Capitolo 5: Gioco D'azzardo
LAS VEGAS
STATI UNITI D'AMERICA
12 ORE DALLA PARTENZA DEL PROGRAMMA
POV ERIS
《Scala reale》la ragazza gettò soddisfatta sopra il tavolino pieno di fish le carte che le avrebbero donato una cifra gigantesca grazie ad un "All In" a dir poco perfetto.
"Essere un demone ha i propri vantaggi"
Pensò raccogliendo la somma vinta allontanandosi ancheggiando, amava farsi desiderare e a Las Vegas era la chiave per ottenere tutto ciò che desiderava.
Esplorò con cura il Casinò in cui si trovava, sentiva puzza di fantasma da miglia di distanza.
Non era sola e questo lo aveva capito alla perfezione.
《In fondo sono stata portata in una città gigantesca, era abbastanza scontato che con me ci siano altri giocatori》
Vagò con lo sguardo nella stanza adibita alle slot machine, dove centinaia di anime si stavano lentamente concedendo al Re degli Inferi, sprecando la loro vita dietro il gioco d'azzardo.
"Se tornerò negli inferi avrò molto lavoro"
Eris quasi si leccò le labbra al pensiero di tutti quei sporchi peccatori da tormentare quando il pensiero della missione la riportò sul pianeta terra.
Lo trovò in un angolino della stanza, era chiaro che stesse solamente facendo finta di giocare, preparandosi ad attaccarla.
"Meglio fare la prima mossa"
Si avvicinò con l'aria più ingenua e sensuale che potesse riprodurre, fissando il suo sguardo in quello della sua vittima mentre si mordeva le labbra.
"Non è affatto male. Sarà un peccato doverlo uccidere".
Sembrava essere un ragazzino di appena diciotto anni.
I lunghi riccioli biondi e gli occhi marroni le portavano alla mente ricordi dolorosi che mi fecero quasi irritare, rischiando così di far saltare la copertura.
La pelle era dello stesso colore del caramello e il fisico era ben rimarcato.
Indossava una camicia elegante di lino, candida e dei pantaloni neri strappati.
Si pregustava già la sua buona dose di divertimento.
《Ehilà.》
Quando fu a pochi passi da lui lo salutò con una risatina.
《Ciao...》il biondino rispose con sospetto, sarebbe stato più complicato del previsto.
《Io sono Eris. E tu sei?...》il demone abbassò lo sguardo fingendosi intimidita per poi rialzarlo aggiungendo un pizzico di magia erotica, giusto per facilitarsi le cose e sedurlo in fretta.
《Mike. Mike Harrison》sussurrò balbettando.
《Che bel nome. Mike! È così...vigoroso》Eris si attaccò al braccio del ragazzo, stringendolo fra i suoi seni.
《G...grazie.》
《Mi chiedevo se potessi accompagnarmi nella mia camera...sai, ho appena vinto una cospicua somma di denaro e non vorrei che qualcuno me la sottraesse...》
Sbatté leggermente le ciglia con fare da civettuola.
《Assolutamente! Ci penso io!》
"È fatta. Quest'idiota non si è nemmeno domandato perché io riesca a vederlo"
Pensò sorridendo fingendosi la ragazza più innocente che potesse esistere.
Nel tragitto riuscì a godersi ogni piccolo dettaglio che capitò alla sua vista: le sale da biliardo come di persone, i vestiti sgargianti, i candelabri lussuosi, il forte odore di profumo, le sale addobbate di tutti gli oggetti d'oro che si potessero racimolare per dimostrare l'apprezzamento del proprietario del casinò verso tutto ciò che era sfarzoso.
Fu semplice per lei portare il poverino fino alla prima camera libera, mettendosi davanti allo specchio, cominciando a spogliarsi, mentre lui si fiondava a baciarle il collo con foga.
Eris si guardò allo specchio soddisfatta di ciò che ammirava.
Dopo anni ed anni di attività era riuscita nell'intento di nascondere le ali e le corna quando desiderava.
I lunghi capelli bianchi brillavano come seta, scendendo sinuosi fino al prosperoso seno.
Gli occhi scarlatti brillavano di una luce malevola impossibile da confondere per gli angeli che ormai l'avevano appellata in una maniera poco...gentile.
Le forme sinuose e la pelle candida la facevano sembrare come se fosse una bambola di porcellana.
In pochissimo tempo i due passarono al letto ed Eris si concesse del buon sesso dopo moltissimo tempo.
Il ragazzo non era molto bravo e andava troppo forte, ma decise di accontentarsi per il momento.
In fondo per lei tutto questo non era altro che un semplice gioco.
Sorrise una volta che terminato il momento di passione il biondino si addormentò fra le sue braccia.
Eris si alzò attenta a non far rumore; frugando tra i suoi vestiti.
"Proprio come avevo pensato...una mela dell'Eden"
Tornò nei pressi del letto, evocando la sua forma dell'anima.
《Buonanotte piccolino...》
Sussurrò prima di affondare il pugnale nel collo del Poltergeist.
POV AGATA
"C...che cosa ho fatto?! Stavo per uccidere quel ragazzo! È stato così gentile con me! Maledizione!"
Agata corse come mai aveva fatto prima d'ora, non fuggiva da un nemico in particolare, quanto più da sé stessa.
Era terrorizzata da ciò che potesse essere in grado di fare, specialmente se nel cielo si materializzava quella stramaledetta luna piena, che le aveva fatto compiere le peggiori azioni che si potessero immaginare, prima e dopo della sua morte.
Continuò a correre fino a superare del tutto la foresta, lasciando alle sue spalle un folto gruppo di cespugli che la dividevano dalla...spiaggia.
Davanti ai suoi occhi comparì uno degli spettacoli migliori che ci si potessero figurare, l'immensità del cielo che si misceva alla perfezione con l'imponenza dell'oceano.
Il sole ormai illuminava tutto con i suoi dolci raggi, poche nuvole attraversavano pigramente l'orizzonte.
Nel cielo si libravano albatros, gabbiani e tantissime altre specie di uccelli marini che non riusciva a riconoscere.
La spiaggia era candida, creando un meraviglioso contrasto con le onde che si infrangevano su di essa.
Vedeva una schiera di granchi che allegramente si trascinavano verso l'acqua.
Tutto questo era talmente affascinante che Agata finì per piangere.
《Tutto bene?》
Una voce la fece sussultare e voltare di scatto impacciata.
Rimase interdetta per qualche secondo, quel ragazzo era davvero bellissimo.
Era leggermente più alto di lei, non era molto alto per essere un maschio e in più era particolarmente magrolino ma Agata non si curò affatto di quel particolare tremendamente banale.
Era talmente pallido da farmi comprendere che la vita lo aveva abbandonato da tempo.
Indossava un'elegante camicia bianca dalle maniche leggermente risvoltate Sopra il gomito e delle bretelle nere, attaccate a dei pantaloni leggermente rovinati in alcuni punti. La cravatta, anch'essa graffiata era dello stesso colore della grafite, mentre i mocassini scuri tendevano al marrone.
Il naso piccolino si abbinava perfettamente alle leggere orecchie a punta, mentre gli occhi color dell'ambra sembravano catturare ogni minimo particolare.
La cosa più particolare però erano i capelli bianchi tagliati in un modo a dir poco bizzarro: dietro la testa e sul lato sinistro difatti erano molto corti mentre la sua fronte era coperta da una corta frangia che si andava trasformando verso destra fino a diventare un lunghissimo ciuffo che gli sfiorava la spalla.
《Scusami, devo averti spaventata》sorrise imbarazzato
《Tranquillo, mi hai solo colta di sorpresa》
《Finalmente ho trovato qualcuno, da quando è cominciato il programma non avevo intravisto nessuno. Piangevi per questo? Siamo in squadra insieme?》
Cominciò a tempestarla di domande, mandandola leggermente in confusione.
《È vero che la situazione mi spaventa e non poco...ho paura di scomparire ma non piangevo per questo. Ho deciso di non arrendermi》
《E poi con me non devi preoccuparti, finché sarò al tuo fianco non ti accadrà nulla》
Ad Agata scappò una leggera risata, a primo impatto quel ragazzo sembrava tutto tranne che pericoloso.
《Ehilà, non sottovalutarmi solamente perché sono piccolino. Ho i miei segreti, te lo posso assicurare!》
Il Poltergeist gonfiò le guance, incrociando le braccia.
《Non è per questo, sono semplicemente felice di aver incontrato qualcuno che mi abbia fatto ridere in una situazione del genere. Comunque io mi chiamo Agata e tu saresti?》
La ragazza decise di fidarsi del nuovo arrivato nonostante la cosa non stesse in cima alla liste delle decisioni sensate sa prendere in giochi dove uccidersi a vicenda era la base per la Vittoria.
《Il mio nome è Lekah》
《Piacere Lekah》
《Il piacere è tutto mio Agata》
Un fruscio fece scattare sull'attenti Lekah.
《Nascondiamoci dietro quello scoglio》indicò un masso abbastanza grande da poter occultare entrambi a pochi passi da loro.
《Perché dovremmo?! Che succede?》
《Fidati del mio istinto.》
Agata annuì ed entrambi balzarono dietro la pietra.
Pochi secondi dopo dai cespugli apparve una lugubre figura, un demone dai capelli bianchi e neri con in mano due mitragliatrici che zoppicava.
"Ecco perché ho sentito rumore di spari prima"
Pensò lei guardando il nuovo arrivato preoccupata.
《Quello è Babele...il mietitore di anime. Si dice che ami trasformare i Poltergeist in suoi pericolosi schiavi. È uno dei demoni più forti che ci siano.》
Lekah sussurrò piano per non farsi sentire e Agata rabbrividì capendo per la prima volta quanto terribili potesse essere davvero i nemici in "See You Again".
Babele urlò verso il cielo arrivato nei pressi dell'acqua.
《Maledetto Akaiah! Avrò la mia vendetta...sappilo. Mi prenderò la tua testa e la porterò a Satanael!》gridò prima di scomparire...
POV ANDROMEDA
《Nemici! Ci hanno avvistato!》 Calithea indicò un gruppo di anime che volavano ad armi sguainate nella loro direzione.
《Maledizione! Come hanno fatto a radunarsi così in fretta?!》
Il gruppo era composto da un demone, un angelo ed un Poltergeist, proprio come le regole prevedevano.
Non riconobbe nessuno dei tre, farli fuori non sarebbe stato un problema così grande.
《Non ne ho la minima idea ragazza! Ma ora preoccupiamoci solo di toglierceli di mezzo!》
Andromeda annuì, evocando la sua arma, arma capace di scomporsi proprio come la sua anima e trasformarsi in una frusta letale e affilata.
Il manico era nero e ripieno di spunzoni, inoltre la cosa più curiosa era un incisione che ricordava un volto umano, che nemmeno la padrona riusciva ad identificare.
Lungo il filo della spada erano presenti decine di simboli che raffiguravano vari incantesimi da poter utilizzare. L'arma era sicuramente fabbricata in ferro dello stige, un particolare materiale reperibile solo all'inferno.
Anche Calithea fece apparire la sua fedele compagna, una lunga lancia scarlatta fabbricata in titanio. La punta era divisa in tre parti, permettendo così di essere letale non solo negli affondi, ma anche negli attacchi laterali e diagonali.
Non ebbe il tempo di studiare ulteriormente la sua compagna provvisoria, in breve il demone avversario le si piazzò davanti impugnando un lungo scudo da sommossa, uno di quelli utilizzati dai militari.
Subito la caricò per stordirla, ma Andromeda si spostò leggermente colpendo l'avversario con un calcio.
Il Poltergeist infierì con una stoccata che venne prontamente intercettata dalla scudo ma decise di non arrendersi, continuando ad attaccare in tutti i modi e venendo continuamente schivata o parata da quello scudo.
《È tutto inutile mia cara》il demone scoppiò a ridere
《È impossibile valicare la mia difesa con questo scudo》
Andromeda cominciava a essere stanca, essersi buttata a capofitto senza una strategia e sprecando fiato si era rivelata una pessima tattica.
《Lo...vedremo》sputò quasi quelle parole fissando il nemico.
Lo aveva studiato.
Adesso sapeva perfettamente come sconfiggerlo.
Attaccò, calando la spada in direzione della sua testa e il ragazzo alzò lo scudo per pararlo ma la spada...si divise proprio come una frusta, eludendo così la sua difesa e...tranciandogli nettamente la testa, che cadde in mare aperto insieme al resto del "corpo".
"Devo...riprendere fiato un attimo"
Sussurrò dando uno sguardo al combattimento della rossa, che se la stava cavando egregiamente, il suo avversario era armato di un pugnale, cosa che rendeva particolarmente difficile avvicinarsi a qualcuno armato di lancia.
Il suo avversario, un angelo dalle candide ali e dai tratti evidentemente femminili provò a far confondere Calithea, passandosi il coltello da una parte all'altra, avvicinandosi lentamente e questo risultò fatale.
La rossa approfittò di un momento esatto in cui il pugnale era ancora in aria per scagliare la lancia come se fosse un pugnale, trafiggendo alla perfezione il povero angelo a cui sparirono le ali e che cominciò a precipitare dopo che Calithea ebbe fatto tornare indietro la sua arma grazie ad un incantesimo di possessione.
《Grande!》gridò l'albina, che aveva dimenticato un dettaglio fondamentale, pensando già di aver vinto.
"Non vedo il terzo. Dov'è?"
Quando si accorse dell'errore era già troppo tardi.
Il fantasma comparve alle sue spalle pugnalandola con un colpo secco.
《M....maledetto》
Ebbe appena il tempo di sussurrare mentre anche lei sentiva il proprio corpo affondare dentro al mare...
ANGOLO AUTORE
BUONGIORNO GENTE!
Spero che per il momento questo esperimento vi stia piacendo, non facevo una storia ad oc da moltissimo tempo e ancora non mi sono riabitutato del tutto ai ritmi ma sto dando il meglio.
Parlando un po' del capitolo che dire, Babele si è rivelato ancora più pericoloso di quanto si credesse e per Andromeda i giochi sembrano essere finiti.
Forse.
Naomi sembra nascondere un oscuro segreto, con il suo improvviso cambio di personalità, ma potrete scoprire altro...solo continuando a leggere!
Detto ciò prima di lasciarvi volevo ringraziare
-ImMaoko-
Per la realizzazione della copertina di questa storia!
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