Capitolo 81
29 Gennaio 1945
Bruce's p.o.v.
Com'è strana Zelda. Anzi, quanto è stronza. Non la sopporto più. È sempre pronta a tirare fuori la storia di Gretel, e io, invece, non so mai come affrontare la cosa, o meglio, come giustificarla. Non mi sento in dovere di farlo, sia chiaro, ma lei mi mette in questa condizione. "Non parlarmi, e questa notte dormi sul divano, perché non ho intenzione di condividere il letto con te" mi ha detto ieri sera, e Dio solo sa se avevo voglia di far dormire lei sul divano. Questa mattina, in effetti, la schiena mi fa malissimo, ma ovviamente Zelda non lo avrà nemmeno notato, impegnata com'è a ignorarmi. Prima ho provato ad abbracciarla mentre era voltata verso la finestra, e se per alcuni istanti non ha detto nulla, dopo poco mi ha allontanato furibonda. Eccola lì, ora, sul divano a ricamare un fazzoletto.
Pochi giorni fa mi sono accorto che che manca meno di una settimana al mio compleanno. La cosa non mi esalta, sia chiaro, ma avrò finalmente raggiunto la maggiore età, e ciò significa che sarò libero di fare quello che voglio senza dover dare spiegazioni a nessuno.
-Bruce- mi richiama Friedrich dalla cucina. Non ha chiamato Zelda, ma dato che negli ultimi giorni non parla con nessuno vien da sé la risposta.
-Bruce, sbrigati!- mi richiama, quasi urlando, concitato.
-Arrivo!- gli urlo, e mi dice di ascoltare la radio. Ebbene la ascolto...la sto ascoltando? O sto delirando per quello che sento?
-Zelda!- la chiamo, ma ovviamente non risponde. La chiama anche Friedrich, e risponde domandando cosa vogliamo. Vorrei poterglielo dire, ma così facendo non riuscirei a sentire che i russi hanno invaso il campo, e anche se non dovrei andarne fiero è più forte di me esserne felice. L'inizio della fine...e io sorrido, e mi sento di morire.
-Zelda!- la chiamo, correndo verso il divano dove è seduta. Scivolo a causa della velocità con cui l'ho raggiunta.
-Cosa vuoi?- domanda seccata. Lo sarà ancora per poco.
-È finita- gli dico, e mi metto in ginocchio davanti a lei, in modo tale da poterla vedere -La guerra è finita-. No, non è finita, ma per quanto ci riguarda si. Posa il vecchio giornale che stava sfogliando e sgrana gli occhi con fare scettico.
-Cosa?- domanda in un sussurro, e nella sua voce ora c'è un icredulo stupore moderato.
-Vieni a sentire la radio- le dico, e la strattono senza accorgermene verso la cucina. Friedrich fa silenzio per lasciarla ascoltare, e osserva entrambi come a chiedere conferma alcuni istanti dopo.
Si Zelda, è vero.
-Oh- la sento dire, e scoppia a piangere sorridendo. Ammetto che mi sarei aspettato una reazione diversa: mi abbraccia e comincia a piangere.
-Ma non sei felice?- le domando, sotto lo sguardo confuso di Friedrich. Io salterei di gioia...ma a quanto pare lei no.
-Si- risponde, e allontanandosi sorride -Si- e si asciuga le mani. Sospira sorridendo come a riprendersi, e si appoggia al bancone della cucina.
-Sarebbe bello proporvi di brindare, ma non ho né vino né niente- afferma Friedrich, ma Zelda è assorta nei suoi pensieri felici. Sorride: non possono che essere felici.
-Adesso che succede?- domanda, e osserva entrambi come se sapessimo risponderle.
-Non ne ho idea- risponde Friedrich.
-È finita la guerra- dice lei, a bassa voce, sorridendo.
-Non è finita- le rispondo.
-Per me è finita- risponde lei.
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