20

Una delle notti più belle della mia vita. È come se tutti i pezzi del mio cuore fossero tornati al suo posto. Quel peso che opprimeva il mio cuore si è sollevato nel momento in cui i miei occhi si sono posati sui suoi.

Finalmente dopo quattro anni mi sveglio e tutto sembra andare nel verso giusto. E l'unica risposta era lei, l'ho sempre saputo.

Come ho fatto a convincermi che avrei potuto vivere senza di lei? Come ho potuto anche solo pensarlo?

È questo il pensiero che tamburella nella mia mente mentre esco dal dormiveglia e mi stiracchio.

Allungo una mano verso il comodino, cercando il telefono per capire che ore sono.

Le dieci! Oh cazzo. Devo andare a riprendere Hope.

«Vio...» sussurro con la bocca impastata, sbloccando il mio Iphone e trovando vari messaggi di Maggie, appunto.

Probabilmente dorme ancora.

Allungo una mano nella penombra, cercandola tastando il letto.

Ma è freddo e vuoto. Forse è in bagno.

Scatto a sedere e accendo la luce.

Sbatto gli occhi svariate volte cercando di abituarmi alla luce violenta e metto piano piano a fuoco la stanza, la sua valigia che era appoggiata sulla poltrona è sparita, così come i suoi vestiti e ogni traccia di lei.

Mi alzo di scatto e inizio a vagare per la camera cercando qualsiasi traccia di lei. Mi sono forse sognato tutto? L'unica cosa che trovo è il vestito strappato nel cestino del bagno. Allora è successo davvero.

Cazzo era stata una notte perfetta.

Urlo frustrato, tirandomi i capelli e fissando il mio riflesso nudo nello specchio sopra il lavandino.

Come cazzo è possibile che sia successo di nuovo?

Torno in camera da letto e noto un biglietto sulla scrivania, lo afferro e cade qualcosa sul parquet... la sua collanina con la V.

La prendo e la stringo nella mano.

Non di nuovo... ti prego.

Sam...

Lo so, sono scappata, di nuovo.

Hai ragione a pensare che sia una codarda, ho preferito anche questa volta la strada più semplice.

Io non sono come te.

Ho avuto paura, tanta paura. Ho tanta paura.

Ho avuto paura della forza dei miei sentimenti e di cosa rappresenti per me.

Non posso permetterti di rientrare nella mia vita e incasinarla un'altra volta. Non in questo momento.

C'ho messo quattro anni a cercare di ricompormi e non posso permettermi di nuovo di andare in pezzi.

La situazione è più complicata adesso.

È stato bellissimo, la prima notte bella dopo quattro anni.

La colpa è mia, soltanto mia... tu non hai fatto nulla di male.

Sei stato... perfetto, ma sono io che non vado bene, che sono rotta.

Ti amo e ti amerò per sempre, ed è proprio per questo che devo lasciarti andare.

Ti prego se mai potrai perdonami.

Custodisci la collana per me, ormai è tua, lo è sempre stata, come il mio cuore.

Viola

Ma cosa cazzo ho appena letto?

Questa non è la mia Viola. La donna forte, indipendente che combatteva contro tutto e tutti, che cadeva in mille pezzi e tornava più forte di prima.

La donna che rimetteva insieme i pezzi del suo cuore, uno a uno, e che ha rimesso insieme persino il mio.

La donna che ha domato la bestia che vive dentro di me, che l'ha addomesticata e mi ha reso quello che sono adesso. Un. fottuto uomo migliore.

Che cazzo sta succedendo? Che le è successo perché si riducesse così? Cosa le hanno fatto? Cosa le ho fatto?

Urlo di nuovo e tiro un cazzotto contro il muro, incrinando l'intonaco e spaccandomi una nocca.

Porca troia che male!

Non mi ricordavo che facesse così male, impreco scuotendo la mano dolorante, mentre alcune goccioline di sangue macchiano il parquet.

Che pensavi? È un cazzo di muro. Mi incalza la mia coscienza.

Mi sento un fottuto animale in gabbia e devo uscire da questa stanza o rischio di distruggerla.

Adesso.

Mi vesto alla rinfusa cercando di sembrare meno allucinato di quello che in realtà sono.

Anzi la verità è che sono come sotto shock, spero sempre che entri da quella cazzo di porta con due cornetti e due cappuccini dandomi il buongiorno per poter riprendere tutto da dove lo avevamo lasciato. Ma non succederà.

Come ho potuto farmi fare di nuovo questo? L'altra volta non mi aveva insegnato proprio nulla.

Lancio un'ultima occhiata alla stanza che custodirà per sempre il ricordo di questa notte e mi sbatto la porta alle spalle.

Vaffanculo.

Fa ancora più male di prima.

«Buongiorno, come posso aiutarla?» chiede gentile il concierge.

«Miss Paradisi da quanto è uscita?» domando a disagio.

«Oh... è uscita molto presto, intorno alle sei. Mi ha chiesto di cambiarle il volo con il primo di questa mattina» ammette cupo.

«Quindi è già partita» dico guardando l'orologio sul mio polso che segna le undici.

«Temo di sì signore».

«E posso sapere la destinazione?» lo interrogo frustrato.

«No mi dispiace. Per questioni di privacy non posso rivelarglielo».

«Te non hai capito... ora mi dici subito quale cazzo era la destinazione di quel fottuto volo, perché non è possibile che dopo quattro anni io ritrovo l'amore della vita e lei sparisce di nuovo» urlo incazzo sbattendo i pugni sul bancone.

«Signore le devo chiedere di calmarsi e lasciare immediatamente l'hotel» ribatte serio «non mi costringa a chiamare la sicurezza».

«Alfred» leggo il cartellino appuntato sulla sua divisa «mi calmo... ma la prego mi aiuti, non posso perderla di nuovo...» ammetto distrutto poggiando la fronte sul bancone e accasciandomi.

«Signore io davvero vorrei ma non posso... rischio il mio posto di lavoro» dice titubante.

«Non è possibile che stia capitando di nuovo» sussurro strattonandomi i capelli.

«Dopo quattro anni se n'è andata di nuovo».

«Signore mi dispiace. Facciamo così, io adesso mi volto e per puro caso lascerò incustodita qui sul bancone la mail di Miss Paradisi» dice poggiando alcuni fogli.

Scatto in piedi super concentrato.

LND – FLR, leggo subito.

Bingo!

«Grazie mille Alfred! Non come ringraziarla» dico sorridendo sincero.

«Può farlo andandosene e far finta di non essere mai stato qui» dice serio.

«Come desideri. Grazie! Arrivederci» dico avvicinandomi alla porta.

Firenze... ecco dove è diretta quella stronza. Ha senso, alla fine è casa sua. È la sua città natale dove vive la sua famiglia. Avevo davvero bisogno di saperlo da una stupida mail? Ragione mentre prendo a calci una lattina accartocciata.

Non di nuovo... non posso rivivere tutto da capo. Non so se riuscirò a sopravvivere ancora a una forsennata ricerca di una donna, la stessa donna, che non mi vuole... forse dovrei lasciar perdere.

Ma a chi vuoi darla a bere? Mi sfotte la mia coscienza.

Obiettivamente ha ragione, penso già sul sito della British Airlines in cerca di un volo il prima possibile. Mi deve ancora delle fottute spiegazioni per come si è comportata oggi come allora. Di cosa cazzo ha paura? Di amarmi? Davvero? Dopo tutto quello che ha fatto. Non sarà mica per quel cazzo di pseudo compagno che ha, anche se potrebbe. E se mi avesse mentito su tutto? E poi chi cazzo è sto Christopher? E se fosse suo marito?

Pensa a Hope. Continua la mia coscienza interrompendo il mio flusso di pensieri e paranoie.

Porca troia! Non posso portare la mia bambina con me e Ella tornerà solo tra due giorni. Posso resistere. Ce la posso fare. Cosa sono altri due giorni dopo aver aspettato quattro anni?

Devo solo tenermi impegnato e concentrarmi su mia figlia, penso mordicchiandomi il labbro inferiore con nervoso.

Sam: Ari, come stai? Tra qualche giorno torno in città? Ci vediamo?

Scrivo incamminandomi verso la mia moto. Nonostante tutto sarà bello rivedere la mia amica, sono quattro anni che non ci vediamo, non ho più voluto rimettere piede in quella maledetta città e non l'avrei fatto mai più se non l'avessi incontrata ieri.

Arianna: NON CI POSSO CREDERE! FINALMENTE! Io e Neri non vediamo l'ora di riabbracciarti! Qual buon vento ti porta qui?

Sam: Indovina?

Arianna: No, non me lo dire. Sempre lei?

Sam: Davvero...

Arianna: Devi raccontarmi tutto!

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