Capitolo 9
Avril
<<Vieni follettina andiamo lì.>>
Indico il tavolo all'angolo vicino alle finestre.
Sorride timida e mi segue, abbiamo avuto due ore assieme e mi sorprende sempre di più.
Pensavo fosse il tipo di ragazza timida, acqua e sapone ma lei è ben di più il che mi fa capire che averla al mio fianco non mi dispiace.
<<Che ne dici se togli il telefono per un attimo?>>
Chiede la Follettina sedendosi davanti a me sulla sedia, oggi la mensa sembra più tranquilla del solito, fa vagare il suo sguardo per tutta la mensa ritornando su di me con un sorriso.
Ah giusto, non c'è Brianna Carter, dev'essere che dopo la "discussione " dell'altro giorno si senta in imbarazzo ad entrare nuovamente qui.
Però ho visto che ci sono le cheerleader, ogni scuola che offre uno sport ne ha uno, come ho potuto scordarmi di quelle sgualdrine, le guardo troppo a lungo, le osservo nei pro o minimi dettagli quando una dai capelli mori e una pelle abbronzata mi fa una smorfia, sostengo il suo sguardo finché si gira dalle sue amiche tornando a parlare.
Incredibile, io e le femmine in generale non andiamo quasi mai d'accordo.
Prendo il telefono e alzo lo sguardo.
<<Guarda qui follettina.>>
Le passo il telefono mentre addento il mio panino, il cibo di questa mensa è ottimo, passo le crocchette di pollo sulla maionese e ne mangio una.
<<Cosa c'entra questo con la mia domanda?>>
Chiede con un'aria del tutto innocente non capendo, oggi ha i capelli sciolti e indossa un vestitino blu, inutile dire che abbia attirato tante attenzioni.
<<Ti ho chiesto se volevi venire con me in biblioteca venerdì per studiare.>>
Dice alzando gli occhi al cielo e ridandomi il telefono, prende la sua
<<Perché studiare quando questo test su facebook mi dice che sarò milionaria tra due anni?>>
Spalanca la bocca incredula e scoppia a ridere scuotendo la testa portando tetaralmente l'indice ad asciugarsi le lacrime.
<<Avril sei incredibile.>>
<<Lo so, lo so.>>
Dico gonfiando il petto in maniera buffa.
<<Però non ho voglia di studiare.>>
Mi lamento mentre mi accascio sulla sedia.
Lei si muove dondolando con uno sguardo severo, continui a mangiare il mio panino togliendo la carta stagnola.
<<Avril devi studiare, altrimenti verrò a casa tua e ti farò studiare a forza.>>
Dice con un tono minaccioso anche se di minaccioso ha ben poco.
Sembra un cucciolo di panda arrabbiato.
<<Volendo potrei studiare ma preferisco passare il tempo a lamentarmi del fatto che non riesco a studiare.>>
Mi pulisco con il fazzoletto quando la vedo spalancare gli occhi e la bocca semiaperta.
Guarda dietro di me e non voglio voltarmi, se è Brianna verrà qui e se ne riandrà incazzata dopo una scenata, se è un turista arrabbiato al quale ho dato indicazioni sbagliate scaperò, se è il postino a cui quattro anni fa ho lanciato la mia ciabatta in faccia per sbaglio dal tetto di casa scapperò, se è la vecchia vicina di casa che vuole indietro il suo gatto...Beh scapperò.
<<Ehy darkettona!>>
Faccio una smorfia al sentire quella voce, Follettina tiene a stento una risata, è Mahmood che si siede accanto a me e improvvisamente Follettina inizia a essere più nervosa, sarà che non è abituata a stare con lui, le chiederò il perché di questo strano comportamento più tardi.
Con mia sorpresa sta volta Mahmood non è solo con Ash, perché accanto a lei si siede un ragazzo dai capelli biondini, magro e alto quanto Mahmood, i suoi occhi sono di un castano scuro e gli zigomi scolpiti.
È molto diverso da Mahmood che ha la pelle olivastra, una via di mezzo tra la pelle bianca e la pelle nera, i dread scuri e tinti di blu nelle punte, i suoi occhi sono neri e ha un piercing nel sopracciglio
Non riesco a decifrare lo sguardo del biondino, sorride come se fosse sorpreso e punta gli occhi su di me.
Alzo un sopracciglio e mi volto nella direzione di Mahmood.
<<Che succede qui?>>
Follettina è sorpresa tanto quanto me, non capisco perché il mio tavolo sia diventato l'ufficcio di Donald Trump.
<<Lei...Lei è Avril?>>
Chiede il biondino a bassa voce a Mahmood, faccio una smorfia, parla come se non fossi qui davanti a lui eppure mi sta fissando.
<<Accidenti, lei sarà la mia miglior amica!>>
Dice sempre il ragazzo di fronte a me sorridendo al vuoto.
Non riesco a dire nulla perché parlano tra di loro, "te l'avevo detto", "ti piacerà", "questa è nuova".
Ma che succede qui?
Guardo Folettina interrogativa e lei alza le spalle non capendo nulla.
Tiro Mahmood per un orecchio che lancia un urlo e cerca di spostare con le sue dita la mia presa.
<<Ahi! Cosa ho fatto?>>
<<Mahmood! Perché vai in giro a parlare di me?>>
Diciamo all'unisuono mentre a capotavola si siede qualcun'altro, Ash, con un'aria da depresso.
Sembra che gli abbiano appena comunicato di avere il cancro.
Non mi guarda ma guarda i suoi amici che assistono alla scena divertiti, inziati a mangiare silenziosamente senza interagire alle conversazioni.
Folettina lo guarda sorpresa per poi tornare a noi.
<<Io sono Ryan, felice di conoscere una ragazza che non cede al fascino di Mamoot!>>
Mi porge la mano il ragazzo, guardo la sua mano, guardo Folettina scioccata e poi di nuovo la sua mano.
<<Non ci provare, è un'asociale, è un disastro nei rapporti sociali.>>
Dice Ash passandosi una mano su lungo ciuffo senza nemmeno guardarmi, infila la carne con il coltello e la forchetta per poi darle un morso.
Ma chi si crede di essere?
È da quando l'ho vista la scorsa notte che non ci rivolgiamo parola, stamattina ci siamo incontrati in corridoio e nessuno ha salutato l'altro.
Sicuramente non lo farò adesso.
<<Piacere sono Avril Cooper.>>
<<L'azienda dei Cooper?>>
Annuisco per niente sorpresa di questa domanda, negli ultimi anni questa domanda mi si sta ponendo più volte.
<<È di mia madre.>>
<<Tua mamma è una suora?>>
<<Ma cosa c'entra adesso?>>
Chiede Ryan sbigottito a Mahmood che ha fatto questa domanda.
<<Oh, le suore sono così eccitanti.>>
<<Tutto è eccitante per te, anche una bambola gonfiabile.>>
Dice Ryan di scherno facendo sorridere Folettina.
Ma poi, le suore mica hanno dei figli?
<<E tu come ti chiami?>>
Mahmood si rivolge a Folettina con un sorriso amichevole.
<<Oh, eccolo che ci prova!>>
Esclama Ryan esasperato alzando gli occhi al cielo.
<<Lui ci prova con ogni essere vivente, basta che respiri.>>
Continua Ryan che guarda Folettina come chiedendole scusa, tra di loro ci sono sguardi incompresi e tanti, troppi sorrisi eccessivamente gentili.
<<Cioè scusa, non che tu sia da meno Ryan.>>
Si difende Mahmood, Folettina non parla, è bloccata dal panico forse, devo fare tutto io, le do un calcio alle gambe da otto il tavolo incitandola a parlare.
<<M-Mi chiami Cassandra...>>
Esclama tutto d'un tratto, rido sotto i baffi e lei mi incenerisce con lo sguardo, devo averle fatto male.
<<Bel nome Cassandra...ti si addice...>>
Sorride Mahmood mentre inizia a filtrare con lei palesemente ma dal modo in cui le parla ho capito che lo fa in modo amichevole e ironico, Ryan nel mentre gli dice di smetterla perché tanto lei non cedrà mai alle sue avance ma lui lo ignora.
<<Allora Avril parlaci di te.>>
Esordisce Mahmood infine girandosi a posare la sua attenzione su di me, Folettina serra le labbra, avrà già capito che parlare della mia vita privata non è il mio hobby.
Lo guardo un attimo prima di rispondere mentre tutti a tavola mi guardano, sto per rispondere quando una voce ci interrompe.
<<Ragazzi c'ho messo cinque minuti per rintracciarvi, da quando mangiate qui in mensa?>>
<<Da quando questa splendida ragazza ha offerto a noi plebei la possibilità di starle accanto!>>
Risponde Mahmood fingendo un'aria incantata guardando nella mia direzione, faccio una smorfia e gli lancio un pezzo d'nsalata contro che lui mangia al volo facendomi infine un'occhiolino.
<<Vieni siediti Alec, se non hai già pranzato ti conviene farlo perché tra mezz'ora si ritorna alle lezioni.>>
Neanche il tempo di pensare che quel nome devo averl sentito da qualche parte che davanti a me, dalla parte destra di Folettina si siede un ragazzo dai capelli cortissimi quasi rasati, degli occhi color vedre foglia e un espressione sorpresa.
<<Tu?>>
Diciamo all'unisono io e Alec, il ragazzo del FGD.
<<Apsettate, vi conoscete?>>
Chiede Ryan mentre tutti in tavolo prestano attenzione a noi, stranamente compreso Ash, ci stiamo guardando, io ho un espressione neutra e lui non riesce a nascondere un sorriso.
<<Lei è...la ragazza che è venuta al locale ed è entrata in cucina perché non c'era più sul menù il suo panino preferito.>>
Dice incrociando le braccia e guardandomi divertito, Ash fa un mezzo sorriso e lo guarda puntandoli contro la forchetta.
<<Tipico. Non dirmi che ti ha anche picchiato.>>
<<No, mi ha solamente minacciato che mi avrebbe ucciso, due volte.>>
Precisa Alec che si volta verso Ash con un sorriso divertito indicando il numero con le dita.
<<Dì pure che non te lo sei meritato.>>
Borbotto sbuffando e tornando a mangiare dal mio piatto.
<<Ma allora eri tu quella ragazza quindi...A-Alec ce ne aveva parlato e sembrava piuttosto preoccupato di tornare e trovare tutte le vetrate rotte. Accidenti Avril!>>
Dice Mahmood ridendo, con lui si unisce Folettina, Alec e Ryan, a quanto pare la mia fama diventa sempre più grande.
<<Io gliel'ho detto che dev'essere più gentile.>>
Afferma Folettina con un sorriso mentre io mi riempio la bocca di cibo per non rispondere appositamente.
<<Mademoiselle, non tutti hanno la fortuna di essere come te. Tu es tries bella.>>
Mahmood prende la mano di Cassandra e gliela bacia lei sorride impacciata e la ritrae dubito dopo una manciata di secondi.
<<E smettila Don Giovanni!>>
Ryan gli lancia un pezzo di pane che va a finire nella bocca di Mahmood.
<<Qualcuno gli ha mai detto che il suo francese è pessimo?>>
Chiedo rivolgendomi ai ragazzi che si guardano a vicenda.
<<Tanto continua a rimorchiare con la scusa di saper parlare il francese, il giorno che qualcuna lo becca ne prenderà così tante che morirò dalle risate.>>
Ryan gli fa un gestaccio per poi iniziare una conversazione con lui sulla loro prossima partita, o così mi era sembrato di capire perché sentivo il mio nome in sussurro e ogni volta che mi voltavo nella loro direzione mi sorridevano, io rimango in silenzio a contare i piselli restanti sul piatto.
<<Sette, otto, nove, dieci...>>
<<Che ci facevi ieri fuori in quel posto?>>
Mi chiede d'un tratto Ash con curiosità, a bassa voce in modo che nessuno ci senta.
Non capisco il perché di questa domanda, poteva benissimo ignorare il fatto che ci siamo incontrati, non gli rispondo, torno a giocare con la forchetta.
<<Sembravi spaesata così l'ho chiesto, non per altro...non è il posto ideale da frequentare la notte.>>
Sapesse quante ne ho passate, restiamo in silenzio per un attimo quando gli scappa una breve risata.
<<Sei qui da nemmeno una settimana e ti sei già fatta un'amica. Complimenti.>>
Amica?
La Folettina è mia amica?
Non lo so, non credo di aver mai avuto dei veri amici, non so neanche cos'è l'amicizia e su cosa si basa io non...
<<Scelgo io che fare non credi?>>
Dico allungando il braccio per prendere la bottiglietta d'acqua, me la porto alle labbra bevendone tre sorsi per poi riportare la mia attenzione su di lui.
<<Ma questo non cambia che sei un'acida asociale che rifiuta l'aiuto degli altri perché è una ragazza troppo viziata con la puzza sotto il naso.>>
Dice alzando di più il tono della voce e tenendomi prigioniera del suo sguardo, tutti si fermano a guardarci, Ryan e Mahmood smettono di discutere, Alec e Folettina ci guardano allarmati.
<<Che fai?>>
Gli chiedo mostrando la massima indifferenza, rimane a guardarmi sorpreso, si aspettava un'altra reazione?
Io sfigata e viziata?
Credo proprio che stia parlando di qualcun'altro, e quel qualcun'altro non sono proprio io.
<<Io non ho bisogno di dimostrare niente nè a te, nè a nessun altro, lo fanno solo le persone deboli in cerca di approvazione dalla gente che gli circondano, vivendo una vita piena di finzione e apparizione una vita come quelle di tutti gli altri, perfettamente noiosa.>>
Quando mi accorgo di aver parlato più del dovuto mi alzo e prendo lo zaino.
Lui se ne sta zitto con lo sguardo sul suo piatto, non alza lo sguardo, sembra ripensare a ciò che ho detto ma non mi importa.
Nessuno può veramente capirmi e nessuno può veramente essere così diverso dagli altri da voler frequentarmi, anche se ci fossero delle persone del genere io non ho bisongo di nessuno al mio fianco.
Non fondamentalmente.
<<Ciao ragazzi, è stato un piacere conoscervi.>>
Esordisco una volta che mi sono alzata, mi salutano tutti tranne Ash e Folettina che mi ha seguita fin fuori la mensa.
Quando percorriamo il corridoio sbadiglio chiudendo gli occhi.
<<Sei stanca?>>
Chiede preoccupata ma io faccio cenno di no.
Non fa niente se non dormo, posso resisterlo.
<<Litigare senza aver mangiato prima bene mi stanca. Non sai quanto ho vogio di ammazzare quel coglione.>>
Follettina ride e poi mi dice di moderare il linguaggio.
Mi sto per strappare i capelli dal cuoio capelluto, non sopporto la sua faccia e le sue parole insensate, tutto in lui rappresenta ciò che odio e che trovo irritante.
<<Devi fare qualcosa oggi dopo scuola?>>
Alzo lo sguardo quando mi pone questa domanda, sta per invitarmi fuori?
<<Sai a me non dispiace uscire con te...>>
Dice lei nervosa gesticolando con un sorrisino dietro le quinte.
<<Intendi io e te?>>
Si liscia i capelli e inspira sorridente, si passa la lingua sulle labbra e poi su decide a parlare.
<<Sì, cioè, nel senso...se ti va...>>
Faccio un sorriso mentre chiudo l'armadietto dove ho messo tutti i libri che mi ero trascinata fino in mensa.
<<Prima mi ringrazi per averti salvata, mi chiedi il numero di telefono, poi mi chiedi di studiare assieme in biblioteca e ora mi chiedi di uscire...quale sarà la prossima mossa Folettina? Portarmi a letto?>>
Chiedo alzando le sopracciglia su e giù in modo malizioso.
Lei arorssisce e si copre la faccia con le mani.
<<Avril ma che cavolo dici!>>
<<Ooh, ma che carina la Follettina si è arossita, vieni qui.>>
Le metto un braccio attorno alle spalle mentre ci dirigiamo all'aula d'arte.
<<Oggi non mi va di uscire, ho un programma da guardare alla tv, sono troppo pigra. Sarà per un'altra volta, che dici?>>
Lei annuisce per niente dispiaciuta, scommetto che si immaginava il mio rifiuto anche se non ho mentito.
<<E comunque non assomiglio per niente ai follettini da giardino>>
Dice incrociando le braccia con un broncio sul volto.
<<Come no? Sei bassa quanto un tappo, cioè guarda, quanto sei alta? Anzi no, quanto sei bassa?>>
Lei spalanca la bocca e sbuffa gonfiando le guance.
Scoppio a ridere piegandomi in due.
<<Sei veramente crudele, da quando volevi dirlo?>>
Cerco di farmi seria ma a vedere la sua faccia buffa proprio non riesco.
<<Dal primo g-gio-rno di scuola che t-ti ho conosciuta!>>
Mi da una leggera spinta e scoppiamo a ridere entrambe.
Senza rendermene conto sto ridendo, da dentro, per davvero.
Dopo anni di buio, di smorfie, di apatia e freddezza sono qui, con una compagna di scuola a ridere.
Follettina ha i suoi tocchi magici lo sapevo che con lei c'è da divertirsi.
Entriamo nell'aula di arte quando mi viene il panico.
Chiudo gli occhi e faccio lunghi respiri, per fortuna non dobbiamo fare la pratica, solo la teoria.
Potrò stare in pace prima che gli incubi tornino.
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