Capitolo 3: La ragazza di Galway

Capitolo 3: La ragazza di Galway

Finalmente il giorno tanto atteso era arrivato, Luna salutò il padre e si recò all'aeroporto, il Ministero ci teneva che lei iniziasse a prendere confidenza con i mezzi babbani.

Dopo un po' di tensione iniziale al controllo bagagli, infatti gli oggetti magici erano stati prontamente nascosti con vari incantesimi, riuscì ad arrivare al gate e in seguito a salire sull'aereo.

Era il suo primo viaggio su un aeroplano, cercò di tranquillizzarsi, dicendosi che non doveva essere poi tanto diverso dal volare su un Ippogrifo, in fondo le ali c'erano e poi...no, era tesa, non aveva mai fatto niente del genere.

Finalmente il mezzo decollò e Luna parve al quanto sorpresa, in fondo era anche meno scombussolante della smaterializzazione, anche se continuava a pensare che i mezzi di spostamento magici fossero insuperabili.

Dopo una mezz'oretta di viaggio atterrò a Dublino e da lì prese il treno per Galway, ecco a quello sì che era abituata, anche se non c'era la Strega del Carrello dei dolci.

Appoggiò la testa allo schienale morbido e si godette il viaggio, tra quelle fantastiche distese erbose piene di cavalli, pecore e mucche e nel frattempo pensava a suo padre e alle sue Creature, come sarebbero stati i Mooncalf senza di lei? E il Demiguise? Avrebbe voluto portare almeno un Asticello con lei per farle compagnia, ma Xenophilius le aveva detto che non era prudente.

Finalmente, una volta giunta a destinazione, andò a depositare i bagagli nel suo alloggio. Un accogliente bilocale situato proprio davanti all'Oceano, con un arredamento un po' minimal forse, ma ci avrebbe pensato lei a scaldare il tutto, con il suo tocco Lovegoodiano. Il giorno seguente avrebbe avuto il suo primo giorno di Università, ma quel pomeriggio decise di visitare tutta la città e cominciare ad assaporare il gusto di quella nuova esperienza.

Fu subito affascinata da quel posto, con il suo ex villaggio di pescatori, la sua piccola casetta che affacciava proprio sull' Oceano Atlantico, poco distante dal faro; il Quartiere Latino pieno di pub e negozi, la Piazza Eyre Square e molto altro.

Stabilì subito che le piaceva l'equilibrio tra la tranquillità di Claddagh e la mondanità del Quartiere Latino, quante belle passeggiate avrebbe fatto sul litorale e sperava di trovare degli amici all'Università, per vivere un po' anche le serate irlandesi in compagnia.

L'Irlanda, con tutti i suoi miti e le sue leggende su creature magiche e quant'altro, non c'è che dire, il Ministero aveva scelto un posto al quanto magico per riuscire a far finta di non esserlo lei stessa, ma ci avrebbe provato, per un po' almeno.

Il primo giorno di Università era arrivato, Luna aveva ventuno anni, ma sembrava più giovane e comunque non c'erano limiti di età per frequentare i corsi.

Arrivò in classe di buon mattino, ci aveva messo un po' a trovarla, lì le scale non si divertivano a cambiare posizione, ma i corridoi erano comunque un vero labirinto.

Entrò in classe e cercò un posto per sedersi, subito però vide qualche ragazza scambiarsi delle occhiate divertite, stavano guardando i suoi vestiti. Forse era dovuto al fatto che, per la foga di non sembrare una strega, aveva evitato il nero e il blu, i colori che le ricordavano la sua amata divisa da Corvonero ed aveva optato per abiti molto colorati; prima di uscire di casa si era specchiata e le sembrava un outfit molto carino, ma adesso non ne era più tanto convinta.

O forse erano i lunghi capelli biondi un po' spettinati? Si fece sopraffare dall'emozione e andò in bagno per osservarsi e sistemarsi, quando vide il proprio riflesso nello specchio esclamò tra sé e sé:" Oh chi se ne importa, vado bene così!".

Una ragazza le si avvicinò e disse:" Più che bene direi! Non fare caso alle occhiate del primo giorno, è così per tutti, le persone cercano di capire chi sei e fare amicizia!".

"Strano modo per fare amicizia..." pensò Luna, poi si presentò alla ragazza dai capelli corti color liquirizia:" Ciao, mi chiamo Luna e tu sei?".

La ragazza dal manto corvino le porse una mano:" Piacere Sam, ma tutti mi chiamano Sammy, puoi farlo anche tu se vuoi!".

"Penso che ti chiamerò Sam, è un bellissimo nome!" ribatté Luna, come sempre al di fuori degli schemi.

La ragazza le sorrise e le disse:" Adesso andiamo, se sei del primo anno devi essere in classe con me, stamani c'è la prima lezione di Economia Politica!".

"Va bene!" rispose Luna raggiante, "andiamo!" e seguì la sua nuova compagna fino in classe e si sedette vicino a lei.

La lezione iniziò, il Professor Burck era incredibilmente noioso e dopo poco la testa di Luna stava già fantasticando su meraviglie magiche, poi si ridestò un attimo, doveva iniziare ad osservare e guardarsi intorno in cerca di segnali magici, ma per quel giorno niente di fatto.

Poi salutò la sua nuova amica e tornò a casa per aggiornare il suo "Diario dei Segni Particolari".

26/09/2002

Caro Diario, oggi ho affrontato la mia prima giornata di lezioni, Economia Politica è un vero stillicidio, spero che andando avanti le lezioni migliorino.

Oggi non ho notato particolari segni di magia in nessuna delle persone presenti in aula. In compenso ho conosciuto una ragazza di nome Sam, sembra simpatica e potremmo instaurare un buon rapporto, vabbè si vedrà. Adesso mi dedico un po' alla lettura di alcuni libri magici che mi sono portata e poi andrò a fare due passi in spiaggia, a sistemare gli appunti ci penserò stasera.

A domani caro Diario, tua Luna.

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