Capitolo 1

Avril

8:00.

<<Buon giorno tesoro!>>

<<È davvero un buon giorno? Lo è davvero mamma?>>

Sì, quella che mi sta letteralmente inseguendo per la casa con una camicia rosa a fiori e una gonna beige è mia madre.

La nostra nuova casa è una villa accessoriata di arredamenti nuovi e alla moda, nulla che mi rappresenti tranne che  la mia stanza.
Ho già qualche poster appeso, le pareti sono di un grigio chiaro e il letto ha le lenzuola blu e nere non sopporto l'idea di dormire in uno spazio dove non c'è niente di mio, nessuna traccia.

La casa ha tre stanze da letto al piano di sopra.
Due bagni più quello nella camera da letto matrimoniale, una camera per gli ospiti che abbiamo usato per mettere tutta la nostra roba personale.

Di sotto si trova una grande sala, una cucina che apre sul retro grazie a una veranda di vetro, una stanza per gli ospiti, l'ufficio di mia madre e uno dei due bagni singoli.

Odio i posti piccoli e chiusi, ma questa villetta è troppo grande per solo due persone, in ogni caso non importa quanto io dica mia madre ama le cose di lusso.

<<Ma tesoro, perché non li metti?Cioè fino a quando continuerai a vestirti come una teppista? Oggi è il tuo primo giorno di scuola mettiti qualcosa di decente dài.>>

Avete sentito?
Mi ha chiamata teppista, chi mai lo direbbe a sua figlia?

Anni fa mi ha dato della drogata, psicopatia, una volta anche della barbona, ma quale mamma dal cuore tenero dice così alla figlia?

Già, mia madre, chiunque ci dovesse vedere da fuori non gli passerebbe mai per la testa che siamo madre e figlia, mia madre è una donna sempre elegante dai capelli biondi tenuti in acconciature formali, ha gli occhi castani e la pelle abbronzata, indossa sempre abiti e gonne colorate e porta i tacchi, il tutto accompagnato da diversi gioielli e borsetta chic.

Per lei l'apparenza è tutto, l'immagine che devi dare alle persone deve essere perfetta, raffinata ed elegante, quella giusta per far sì che nessuno osi dire qualcosa contro il tuo essere.

Io e lei siamo leggermente l'opposto, io sono più bianca, sono più alta e più snella, ho gli occhi grigi e le ciglia folte, capelli neri e una frangetta che lei odia tanto, l'unica cosa che abbiamo in comune sono le lentiggini sparse sul naso.

Non riusciamo ad andare mai d'accordo, lei vuole avere sempre tutto sotto controllo, vuole essere sempre perfetta e ordinata mentre io sono tutto il contrario.

Ciò nostante è bellissima per avere i suoi quarantacinque anni e finché non mi obbliga a essere come lei non ho niente di cui preoccuparmi.

<<Mamma, sto andando a scuola non alla Fashion Week di Parigi.>>

Sbuffo alzando gli occhi al cielo mentre mi butto in cucina.
Non ho più via di scampo, cerco con gli occhi tutte le vie d'uscita possibili...zero.

<<Avril ma che ti costa fare bella figura dal primo giorno? Sarà solo per oggi!>>

<<No.>>

Sbotto girando attorno al tavolo, lei sta dall'altra parte del tavolo con i vestiti in una mano mentre con l'altra gesticola, sta per perdere la pazienza.

<<Avril mettiteli.>>

<<No.>>

<<Avril accontentami per una sola volta.>>

<<No.>>

Stavolta è lei ad alzare gli occhi al cielo mettendosi le mani ai fianchi.

<<Avril accontentami o giuro che non mi vedrai più.>>

<<Davvero? Finalmente, e dove vai di bello?>>

Dico con un ghigno stampato nel volto mentre lei assottiglia lo sguardo, sò che non dice sul serio cerca solo di minacciarmi ma lei sa anche che non cedrò mai.

<<Avril.>>

<<No.>>

Mi lancia i vestiti addosso e si siede in una sedia, sbuffa coprendosi la faccia con le mani, oh no adesso comincia.

<<Ma perché ho una figlia testarda come te? Non potevo averne una più dolce?>>

Ecco la furia, questo è il momento in cui mia madre è agitata o nervosa e inzia a farsi una serie di domande perdendo così la cognizione del tempo e ovviamente senza avere nessuna risposta ai suoi numerosi perché.

<<Perché sono favolosa.>>

Dico gonfiando il petto ma lei agita la mano davanti a sé come se fossi una mosca che può mandare via da un momento all'altro.

<<Perché la vita fa così schifo?>>

Sbuffa alzandosi, si dirige verso la porta e prende il suo cappotto indossandolo, ecco, delle volte sembra essere genio che dice perle di saggezza.
Delle volte sembra che sono davvero sua figlia, altre volte no.
Sorrido.

<<Perché è piena di gente merdosamente merdavigliosa.>>

Fossimo in altre circostanze mi avrebbe già lanciato una ciabatta addosso o una borsa addieittura, non meravigliatevi è una cosa che capita spesso.

Mentre lei continua con il suo perché io salgo le scale e mi butto in camera, indosso una maglietta a maniche corte nera, dei leggins scuri strappati e gli anfibi neri.
Vado in bagno e mi pettino velocemente i capelli aggiustando la frangetta con un soffio.

Scendo di corsa e trovo mia madre che indossa il cappotto e ha tra le mani le chiavi della macchina.

<<Eh che diamine, perché è troppo stretto?>>

Prendo le chiavi e il mio zaino.

<<Mamma? Ci sei?>>
Schiocco le dita davanti alla sua faccia.

<<Eh? Sì, sì, andiamo.>>

<<Bene, portami a scuola bambola.>>

Le dico facendole l'occhiolino, mia madre scuote la testa esasperata con una smorfia stampata sul viso e mentre io la sorpasso per andare in garage lei chiude la porta e mi raggiunge in macchina.

La scuola dista quasi dieci o sette minuti in macchina non contando il traffico, le strade sono più pulite rispetto a quelle di New York e la mattina c'è meno traffico, un punto in più per questa città.

Quando mia madre parcheggia mi stiracchio e aspetto il suo solito discorso che ripete da anni sempre allo stesso momento.

Avete presente quel discorso che si fa quando cerchi di calmarti e calmare chi ti sta vicino ma ottieni l'esatto opposto? Ecco.

<<Avril tesoro, comportati bene...sii cordiale e gentile con tutti, cerca di farti qualche amico, non fare casini e non metterti nei guai, non litigare con nessuno cerca di mantenere un pò la tua rabbia, non farti coinvolgere in nessuna rissa e tanto meno picchiare qualcuno.>>

Mi guarda mentre io frugo nella borsa alla ricerca del telefono, non mi è mai servito a nulla se non a chiamare mia madre ma mi serve comunque.

<<Non rispondere a tono ai professori, evita di fare le tue visite carine al preside, non far scatenare lotte di cibo in mensa e...>>

Trovato!

<<Avril? Ma mi stai ascoltando?>>
Sbotta guardandomi incredula.

<<Sì mamma certo, non farti mettere i piedi in testa da nessuno, se qualcuno dovesse infastidirti fagliela pagare, sbatti al muro le facce di tutte le oche che non sopporti, non parlare con nessuno...>>

<<Avril!>>

Tuona mia madre sbarrando gli occhi.

<<Eheheh...>>

<<Scendi subito da qui! Basta non ti sopporto più. Un giorno prima o poi ti ripudierò sappilo.>

Sorrido e la saluto con la mano come fanno i militari.

<<Sìsignora. Non vedo davvero l'ora.>>

<<Vengo a prenderti verso le quattro okay?>>

<<Non c'è ne bisogno, ho visto la fermata del pullman qui vicino, esiste Google Maps posso sopravvivere mamma.>>

<<Sì certo, mi ero scordata che appartengo ancora all'era preistorica io vero?>>

<<All'era preistorica non c'erano macchine.>>

La liquido mentre lei sorride, guardo la sua macchina allontanarsi e degli studenti guardarmi con curiosità, faccio un lungo sospiro e mi preparo, non sono agitata, ho conosciuto bestie d'inferno peggiori.

Sono cinque minuti quasi che cerco la segreteria e come sempre, mi sento osservata da tutti.
Alzo il mento e tengo lo sguardo dritto, non sono mai stata una ragazza che si fa intimidire.

Sto camminando lungo il corridoio e intravedo quattro figure, un ragazzo dai capelli riccioli e rossi sta al centro e altri tre lo stanno tenendo inchiodato al muro.

<<Maledizione Aron ridagli i soldi e finiamola qui.>>

Dice un ragazzo basso e grasso ad uno più alto e magro, ha i capelli castani scuro lunghi e oliosi, tutto di lui sembra essere sporco e losco, persino il suo linguaggio e il suo vestiario.

<<No, non se la caverà facilmente questo sfigato.>>

Ringhia di rimando il ragazzo alto tenendo per il colletto quello dai capelli rossi.
Ha una muscolatura ben evidente che si nota sotto la giacca blu e la camicia bianca.

Si voltano verso di me che li sto guardando, questo presupposto Aron si volta a guardarmi facendo una smorfia di disgusto e rabbia, guardo i due ragazzi con lui, indossano tutti una giacca blu a bottoni, dei pantaloni blu e la camicia bianca.
Mia madre non mi ha detto che si deve indossare l'uniforme...

<<Che cosa hai da guardare? >>

Sostengo il suo sguardo, il ragazzo dai capelli rossi mi guarda tra un misto di impaurito e intimidito, gli altre due ragazzi si affacciano lungo tutto il corridoio per controllare sicuramente se c'è qualcuno nei paraggi.
Quando sono sicuri che non c'è nessuno nei paraggi si voltano ad assistere alla scena.

<<Che succede qui?>>

Chiedo al ragazzo dai capelli rossi che, come mi aspettavo non mi dà risposta, serra le labbra e abbassa il capo deglutendo rumorosamente.

Gli altri due ragazzi non osano dire neanche una parola, guardano Aron che mi fissa in cagnesco cercando di capire che fare o che dire.
Quindi è lui il capo? Il bullo?

<<E tu chi sei? Interessante...>>

Mi ringhia contro avanzando verso di me, cerca di spaventarmi ma io lo ignoro e gli vado contro mentre cerco di avvicinarmi al ragazzo dai capelli rossi, passo proprio accanto a Aron che mi guarda incredulo.

<<Ti ha rubato dei soldi?>>

Chiedo al ragazzo dai capelli rossi che guarda Aron e poi nega con la testa scuotendola freneticamente.
Ha il viso pallido e minuscolo, le lentiggini arancioni sono sparse sul volto arrotondato.

<<Non chiedere aiuto allora.>>

Lo guardo con disprezzo, odio i ragazzi come lui, il ragazzo dai capelli rossi sembra sorpreso dalle mie parole ma cerca di stare calmo davanti ai loro occhi.

Chiedere aiuto è il lusso di pochi.
Non farti indebolire da questo.

Mi volto verso la direzione di Aron che mi squadra da capo a piedi.

<<Avevi ragione, è proprio uno sfigato.>>

<<Questo faccino non l'ho mai visto da queste parti, sei nuova e devi imparare le regole di questo posto.>>

Dice Aron arrabbiato mentre si guarda attorno, stringe il pugni guardandomi dritto negli occhi.

<<Aron...forse dobbiamo andare prima che entrino altri...>>

Gli dice il ragazzo basso e grasso dai capelli castani avvicinandosi a lui, ho notato che non hanno nessuno zaino alle spalle, sicuramente non sono di questa scuola e hanno un conto in sospeso con il ragazzo dai capelli rossi.

<<Zitto! Sto parlando.>>

Urla contro l'amico per poi rivolgersi a me, sostengo il suo sguardo senza darli nessuna risposta.

<<Lasciatelo andare.>>

Entrambi i ragazzi lasciano andare il ragazzo dai capelli rossi che cerca di scappare prima di essere fermato ancora una volta.

<<Ti conviene darci i soldi entro la fine del prossimo mese.>>

Gli ringhia il ragazzo grasso.
Il terzo ragazzo è una copia di Aron, anche lui alto e muscoloso ma a differenza loro sembra essere più tranquillo.
Aron non ha mai placato il contatto visivo, se sta facendo gara a chi abbassa per primo lo sguardo quella non sono io.

<<Andiamocene ragazzi. Sta entrando più gente. Non diamo troppo nell'occhio.>>

Dopo avermi guardata un'ultima volta sorride beffardo, assottiglia lo sguardo con una smorfia di disappunto.

<<Anche se mi piacerebbe tanto fermarmi devo andare, spero tanto di rivederti presto piccola.>>

<<Sì, al tuo funerale magari.>>

<< Ma guardate quà, quanto facciamo le dure eh?>>

Lo guardo annoiata per trasmetterli con lo sguardo quanto disinteressata fosi a tutto quello che usciva dalla sua bocca, senza aggiungere altro decido di andarmene senza più voltarmi.

Questa scuola si sta rivelando già da adesso un disastro.
Nemmeno cinque minuti e incontro l'inferno, chissà cos'altro accadrà.

Quando giro l'angolo vado a sbattere contro qualcuno, non trovo nemmeno il tempo di cadere che due braccia mi tengono ferma per il busto con fare rigido.

Indietreggio irriggidita alzando il gomito velocemente per colpire chi mi stava toccando ma mi fermo col braccio in mezzo all'aria notando degli occhi scuri che mi fissano e un sorriso da idiota stampato in faccia.
Lascio ricadere le braccia lungo i fianchi sbuffando.

È solo un ragazzo Avril, calmati.

<<Usa gli occhi idiota.>>

Cos'aveva detto mia madre?
Non metterti nei guai? Tranquilla mamma ma ti sembra che io mi metta nei guai?

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