Capitolo 3

10.30. <<Ben arrivato>> lo salutò Frank con tono canzonatorio.
<<Eeeehi>> fece finta di nulla.
<<Come al solito. Pronto?>>
<<Yep>>.
Presero le tavole e si avvicinarono alla riva quando ad un tratto Justin notò qualcosa di particolare che catturò la sua attenzione: emergeva dalla sabbia continuamente bagnata dalle onde.
<<Ehi.. Guarda... Cos'è?>> poggiò la tavola sulla sabbia e si avvicinò.
Frank lo imitò e lo seguì.
<<Sembrerebbe una bottiglia? Dentro c'è qualcosa... Un biglietto?>> scavò leggermente per estrarla dalla sabbia dura e intrisa di acqua marina.
<<Aprila!>>
Justin gli rivolse uno sguardo insicuro e incerto. Ci pensò su e si decise <<Massì dai>>.

Al suo interno c'era una lettera in uno stato abbastanza buono:
"Scrivo questa lettera nella speranza che qualcuno, un giorno, dopo la mia morte, la trovi e riporti alla luce l'antico tesoro che scoprii e che tenni nascosto per ben 10 anni. Troppo avaro ed egoista, preferii "conservarlo" negli abissi per ammirarlo in solitudine piuttosto che annunciarne la scoperta, ma d'altronde, chi avrebbe mai dato retta ad un povero vecchio malato? Avrei dovuto ridare nuova vita alle meraviglie lì sotto, valorizzare la mia scoperta e condividerla anziché renderla vana, ma ormai non posso più rimediare. Spero solo che tu sia una persona con dei principi e che esaudisca uno degli ultimi desideri di un vecchio morente ma che soprattutto faccia la cosa migliore. Sono o meglio ero, quando potevo, un pescatore ma la passione per il mare mi ha portato a cimentarmi anche nella pesca subacquea. Ed è così che trovai il vascello. Non ho contatti con gli enti appositi e non so bene come funzioni, ma so che c'è chi tutela e salvaguarda i tesori e che lo fa per sani principi e c'è chi si preoccupa solamente del denaro, musei ed altri enti che spesso vendono solo per guadagnare. A tal punto... meglio in fondo all'oceano. Non essere uno di loro.
Grazie.
J. K. L."
In fondo alla lettera c'erano le coordinate.

I due ragazzi impallidirono e si scambiarono lo sguardo. <<Wow...>> riuscì a dire Justin.
<<Andiamo?>> chiese entusiasta l'altro.
<<Dove? Cioè... Ora? Sicuro?>>
<<Diamine Just, ti rendi conto? Quanti potrebbero riceve questa occasione?!>> gli colpì leggermente la spalla col palmo.
<<Sì, sì, ovviamente solo che... Wow Frank!>> non era più nella pelle.
Raccolsero le tavole e corsero a casa di Justin.




<<Ok, questa è meglio nasconderla in un cassetto, ora mi copio le coordinate e andiamo>>.
Qualcuno bussò alla porta della camera.
<<Chi è?>> disse Frank. Justin era troppo immerso nella copiatura.
<<Oh... Frank! Ciao! Sono Amber>>
<<Vieni Amber>> rispose Justin
Lei aprì la porta.
<<Ciao Amber>> salutò Frank.
Lei sorrise di rimando e mascherò le guance che stavano diventando color ciliegia. <<Tra poco usciamo per andare dagli zii e stare un po' con Romy. Mi chiedevo se volessi venire ma vedo che sei occupato>>
<<Uhm sarà per la prossima volta. Divertitevi>> continuò a trascrivere senza mai alzare la testa dalla lettera.
<<Che fai..?>> chiese incuriosita.
Frank guardò il suo amico.
<<Niente, robe marine>>
Lei si stava avvicinando e Frank si alzò, lei arrossì e si interruppe <<uhm va bene.. D'accordo. Ciao. Buon tutto e buon "robe marine">> scappò via a passo svelto.
<<Ma cos..? Hahaha L'ho spaventata? >>
<<Ancora non l'hai capito?>> mise il tappo alla penna.
<<Ah? Cosa? >>
<<Ho finito. Chissà chi era... e le iniziali? Per cosa stanno?>> nascose la bottiglia e il suo contenuto.
<<Boh...>>
<<Andiamo>> si alzò dalla scrivania.
<<Aspetta>> alzò una mano <<fammi controllare che mio zio sia a casa>> lo fermò Frank. Digitò il numero e attese.

<<Pronto?>>
<<Pronto zio? Sono Frank>>
<<Ehi Frank, come va? Che succede? >>
<<Bene bene grazie, te? Mi chiedevo se tu fossi in casa e se magari potessi accompagnare me e un mio collega in mare...>>
<<Mi spiace ma sto avendo problemi con l'imbarcazione, inizialmente sembrava fosse lo scafo ma ora credo sia il motore... Il tuo collega ne capisce per caso?>>
Frank guardò il biondino e accennò ad un sorriso di una risata soppressa <<no, decisamente no>>
Justin lo guardò male.
<<Uhm capito, mi spiace comunque. Era molto urgente questa uscita?>>
<<Oh no, no, tranquillo zio!>>
<<D'accordo. Appena ho novità e risolvo ti farò sapere>>

La telefonata terminò e Frank riferì tutto a Justin.

<<Facciamo un'altra volta? Tu conosci qualcun altro?>> domandò Justin.
<<Posso chiedere in giro>>
<<Ok>>
<<...Aspetta, e quel tuo zio? Jacob?>>
<<George>> lo coresse. <<Zio George ha venduti l'imbarcazione 3 mesi fa>>
<<Ouh...>>
Fece spallucce in risposta.
<<Capito. Beh, ora vado. Poi ci aggiorniamo>> si salutarono col solito "cinque" che finiva in un pugno a stretta di mano, un saluto forse troppo infantile ma era il loro saluto personale.


Justin si stese sul suo letto e fissò il soffitto azzurro della sua camera. Braccia incrociate sotto il capo. Silenzio. Ormai erano usciti tutti e lui era a casa da solo. Arrivarono i pensieri: "vascello", "tesoro", "antichità" aria di mistero; tutto ciò lo affascinava. Poi nella sua mente sbucò Agatha. Chiuse gli occhi per calmarsi e mandare via i pensieri. Non funzionò granché. Si girò sul fianco e si abbandonò in una dormita liberatoria.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top