Capitolo 82
Zelda's p.o.v.
La guerra è finita...O meglio: è finita per me. La rabbia verso Bruce è passata in secondo piano, se non completamente scomparsa: figurarsi se ora mi metto a pensare a lui...
Ieri...Ieri è stata una giornata così surreale: io che mi sveglio e non parlo con Bruce, non rivolgo la parola a Friedrich e poi mi ritrovo in lacrime a gioire di una piccola vittoria, che poi tanto piccola non è.
La domanda che sorge spontanea in questo momento è: ed ora? Non ne ho idea. Questa nuova situazione mi ha dato però la forza necessaria per sperare che la mia famiglia stia bene...si, insomma: deve stare bene; tutti i pianti che ho fatto per loro devono pur essere serviti a qualcosa...
"Finalmente" è la parola che Bruce sta usando di più. Riesce ad insinuarla in ogni frase, in ogni pensiero, in ogni movimento. Fa sembrare sempre casuale quel suo inciampo in questa parola, ma si nota benissimo che lo fa di proposito. Sono giorni che telefona al padre e questi non risponde. Vorrei tanto aiutarlo in qualche modo, ma si innervosisce pressoché subito, e diventa un'impresa stabilire un dialogo con lui.
-A parer mio non è andata bene come pensava- ripete, e nelle sue parole c'è tensione; quella sottile, triste consapevolezza che probabilmente del padre potrebbe rimanere soltanto un'immagine sbiadita nella mente e il ricordo della sua voce fredda e scostante, "di quelle che non ammettono replica", come dice lui. Da ieri sera provo a consolarlo in tutte le maniere possibili, ma non è affatto semplice considerando il suo umore altalenante e la sua indole facilmente irritabile. Gli voglio così tanto bene che vorrei poter spartire tra noi due il suo dolore, se non provarlo completamente e solamente io. E invece non è possibile, e sono costretta a vederlo chiudersi nelle sue preoccupazioni più che realistiche e sopportare che per lui, la notizia appresa ieri, non è sinonimo di gioia completa come per me. Io non conosco suo padre e dalle sue descrizioni pare quel tipo di uomo con cui non vorrei avere nulla a che vedere, eppure sentirlo spesso dire di quei piccoli passi che negli ultimi tempi stava compiendo per tentare di riappacificarsi con il figlio mi hanno fatto sperare davvero in una persona intelligente e cosciente dei propri sbagli. Un nazista anche lui, certo, ma avendone sentito parlare soltanto sul piano personale non riesco ad immaginarlo con una pistola in mano. O meglio: lo immagino benissimo, ma nella mia testa assume un che di caricaturale.
-Non dire così- gli ripeto -Se non ci credi tu chi dovrebbe farlo?- e mi lancia sempre una di quelle occhiate che vogliono dire "Apprezzo, ma non è il momento". La verità è che non so come consolarlo se non abbracciandolo o provando a distrarlo. Mi si spezza il cuore vedendo che per lui questa situazione è soltanto fonte di altra ansia, quando invece dovrebbe sollevarlo da ogni preoccupazione e fargli finalmente abbassare la guardia. Questa mattina credo di essere stata sul punto di vederlo piangere, ma ovviamente deve dimostrare a se stesso di essere un uomo, e per questo motivo ha subito ritratto le piccole gocce d'acqua che stavano per rigare le sue guance. È stato bruttissimo vederlo così, perché sempre questa mattina mi sono svegliata ed ero felicissima, con una gioia nel cuore che nemmeno Dio avrebbe saputo descrivere. Al contrario, Bruce mi è invece parso più pensieroso del solito. Non che sia un gran pensatore, ma quando è concentrato verso qualcosa assume un'espressione particolare, e quella di questa mattina rappresentava tutto meno che la spensieratezza di una consapevolezza felice. Ho trovato la sua gioia nel modo di camminare, che per assurdo pare più "leggero"; come se il peso delle gambe si fosse trasferito sulla testa, che è invece china da ieri sera.
È tutto così incredibilmente surreale: per anni ho atteso questo momento, e ora che è arrivato non so come comportarmi. È come se tutte quelle idee e quei desideri che nutrivo e che contavo di realizzare ora siano improvvisamente irrealizzabili. Mi auguro davvero che le cose possano in qualche modo sistemarsi da sole, perché al momento sono così felice che vorrei soltanto uscire all'aperto e urlare, ma non posso...Non posso ancora.
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