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Il continuo scrosciare della pioggia, fu sovrastato dall'assordante sentore delle sirene delle forze dell'ordine, accorse sul luogo in seguito alla denuncia dell'improvvisa scomparsa della donna, cercata in ogni angolo possibile ed inimmaginabile della struttura. Non che servisse a qualcosa, tenendo presenti le sue condizioni: il rapimento era palese.

Alessandro cadde in stato di shock. Era stato condotto da un'infermiera, muovendosi come un guscio vuoto privo della volontà su una comoda poltroncina, venendo avvolto per bene in una coperta dove ne verificava la gravità.

L'infermiera fu fatta allontanare da un cenno che le era stato fatto da un uomo in uniforme, alto, brizzolato e dalle spalle larghe. Il suo viso segnato da anni a contatto con il marcio andava in netto contrasto con i suoi occhi grigi, vispi e svegli. Si accovacciò sulle ginocchia davanti ad Alessandro, chiamando a raccolta quanta più empatia gli era possibile affinché potesse approcciare la situazione al meglio.

- Ciao Alessandro - gli tese la mano, -mi chiamo Jacopo Pois e sono il maresciallo di caserma di Balnea Nova. -
Alessandro afferrò la sua mano rispondendo al saluto positivamente e piuttosto vigorosamente. Jacopo rimase interdetto dalla sicurezza del giovane. La sua stretta di mano era la sua arma segreta, con la quale assoggettava la gente al loro primo incontro, abbattendo le loro difese per poi renderla malleabile con l'ausilio del suo sguardo inquisitore. Ma Alessandro reggeva abbastanza bene anche il contatto visivo.

- Piacere, Maresciallo. Immagino che non avrei potuto fare la sua conoscenza in circostanze normali. -
Pois cercò di sorridergli, sforzandosi di essere il più naturale e simpatico possibile, ma tutto ciò che era riuscito ad ottenere era un qualcosa di più simile ad una smorfia. Se ne accorse leggendo l'espressione stranita del ragazzo e, stavolta, rise sommessamente mentre quest'ultimo lo squadrava.

- Non era mia intenzione -, si scusò il maresciallo schiarendosi la voce, cercando di rimanere il più professionale possibile pur tenendo conto del dolore che il ragazzo provava. Era stata un'uscita infelice la sua, figlia dell'inaspettata scoperta dell'esistenza di un ragazzo così giovane quanto forte e con i nervi saldi, nonostante le circostanze nelle quali si trovava.

- Si figuri, immagino che per svolgere un mestiere del genere bisogni essere armati di cinismo sconfinato... Senza offesa eh... -
- Sta' tranquillo. A parte che il cinismo di cui parli lo acquisisci controvoglia inevitabilmente, hai perfettamente ragione. -

Alessandro accennò un sorriso. Jacopo si sedette sulla poltrona a fianco. - So che non è il momento opportuno; so che appaio antipatico, ma devo fare il mio mestiere se vuoi che tua madre venga ritrovata al più presto. Devo chiederti, come stiamo già facendo con il resto dei presenti, di passare dalla caserma per la tua deposizione. -
Alessandro sospirò, stanco; il suo cellulare non faceva altro che squillare e lui non aveva affatto intenzione di rispondere. Erano i suoi nonni materni a cercarlo e non sapeva proprio quali parole scegliere per confessare loro che la figlia quel giorno non solo aveva avuto un brutto incidente (cosa che sapevano già), ma era addirittura scomparsa senza neanche essere in grado di potersi reggere sulle gambe.

- Non rispondi? - chiese Pois, professionalmente curioso.
- No - rispose Alessandro con astio celato, - sono i miei nonni maresciallo. Non sono nelle condizioni adatte per spiegare loro che mia madre non si trova più e che il suo compagno se l'è svignata... Ma che razza di situazione di merda! -

Il giovane si portò le mani al volto e si lasciò andare pesantemente sulla poltrona, provocando un rumore ovattato quando la sua schiena entrò in contatto con lo schienale. - Tuo padre dov'è? - chiese il maresciallo.

- Morto qualche annetto fa... -
Pois desiderò mordersi la lingua. Quello era proprio uno di quei momenti in cui avrebbe tanto desiderato cambiare mestiere, cercandone uno

Meno bastardo.

***

Davide Irto intanto, abbandonato l'ospedale scendeva lungo la discesa che lo avrebbe condotto sul corso principale. Era arrivato quasi nei pressi del bar vicino alla struttura, dove erano soliti prendere il caffè coloro che praticavano l'ospedale durante il proprio momento di pausa dato che distava quasi niente.

Pensava a come voleva andare via, lontano da quella donna che mai gli dava l'impressione di amarlo sul serio e da suo figlio, che sembrava incanalare tutte le sue attenzioni impedendogli così di avere un figlio da lei e sistemarsi. Davide non aveva niente e quando aveva conosciuto Valentina,

Vedova di bella presenza, sola con un figlio a carico e con il portafogli straripante e maledettamente sola

cercò di cogliere al volo non avendo nulla da perdere e tutto da guadagnare. Decise di tornare indietro. Non poteva andarsene, anche perché non aveva un posto dove tornare. Con Valentina fuori dai giochi avrebbe assunto lui il comando in casa, gestito le finanze e messo sotto i piedi Alessandro.

E magari me ne troverò altre dieci.

Decise quindi di tornare su i suoi passi. Non ci aveva messo un granché a raggiungere nuovamente la struttura e, quando attraversò la strada per raggiungere i suoi cancelli d'entrata, un'ambulanza proiettata ad alta velocità sbucò all'improvviso da dietro l'angolo in cima alla strada,

Ma alla guida di quell'ambulanza c'è...

investendolo e facendogli battere violentemente la testa contro le consistenti sbarre di ferro che cingevano l'ospedale.

Jacopo Pois, che a sopralluogo ultimato se ne stava andando via seguito dagli appuntati Gianluigi Calderano e Cristina Miagolo, si accorse che accasciato a terra poco più avanti c'era qualcuno che sembrava avere bisogno d'aiuto.

Soltanto che una volta raggiunto l'uomo, che giaceva con gli occhi sbarrati e assenti in un'espressione di macabra incredulità, si accorsero che sotto la sua testa e sparsa per terra sul marciapiede c'era parte della sua materia grigia.

Quando finirà questa giornata maledetta? Si chiese Pois mentre gli appuntati cercavano di tenere a bada un violento riflesso faringeo. Il maresciallo li guardò teneramente e pensò: miei giovani ragazzi, vi assicuro che questo è niente. Spero vivamente per voi che riusciate a mantenere i nervi saldi durante tutta la durata della vostra carriera.

Il cielo tuonò forte e diventò più scuro che mai. Ma la pioggia cessò.

Spazio Autore:

Buonasera amici, Davide Irto vi stava antipatico? A me si, quindi ho deciso di sistemarlo per bene; spero non vi sia dispiaciuto! 😂
Con questa terza parte, si conclude il prologo di Sei. Spero non sia stato troppo noioso, considerando che il mio stile di scrittura non prevede partenze estremamente dettagliate anche se, questa volta, mi sono sforzato inserendo qualcosina in più 😉

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