Capitolo 20
Ash
Mi rigiro nel letto non riuscendo a dormire.
Non so cosa mi tiene sveglio, forse so il motivo ma cerco solo di ignorarlo.
Dopo aver accompagnato Avril a casa mi sono assicurato che tutti i miei amici siano tornati a casa, stranamente nessuno di loro si è ubriacato, Mahmood era con una ragazza, Alec é il primo ad essersene andato, mentre Ryan ha riaccompagnato Cassandra.
Sono ancora spiazzato da quel annuncio, Ryan e...Cassandra?
Il Casanova del nostro gruppo e la Cenerentola della scuola?
Voglio vedere quanto durano.
Mi sono cambiato per dormire perché non riuscivo più a stare in piedi ma una volta entrato sotto le coperte non ho chiuso occhio.
Sono quasi le cinque del mattino, starà dormendo?
Cosa sta facendo Avril ora?
Non so perché mi preoccupo ma se fosse veramente andata in cimitero?
E se anche fosse, cosa potrebbe mai accadere?
Con la forza e il carattere che ha farebbe scappare un suo aggressore a gambe levate.
<<No, non può essere così pazza da andare a notte fonda in cimitero.>>
Borbotto rigirandomi nel letto, è domenica, il solito giorno dove mi beo dells tranquillità ma a quanto pare non oggi.
Non mi accorgo del freddo che fa quando mi sono vestito per uscire ma quando sono davanti al grande cancello di ferro del cimitero.
Entro tibutante guardando il cimitero, non sono mai venuto qui dentro, è la prima volta in tutta vita mia che entro in un cimitero ed è colpa di Avril perché mi sta mettendo paura.
Sono quasi le cinque del mattino ma c'è ancora buio, non so dove cercarla.
Nelle panchine non c'è, non è seduta lì dove dovrei cercarla?
Genio, le persone perché vengono qui? Per visitare i loro defunti.
Vago per quasi cinque minuti quando non mi sembra vero, accendo la torcia del telefono per essere più certo.
Una figura per terra con una gamba piegata e l'altra distesa, un braccio lungo tutta la tomba e l'altro nel suo grembo.
Gli occhi chiusi, un taglio sulla tempia dove fuoriesce del sangue ormai asciutto che arriva fino alle sopracciglia.
Mi avvicino in fretta e sbianco quando vedo il suo polso, del sangue lungo metà del suo braccio , il suo polso e il suo palmo.
Accanto a lei ci sono vari pezzi di vetro...la bottiglia di Vodka che le ho comprato.
Oddio sono il consapevole di tutto questo?
<<A-Avril...>>
Dico con voce incrinata, non può essere, questa stronza pazza, idiota, stupida ragazza...
Non ho il coraggio di avvicinarmi, penso che chiamerò la polizia e l'ambulanza ma qualcosa mi fa cambiare idea.
Si è mossa.
Si è appena mossa!
Mi avvicino e mi piego su di lei, le metto un dito sotto il naso e respira.
Senza pensarci l'afferro per la vita e la prendo in braccio.
<<No, no...No.>>
<<Shh. Avril, è tutta colpa mia. È colpa mia.>>
Mentre la porto via si arrampica alla mia maglietta con il pugno sanguinante, la poggio nel sedile accanto a quello della guida.
Le metto la cintura e parto con la macchina.
Quando piazzo la macchina davanti a casa mia entro dal retro per non farmi vedere da miei genitori o dal vicinato.
Durante tutto il tragitto è rimasta in silenzio, più che altro era addormentata, stanca e sfinita.
Salgo le scale in silenzio senza far chiasso o scricchiolare, quando arrivo davanti alla mia stanza apro la porta con il piede e la chiudo a chiave.
Poggio Avril sul letto facendola scendere delicatamente dalle mie braccia.
La guardo per un attimo e mi chiedo cosa mai l'avrà spinta a fare questo.
Come può essere stato rimanere al gelo per una notte, davanti a una tomba.
Non ha provato nulla? Non ha emozioni?
La trovo inquietante ora come ora ma so che non posso fermarmi a pensare.
Vado in bagno a prendere le garze, il disinfettante e dei cerotti, quando ritorno mi concedo dei secondi per guardarla.
Mi siedo accanto a lei, al bordo del letto.
Le sue labbra sono quasi bianche quanto il suo volto, il sangue ormai è secco, ha un naso piccolo e ben definito, i suoi capelli neri ricadono sul cuscino sparpagliati dandole un'aria più sensuale e ingenua.
Com'è possibile che una ragazza si riduca a tanto?
Da quando l'ho vista ho capito che era diversa, ha sempre avuto quell'espressione malinconica, dietro i suoi occhi si nascondeva sempre una parte di lei triste e misteriosa, dietro le sue parole e i suoi sorrisi, ogni suo movimento.
I suoi occhi grigi trasmettono tristezza e malinconia, ho visto che è sempre rigida e gelida con gli estranei, difatti solo dopo qualche settimana interagisce in modo più amichevole con i ragazzi.
Il suo carattere può sembrare scontroso ma in realtà è lei ad essere fatta così, non le riesce comportarsi diversamente e qiesto l'abbiamo capito tutti.
Prendo il panno bagnato per pulire il sangue, elimino tutti i residui attaccati sulla fronte e le metto un cerotto sopra la ferita.
Le prendo delicatamente il braccio pulendole il sangue nei palmi, i tagli non sono altro che piccole ferite, menomale.
Ripenso al senso di colpa e la preoccupazione che hanno preso il posto del panico nel momento in cui l'ho vista distesa, mi si era gelato il sangue nelle vene e inziavo ad avere una tale confusione in testa che mi sembrava di avere il capogiro.
È davvero colpa mia quello che le è successo?
Devo sempre ridurre le persone in questo stato?
I sensi di colpa mi stanno uccidendo poco a poco, sarei dovuto andare con lei.
Accompagnarla, entrare con lei per poi usicre subito dopo.
Non avrei neanche dovuto comprarle la bottiglia, preso così dalla voglia di sbarazzarmi di lei e delle sue lamentele le ho comprato la bottiglia così che ritornasse a casa e che tutto finisse lì.
Invece l'ha veramente bevuta tutta, ci è veramente andata da sola, credevo non l'avrebbe mai fatto ma non devo sottovalutarla mai più.
Le sfilo gli anfibi e quando guardo le sue calze trattengo un sorriso, nonostante il suo vestiario sia solitamente del colore nero o di altri più scuri ha delle calze buffe, c'è un gatto su ogni dito e lo sfondo è completamente rosa.
Prendo la poltrona situata accanto alla finestra e l'avvicino al letto, mi sfilo la maglietta rimando in canottiera, mi siedo sulla poltrona e incrocio le braccia coricando la testa all'indietro.
Finalmente le palpebre si chiudono da sole e in un attimo dimenico tutto lasciandomi andare in un sonno tranquillo, nessuna preoccupazione che mi tiene sveglio.
<<Ash, tesoro, vuoi scendere a fare colazione?>>
Mi rigiro nel mio letto ma mi sembra più stretto del solito, le lenzuola sono così ruvide che mi da fastidio, sento tutta la pelle appiccicata.
Mia madre ha cambiato detersivo?
Doveva dirmelo!
Apro gli occhi di poco stiracchiandomi quando mi blocco a metà del movimento, io non sto dormendo nel mio letto perché c'è Avril.
<<Mamma vai, scendo tra poco!>>
Le urlo di rimando e guardo il letto, vuoto.
<<Va bene tesoro.>>
Mi alzo di fretta prendendo l'orologio per controllare l'orario, sono le otto, mai e poi mai mi è capitato di svegliarmi così presto la domenica ma con Avril tutto è inaspettato.
Dove diamine è andata? Perché non mi ha svegliato?
Poteva avvisarmi prima di andarsene, anzi dovevadopotutto l'ho ospitata io.
Entro in bagno a farmi una doccia veloce, mi asciugo e mi vesto il più fretta possibile, non riesco a credere che ha preferito andarsene in quello stato che rimanere in camera mia, scendo le scale di corsa.
<<Mamma, sto andando a fare colazione fuori con i ragazzi!>>
Mia madre si affaccia dalla cucina e mi sorride salutandomi.
<<Vai pure ma torna con delle ciambelle in mano, a tuo padre piacciono tanto!>>
Senza neanche risponderle salgo in macchina e mando dei messaggi ai ragazzi.
"Colazione da Alec?"
La risposta non tarda ad arrivare e Ryan è il primo, prima di entrare a leggere il messaggio spero di essere riuscito nel mio intento.
"Porto Cassandra con me, non è una domanda ;)."
Sorrido leggendo il messaggio, Alec e Mahmood sono già al locale così mi sbrigo a rispondere a Ryan.
"Puoi dirle di invitare anche Avril, non è un problema se viene altrimenti si sentirà di parte."
Bene Avril, se vuoi giocare allora giochiamo duro, sorrido guidando con un certo sollievo, ora potrò vederla e sapere come sta ma sopratutto parlarle.
Non so ancora se parlarne ai ragazzi ma quello lo sceglierà lei.
<<Ehy Ash!>>
La porta del locale si apre, quando sono vicino a Mahmood mi dà il cinque con uno strano sorriso in faccia.
Poco dopo spunta la testa di Alec che sta preparando la colazione, guardo dentro il locale e ci sono tutti, Ryan e Cassandra sono seduti in un tavolo, lui poggia il braccio sullo schienale della sua sedia e lei sta sorridendo mentre parlano tra di loro.
Ci sono tutti, tranne Avril.
Quando siamo al tavolo ho lo sguardo addosso di tutti.
<<La smettete di fissarmi come degli psicopatici? Non mi sento a mio agio.>>
<<Ma con Avril si vero?>>
Dice Mahmood facendomi un occhiolino mentre addenta il suo croissant.
Cassandra tossisce intimandoli con lo sguardo di stare zitto, o almeno così è sembrato perchè ha sbarrato gli occhi e fatto di no con la testa.
Ryan fa finta di tossire nascondendo un piccolo sorriso.
<<Mh, allora come mai questa improvvisa decisone di fare colazione tutti insieme? Sembri così di buon umore!>>
L'idiota sorride ma non ne capisco il motivo, mi acciglio pulendomi la bocca con un fazzoletto quando sto per rispondere, peccato che ora è il turno di Alec ad interrompermi.
<<Com'è stata la serata ieri Ash? Bella vero? E la compagnia?>>
Il suo tono è strano e la sua espressione non è così tanto serena come quella degli altri, ma cosa sta succedendo?
Sto per rispondere quando sentiamo la porta aprirsi, ci vogliamo tutti e vediamo Avril entrare.
Indossa un giubotto in pelle leggero e lungo fino alle cosce, appena entra se lo toglie buttandolo sul banco, ha un abito largo sul rosso inglese e delle calze nere velate.
Il taglio sulla fronte è coperto dalla frangia, quello sul palmo della mano da un cerotto, si avvicina senza trasmettere nessuna emozione, il suo sguardo è vuoto.
<<Darkettona!>>
Le dice Mahmood appena si siede tra di lui e Ryan.
Io le sto davanti e accanto a me c'è Cassandra, dall'altro lato Alec e dall'altro ancora Mahmood e così via.
Non mi guarda neanche per un secondo il che mi da fastidio, odio essere al centro dell'attenzione così come odio essere ignorato.
<<Non so chi sia il più darkettone tra di noi.>>
Dice con un sorriso spettinandoli i dread con una mossa affettuosa.
<<Ehy pelato.>>
Saluta Alec con un cenno del capo al che ricambia con un sorriso, quest'ultimo si alza dal tavolo andando a recuperare due vassoi di cibo.
<<Due danuts con glassa alle fragole, un croissant con crema alla nocciola, un cappuccino light alla panna e un muffin ai mirtilli.>>
Gli occhi di Avril si illuminano e fa un sorriso fugace, poi torna la solita espressione fredda e distante.
<<Ti devo una gamba, se continui a viziarmi così temo tante cose.>>
Sbuffa iniziando a divorare per primo il muffin.
<<La mia supereroina, allora come ti sei svegliata oggi? Non sembri star bene.>>
Tossico mentre sto bevendo il caffè, "la mia supereroina?"
Da dove spunta questo soprannome così intimo?
Perché è un soprannome intimo vero?
Vero che lo è?
<<Uno schifo, come sempre.>>
Risponde sbadigliando e stiracchiandosi, non si è voltata nemmeno un secondo per guardarmi.
Il che mi fa arrabbiare, stringo tra le mani il bicchiere di carta.
È normale che si parlino così intimamente?
Ash sono amici, come vuoi che si parlino?
<<Hey, non condivido il mio cibo con nessuno smettetela di fissarmi.>>
C'è un attimo di silenzio che non riesco a decifrare, tutti mangiano in silenzio e la situazione appare molto strana perché nessuno di loro è abituato a stare così.
<<Cos'hai nel palmo?>>
Alziamo tutti lo sguardo per capire di cosa parla Cassandra anche se quella ferita l'ho curata io stesso la notte prima.
<<Oh, ieri. Sì ieri! Proprio mentre uscivo dalla palestra...sono inciampata e mi sono fatta male.>>
<<Davvero?>>
Le chiedo sfidandola a tono, nonostante sia sotto pressione si mantiene calma, beve un sorso dalla sua cioccolata e per la prima volta da quando è entrata mi guarda.
Quello sguardo mi affligge il cuore, non perché provo qualcosa per lei ma per il senso di colpa.
Ha gli occhi morti, non trasmettono nessuna emozione.
Mi guarda vincente, come se fossi io quello che dovrebbe essere in imbarazzo o intimidito, non le fa male proprio niente?
Mahmood si schiarisce la voce.
<<Ma ora, parliamo di cose più serie.>>
<<Sì, ad esempio di come Ryan e Cassandra abbiano fatto tutto alle nostre spalle.>>
Cassandra in un colpo d'attimo arrossisce.
<<Ve l'avremmo detto...>>
Inizia lei con un sorrisino ma Ryan la interrompe le circonda con un braccio le spalle.
<<Ora che lo sapete giù le mani da lei.>>
Intima mentre scoppiano a ridere.
Passano quasi due ore mentre Avril minaccia di morte Ryan in caso dovesse lasciare Cassandra.
Cassandra cerca di convincere Mahnood a trovarsi una ragazza pure lui ma dice di preferir rimanere single che fidanzato e lei gli sta spiegando che è meglio l'amore di una sola notte.
Alec sorride ad ogni cosa Avril faccia, dica o tocca.
D'altronde loro si sono conosciuti nel suo locale, quindi è normale che si ricordi la sua colazione preferita vero?
Io sono l'unico che non fa niente, sto in silenzio ad annuire quando una cosa mi viene chiesta preso dai miei pensieri.
Nonostante la notte di ieri si è presentata qui, con dei nuovi vestiti, sorridente con l'adrenalina a mille pronta ad uccidere Ryan, come ci riesce io non lo so.
<<E quindi adesso state assieme eh?>>
Chiede Mahmood a Cassandra, lei annuisce sorridendo mentre Ryan le dà un bacio alla fronte.
<<C'è voluto tanto per capire quello che provavo.>>
Esclama Ryan che la guarda negli occhi, si avvicina e la bacia davanti a tutti noi sotto il coro di "woo" di Alec e Mahmood.
Peccato che una ciambella rossa volante gli va proprio in faccia colpendoli la guancia.
<<Ehi ragazzo in preda a una crisi ormonica! Non fare queste cose davanti a me fate schifo.>>
Dice Avril con una smorfia di disgusto sotto le lamentele di Ryan che si pulisce con un fazzoletto fulminandola con gli occhi.
<<Avril dai!>>
Cassandra prende il fazzoletto per lui e lo aiuta sorridente mentre i ragazzi ridono.
<<Allora ragazzi, io devo andare, sapete che la domenica abbiamo il pranzo di famiglia se non torno a casa mia madre mi butta fuori.>>
Mahmood si alza e dà il cinque a tutti, si alzano anche Cassandra e Ryan.
<<Anch'io, Avril è un problema se mi faccio accompagnare da Ryan?>>
<<Se ti mette incinta sì.>>
Dice Avril sorridendo quando la vede arrossire, Ryan spalanca gli occhi e sposta lo sguardo, chi vorrebbe essere un padre a quest'età?
Nessuno.
<<Puoi venire con noi, ti accompagno io.>>
Le dice Ryan mettendosi il giubbino ma lei nega.
<<Nah, non mi va di fare la terza incomoda tra Cenerentola e La bestia.>>
<<I-io sarei la Bestia?>>
Urla Ryan scioccato mentre Cassandra ride.
<<Chi altri sennò, come fà Folettina a rimanere abbindolata da un tipo come te, mai lo scoprirò.>>
Sbuffa ridendo, Ryan sta per dire qualcos'altro ma Cassandra lo tira per un braccio andando verso la porta.
<<Noi andiamo. Vero?>>
Quando ormai sono usciti dalla porta Avril lascia un sospiro di sollievo ma poco dopo sbuccia la testa di Ryan.
<<E comunque si sà che la Bestia ha il bestione sotto!>>
Avril fa una smorfia di disgusto e gli lancia un cucchiaio che Ryan evita ridendo ed uscendo dalla porta.
<<Temevo mi dovessi pagare il vetro.>>
Le dice Alec con un sorriso in faccia, Avril non gli risponde ma guarda tutto il locale.
<<Non dovresti cambiare arredamento e il colore delle pareti?>>
<<Dovrei ma con lo studio non trovo mai tempo.>>
Alec incrocia le braccia ed alza le spalle.
<<Tra l'altro, la clientela è diminuita veramente molto, penso che lo chiuderò.>>
Avril non risponde, si alza e va ad indossare il giubbino di pelle.
<<Alec quando chiudi qui?>>
<<Perché? Ti accompagno io.>>
Mi sento infantile ad essermi intromesso ma devo parlarle senza che lei scappi, Alec mi guarda strano e si volta verso la direzione di Avril.
<<Appena uscite voi io chiudo qui, vuoi un passaggio?>>
Mi alzo di fretta e vado a grandi passi da Avril, la prendo per un braccio sotto la sua espressione contraria.
<<No, la accompagno io, dobbiamo andare in un posto.>>
<<In un posto?>>
Esclamano entrambi sorpresi allo stesso momento, senza dire altro esco trascinandomi dietro Avril consapevole del fatto che molto probabilmente una volta fuori me ne pentirò.
Neanche il tempo di arrivare alla macchina che mi pizzica il braccio e me lo fa notare all'indietro.
<<In un posto? In quale posto mi vuoi portare?>>
Il suo tono è calmo, non ne percepisco rabbia ma nonostante ciò i suoi movimenti dicono tutt'altro.
Quando mi libero dalla sua presa la guardo dritto negli occhi.
<<Te ne sei andata senza neanche avvisare.>>
Le ringhio contro ma non si scompone.
<<Oh, il piccolo Ash è arrabbiato perché non gli ho dato il buongiorno?>>
Dice fingendosi addolorata.
<<Non è per quello e lo sai benissimo...>>
Non mi lascia neanche il tempo che io finisca la frase che mi interrompe.
<<Buongiorno Ash.>>
Dice con un tono gentile e infilandosi le mani nel lungo giubbino e dondolandosi sui talloni.
<<Aspetta no, ti piace detto più sensuale vero? Più sexy? Ti piace così: Buongiorno Ashh...>>
La sua voce è un sussurro leggero e ben deciso, faccio un lungo sospiro guardandola con quel sorriso malizioso in faccia.
<<Non ti piace? Non è di tuo gradimento Ash Davis?>>
Si finge dispiaciuta, non riesco più a starmene fermo ad assistere alla sua messinscena la prendo per un braccio e la faccio sbattere di schiena su una qualunque macchina messa nel parcheggio.
Pare sorpresa perché spalanca gli occhi e sussulta, la inchiodo con lo sguardo e la blocco con entrambe le braccia poggiate ad entrambi i lati della sua testa.
<<C-che fai?>>
<<Adesso basta. Ne ho abbastanza stà zitta cazzo.>>
Sbotto spazientito ma lei rimane in silenzio come le ho intimato, degluitisce e serra le labbra.
<<Tu mi devi ascoltare e non provare a interrompermi.>>
Avril fa una smorfia e si volta a guardare il locale di Alec, ci starà guardando?
<<Ieri non dovevo lasciarti andare da sola, non dovevo farti bere da sola. È colpa mia, sono stato un'idiota ma non pensavo che saresti arrivata a tanto.>>
Rilascio ricadere le braccia, lo sguardo di Avril è spaesato come fosse tormentata dai ricordi.
Infilo le mani nelle tasche dei jeans e faccio un lungo sospiro.
<<Non mi aspettavo di trovarti lì ma sono uscito lo stesso per controllare, non che sia preoccupato per te, sia chiaro eh, semplicemente mi sentivo in colpa. È colpa mia.>>
Avril fa un lungo sospiro facendo alzare e riabassare il suo petto, al collo porta una collana a catena con un ciondolo dorato.
<<È stata una bella nottata ieri.>>
Questa sua risposta inaspettata mi lascia senza parole, rialzo lo sguardo su di lei e la sua espressione fredda mi inquieta quasi.
<<Come fai?>>
Avril alza lo sguardo senza dire niente, forse non ha capito la domanda.
<<Come fai ad essere così? Come fai a frefartene di quello che dicono gli altri e sorridere nonostante le tue condizioni?>>
<<Le mie condizioni non hanno niente che fare con il mio carattere, smettetela di confondere entrambe le cose, ignoranti.>>
Sorride sincera mentre il vento le scompiglia i capelli, facendo ricadere qualche ciocca sul suo viso e tra le labbra.
<<Ash tu sei uno di quelli che si odia e si disprezza, ed è disposto a dare una mano, aiutare qualcuno per alleviare i sensi di colpa e ciò che lo turba. Ma io non ti darò questa soddisfazione.>>
Stringo i pugni sentendo le sue parole.
<<Cosa stai dicendo?>>
<<Non accetterei il tuo aiuto nemmeno se fossi una barbona sotto un ponte con tanti gatti da sfamare. Se tu non aiuti te stesso, come pretendi di essere aiutato e di aiutare? Devi stare male per quello che ti è successo, va bene stare male.>>
Chiudo gli occhi, la testa mi fa male e starle vicino non mi fa che peggiorare.
<<Come sai cosa mi è successo.>>
<<Non so niente di cosa ti è successo, non so se hai sempre avuto questo carattere depresso ma io l'ho capito. E non tutti sono in grado di capire.>>
Quando alzo lo sguardo non riesco a dire niente, tranne l'unico pensiero che mi ronza in testa.
<<Ti odio. Non sopporto quando ciò che dici è la soluzione.>>
<<Dov'è la tua macchina?>>
La osservo mente mi risponde, e lei è sempre stata così?
Le indico la macchina con il dito, segue il mio sguardo e mentre si dirige ad essa la rincorro dietro.
<<Che fai?>>
<<Non me lo volevi dare un passaggio? Ti senti in colpa? Allora sdebitati.>>
<<O-okay.>>
Ah, è questo, è solo questo, tiro fuori le chiavi dai jeans e salgo in macchina.
Quando siamo davanti casa sua mi dice di fermarmi a un isolato prima, a quanto pare sua madre è una matta furiosa che appena vede qualcuno lo fa entrare dentro casa sua ingozzandolo di cibo e conversazioni senza fine.
Ho parcheggiato la macchina e siamo rimasti quasi un minuto in silenzio, ognuno riflettendo sui propri dilemmi.
<<Avril.>>
<<Ash.>>
Diciamo all'unisono, sorrido ma cerco subito di nasconderlo.
<<Parlo prima io, mi dispiace per ieri, credo che dobbiamo darci una tregua. Davvero.>>
Dato che non ricevo nessuna risposta continuo a parlare.
<<Ho visto che non hai detto niente ai ragazzi, bene, rispetto la tua decisione, io altrettanto non dirò niente.>>
<<Ma?>>
<<Ma non devi più bere da sola.>>
<<Non sei tu a dirmi cosa fare e cosa non.>>
Sputa acida ma io voglio porre fine a quest'odio tra di noi, voglio smetterla di continuare a pensare a lei, forse una volta che smettiamo questa specie di faida starò più tranquillo e riuscirò a concentrarmi.
<<Perché ci odiamo così tanto?>>
Una domanda inaspettata, un cuore aperto ad aspettare la sua risposta, non avevo programmato questa domanda.
<<Odio? Io non ti odio Ash, non vali nulla per me perché arrivi ad odiarti.>>
Quando scende dalla macchina fruga qualcosa tra le tasca, tira fuori due caramelle al latte e me le butta sul sedile dove poco fa stava.
Chiude la portiera ma sembra tornare indietro sui suoi passi, si abbassa all'altezza del finestrino e mi sorride.
<<Ash non è colpa tua. Ieri non è stata colpa tua. Sei un idiota, su questo concordo però.>>
La guardo camminare lungo il viale finché arriva al cancello di casa sua ed entra, la sua camminata è dritta e determinata, con i passi calmi e cauti.
Forse, forse avrei dovuto dirle che qualcuno ci stava inseguendo.
Forse avrei dovuto dirle che il SUV nero è sparito quando noi ci siamo fermati ma sono troppo impegnato ad elaborare la sua risposta.
Anche lei non conta nulla per me, perché oltre ad odiarla imparerò a ignorarla.
Se in questi anni sono riuscito a dimenticarla ci riuscirò anche ora.
*******SPAZIO AUTRICE*******
Piccolo avviso:
Allora cari lettori e lettrici, mio adorato popolo e unico di Wattpad.
Inanzitutto vi ringrazio per le
1,38K di letture nella sola durata di un mese, sono così emozionata e felice di avervi al mio fianco e di sapere che il mio impegno non sta andando a spreco.
Mi prenderò una pausa così che faccia una revisione completa sul libro, così che torni più disposta e libera ai scambi di letture dato che ne ho un paio da portare a termine.
Baci e saluti porcellini ci vediamo al prossimo capitolo, che, ve lo dirò gia da ora: sara un capitolo speciale.
🌻🐽🐷🐖
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