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Cavalcai tutta la notte cercando di orientarmi con le stelle,
ormai potevo vedere in lontananza l'alba che si faceva spazio tra le nuvole del mattino, davanti a me vidi un villaggio dove avrei potuto riposare.
i miei occhi stanchi iniziarono a chiudersi e il mio corpo ormai aveva perso le forze.
Decisi di fermare il cavallo e saltai giù.
A passo lento con le ultime forze che avevo in corpo decisi di bussare alla porta di una casa, pregando che qualcuno mi aprisse.
Dopo svariati tentativi, la porta si aprì e una donna mi guardò preoccupata.
-"Oh povera ragazza...-"
mi posò una mano sulla guancia, e io lentamente chiusi gli occhi svenendo tra le sue braccia.
Mi svegliò la luce dei raggi del sole penetrati nella stanza.
Rimasi a contemplare quel silenzio finchè non si aprì la porta della stanza.
-"Ti sei svegliata, come ti senti?"-
La donna che mi aveva soccorso mi sorrideva e vidi che aveva tra le mani dei vestiti.
Mi accorsi subito di non avere nulla addosso.
-"Ecco, questi sono i tuoi vestiti mi sono permessa di lavarli"-
Mi guardai attorno e vidi che mancava una cosa fondamentale.
-"La mia armatura..."-
-"Ah si, la stanno lucidando per bene, mentre il tuo cavallo sta riposando nel retro-"
la donna mi porse i vestiti.
-"Ti aspetta un bel bagno caldo di sotto ragazza"-
-"Barbara, il mio nome è Barbara"-
-"Barbara, è davvero un bellissimo nome-" disse lei strizzando l'occhio.
-"La ringrazio signora-"
L'acqua calda mi riportò alla mente il pensiero delle battaglie passate e i pericoli che avevo affrontato, ogni giorno poteva essere l'ultimo ma ero nata per combattere e sopravvivere ogni volta era il mio ringraziamento personale.
dopo essermi lavata per bene mi vestì e per un attimo mi fermai davanti allo specchio.
I miei lunghi capelli color mogano mi ricadevano sulle spalle bagnandomi la veste, i miei occhi nocciola erano riposati e le labbra carnose serrate in una espressione seria feci scivolare su per le cosce i pantaloni e mi infilai i miei stivaletti.
a passo svelto mi diressi alla porta da dove ero entrata ore prima.
Fui nuovamente investita dalla luce dei raggi del sole e decisi di farmi ombra con il braccio, abituandomi alla luce misi a fuoco le cose intorno a me.
Rimasi a bocca aperta, quando realizzai dove mi trovavo.
mi passarono davanti paesaggi di foreste alberi e altre case dalle quali uscivano bambini che si rincorrevano giocando, e fabbri che lavoravano le spade e le armature donne che stendevano i panni e ragazzi della mia stessa età che si occupavano dei cavalli e altri che si allenavano con la spada.
Poi alzai lo sguardo e le mie iridi nocciola brillarono alla vista della maestosa montagna che si elevava vicino al villaggio.
La mia contemplazione finì quando una voce richiamò la mia attenzione
-"Hei ragazza, la tua armatura e la tua spada-"
Un fabbro mi fece cenno di avvicinarmi e così feci.
-"Ho notato che la tua armatura non era in buonissime condizioni e ho deciso di occuparmene"-
La mia armatura sembrava come nuova.
-"Benvenuta nel villaggio sotto la montagna-"
A quelle parole il mio cuore incominciò a battere più forte e il mio animo si sentì improvvisamente carico di forza nel mio viso si dipinse un sorriso e decisi di far uscire dai miei occhi calde lacrime.
-"Eh ora perchè piangi ragazza?" disse il fabbro preoccupato
-"La ringrazio, signore...grazie"-
Mi mise una mano sulla spalla e rise piano.
Si avvicinarono dei bambini curiosi e mi sorrisero io mi asciugai le lacrime, mi ritrovai a pensare questa volta che finalmente avevo trovato un posto dove rimanere e che lì avrei trovato persone per cui valeva la pena combattere e che avrei protetto, rischiando la mia vita.
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