Capitolo 58

È buio ormai, e non vedo l'ora di coricarmi per dormire nuovamente in un letto.
Ho cenato, e mentre Friedrich si è limitato a mangiare in quantità normali e in proporzione alla sua fame, io e Bruce abbiamo mangiato qualunque cosa ci capitasse sotto mano senza ritegno. Spero che non ci pensi maleducati, anche se è ciò che stiamo dimostrando. Confido nella speranza che capisca la nostra condizione e non ci giudichi, anche se sono convinta che non lo farebbe mai: non sembra il tipo.
Bruce è rimasto al piano inferiore, e sta facendo una partita a scacchi con Friedrich. Io mi sono rintanata in camera poco prima che iniziassero, ma credevo che ci avrebbero messo poco e che Bruce sarebbe venuto presto.
Sto andando a vedere a che punto sono: mi sto annoiando non avendo nulla da fare.
-Ciao Zelda- dice Friedrich, senza alzare lo sguardo dalla partita.
Bruce si volta frettolosamente e mi fa cenno di sedermi affianco a lui. Poso la testa sulla sua spalla.
-Credo che tu stia per perdere- dico a Bruce.
-Shh- risponde ridendo.
-Ovviamente vincerò io- dice Friedrich.
-Non esserne sicuro- risponde Bruce convinto.
Difatti, a fine partita, vince Bruce.
-Grazie per tutto ciò che stai facendo, Friedrich- gli dico, mentre Bruce è già al piano superiore, poco prima di andare a dormire.
Abbassa la testa, imbarazzato.
-Non essere così umile: te ne saremo grati a vita, e non è da tutti aiutare qualcuno che conosci appena...-
Scrolla la testa.
-Beh...buonanotte- gli dico.
-A domani-

-Sei...sei sicuro che vada bene dormire nello stesso letto?- domando a Bruce, mentre si sistema sotto le coperte.
Risponde dopo essersi abituato nuovamente alla forma di un letto.
-Non vedo dove sia il problema- dice.
-Tu ed io non siamo sposati: non possiamo dormire insieme-
-Come sei bigotta!- dice ridendo.
Lo guardo storto.
-Se ti fa sentire meglio possiamo mettere un cuscino divisorio- propone.
-Ti ho offeso?- gli domando.
-No- risponde, forzando un sorriso.
-Bruce non volevo offen-
-Non mi hai offeso- risponde.
-Stai mentendo-
Fa silenzio.
-È che non capisco questo tuo rifiuto nei miei confronti-
-Cosa?-
-Capisco il voler arrivare vergine al matrimonio e lo rispetto, ma questa cosa del letto mi pare ridicola. Dimmi cosa ti spaventa tanto del dormire senza questo cuscino tra noi due. Non ti fidi di me? Credi che possa farti qualcosa? Spiegati: io davvero non capisco...- dice, e ha gli occhi lucidi.
-No Bruce...non volevo dire questo: non l'ho pensato neanche per un istante!- dico, scavalcando il cuscino e abbracciandolo.
-Non pensare mai più una cosa del genere! Non era ciò che intendevo, lo sai bene!-
Ricambia l'abbraccio.
-Stai piangendo?- gli domando, allontanandolo per vederlo.
-No- risponde, trattendendosi a stento.
-Se è un problema per te possiamo toglierlo il cuscino-
Scrolla la testa.
-Per me è uguale. Buonanotte-
Spegne la lampada affianco al letto e si sdraia.
-Bruce- lo chiamo.
-Dimmi-
-Non è come pensi tu, ma sai come sono fatta, e sai che dò importanza a tutto, anche a cose banali. Forse però hai ragione: magari mi sto soffermando troppo su qualcosa di insignificante-
-Zelda non devi cambiare idea per compiacermi. Se vuoi dormire con il cuscino di mezzo a me va bene- dice, e lo spinge verso di me.
Mi sento terribilmente in colpa. Solitamente non gli permetto di farmi cambiare idea su qualcosa su cui sò di avere ragione, ma forse ho esagerato, questa volta.
Sposto il cuscino e mi sdraio affianco a Bruce.
-Zelda...- sussurra, come fosse un rimprovero.
Gli accarezzo la spalla.
-Zelda, non devi farlo per me. Se non ti senti a tuo agio fa in modo di star bene con te stessa- dice, guardandomi.
-Io sono a mio agio. Non volevo offenderti, né farti credere cose non vere. Sai che mi piace starti vicino- dico, avvicinandomi e poggiando la testa sulla sua spalla.
Bruce sospira.
-Sono a mio agio, credimi- gli dico, dandogli un bacio.
-Sei sicura?- domanda.
-Si- gli dico, lasciandogli baci su tutta la faccia.
Mi cinge in vita e mi tira a sé.
-È indescrivibile l'emozione che provo nel dormire nuovamente in un letto- dice.
-A chi lo dici! E questo letto è dieci volte più morbido di quello che avevo io!- dico, rotolando a pancia in giù.
Bruce mi accarezza la testa.
-Non mi sembra vero che fino a questa mattina eravamo nell'erba alta morenti di fame e ora siamo qui- afferma ridendo.
-Zitto! Voglio dimenticare gli ultimi tre mesi, che sono esattamente tre: Friedrich ha detto che è novembre, e se non sbaglio sono scappata a settembre-
Bruce ride.
-Ho visto che hai sistemato le unghie- afferma.
-Non pensavo te ne saresti accorto...- gli dico.
-Sono un osservatore attento io. Ho anche notato che non cammini bene con le scarpe che hai-
-Sono grandi...-
-Me ne ero reso conto- dice ridendo.
Gli dò un bacio sulla guancia.
-Perché domani non telefoni a tuo padre? Lo so che ti manca, e lui sarà preoccupato. Chiamarlo non ti costa nulla!- porpongo.
Sospira.
-Non lo so...non mi sembra una buona idea-
-Perché?-
-Non credo che sarebbe entusiasta di sentirmi...si insomma, scappo per l'ennesima volta e non mi faccio sentire per tre mesi. Mi starà odiando-
-È tuo padre...non potrebbe mai odiarti. Che sia arrabbiato è certo, ma sono convinta che sarebbe felice di sapere che stai bene...non credi?-
-Non lo so...vedremo. Ora voglio pensare a noi due soltanto- afferma, baciandomi.
-Ho sonno- affermo successivamente.
-Anch'io- dice, dandomi un bacio sul naso.
Ci addormentiamo abbracciati, e posso convincermi che Bruce aveva ragione: ho dato importanza a qualcosa di stupido, e stavo per rinunciare a sentire il suo petto sotto di me alzarsi e abbassarsi, o il calore del suo corpo, o sentire il suo cuore battere, o i suoi respiri profondi e a volte rumorosi, o alla sua mano intrecciata alla mia, e credo che ora non potrò più fare a meno di una di queste cose.

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