Capitolo 69

Zelda's p.o.v.

Se penso agli ultimi cinque giorni non può che apparire davanti ai miei occhi l'immagine di un Bruce sorridente che mi spoglia...forse perché non è accaduto altro.
Questa situazione è così nuova per me che ho insisto ogni giorno affinché Bruce trovasse un momento libero per regalarmi quelle sensazioni che ho imparato a procurarmi anche da sola.
Il fatto è che è qualcosa di così nuovo, ma anche così bello, che voglio goderne appieno fin quando non ne avrò più le forze.
Pensavo che le prime volte sarebbe stato doloroso come la prima, invece già dalla seconda volta ho provato una scintilla di piacere, e la terza sono stata travolta improvvisamente, quasi senza accorgermene, dalle agognate sensazioni che ha provato Bruce dalla prima volta.
-Bruce provo piacere- ho quasi urlato, senza ritegno, senza preoccuparmi che Friedrich potesse sentirmi, quella sera. Ancora oggi mi chiedo con qualche coraggio abbia urlato in quel modo, e sto parlando di qualcosa di recente: tre giorni fa. Allora lui ha cominciato a muoversi più lentamente, e ha riso mentre mi lasciava baci sul collo.
-Ah si?- ha domandato con fatica, mentre i suoi sospiri mettevano in secondo piano la voce.
È divertente; lo vivo come un gioco.
La cosa che però mi lascia più sconcertata di tutto ciò è che in preda al raggiungimento della massima soddisfazione sono in grado di dire cose che da "sobria" non avrei mai il coraggio di dire. Una delle tante sfaccettature del piacere, penso...
Ad ogni modo, Bruce e Friedrich mi hanno detto che alla radio hanno sentito che la Germania non ha molte possibilità di vincita, e spero con tutto il cuore che la guerra finisca dunque al più presto.
Friedrich è così caro...mi sta parlando dei suoi dubbi verso la sorella, o meglio, verso gli uomini che le stanno accanto.
-La verità è che soffro quasi per lei. È buona, davvero: non merita che essermi disgustosi come gli uomini che conosce le diano sempre le stesse delusioni-
-Forse dipende anche dal luogo dove incontra questi uomini- gli dico.
-Non lo so...li incontra sempre in qualche bar: le offrono qualcosa e cominciano a farsi belli con lei, ma non ci vuole molto prima che lei stessa capisca cosa vogliono davvero. A volte vorrei sposarla io, così nessun altro la farebbe stare tanto male!- dice, mentre pulisce un paio di scarpe che ha indossato ieri.
Sono seduta sui gradini che danno sulla porta, Friedrich è invece seduto su un pezzo di legno affianco a me.
Rido alla sua affermazione.
-È un pensiero carino- gli dico.
Sorride timidamente.
-Così graffierai le scarpe. Dalle a me- gli dico.
-Posso farti una domanda a cui non sei costretta a rispondere?- mi domanda.
-Si, certo-
-L'altro giorno ho sentito, senza volere, che tu e Bruce parlavate di un  bambino...sei incinta?- domanda timidamente. Scoppio a ridere.
-Ma no, Friedrich! Mi stava parlando di lui da bambino!- gli dico ridendo.
Assume un'espressione terrorizzata.
-Ah...Ti chiedo scusa. Non volevo essere indiscreto, né altro, ma pensavo...ah, scusa- dice, rosso in viso dalla vergogna.
-Non ti preoccupare-
-Non volevo, davvero-
-Non fa niente- gli dico.
-Vuoi essere cortese e non farmi sentire né in colpa né un maleducato-
Gli sorrido calorosamente: ha ragione.

-Friedrich pensava che fossi incinta- dico a Bruce, mentre si corica a letto.
-Perché?- domanda, avvicinandosi.
-Ci ha sentiti mentre mi dicevi che eri vivace da piccolo, e sentendo la parola "bambino" si è convinto che fossi incinta- gli dico ridendo.
-Ah- commenta, sorridendo divertito.
-Sarebbe bello poter fare un figlio, ora- ammette, avvicinandomi a sé, guardando il soffitto.
-Sarebbe bello-
-E allora facciamolo, ora- dice, con tono concitato.
Gli sorrido.
-Vorrei poterti dire di si-
-E dì di si-
Scuoto la testa.
-Bruce...-
Sbuffa.
-Lo so...Non ora-
Poso la testa sulla sua spalla.
-Secondo te come sarebbe?- gli domando.
-Di sicuro non lo scambierebbero per tedesco, visti noi due- dice, e ridiamo.
-Potrebbe avere gli occhi azzurri. Tuo padre non somiglia al prototipo di ariano ideale?-
-La vedo difficile dato che sia tu che io abbiamo gli occhi scuri. Ma chissà: la genetica...-
-Amo i bambini- gli dico.
-È una bella cosa- mi dice, e mi sorride.
-Sai cos'è ancora più bello?- gli domando. Alza il sopracciglio.
-Tu- dico, e lo bacio. Scoppia a ridere.
-Era un tentativo di seduzione?- domanda divertito.
-No, ma non te lo dico mai anche se lo penso: ho approfittato del momento- gli dico, e sorride.
-Di che parlavate tu e Friedrich?- mi domanda.
-Sua sorella frequenta uomini che si rivelano essere disperati in cerca di qualcuno che scaldi loro il letto, e lui vorrebbe sposarla solo per evitarle ulteriori delusioni-
Ridacchia.
-Non ridere!- lo rimprovero.
-Mi diverte il fatto che vuole sposarla-
-È un pensiero dolce...-
-Non l'ho negato- afferma, abbracciandomi.
-Sei morbida- dice.
-Sto riacquistando peso-
-Io anche-
-L'ho notato, ma mi dimentico sempre di dirtelo. Stai perdendo tutti i muscoli- gli dico ridendo.
-Non li sto perdendo, è solo un po' di inattività- dice.
-Per me non è un problema, ma sarebbe un peccato non vedere più questa bella muscolatura- gli dico ridendo.
-Mi allenavo nelle palestre e seguivo un certo regime alimentare, ma ora mi è difficile rinunciare ai dolci che preparate tu e Friedrich- confessa sorridendo.
-E allora non rinunciarci-
Mi osserva alcuni istanti.
-Giusto- risponde più a se stesso che a me, confuso.
Gli dò un sonoro bacio sulla guancia.
-Sono convinto che domani nevicherà- afferma Bruce.
-Sarebbe bello: mi piace tanto la neve-
-Anche a me piace. È probabile che nevicherà: basta vedere il tempo-
-Non ci resta che sperare- gli dico ridendo.
-E comunque nevicherà, te lo prometto- l'ho sentito sussurrarmi, sentendo che ero ancora sveglia. Sarebbe bello se nevicasse...mi piacerebbe abbracciare Bruce mentre fuori nevica.

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