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Sulla bacheca di Facebook scorse un link che attirò la sua attenzione, quella sera suonava la cover band dei Cure.
Erano secoli che non usciva alla sera. Il romanzo era stata un'ottima scusa per restare chiuso nella tana. La cover band di Robert Smith e soci, quella per tornare sulla terra. Fra gli esseri umani.
Mise su la divisa d'ordinanza: jeans strappati, le vecchie Converse che tirava fuori per le serate passate ad ascoltare musica dal vivo, il chiodo è sotto la maglietta dei Joy division.
Mangió un paio di toast prima di uscire e corse via.
Camminare quando si era fatto oscuro, illuminato solo dalle luci dei lampioni, era una delle sua attività preferite. Tolto scrivere e ascoltare la musica dal vivo, forse in assoluto.
Camminò per le vie della periferia che restavano mute fino a quando non passava un auto. Stradina dopo stradina, le sue gambine, ormai poco allenate all'attività fisica, lo condussero sino al "Rock maniac", l'unico posto che non lo faceva sentire a disagio nel mondo.
Entrò all'interno che la band già stava suonando "Disintegration", uno dei suoi pezzi preferiti.
Si avvicinò al bancone e fece un cenno a Mike che gli passò la solita Budweiser con le sue braccia ricoperte di Tattoo.
-Ehi David, era da un Pezzo che non ti si vedeva. Ci voleva la cover band dei Cure per farti tornare fra noi-il barista sorrise.
-sono stato impegnato con il romanzo, ma anche da casa ti voglio bene lo stesso- alzò la bottiglia in segno di affetto.
-lo so, lo so, anche se ti vorrei più spesso qui. Mi mancano le serate in cui te ne andavi ben oltre l'orario di chiusura.
-ci saranno occasioni.
Il barista alzò il pollice in segno di intesa e si spostò dall'altro lato del bancone per servire altri clienti.
Nel frattempo era partita "picture of you"
Una mano gli toccò delicatamente la spalla.
Si voltò ed era lei.
-ne è passato di tempo...-avrebbe riconosciuto il candore di quella voce tra mille rumori.
-sempre troppo-aggiunse David con tono ironico. Dentro il cuore però, era più che sincero.
I suoi capelli odoravano sempre alla stessa maniera.
-è sempre bello rivederti.
-da quando ti piacciono i Cure?
Lei arrosì. Per tutto il temo in cui si erano frequentati, non aveva mai ascoltato un solo disco. Poi, per sentirlo più vicino, aveva iniziato ad aggiungere un pezzo alla volta, tutte le canzoni alla playlist.
-ora ti devo lasciare, altrimenti mi danno per dispersa- fede segno verso un gruppo di quattro ragazzi che se ne stavano amabilmente a chiacchierare in un angolo. Un ragazzo dalla carnagione olivastra e i capelli lunghi fino al collo, schiariti dal sole, le fece un gesto per invitarla a raggiungerlo.
-fatti sentire una sera di queste. Magari per una birra.
Le fece segno di sì con la testa. In realtà, sapeva benissimo, che non avrebbe mai avuto il coraggio di richiamarla. Aveva una paura fottuta che lei avrebbe potuto dirgli che si vedeva con qualcuno. Che avrebbe potuto confessargli che questo tipo le piaceva davvero e che le cose andavano, esattamente come non era accaduto fra di loro. E sapeva anche che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederle di riprovarci. Era già stata troppo dolorosa la prima chiusura da parte sua.
Per l'intera serata la vide divertirsi con i suoi amici. Di tanto in tanto lei gli lanciava un sorriso. Ma poi si stringeva troppo al ragazzo dai capelli schiariti dal sole.
La band chiuse con "Close to me".
Lei se ne andò senza nemmeno salutarlo un pezzo prima della fine dell'intera scaletta. Con un braccio sulla spalla di lui.
Nella sua mente l'idea che si stessero frequentando era partita. Ma era sempre meglio che sentirselo dire da lei. Con quella voce che una volta gli aveva sussurrato "sei una persona speciale".
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