Capitolo 80
Zelda's p.o.v.
Piuttosto che ammettere di aver torto Bruce preferisce fare l'arrabbiato con me. Io davvero non mi capacito di come o con che coraggio possa ammettere di aver avuto una relazione con una prostituta e non vergognarsene. Io, al suo posto, mi sotterrerei viva...
Poche ore e saremo nell'anno 1945...è tutto così surreale. Chissà se questa guerra finirà. Prego soltanto che la mia famiglia stia bene. Si insomma, devono stare bene: i miei genitori hanno ancora tanto da vivere, e i miei fratelli, così come io, un futuro da realizzare. Sarebbe ingiusto se il destino privasse loro una felicità che meritano dopo tutto questo. Non mi resta altro che sperare. Sperare...non ne ho mai avuto bisogno: ho sempre avuto tutto ciò che ho desiderato subito, senza "se" e senza "ma". Non ho mai avuto bisogno di sperare che mi venisse regalato un giocattolo -ne avevo una stanza piena, ricordo- né ho mai dovuto sperare di poter comprare un vestito; ne avevo, prima della deportazione, un armadio immenso, pieno. Ora non ho idea di cosa sia rimasto di tutte le cose che avevo, ma è l'ultimo dei miei problemi: posso ricomprare tutto ciò che desidero, ma non la mia famiglia, ed ecco perché non posso fare a meno di sperare che sia viva.
Eccolo lì, Bruce, che con le gambe per aria e la schiena sul divano fuma una sigaretta. Gliela farei ingoiare. Sa bene che non mi piace sentire l'odore del fumo, e mentre Friedrich -rispettoso- lo fa fuori casa lui preferisce sbattermi in faccia qualcosa che odio.
-Solo tu lo trovi tanto scandaloso- ha detto -Era una ragazza simpatica, non merita tutto questo disprezzo-. Allora gli ho spiegato che non disprezzo lei come persona, ma ciò che fa per vivere, e lui mi ha nuovamente rigirato il discorso che non tutti nascono ricchi e cose così...Dico io, non ha nemmeno un po' di vergogna? Davvero ne va fiero? Pensavo di essere strana io, ma pensandoci giudicare fa parte della natura umana, e non mi rimprovero nessun pensiero o nessuna frase, perché non sono io nella parte del torto.
Ma in fondo, perché mi innervosisce tanto la cosa? Che sia una sorta di gelosia repressa a farmi scontrare con Bruce? Non ne ho idea, però so che mi dà fastidio l'idea che possa aver condiviso il letto con altre donne. Mi irrita. Me lo aspettavo, sia chiaro, ma un conto è pensarlo e un conto è sentirselo dire, avendone quindi la conferma. Non che fosse una mia paura, ma avrei preferito continuare a vivere nel dubbio piuttosto che nella certezza di qualcosa che non accetto. Non posso fargliene una colpa, ma posso sfogare questa "delusione" dietro al fatto che trovo inconcepibile frequentare una prostituta.
Se vuole fare pace ben venga, ma non sarò io a chiedergli scusa per qualcosa dove sa di avere torto.
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Hello!
Questo è un capitolo corto, molto corto, ma voglio scusarmi promettendo novità vicine. In realtà non sapevo bene come affrontare questa situazione, così mi sono nascosta dietro una meditazione banale sul senso della dignità secondo Zelda. Una sorta di introspezione mancata, ecco.
Come sempre vi invito a commentare e a dirmi cosa pensate del capitolo:)
A presto!
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