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Sara stringe al petto una bambina castana che piange come una dannata.
«Sara...» riesco a dire fissandola.
«Sam! Tu che cazzo ci fai qui?» ringhia lei, passando la bambina a quello che suppongo sia il padre e irrigidendosi visibilmente, è sulla difensiva o forse dovrei dire sul piede di guerra.
Si avvicina a me, poi fissa suo padre negli occhi «Babbo che sta succedendo? Che ci fa lui qui? Se ne deve andare... SUBITO, altrimenti me ne vado io» chiede arrabbiata.
«Amore dai, rilassati. Nessuno se ne va da nessuna parte, Sam sta cercando Viola, pensavo che tu potessi aiutarlo...» dice speranzoso Filippo.
«Io?» e scoppia a ridere «Sei impazzito? Io non lo aiuterò mai, nemmeno se sapessi dov'è Viola. Se lei se n'è andata un motivo ci sarà e se non vuole essere trovata non sarò di certo io a condurlo da lei, ho già fatto quest'errore una volta. Lo sai bene Sam, no?» dice fissandomi in cagnesco.
«Quindi. Tu sai dov'è? Ti prego Sara, lasciami spiegare...» dico mortificato.
«Ma spiegare cosa? Ti ha visto, stavi baciando la tua ex fidanzata che per di più è incinta di tua figlia, ma cosa vuoi spiegare... torna dalla tua famiglia e lasciala... anzi lasciaci in pace» ride lei.
«Ragazzi, è pronta la cena» dice seria Clotilde, fissandomi seria.
«Mamma io non ho più fame» ribatte Sara.
«Ora te zitta e buona ti metti a tavola con la tua famiglia, hai capito Sara Paradisi? Non voglio ripetermi» e apre le porte della sala da pranzo.
Mi passo nervosamente le mani nei capelli, sarà una lunga serata... forse non sarei dovuto venire da Filippo.
«Ciao, non ci hanno presentati. Sono Edoardo, il futuro marito di Sara» mi dice avvicinandomi l'uomo che tiene in braccio la piccola e che mi sorride tranquillo con i suoi occhi nocciola.
«Ciao, Sam... ma credo tu lo sappia già» riesco a dire.
«Scusala, è super protettiva nei confronti di Viola. Ti ascolterà prima o poi, te lo prometto. È testarda ma non è stupida» commenta dandomi una pacca sulla spalla.
Sospiro e lo seguo nella sala da pranzo.
Sara mi fissa per tutta la cena in cagnesco, mentre la sua bambina mi sorride indicandomi ogni due minuti, credo sia attratta dai tatuaggi sulle mie braccia.
«Quindi Sam dove alloggi in questa tua permanenza fiorentina?» mi chiede Edoardo mentre Clotilde sta entrando con il dolce a fine cena.
«Starà nel nostro appartamento in Ponte Vecchio» risponde Filippo per me.
Vedo Sara sbiancare, la osservo attentamente. Spero che si tradisca dandomi qualche indizio.
«Stai scherzando babbo? Quella è casa di Viola... Io... Sc... scusatemi, credo di dover cambiare Aurora» dice alzandosi, ma lasciando la bambina sul suo seggiolone «e devo cambiare aria in questa stanza è diventata irrespirabile» sussurra andandosene.
La seguo con lo sguardo e la vedo prendere il telefono in soggiorno, sparisce dalla mia visuale e torna poco dopo con un pannolino.
Prende Aurora dal suo seggiolone ed esce dalla stanza.
«Mi sembra un'ottima idea, è vuoto da troppo tempo» ribatte Clotilde.
Edoardo mi sorride facendomi l'occhiolino, cosa sta succedendo? Cosa mi sto perdendo?
Mi alzo di scatto «Scusatemi» dico uscendo dalla stanza e iniziando a cercare Sara. Devo parlare con lei.
Sento piangere e strillare Aurora, così seguo la sua vocina e la trovo al piano di sopra.
«Che cazzo vuoi Sam? Vattene» mi ringhia di nuovo.
«Sara ti prego mi fai spiegare» dico mesto.
«Non ti voglio ascoltare. Cosa non ti è chiaro? Sei un cazzo di intruso in casa mia, mi hai teso un agguato e questo mi fa incazzare ancora di più».
«Hai sentito solo una versione della storia, non ho diritto nemmeno a dirti la mia?» rispondo incazzato.
«No, non ce l'hai. Lei è mia sorella, MIA SORELLA, è la sua l'unica versione che mi interessa» urla «non voglio sentire le tue scuse o le tue stronzate, ok? Tanto non ti crederei comunque» conclude seria.
«Io la amo Sara, la amo più di tutto» dico in sussurro arrendendomi all'inevitabile convinzione di averla persa per sempre.
«Lei non più, dimenticala» dice dura uscendo dalla stanza.
Mi crolla il mondo addosso per l'ennesima volta, anche se so che non è vero, e che lo ha detto solo per ferirmi, ma allora come mai fa così male lo stesso? Come è possibile che sia tutto finito? Se solo quindici giorni... noi...
Torno al piano di sotto, completamente spaesato e ovattato, rispondo meccanicamente alle domande di Edoardo, ma la mia testa è da un'altra parte totalmente nel caos.
Mi risveglio quando Filippo mi fissa preoccupato «Sam, tutto ok? Sei pallidissimo».
Annuisco piano cercando di prendere un respiro profondo.
«Mmm, vieni di là che ti misuro la pressione, dopotutto tutto quello che hai passato negli ultimi giorni, non farmi preoccupare anche te» dice premuroso alzandosi.
«Cosa è successo?» chiede Clotilde.
«Nulla, davvero» rispondo evasivo.
«Bè il coma non lo definirei nulla» dice Filippo guardando la moglie.
«Cosa? Che coma?» chiede Sara allarmata e per la prima volta intravedo un attimo la donna dolce e gentile che ho conosciuto solo qualche settimana fa.
«Nulla davvero, niente di cui preoccuparsi» rispondo io alzandomi barcollando e seguendo Filippo.
«Ora mi dici di che coma stai parlando? Ti ho visto quindici giorni fa, stavi benissimo!» dice Sara seguendoci e chiudendo la porta dello studio del padre.
«Stenditi» mi dice Filippo ed eseguo gli ordini.
«Che coma?» continua a chiedere Sara.
«Sara se vuoi stare qui stai zitta. Sam ha avuto un brutto scontro, commozione con trauma cranico, è stato in coma quattro giorni» risponde serio il padre.
«Cosa? E quando pensavi di dircelo?» chiede lei infuriata.
«Bè Sara, direi che c'ha provato tutta la sera...» risponde sempre Filippo fulminandola con lo sguardo.
«Merda...» dice lei abbandonandosi sulla poltroncina verde bottiglia e massaggiandosi le tempie.
«Amore, modera i termini» la riprende il padre.
Sospiro e chiudo gli occhi in preda a un'ondata di nausea.
«È tutto nella norma, forse sei un po' sopraffatto da tutte queste emozioni, eh?» mi chiede Filippo passandomi un fazzoletto per asciugarmi le goccioline che imperlano la mia fronte.
Annuisco, ho perso l'uso della parola definitamente.
«Io... io... è meglio che vada» dico piano riprendendo contatto con la realtà.
«Ti accompagno io, così ti faccio vedere la casa» dice Filippo.
«No, davvero. Ho prenotato l'albergo ormai e poi avete fatto anche troppo per me, chiamo un taxi».
«Ma non scherzare» ribatte lui.
«Davvero, preferisco così» rispondo serio.
Lui capisce, annuisce ed esce dalla stanza.
Sara mi fissa e per la prima volta non vedo solo rabbia nei suoi occhi «Ok, dobbiamo parlare. Merda forse devo ascoltare davvero la tua versione» ammette.
«È tutta la sera che ci provo. Dov'è Viola?» chiedo.
«Non posso dirtelo Sam» risponde lei.
«Sara ti prego. Sto impazzendo».
«Non me lo chiedere, ti prego. Non posso... l'ho giurato a lei e non infrangerò mai questa promessa».
«Sara...»
«Posso prometterti di ascoltarti e poi lo dirò a lei, ok? Questo posso farlo, ma dovrai dirmi tutto, me lo giuri?»
«Te lo giuro, qualunque cosa tu voglia sapere, qualunque cosa per lei».
«Ti chiamo domani ok? Sblocco il tuo numero così in caso potrai chiamarmi te».
fiducia.
«Non sparirò Sam, te lo giuro» dice accennando un sorriso.
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