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«Non ci posso credere. Come andremo avanti?» Piangevo, il cuore pesante e confuso, le lacrime che scivolavano lungo le guance. La mia voce era rotta dall'angoscia, e la mia mente sembrava avvolta in una nebbia densa e impenetrabile.

«È tutto così... difficile da accettare,» rispose lui, cercando di mantenere la calma, ma il turbamento nei suoi occhi tradiva la sua angoscia. La sua espressione era un misto di shock e frustrazione, e i suoi gesti nervosi tradivano un'interiorità in subbuglio.

«Mi sento persa, come se tutto fosse fuori controllo,» dissi, il mio respiro affannato mentre cercavo di trattenere il pianto. «Non so cosa fare, non so cosa aspettarmi. Non so cosa voglio io, cosa vuoi tu.»

«Non lo so. Non ho mai affrontato qualcosa del genere prima. Non ti conosco, non so chi tu sia,» disse, la voce pesante e intrisa di rabbia e confusione. Il peso delle sue parole era palpabile, ogni parola sembrava un macigno che gravava sui suoi e sui miei sentimenti.


Senza esitazioni, Carmen prese sotto il braccio il ragazzo riccioluto e si diresse sicura verso il bar, trascinando con sé tutto il gruppo. La sua risata squillante copriva quasi il ritmo della musica, mentre il ragazzo la seguiva con un sorriso divertito e complice.

Anche Clara e Laura non persero tempo. Laura, con il suo solito fare spigliato, si era avvicinata a Pedri. Clara, invece, non si fece pregare troppo e puntò Baldé, con il suo sorriso smagliante e l'atteggiamento sicuro. Pablo, invece, era più riservato. Si allontanò di qualche passo, cercando di evitare l'intensità del mio sguardo, e si diresse verso Fermin Lopez, che lo aspettava vicino al bancone. Mi sistemai i capelli dietro l'orecchio, cercando di mantenere una parvenza di disinvoltura, ma dentro di me sentivo un tumulto. Mi chiedevo cosa stesse passando per la sua mente.

Decisi che la serata si stava muovendo troppo lentamente. Dovevo fare qualcosa per liberarmi di quell'agitazione che mi aveva catturata. Presi la mia sangria dal bancone, il liquido rosso che scintillava sotto le luci stroboscopiche. Carmen, con il suo solito occhio attento, l'aveva ordinata per me, sapendo esattamente cosa mi piaceva.

Corsi verso Elena, che già dominava la pista con la sua energia travolgente. Ballare con lei era pura libertà: i nostri movimenti sincronizzati attiravano gli sguardi, il twerk spinto, mentre la musica dissolveva ogni pensiero. Scendevo giù al ritmo della musica, il mio sguardo fisso su Pablo. Stanotte, avrei fatto in modo che fosse mio. Sapevo che, se volevo ottenere ciò che desideravo, avrei dovuto prendere l'iniziativa. Lui e il suo amico si erano sistemati a bordo pista, immersi nei loro drink, lontani dalla frenesia del ballo.

Il ritmo pulsante di "Perra del futuro" riempiva il locale. Avanzai verso Pablo con un mix di determinazione e sensualità, le mie curve si muovevano al ritmo della musica, accentuando ogni movimento con uno scopo preciso. Quando ero abbastanza vicina e iniziai a muovermi contro di lui, i miei fianchi si accoppiavano ai suoi, e mantenni la mia bocca a pochi centimetri dalla sua. Mi mise le mani sui fianchi, scendendo lentamente e attirandomi verso di sé. Mi girai di schiena mentre le casse iniziavano a riprodurre "Yo Voy", e il ritmo pulsante mi avvolse. Sentivo il suo ventre premere contro il mio, le sue mani che scivolavano lungo il mio corpo con una sensualità palpabile. Anche se non ero nuova a serate del genere, c'era qualcosa di magnetico in lui che mi attirava irresistibilmente. Non era solo il suo status o la fama, ma una fascinazione più profonda, quasi proibita. Nella mia mente, avevo creato una tela immaginaria su cui disegnavo ogni suo pregio, difetto e paura. Ogni volta che lo vedevo, quest'opera si evolveva, un intreccio di realtà e fantasia che non conosceva limiti. Sapevo quanto fosse folle, ma la nostra mente è un regno libero, un luogo in cui creare ciò che desideriamo. Ogni suo sguardo o gesto ispirava storie e dettagli che colmavano la mia curiosità irrequieta. La tensione tra il reale e l'immaginato alimentava il mio desiderio, e mentre la musica ci avvolgeva, il confine tra fantasia e realtà diventava sempre più sottile.

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Pacha Playlist

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