Hermanita




Benvenuti a tutti i lettori a questo nuovo capitolo della storia. Non avevo previsto che il racconto prendesse una piega gialla ma spero che piaccia. La trama ha dei punti fermi ma i personaggi vanno per le loro idee, così non so cosa verrà fuori. Io ringrazio tutti coloro che mi hanno letto finora e i voti che ho ricevuto. Spero di essere all'altezza delle vostre aspettative.


HERMANITA

Ester si riprese rapidamente dalla storta e, sebbene non avesse ancora superato l'accaduto, aveva iniziato a mettere da parte quegli eventi.Si disse che quegli incubi avrebbero potuto popolare i suoi sogni ma alla notte sarebbe seguito il giorno e, alla luce del sole, non potevano farle del male...e poi si ritrovò a sorridere scioccamente.

Hermanita aveva detto la duchessa.

Come sua sorella Soledad, quando vivevano insieme.

-Siete molto felice, signorina Escobar?-domandò la cameriera, mentre le pettinava i capelli.

Ester ci pensò su. Lo era? -Sì- disse, dopo qualche momento. Quando era giunta nella grande casa del duca di Mc Stone aveva dubitato che un simile evento fosse possibile. La duchessa era una creatura silenziosa e riservata, tanto da farle temere che non avrebbe mai potuto trovare in quella casa alcun conforto...e invece era stata costretta a ricredersi. Pur mantenendo il medesimo riserbo degli inizi, aveva iniziato a percepire lo stesso calore di un tempo. Le venne spontaneo confrontare quell'affetto con l'amicizia che aveva sentito per Jane e si rese conto della spaventosa differenza che vi era tra quei due rapporti. Jane era stata una compagnia nata dalla necessità e dal desiderio di non rimanere sola. Quel pensiero la allontanò in parte dal dolore provato di fronte alla scoperta che la sua compagna di stanza avesse reso pubbliche le sue confidenze. Forse si stava allontanando dalla delusione o, forse, stava semplicemente riprendendo a muoversi.

La spazzola scivolava piano tra le ciocche, separando i capelli.

Non era un'attività piacevole per Ester, dal momento che possedeva dei capelli mossi ma si era dovuta adattare, come per molte altre cose.

Si ritrovò a benedire la sorte per averle assegnato una cameriera dalla mano così delicata. Non sempre aveva ricevuto una simile fortuna, come aveva avuto modo di sperimentare. -La duchessa dov'è?-domandò.

-Sua Grazia ha concluso le sue preghiere e adesso è nel suo studio ascrivere delle lettere.-rispose Mary.

-A chi scrive?-chiese.

-In primo luogo, alla famiglia Mc Stone che vive in Scozia. Poi vi sono alcuni conoscenti a Londra nell'ambasciata, grandi amici del defunto duca, con i quali ha rapporti molto amichevoli. Infine, non mancano degli esponenti della corte. La duchessa ha accompagnato il suo consorte in molte occasioni ed ha avuto modo di conoscere persone influenti. Il loro elenco è molto lungo, però. Non saprei rispondervi più dettagliatamente.-fece, continuando a pettinarla.

Ester ci pensò su. -Pensate che sia così arduo essere una duchessa?-domandò, non paga della sua curiosità.

Mary le sorrise benevola. -Temo di sì...soprattutto se tale condizione non era prevista dalla nascita. Sua Grazia ha ricevuto questo dono in modo inatteso, insieme a tutti i suoi problemi.-rispose.

Ester non disse una parola. Non era pienamente soddisfatta di quelle affermazioni ma si persuase che chiedere ad una cameriera non era una scelta saggia e che non avrebbe potuto pretendere di più.

Fu con quei pensieri che si alzò in piedi e, camminando piano,raggiunse la porta del salottino che le era stato assegnato. Lo spuntino era posizionato sul tavolo: té con latte, pane con marmellata, uova sode e alcune verdure saltate. Intorno, se ne stavano due cameriere indiane, ferme ai lati del tavolo. Quella presenza la intimorì ma si persuase a non sollevare alcuna protesta.Erano le regole della casa e non poteva opporsi. Non si confaceva ad una signorina di buona famiglia,come avrebbero detto le istitutrici.

Istintivamente maledisse quel pensiero, ripetendosi che non vi era alcuna ragione per ricordare quei momenti. Il collegio era un ricordo lontano,insieme ai molteplici dispiaceri che aveva ricevuto. La aspettava un futuro roseo, grazie alla sorella che aveva appena ritrovato.

Provò a immaginarsi quali prospettive la attendevano ma non riuscì a formulare alcun pensiero. Era forse uno dei suoi limiti. Aveva sempre saputo che il suo compito era essere una buona moglie e dimostrare al mondo le migliori virtù trasmesse dal buon pensiero inglese. La drammatica esperienza del collegio le aveva dimostrato lo spaventoso grado d'inadeguatezza della sua persona, frustrando ogni desiderio di rendere fiere le persone che l'avevano affidata a quell'istituto.



Ester avrebbe ricordato quei giorni come il momento più sereno della sua vita. La duchessa le dedicava ogni momento del suo tempo,riservandole ogni forma di attenzione e consiglio. Le aveva rivelato che aveva viaggiato molto al seguito del marito, per tutta l'Inghilterra e che aveva conosciuto molte persone importanti.

-Purtroppo questo errare mi ha impedito di trovare il modo di potervi scrivere come si conviene.- si scusò, con fare dimesso alla sua silenziosa domanda.

-Sapevate che ero in collegio?-domandò Ester. Erano sedute nel salottino privato della duchessa, una sala di piccole dimensioni, dalle ampie e belle finestre.

-Ho scoperto che eravate in quella scuola molti anni dopo, quando ero la moglie del duca e come sua sposa dovevo assolvere a molti doveri.-mormorò mesta.

-Non avevo immaginato quella possibilità. Vogliate scusarmi. La mia impulsività ha agito in mia vece, rendendo le mie parole vergognose.Giuro che non volevo.-fece contrita la più giovane, sentendosi in colpa per quei pensieri e per quelle idee che non riusciva a cancellare dalla propria mente.

La duchessa scosse benevolmente il capo. -Siete la mia hermanita e vi perdono volentieri questa sciocchezza. Ricordatevi però che nel Ton questo tipo di affermazioni non è accettabile. Cercate di evitare un simile comportamento.- rispose con dolcezza.

Ester si sentì rinfrancata da quelle parole. Forse i miei errori non sono così imperdonabili si disse e crogiolandosi di quel pensiero non si avvide dell'occhiata penetrante che la duchessa rivolse alla sua cameriera.

Cari lettori e lettrici, spero che questo aggiornamento vi piaccia.Consideratelo il mio personale regalo di Pasqua. In questo periodo sto studiando, cosa che sta rallentando la stesura di questa storia.Secret Garden è una sorta di progetto di narrazione, facente parte di una saga. Il primo romanzo si intitolerà LA SCALA DEL DOLORE che devo completare. Il secondo si intitola SORRISO DI DAMA. Il terzo è SECRET GARDEN mentre vi è un quarto volume che ancora devo decidere di fare.

L'aspetto storico è per me molto importante e spero di riuscire a rispettare le caratteristiche di questo genere. La parola hermanita vuol dire"sorellina".


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