Capitolo 69

Cerco le parole per raccontare quello che è successo tanti anni fa ed inizio a raccontare.

"Sam, non interrompermi per favore, non so ancora come farò a raccontarti questa storia e non voglio crollare..." annuisce comprensivo e mi riempie il bicchiere di nuovo.

"Gli incubi che faccio spesso mi tormentano da sei anni ormai, avevo imparato a conviverci, ma negli ultimi tempi sono diventati più...oscuri di prima. Sono tutti legati ad una storia avvenuta tanti anni fa, quando avevo 22 anni e vivevo a Firenze, la città in cui sono nata e cresciuta" sospiro e continuo "Lorenzo, è lui la causa di tutto. L'ho conosciuto ad una festa a casa di amici l'estate dei miei ventun'anni. Era bello, stronzo, cattivo quanto bastava e io ho perso completamente la testa per lui e lui per me. Ero molto diversa da come sono adesso, frequentavo giri strani, bevevo, andavo alle feste e facevo casino tutte le sere. Eravamo perfetti insieme. Io ero al secondo anno di lingue e lui studiava medicina, anche se nessuno lo avrebbe mai detto".

Sam mi fissa teso, ma con il suo sguardo cerca di trasmettermi tutto l'amore che prova per me.

"Siamo stati insieme quasi due anni, lui si era insinuato in ogni aspetto della mia vita, conosceva la mia famiglia, i miei amici...tutto" bevo un sorso di vino e continuo "Aveva un fratello più grande, Federico, con il quale avevo nel tempo stretto un bel rapporto di amicizia, lo sento ancora ogni tanto...comunque un giorno mi sono resa conto di provare qualcosa di più per lui".

Sam beve un sorso di vino e mi fa cenno di continuare.

"Lui provava lo stesso per me, mi aveva confidato di essere innamorato di me da molto tempo e così una notte ci siamo baciati e abbiamo fatto l'amore a casa loro. Era così diverso da Lorenzo, buono, dolce e sensibile. Mi aveva aperto il suo cuore con così tanta facilità che io c'ero rimasta incastrata dentro. Il giorno dopo il tradimento ho lasciato Lorenzo, non era giusto ferirlo ancora di più e prendermi gioco dei suoi sentimenti, ovviamente non ho tirato in ballo Federico, ma gli ho semplicemente detto che non lo amavo più, cosa vera comunque. Lui non accettava questa cosa, si è incazzato, ha spaccato il mio motorino e tutto ciò che ha toccato in quei giorni..." Sam mi fissa e comincia a capire la mia paura, mettendo insieme i pezzi.

"Conosceva mia sorella, Sara, che è la persona più gentile e solare che esiste sulla faccia della terra, sempre pronta ad aiutare ed a ascoltarti. Hanno iniziato a frequentarsi, come amici, nonostante io non volessi, perché lui aveva bisogno di parlare di me, stava male ma io avevo paura che avesse scoperto di Federico e volesse fare lo stesso facendo innamorare mia sorella. Ma è stato molto peggio..." un singhiozzo esce dalla mia bocca e Sam mi prende la mano stringendola.

"Una notte, eravamo da sole perché i nostri genitori erano via, sono tornata a casa con Federico, dovevamo parlare e basta...non era giusto, ma avevamo bisogno di chiarirci dopo tutto quel casino..." il ricordo mi muore in gola e non riesco a dirlo.

"Siamo entrati in casa e tutte le luci erano spente, abbiamo sentito delle urla soffocate, delle botte provenire dalla mia camera. La porta era chiusa a chiave, Federico l'ha sfondata e abbiamo trovato Lorenzo...che tentava di violentare mia sorella, dopo averle strappato la camicetta e le mutande..." le lacrime rigano le mie guance copiose, Sam si siede accanto a me sul dondolo e mi stringe a sé, forte.

Mi stacco da lui e continuo "Quando siamo entrati nella stanza, io ho iniziato ad urlare e Federico ha picchiato suo fratello, l'ha picchiato di brutto. Sara era terrorizzata e shockata, non riusciva a dire una parola, piangeva e basta. Io sono morta dentro in quel momento. L'avevo portato io in casa mia, ero stata io a mettere in pericolo mia sorella, era tutta colpa mia...non sono mai riuscita a perdonarmelo".

"Adesso...se non vorrai stare più con me, lo capirò, l'oscurità dentro di me spaventa anche me quando mi travolge. Sono una persona tremenda per avergli permesso di entrare nelle nostre vite, non ho saputo proteggerla come avrei dovuto..."

"Vio..." parla piano "grazie per avermelo raccontato ed esserti messa così a nudo con me. Capisco tante cose adesso. La tua faccia alla vista delle mie ferite, i vasi, la questione della fiducia, la paura, le botte...ci eri già passata con lui in qualche modo" annuisco sconsolata e Sam continua "Sappi però che io non sono lui, non lo sarò mai. Non permetterò mai a nessuno di ferirti e cercherò in ogni momento di proteggerti da chiunque possa farlo, dovessi essere anche io stesso. Non pensare neanche per un attimo che io non voglia più stare con te, amo tutto di te anche l'oscurità più profonda che si cela nel tuo cuore. La luce che c'è in te riesce ad eclissare perfino la mia oscurità e farò in modo che la veda anche tu" e continua "Non è colpa tua, non lo è mai stata. Tu sei una delle vittime di questa storia e io non smetterò mai di voler stare con te...ti amo così tanto amore mio" sospira asciugandomi le lacrime.

"Devi permetterti di perdonarti..." mi dice accarezzandomi.

"Non ci riesco Sam, sono sei anni che ci provo" singhiozzo.

"Ci proveremo insieme, te lo prometto".

Fisso Sam, i suoi occhi verdi e blu mi scrutano con amore, i capelli scappano dal cappuccio nero incorniciando il suo viso; cosa ho fatto per meritarmi un uomo così? Nonostante i suoi difetti e le sue fragilità, riesce ad infondermi la sicurezza di cui ho così tanta necessità.

"Quindi non mi lascerei?" sussurro.

Prende il mio volto tra le mani, sorride e scuote la testa

"No, non voglio lasciarti. Non dubitare mai di me e dei miei sentimenti" dice avvolgendomi tra le sue braccia e baciandomi delicatamente sulle labbra.

"Sposami" mi sussurra piano all'orecchio, mandandomi in estasi per il suo alito caldo sul mio collo.

"Sam...io ti amo davvero, ti amo così profondamente da fare male, ma non sono pronta a questo passo. Ho questa grandissima confusione dentro di me, non sappiamo neanche cosa ne sarà di noi a fine mese, non posso non pensarci e il matrimonio non è la soluzione giusta per noi per adesso. Ti prometto che quando sarò pronta...lo capirai".

Mi guarda torvo, so che non sono le parole che voleva sentirsi dire però non posso mentire su una cosa del genere.

"Ok" ammette triste "dobbiamo iniziare a pensare al nostro futuro insieme, ti rimangono solo dieci giorni qui e non voglio sprecarne neanche uno, però dobbiamo capire cosa fare. Io potrei tornare a Londra senza problemi, è casa mia" dice felice.

"E se la bambina fosse tua? Vorresti starle così lontano?" dico impulsivamente.

"Oddio...non lo so, cioè no, non credo. Cazzo!".

"Esatto, tu stai a Los Angeles, io vivo a Londra. Ed Ella dove vive?"

"A New York".

"Un bel casino" commento sarcastica.

"Possiamo preoccuparcene quando e se sapremo se la bambina è mia? So che ti chiedo molto, ma se si scoprisse che è di Paul avremmo solo sprecato tempo, no?"

"Hai ragione, ma non riesco a togliermi questa possibilità dalla testa, da quando ho parlato la prima volta con Ella mi assilla".

"Ci credo amore. Posso provare a distrarti?" sorride malizioso.

Annuisco scivolando a cavalcioni su di lui.

Mi cinge le scapole con un braccio e si alza dal dondolo portandomi dentro casa e baciandomi.

Inizio a spogliarlo ancora prima di essere arrivati in camera da letto, la sua felpa e la t-shirt giacciono ai piedi del divano, insieme al mio vestito.

Il desiderio bruciante e il bisogno di una distrazione albergano in ogni cellula del mio corpo, devo perdermi dentro di lui.

Mi deposita a letto e si posiziona sopra di me tra le mie gambe. Lo attiro a me con disperazione, ho bisogno di lui e

lo bacio con passione strattonandogli i capelli fino a fargli quasi male e lui ricambia accanendosi sui miei capezzoli turgidi.

La sua erezione si struscia alla mia parte più sensibile, mandandomi in estasi, lo cingo con le gambe per attirarlo dentro di me.

Sollevandosi sulle braccia si allontana da me per cercare un preservativo nel comodino.

Mi sposto rapidamente, mettendomi a pancia sotto e allungandomi sul bordo del letto in modo da appoggiare le mani per terra.

Si volta, mi vide "Ohh, molto interessante" mi sussurra stendendosi sopra di me e avvolgendomi con il suo corpo forte.

Posiziona le mani sopra le mie, intrecciando le dita e piano piano inizia a penetrarmi da dietro, infondendomi tutto il suo amore.

Il calore della sua guancia contro la mia, e del suo corpo ustionano la mia pelle sensibile, mandandomi sull'orlo di un precipizio ad ogni colpo.

Il piacere è così inteso da farmi male eppure la mia mente non riesce completamente a lasciarsi andare come le altre volte e resto lì bloccata a un passo dall'orgasmo.

Sento Sam ansimare al mio fianco spingendosi sempre più affondo in me e nell'impeto dell'amplesso rischiamo di cadere dal letto.

Nota i miei occhi velati ed esce veloce da me preoccupato.

"Ei...tutto bene?" chiede terrorizzato.

"Si...no...sono bloccata..." ammetto sconsolata.

Mi aiuta a voltarmi tornando a pancia in su, mi sale sopra e allarga le mie gambe con il suo ginocchio.

"Posso cercare di scacciare via tutto?" chiede imbarazzato.

Annuisco piano ed entra di nuovo dentro di me, inchiodando i suoi occhi ai miei.

Inizia a baciarmi e sento il mio corpo rilassarsi piano, mentre si spinge delicatamente dentro di me, lo cingo con le gambe e accelero il ritmo ansimando.

Si stacca dalla mia bocca e inizia a leccarmi i capezzoli con ardore, permettendomi di lasciarmi andare e raggiungere l'orgasmo urlando e graffiandogli la pelle.

Dopo poco mi segue sorridente, affondando nella mia spalla.

"Grazie" rispondo timida.

"E di cosa amore?" chiede ridendo.

"Di tutto" concludo mentre mi lascio accarezzare la pancia dalle sue dita lunghe.

"Posso chiederti una cosa?" chiede facendosi largo tra i miei pensieri.

Annuisco e lo ascolto.

"Che ne è stato di quello stronzo?"

"Non lo so. Dopo quel giorno non ci siamo mai più incontrati, penso abbia lasciato Firenze, non ne ho mai più voluto parlare neanche con Federico, lui e Lorenzo non si parlano da allora. Federico vive a Parigi adesso. Ha due bambine: Camille e Violet" gli confido emozionata.

"Ma lo avete denunciato dopo...?"

"No. I miei genitori non volevano rovinare la reputazione della nostra famiglia e di mia sorella, e dal momento che il fatto non era successo...hanno preferito fare finta che non fosse mai esistito. Io dopo la laurea, appena ho potuto, me ne sono andata con Tommaso..."

"Ah, giusto...Tommaso. Lui sapeva?"

"No, non ha mai voluto sapere, gli bastava essere al mio fianco per consolarmi dopo ogni incubo" concludo.

"Ma come è possibile?"

"Non lo so, non ha mai chiesto e io non ho mai sentito il bisogno di parlargliene. Sapeva solo che avevo un ex psicopatico. Sei il primo a cui racconto questa storia, oltre i coinvolti..."

"Davvero?" mi chiede emozionato.

"Si" ammetto imbarazzata.

"E tua sorella?"

"Sara è sempre stata più forte di me, la sua dolcezza e gentilezza ne celavano la grinta e la voglia di vivere. È riuscita a lasciarsi tutto alle spalle, è andata avanti e ha perdonato tutti. Adesso sta con Edoardo e hanno una bambina splendida: Aurora. Io non credo riuscirò mai a fare quello che ha fatto lei. Quel giorno si è portato via tutto. Non riesco a perdonare i miei genitori per non averci permesso di denunciarlo, non perdono lui per l'atto immondo che stava tentando di compiere e non perdono neanche me stessa..."

"Vio...ma non è colpa tua, lo sai vero?"

"Lo so, ma ciò non toglie che se io non lo avessi mai conosciuto non sarebbe successo niente".

"Non puoi incolparti per averlo conosciuto...cazzo vorrei spaccargli la faccia per quello che ti ha fatto"

"Lo immagino, ma non merita anche la tua rabbia..." dico asciugandomi gli occhi.

"Adesso basta, devi riposare. Domani arriva tua sorella no?"

"Cazzo, sì!"

"Allora sì, dobbiamo decisamente dormire. Devo essere perfetto per conoscere la mia futura cognata" dice ridendo e gli assesto una gomitata nelle costole.

Ci stringiamo forte e ci addormentiamo nudi e avvinghiati l'un l'altra.

Canzoni Capitolo 69:

Breathe Me - Sia

Years Ago - New West

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