Capitolo 68
Friedrich' s p.o.v.
Non entrerò mai più in una stanza senza prima bussare tre o quattro volte.
Dio solo sa che imbarazzo ho provato poco fa.
Non trovavo le sigarette, e ho pensato che potesse averle prese Bruce: qualche giorno fa mi ha detto che qualche tempo fa fumava. E allora cosa ho fatto? Mi sono diretto verso la camera dove dormono lui e Zelda, e ho bussato una volta senza ricevere risposta, ho bussato una seconda e anche questa volta non ho ottenuto risposta, così ho aperto, pensando che probabilmente se non rispondevano era perché si erano già addormentati...Volevo solo vedere se stessero dormendo. Fatto sta che ho aperto la porta e le luci erano spente.
"Va bene. Stanno dormendo. Gli domanderò domattina se ha visto le mie sigarette" ho pensato, ma pochi secondi dopo mi sono pentito di aver aperto la porta. In realtà non era nemmeno aperta, era semi aperta, e al buio sembrava chiusa, ma ciò non toglie che sia stata un'esperienza orribile. Apro la porta, vedo che è buio e penso che stiano dormendo, e ed allora che li sento ridere nell'oscurità e il sangue mi si gela. Ho richiuso con mano tremante la porta alle mie spalle, per poi essere percorso da un brivido di disagio indescrivibile. Non so come facciano a non farsi sentire: nessun verso, nessuno scricchiolio del letto, niente di niente, e se non li avessi sentiti ora penserei che stiano dormendo.
Dico io, non potevano continuare a comportarsi come i primi giorni? Nessun verso strano, nessuna situazione di disagio (per me)...erano perfetti. Perché proprio ora devono dare sfogo a tutta questa passione?
Forse telefonare ad Ingrid mi distrarrà. Mi odierà data l'ora, ma se non altro avrò qualcos'altro a cui pensare rispetto ad ora. Chiamo sempre a notte fonda i miei genitori o Ingrid. Non voglio evitare di farmi sentire o altro, però è come se di notte ci fosse più familiarità.
-Ehi Ingrid- esordisco.
-Fred? Ma sei impazzito? Sai che ore sono?- mi urla contro. Me lo aspettavo.
-Si, lo so. Ma Romeo e Giulietta sono troppo impegnati a far fare su e giù al letto per lasciarmi dormire- le dico. La difficoltà arriva ora: come glielo spiego?
Le ho parlato di Bruce e Zelda, e mi ha detto che ho fatto a bene ad aiutarli.
In realtà mi sono simpatici: Zelda è così beneducata e con Bruce si va d'accordo, nonostante abbia un che di autoritario che mi incute un certo timore.
Ingrid scoppia a ridere, e così decido di raccontarle cosa è successo questa sera, perché provare a rimproverarle questa volgarità è ormai inutile.
-Sei tu che sei entrato in camera senza permesso. Mi fa ridere il fatto che sei riuscito a uscire dalla stanza senza farti sentire: io, sono convinta, avrei cominciato a urlare come una pazza- dice ridendo.
-A parte eventi del genere, come stai?-
-Bene. Credo di piacere a un inglese-
-Oh Dio-
-Sta' zitto!-
-Hai invece sentito mamma o papà?-
-Si, ieri. Sono a Roma, dove dicono che la situazione è più tranquilla. Credono che sarebbe un bene se ci trasferissimo anche noi lì-
-Sei pazza? Sai a quanti sospetti saremmo vittime? Io per il momento sto bene qui-
-Forse hai ragione...e poi non potrei costringere il mio inglese a stare senza di me- afferma sarcasticamente.
-Ma sentiti! Lo conoscerai appena e già non vuoi allontanarti da lui perché supponi di piacergli-
Ride.
-È gentile con me. Ed è anche bello-
-Immagino- rispondo sarcasticamente.
-È così!-
-Sei riuscita a dire che trovi bello Charlie Chaplin...-
-Quando non portava quegli orribili baffi era bello-
-L'importante è rimanerne convinti-
-Scherzi a parte credo che con l'inglese avrò un bellissimo rapporto, se non una bellissima relazione- afferma, e questa volta sembra seria.
-Ingrid ti prego: prima l'italiano, poi l'austriaco, poi il russo e ora l'inglese; quanto ancora devi soffrire per uomini che vogliono solo portarti a letto?-
Prima c'è stato Andrea, l'italiano, che ha provato a sedurla senza mezzi termini dopo averle scambiato qualche occhiata; poi c'è stato Christoph, l'austriaco, che è stato un po' più fantasioso regalandole dei fiori mentre provava a svestirla toccando qua là; poi è stato il turno di Liev, il russo, che l'ha dapprima riempita di dolci attenzioni, finché un giorno non ha cominciato a baciarla in luoghi inopportuni del corpo e lei lo ha allontanato, e ora c'è questo inglese.
-Sei solo cattivo!- risponde lei, quasi urlandomi contro.
-No Ingrid, sono realista e sai bene anche tu perché. Non ti fidare troppo presto, non abbassare la guardia, non concedergli più di quanto l'educazione permetta e ti prego, ti supplico, ti scongiuro: non uscirci insieme se non lo conosci da almeno tre settimane-
-Secondo te dove sbaglio?- mi domanda, riferendosi alle sue relazioni in generale con gli uomini.
-Non sei tu che sbagli, sono gli uomini che incontri che sono dei bastardi senza cuore. Puoi avere di meglio, credimi-
-Io non credo che Oliver sia così. Sai, è molto bello: hai due occhi azzurri e dei capelli castani che sembrano morbidissimi. Ha ventitré anni-
-E tu diciannove- le ricordo.
-Cosa vuoi che siano quattro anni in più o in meno?- risponde lei ridendo.
-Mi auguro che abbia un minimo di giudizio-
-Ti prometto che questa volta non mi lascerò prendere in giro. Sarò prudente solo per te, fratellino-
-Non chiamarmi così-
-Ti dà fastidio?- domanda ridendo.
-Sono io il più grande-
Sbuffa divertita.
-Non poteva capitarmi un fratello più noioso e geloso di te- dice a mo' di rimprovero, ma ridendo.
-E a me una sorella più stupida: non lasciarti abbindolare-
-Fred, giuro su ciò che vuoi che appena ti rivedo ti prendo a calci tra le gambe se lo ripeti-
-Non parlare così: se ti sentisse papà non ti permettere più di uscire di casa-
Ride.
-Ora torno a dormire. Sai, non tutti telefonano a mezzanotte, quando è buio pesto e la gente dorme-
-Come vuoi, saccente e antipatica-
-Pagherai queste parole, Fred. Te lo assicuro- risponde ridendo, attaccando.
Mi manca Ingrid, e mi manca persino quando, non riuscendo a ottenere qualcosa da me, si sfogava con qualche calcio tra le mie gambe -perché si, lo faceva davvero-.
Tornando in camera mi accosto appena alla porta della camera di Bruce e Zelda, e non sento niente di niente.
Sbircio dalla serratura della porta: si intravede la parte finale del letto. Non vedo coperte muoversi: che possa andare a dormire in pace senza il fantasma di loro due che si rigirano tra le coperte tra urla sommesse e suppliche di piacere varie? Probabile, anche se non hanno colpa di nulla, e sono stato io a essere un ficcanaso sfacciato. Non rispondono al bussare? Non rispondo e basta. Avrei dovuto farmene una ragione, non aprire e vedere se stessero dormendo.
Spero solo che, domani, il mio imbarazzo non sia evidente: non dirò mai una cosa del genere. Bruce però mi ha ascoltato davvero quando gli ho detto delle pareti: se non avessi aperto la porta non mi sarei accorto di nulla. Piccole soddisfazioni, in fondo.
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Hello!
Ho deciso di scrivere un capitolo dedicato a Friedrich nella speranza di renderlo più familiare, e mi auguro di esserci riuscita almeno in parte.
Come sempre vi invito a commentare e a dirmi cosa pensate del capitolo.
A presto:)
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