Kapittel Elleve

Erano passati alcuni giorni ed era arrivato il fatidico giorno. Dire che Haralda fosse euforica sarebbe stato un eufemismo. L'aveva tartassata tutta la mattina riguardo all'outfit che avrebbe scelto. Fin lí non c'era nulla di sconvolgente, ma il problema arrivó quando la bionda spostó l'attenzione sull'amica. Oh quello si che era un problema. Thodis sapeva quanto fosse testarda l'amica e fin dove si sarebbe spinta per farle indossare uno dei suoi magnifici vestiti scosciati.

La madre della bionda lavorava per una stilista molto famosa che a volte le proponeva di portare a casa dei vestiti nuovi per la figlia e per lei. Era una donna dolcissima e talentuosa. Molte volte era successo che Haralda regalasse alcuni di quei vestiti troppo osè alla mora e che questa li sotterrasse nell'armadio. Non era proprio a suo agio con dei vestiti troppo importanti, ma non poteva negare che le piacessero da impazzire. A volte le capitava di provarseli in camera sua giusto per sfizio, ma poi non aveva mai avuto il coraggio di indossarli a qualche festa.

"Oh andiamo T! Guarda che mi offendo se sta volta non lo metti! Ti sta da favola e tu non te ne rendi nemmeno conto! Uno spreco di bellezza!"

"Bhe tu mi vedi così perché mi vuoi bene...non è detto che sia veramente così..."

"Non ricominciare con la tua bassa autostima perché mi incazzo sul serio! Sei una bomba amica, credici..." concluse Haralda con un dolce sorriso dipinto sulle labbra.

Thodis così rimase in silenzio per qualche secondo. Insomma cosa sarebbe potuto succedere? Nessuno avrebbe badato a lei e poi la festa sarebbe stata all'aperto quindi avrebbe potuto indossare sopra la giacca.

Rimuginò un poco prima di comunicare alla bionda che sí la sera avrebbe indossato uno dei vestiti che le aveva regalato mesi prima. L'amica euforica e sprizzante di gioia la investí con uno dei suoi soliti abbracci spacca-ossa.

"Non te ne pentirai T, te lo prometto!"

Cosí corse veloce verso la fermata dell'autobus che stava giusto arrivando. Thodis sorrise tra sè e sè rendendosi conto però di non sapere dove si sarebbe tenuta di preciso la festa. Incontrò fortunatamente Mathias che subito le sorrise raggiante.

"Ciao Thodis, tutto bene?"

"Si tutto bene grazie, e tu?"

Dopo poco arrivarono a parlare del party e lei colse la palla al balzo per domandargli la location.

"Bhe è vicino all'erboristeria con i muri verdi in una piccola veranda...sai quella vicino al boschetto?".

Ora era tutto chiaro. Ma come avrebbe potuto indossare un vestito del genere in un posto ventoso e fangoso come quello? Con un sospiro si congedó e salutò Mathias con un altro bel sorriso.
Thodis passò il pomeriggio a portarsi avanti con i compiti e a guardare la strana serie tv che aveva cominciato con la nonna. Mancava poco alla fatidica festa e la mora era tranquilla. Tranquillissima. Ma chi voleva prendere in giro?

Si depiló e poco dopo era pronta. Era agitata e le sudavano le mani. Continuava a pizzicare il bordo inferiore del vestito verde smeraldo. Non era il più corto che le aveva regalato la bionda ma di sicuro era il più bello. Era un tubino aderente a maniche lunghe. Nonostante da fuori sembrasse scomodo e pungente a causa dello sbrilluccichio dentro era comodo e morbido . Non era così male in fondo. Si mise i suoi adorati anfibi che cozzavano perfettamente con l'outfit dandole un'aria da spavalda.

Indossò un semplice cappotto nero con una sciarpa del medesimo colore e uscí. -Stai calma- si ripeteva, -sarà una normale serata e ti divertirai-. Poco dopo arrivó la macchina del padre di Haralda con lei nel sedile del passeggero. L'uomo diede un delicato tocco al clacson e Thodis si precipitò verso le porte posteriori. Salendo fu accolta da un piacevole tepore dovuto al riscaldamento della vettura. In meno di dieci minuti erano arrivate. Non era brutto il posto.

In primo luogo si notava un tendone enorme chiuso con dentro luci abbaglianti e musica a palla. Fuori invece l'aria pungente fece arrossire le gote delle due ragazze. Appena dentro Haralda presentò molti suoi amici del club di nuoto all'amica, che si divertí fin da subito. Erano tutti molto simpatici e arrivó il momento in cui la bionda e Thodis si diressero presso il tavolo dei drink. Non era un'esperta è così si affidò all'amica che le porse due shots di vodka alla pesca. Sorprendentemente era molto buona. Li bevve uno dopo l'altro.

Improvvisamente sentí una strana sensazione. Come se qualcuno la stesse osservando. Sentiva come se un cecchino le stesse puntando la canna del fucile lungo tutta la schiena. Un brivido le percorse tutto il corpo. Si sentí accaldata come non mai. -Devo calmarmi...che cazzo mi succede? Non sarà un maniaco che mi rovinerà la serata. Ho bisogno di aria, aria fresca.- Pensó di avvisare la bionda ma la vide intenta a parlottare con un bellissimo ragazzo biondo. Se non sbagliava era nella squadra di nuoto anche lui. Ora capiva perché era sempre così felice di andare agli allenamenti... va be si sarebbe arrangiata, tanto si sarebbero viste dopo poiché la mora sarebbe dovuta rimanere a dormire da Haralda.

Così si incamminò veloce verso l'uscita nella veranda. Appena mise fuori un piede sentí la suola dell'anfibio sprofondare dentro la terra umida circostante. Respiró a pieni polmoni. Chiuse gli occhi e alzó la testa al cielo. Ed ecco che la sensazione di prima si fece di nuovo strada in lei. Rabbrividí ma sta volta il cuore prese a battere velocemente. Era euforica e non sapeva nemmeno perché. Si voltó d'istinto verso il bosco alle sue spalle. Trattenne il respiro. Ancora lui. Non poteva essere. Era il ragazzo dell'altra volta. Involontariamente fece scorrere gli occhi lungo la sua figura e lo trovò vestito , appoggiato con una spalla ad un albero. Era bellissimo e toglieva letteralmente il fiato. Era serio. Fin troppo. Si sentí accaldata e subito le si imporporarono le gote.

Scorse un accenno di sorriso sulle labbra del giovane. -Che cosa vuole questo tizio da me?- le venne da pensare. Si mise sulla difensiva e si voltò di nuovo dandogli le spalle pensando che ignorandolo magari se ne sarebbe andato. Era della scuola? Impossibile non lo aveva mai visto nei corridoi. Poco dopo peró sentì un pezzo di legno scricchiolare e percepí un buonissimo profumo invaderle i sensi. Fece per girarsi ma due mani le afferrarono con decisione e delicatezza i fianchi.

Si immobilizzò istantaneamente. Un briciolo di paura le scorreva nelle vene.

"Chi sei?" chiese al giovane con voce tremante.

Non ottenne una risposta ma sentí il petto dell'uomo avvicinarsi alla sua schiena e poco dopo il suo respiro sul collo. Appena le labbra del giovane entrarono in contatto con il collo della ragazza, lei emise un pesante sospiro. Subito si sentí andare a fuoco. Il giovane le stava baciando delicatamente tutto il collo fino ad arrivare al lobo destro. Arrivato lí Thodis sentí che anche lui aveva il fiato corto. Prima che riuscisse solo a pensare a qualcosa di razionale sentí che le labbra del ragazzo si chiudevano sul suo lobo. Succhió forte e la mora non riuscì a trattenersi da emettere un flebile gemito.

Le mani del ragazzo la tirarono più a sè e lei potè sentire il calore di quel misterioso personaggio. Dalla gola di lui uscí un basso e roco mugolió che ebbe una reazione inaspettata sulla ragazza. Thodis non riusciva ad allontanarsi da lui, ma non per la forza fisica poiché il tocco del ragazzo era gentile , piuttosto per quella di volontà. -Ma che cazzo mi succede? Chi è questo? Cosa sto facendo? Merda. Merda. Merda.- La ragazza non aveva mai avuto a che fare con dei coetanei in questo modo. Non aveva mai nemmeno baciato un ragazzo, figuriamoci trovarsi in una situazione del genere. Era imbarazzata e sconcertata.

Aveva il ventre in ebollizione e il respiro accelerato. Spalancó gli occhi quanto sentí l'eccitazione del ragazzo premere contro il suo fondoschiena. -Oh dio santo!- Lui peró non voleva forzarla in nessun caso. Non voleva nemmeno arrivare a tanto, ma quando l'aveva vista con quel vestito non era riuscito a resistere dall'avvicinarsi. Lei era destinata a lui dopo tutto. Quando l'aveva sentita gemere tutto il sangue era affluito al suo basso ventre e non aveva potuto fare a meno di compiacersi per l'effetto che aveva su di lei.

L'aveva trovata finalmente. Si riavvicinó all'orecchio della ragazza davanti a sè.

"Solo io posso farti questo. Solo io. Njord.", con queste parole rafforzó di poco la presa sui fianchi di Thodis spingendosela un'ultima volta addosso prima di scappare velocemente nel bosco.

La ragazza si voltó paonazza in viso. Cosa era appena successo? Meglio non pensarci. Assolutamente. Poco dopo tornó dalla bionda che intanto aveva liquidato il biondo. La stava aspettando e mentre lei le raccontava della bellezza del nuotatore lei non riusciva a far altro che a pensare al ragazzo del bosco.

Njord.
Ma chi era?

<Buonasera ragazzi!!!

Spero stiate tutti bene e che vi stia piacendo la storia!

Se vi ha entusiasmati il capitolo lasciate una stellina!🌟
C.🍄>

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