almeno."
Mi alzai dal letto, presi un cambio ed andai al bagno.
"Pss, posso venire con te?"
Era Lip che sbucava dalla sua stanza.
"Puzzo un po', se vuoi ci laviamo assieme."
Lui entrò al bagno dietro di me e chiuse a chiave la porta.
Io iniziai a spogliarmi dandogli le spalle.
"Mh, aspetta, fai fare a me."
Mi tirò giù la spallina della canottiera che indossavo e iniziò a lasciarmi dei baci dal collo alla spalla.
"Lip, mi piacerebbe farmi scopare di nuovo da te ma ieri ero ubriaca e con gli ormoni a mille, sarò onesta con te, vorrei scoparmi Carl."
"Mi lasci così in bianco? Nemmeno un pompino veloce?"
Continuò a lasciarmi dei baci e a stringermi dai fianchi tirandomi verso lui.
"No Lip davvero, meglio di no, vorrei davvero provare a conoscere tuo fratello."
"Va bene bellezza, allora quando vorrai mi troverai qui." Entrò in doccia spogliandosi e facendo l'elicottero davanti a me.
"Sei tutto scemo, mi lavo dopo io."
Uscì e tornai in camera.
"Doccia occupata? Siamo in tanti, te lo avevo detto che era peggio di una casa famiglia." Rise Carl guardandomi.
"C'è Lip, mi aveva offerto di fare la doccia con lui ma ho rifiutato."
"Non mi riguarda Jasmine. Sono fatti tuoi, fai quello che vuoi, basta che non fai nulla di illegale o ti arresto."
Rideva, sembrava più sciolto.
"Si ma voglio che tu sappia perché l'ho rifiutato. Per te, Carl, vorrei conoscerti meglio, vorrei che tu mi dessi un'opportunità."
Lui si sollevò dal letto e venne verso di me.
"Noi ci stiamo già conoscendo e io non voglio al mio fianco una ragazza così. Una troietta. Vuoi andare a letto assieme? Va bene, ma non ci sarà nulla tra noi."
Mi aveva ferito, ma non volevo darlo a vedere.
Chiusi la porta a chiave e camminai incontro a lui.
"Che c'è non dici nulla? Ci sei rimasta male? È così che ti tratteranno tutti quando sarai facile."
Aveva un sorrido soddisfatto come se ci fosse riuscito a darmi una lezione.
"Carl Gallagher non hai ancora capito con chi hai a che fare."
Mi attaccai a lui, poggiai le mie mani sulla sua vita e mi inginocchiai.
"Ci stai? Niente impegno." Lo guardai negli occhi e iniziai a tirare giù i pantaloni.
Lo stavo baciando appena sopra l'elastico dei boxer.
"Aspetta alzati un secondo."
Se mi avrebbe fermato un'altra volta giuro lo avrei ucciso.
"Carl se non vuoi non facciamo nulla dai."
"Nono aspetta."
Mi sollevò da terra tra le sue braccia e mi poggiò sul materasso, salì a cavallo su di me ed iniziò a baciarmi.
"Carl ma cos'è questo cambio repentino rispetto a prima che io uscissi dalla stanza?"
Lui si fermò e mi guardò.
"Forse quel brownie all'erba di V sta facendo effetto. Ora lasciami fare."
Le sue labbra si poggiarono sulle mie ed iniziò ad accarezzarmi il fianco.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top

Tags: #shameless