01 - Incubi e gelosie

America, 2019

Era sveglio o forse stava sognando.

Sebastian si rese conto di non essere nel suo letto. Sentiva delle voci sottofondo, c'èra qualcuno che stava pregando ed era sicuramente la voce di madre.

Aprii lentamente gli occhi e le sue pupille vennero accolte da un'atmosfera macabra e solo in quel momento si rese conto di trovarsi in una bara. Si sollevò togliendosi di dosso il velo con le scene della morte e resurrezione del signore con il quale si coprono le salme lasciando scoperta solo la testa nei funerali ortodossi. Tutti intorno a lui smisero di fare quello che stavano facendo per guardarlo e considerata la loro espressione... non sembravano contenti di vedere che stesse bene.

Sua madre era in piedi vicino al leggio e lo guardò con una smorfia di terrore e senza mormorare una parola, cadde distesa a terra.

Tutti iniziarono a gridare e le urla acute delle donne gli diedero particolarmente e tremendamente fastidio causandogli addirittura dolore ai timpani.

Era come se non avesse mai  sentito prima di quel momento. Si, era come se le sue orecchie non fossero abituate ai suoni e ai rumori.

«è opera del demonio!» urlò una donna indicandolo.

Guardò sulla parete sopra la bara in cui si trovava e notò che c'era attaccata un'immagine sacra in stile bizantino.

Il funerale era il suo. Questo l'aveva capito subito ma... lui era vivo.

Un uomo si avvicinò a lui con un ceppo infuocato «tu sei il male!» gli urlò contro, avvicinandogli il ceppo al braccio «morirari nello stesso modo in cui sono morte le streghe!»

Sebastian venne preso dalla rabbia e lo spinse via. La manica della sua maglia bianca cominciò ad andare a fuoco, così se la sfilò e la gettò a terra. Tra le urla dei presenti notò che sua madre era ancora stesa sul pavimento priva di sensi. Tutti continuarono ad urlargli contro insulti e scongiuri. Alcuni di loro stringevano dei crocifissi tra le mani puntandoli verso di lui.

Decise che doveva andare via, così corse verso la porta e scappò, scappò il più lontano possibile scoprendo di aver acquisito una velocità innaturale che non poteva appartenere agli uomini ne a nessun animale esistente su questa terra.

Cosa era diventato?

Era sicuro che fosse opera della strega. Ricordava di averla baciata anche se non volevo farlo. Lo aveva soggiogato.

Quando si fermò era lontanissimo dal villaggio e non avvertiva nemmeno un po' di stanchezza.

Si mise una mano sul petto... il suo cuore non batteva più. Era morto eppure era vivo. In realtà si sentiva più vivo che mai.

Com'era possibile?

Riescí a distinguere qualsiasi odore presente nel bosco, ogni minimo rumore tra cui battiti del cuore di alcuni...animali? Non ne era sicuro, forse erano esseri umani.

Si diresse verso quei battiti per scoprire a chi appartenessero e scoprí subito dopo averli raggiunti che si trattava di due uomini che stavano pomiciando appoggiati ad un albero.

Appena lo videro si misero sulla difensiva, probabilmente per quello che li aveva appena visti fare.

«Ehi, ragazzo...» iniziò a dire uno dei due «non devi dire a nessuno quello che hai appena visto, ti prego. Ci metterebbero al rogo o peggio...»

Sebastian sentii il battito del loro cuore che accellerava sempre di più.

«la natura ha deciso che non possiamo stare insieme, ma noi ci amiamo, capisci?» Insistette come se fosse dovuto a dargli spiegazioni. Era sul punto di piangere.

«non resterà con la bocca chiusa... è ovvio.» Sentenziò l'altro uomo «dobbiamo chiudergliela noi.»

«che...che cosa?» Balbettò l'altro «è solo un ragazzo e noi non siamo degli assassini!»

«no ma, se parla uccideranno noi. Dobbiamo scegliere... o lui o noi Andrew!»

«sento il vostro cuore che batte...» mormorò Sebastian, incurante del fatto che stessero decidendo se ucciderlo o meno «...non è normale poterlo sentire, ma io lo sento. Rintona nella mia testa e... e... io...» Una strana sensazione prese possesso di lui all'improvviso «...e io... ho voglia di...» Riusciva a sentire il sangue che pompava nella loro carotide. Quel suono era una dolce tortura per lui. «voglio il vostro sangue.» Disse con convinzione. «si, è proprio quello che voglio. Ogni cellula del mio corpo per qualche oscuro motivo lo brama.»

Non appena pronunciò quella frase si svegliò. Non era la prima volta che gli capitava di sognare il giorno del suo funerale e quello che era successo dopo.

Si sollevò dal letto ed uscì di casa dopo aver fatto una doccia.

Quando arrivò a destinazione entrò nel locale di una sua vecchia amica.

Si avvicinò al bancone e una ragazza dai capelli neri gli chiese cosa volesse da bere con uno sguardo da teladareiinquestoprecisoistante.

«in realtà sono qui per parlare con la proprietaria di questo posto.» disse appoggiando i gomiti sul bancone «puoi dirle che un suo vecchio amico è qui per vederla e parlare con lei?»

«vado subito a chiamarla...» disse la ragazza mordendosi il labbro inferiore.

Dopo pochi istanti la testa bionda e riccia di Kirsten fece capolino da una delle stanze del locale.

Alla vista di Sebastian si irrigidii e le si sarebbe gelato il sangue nelle vene se fosse stata ancora viva.

Andò lentamente verso di lui che la stava aspettando con un ghigno sul volto.

«che cosa vuoi ancora da me, Sebastian?» chiese con voce tremante.

«per ora niente. Sono venuto qui per salutarti e per dirti che da oggi mi vedrai molto spesso. Spero ti faccia piacere.»

«oh si...» rispose lei sarcasticamente «il cuore mi si riempie di gioia al solo pensiero.» Nei suoi occhi color ghiaccio si poteva scorgere un po' di... paura.

«non avevo dubbi.» Disse con un sorrisino da schiaffi.

«scusa Kirsten, puoi versarmi del Gin Tonic?» Chiese all'improvviso una ragazza dai capelli biondo ramato e gli occhi color miele. Era bella.

Entrambi la guardarono.

«scusate! Vi ho interrotti, vero?» Chiese mortificata «sono una maleducata!»

«no tranquilla.» Rispose subito Sebastian «Kirsten, dalle pure il suo Gin Tonic. Offro io.»

La ragazza lo guardò imbambolata «oh, ti ringrazio...»

«di nulla...» Disse lui consapevole del fatto che aveva fatto colpo su di lei.

«Sebastian, piacere...»

«Emily...» mormorò lei stringendogli la mano.

Passarono un po' di tempo a chiacchierare e Kirsten stranamente non sembrava contenta della cosa.

Vide in pista Will che ballava con Amanda «Emily, forse dovresti raggiungere i tuoi amici...»

Emily si girò a guardarli e vide che stavano ballando mentre Will lanciava sguardi strani verso di lei.

«ma no, si stanno divertendo. Probabilmente non si sono nemmeno accorti della mia assenza.»

«certo, come no...» mormorò Kirsten.

«stavate insieme per caso?» domandò improvvisamente a entrambi che la guardarono sorpresi. Sebastian si mise a ridere. «no, ma ci conosciamo da molto.» Ammise.

«cosa ti fa pensare che stavamo insieme?» Strillò Kirsten.

«sembri infastidita dal fatto che stiamo parlando...» ammise Emily un po' imbarazzata. Il tutto sotto lo sguardo divertito di Sebastian.

«non è come pensi, fidati.» Disse prima di lasciarli soli lanciando un'ultima occhiataccia a Sebastian.

«si è fatto tardi. Devo andare.» Disse Amanda guardando l'orologio «domani devo alzarmi presto!»

«ok, vediamo se anche Emily vuole andare via...»

«Will... forse è il caso che la lasciamo in pace a parlare con quel ragazzo, non credi?»

«Amanda, mi meraviglio di te!» esclama Will con il viso paonazzo «lo hai mai visto? Lo conosci? E se è uno stupratore o un serial Killer?»

Amanda alza gli occhi al cielo esasperata «se dipendesse da te, saresti l'unico ragazzo con cui Emily parlerebbe»

«ok, hai ragione. Andiamo ad avvisarla che stiamo andando via.»

Amanda annuisce e si dirigono verso di lei.

Will bussa leggermente sulla sua spalla e lei si volta cambiando espressione.

«scusa se ti disturbiamo...» Disse Will facendo cadere per un attimo gli occhi su Sebastian prima di riportarli nuovamente su di lei «volevamo solo avvisarti che stiamo andando via. Tu, cosa vuoi fare?»

«se ti va puoi restare un altro po' a chiacchierare con me e poi ti riaccompagno io a casa.» Propose Sebastian senza darle il tempo di rispondere e lei sembrò molto contenta della proposta.

«dai non fare quella faccia!» esclamò Amanda mentre entrarono in macchina «lo sai che tra te e lei... insomma... lo sai.»

«si, lo so.» rispose Will guardandola male.

«non hai notato che Kirsten ti mangia con gli occhi ogni volta che ti ha davanti?»

«oh per favore Amanda! Pensi di consolarmi così? Insinuando che una ragazza bellissima e più grande di me voglia portarmi a letto? Ritenta!» Esclamò stringendo le mani intorno al manubrio.

«dico sul serio. Anche Emily se ne è accorta. Sei tu l'unico cieco della situazione.»

«certo...» mormorò mettendo in moto la macchina.

Dopo aver lasciato Amanda a casa, Will era combattuto se andare a casa o ritornare al locale da Emily. E con grande fortuna per la sua dignità optò per la prima.

Spero che il prologo e questo primo capitolo vi siano piaciuti...♡

Alla prossima!

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