28

Le sue mani erano salde sui miei fianchi, guidandomi su di lui, penetrandomi profondamente, mentre il suo respiro caldo si mescolava ai miei gemiti soffocati.

«Ah, Mami... tú eres increíble.» sussurrò Pablo con voce roca, il suo viso a pochi centimetri dal mio. Mi afferrò la testa facendola oscillare al ritmo delle sue spinte. «Te quiero toda.» Poi mi succhiò il collo.

Le mie mani si aggrapparono ai suoi capelli, mentre, con energia e forza, mi premevo contro di lui.

«Más fuerte, sí, papí.» lo guardai negli occhi. I nostri sguardi si incrociarono, supplicandosi reciprocamente di appartenersi, di sentirsi l'uno dell'altro.

Lui obbedì. Le sue spinte divennero più intense, il suo ritmo più rapido, fino a quando entrambi raggiungemmo il nostro culmine, i nostri corpi tremanti all'unisono in un'esplosione di pura estasi. Crollai sulla sua spalla, il suo respiro pesante contro il mio collo, mentre le sue mani si rilassavano, accarezzandomi dolcemente.

Pablo sollevò la testa, il viso ancora arrossato, ma con un sorriso soddisfatto che mi fece sciogliere. «Buenos días, mi amor.» disse, ancora affannato, posandomi un bacio leggero sulle labbra.

Risi piano, ancora senza fiato. «Se tutti i buongiorno fossero così…»

Ci sdraiammo l'uno accanto all'altro, cercando di recuperare il fiato. Ma non ci fu nemmeno il tempo di rilassarci che Diego iniziò a piangere dall'altra stanza.

«Vado io. Tanto deve mangiare.» dissi, alzandomi dal letto. Andai a prendere Diego, ancora un po’ agitato, e tornai con lui tra le braccia. Mi sistemai accanto a Pablo e iniziai ad allattarlo.

«Mangia tutto, piccolo.» gli sussurrai con dolcezza. «Devi metterti in forza. Domani dobbiamo fare il tifo per il ritorno di papà.»

Pablo sorrise, il suo sguardo si fece più dolce. «A proposito, mami.» disse con tono leggero. «Te la sentiresti di fare una foto con la mia famiglia dopo la partita? Me l’ha chiesto la squadra. Una roba per i social, sai, per empatizzare con i tifosi.»

Alzai lo sguardo verso di lui, un sorriso beffardo comparve sulle mie labbra. «Perché non dovrei? Vorresti Ana vicino a te?»

Pablo rise ma scosse la testa. «Tu non l'hai ancora superata.»

«Sto scherzando, Pablo.» risposi, cercando di non ridere a mia volta.

«Lo so.» disse, avvicinandosi per accarezzarmi una gamba. «Ma sei ancora gelosa di lei. È il passato, mami. Un passato terribile, tra l’altro. E comunque, dopo come l’hai aggredita, penso che anche io avrei paura di te.»

Scoppiammo a ridere entrambi. «Va bene.» dissi alla fine. «Faremo la foto insieme. Non voglio dubitare più di me stessa. E poi, come potrei dire di no a una foto con questo faccino dolce?» aggiunsi, baciando e coccolando Diego, che sembrava già più tranquillo.

Pablo si avvicinò per baciarci entrambi sulla fronte, la sua presenza che mi dava quella sensazione di completezza. «Siete tutto per me.» sussurrò.

Diego si addormentò lentamente tra le mie braccia, con il suo piccolo viso sereno. Lo posai delicatamente nella culla accanto al letto e mi girai verso Pablo.

Lui mi guardava, appoggiato ai cuscini, con un sorriso rilassato sul viso. «Senti, lo so che questi ultimi mesi non sono stati facili. Ma domani, quando tornerò in campo, voglio che ci siate tu e Diego sugli spalti. Voglio guardarvi e sapere che tutto quello che ho fatto, lo faccio per voi.»

Mi avvicinai a lui, infilandomi sotto le coperte. «Ci saremo, Pablo. Io e Diego saremo lì, con i nostri cuori che battono per te.»

Lui mi prese una mano, stringendola con dolcezza. «Gracias, mami. Non so cosa farei senza di te.»

Con Diego che dormiva accanto a noi nella sua culla, e Pablo che mi stringeva a sé, un pensiero improvviso attraversò la mia mente. Mi avvicinai al suo orecchio, il mio tono basso e seducente. «Che ne dici di una doccia insieme? Non vorrei stancarti troppo per domani.» sussurrai, mordendogli delicatamente il collo.

Pablo si fermò per un istante, poi sorrise con quel suo sguardo pieno di malizia. «Sarò io a stancare te, mami

In un attimo si alzò e mi prese in braccio, senza lasciarmi il tempo di reagire. Scoppiai a ridere mentre mi portava verso il bagno, con gli occhi che brillavano di complicità.

L’acqua calda scorreva, avvolgendoci in una nuvola di vapore. Le sue mani percorrevano il mio corpo, mentre i nostri sguardi si intrecciavano. Non c’erano dubbi, né insicurezze. Solo noi due, immersi in un momento che era solo nostro.

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