Capitolo 54

Zelda's p.o.v.

Sono passati più di due giorni, e temo che se io e Bruce non cerhiamo dell'acqua finirà molto male.
Ci rimangono ancora due pesci; ma non è molto...
In questi giorni Bruce è stato protettivo. Molto protettivo. Mi sono sentita al sicuro...è bello stare con lui.
Fa sempre più freddo. L'inverno è ormai alle porte e i fuochi che allestiamo non scaldano molto.
In compenso c'è un sole splendido; ma è un sole dal calore superficiale: i raggi non sono nulla contro l'aria umida.
-Bruce- lo chiamo.
-Dimmi-
-Io...è una domanda un po' strana-
-Ti ascolto- afferma, circondando con le sue braccia le mie spalle.
-Se...se riuscissimo a sopravvivere a questa situazione...-
-Si...-
-Pensi che torneremo mai qui? O al campo? O in questo Stato?-
Ci riflette alcuni istanti.
-Forse tra molti, molti, moltissimi anni. Anche se, in tutta onestà, non ne vedo il motivo-
-Era per dire-
-Ho un'idea-
Lo osservo in attesa che parli.
-Vedi quell'albero laggiù?-
-Si-
-Incidiamoci le nostre iniziali. Lasceremo un'impronta indelebile qui. Forse tra quarant'anni ci sarà ancora, o forse no, ma in ogni caso avremo lasciato una parte di noi in questa landa desolata-
-Si, si ti prego!-
Con il coltellino incide le sue iniziali, e con grande facilità.
-Sta' attento o rischi di tagliarti-
-Non credo- afferma sicuro.
-Non esserne così convinto-
-Incidevo sempre le mie iniziali sugli alberi di casa. L'ho sempre fatto, e ogni volta mio padre si arrabbiava con me-
È evidente che gli manchi suo padre: ogni volta che ne parla sembra sempre sul punto di piangere, oppure arrossisce e altera il tono della voce; altre volte ancora il suo volto si vela di tristezza.
-Incidi la tua iniziale- mi dice, porgendomi il coltellino.
-Oh, non credo sia il caso: mi taglierei o potrei spezzarmi un'unghia-
-Sono lunghe: ricrescerebbero-
-Sono volgari. Non appena ne avrò l'opportunità le sistemerò-
Si mette dietro di me e con la sua mano guida la mia mentre mi aiuta ad incidere la mia iniziale.
-Incidi un cuore intorno- gli suggerisco.
-Come sei smielata- afferma ridendo.
Sempre con la sua mano sopra la mia incide un cuore intorno alle lettere. È così bello il risultato...
-È un bel risultato, non credi?- mi domanda.
-Si. Mi piace tanto! Vorrei potermi portare via quest'albero-
Ride, stringendomi a sé. Contempliamo il risultato insieme.
Mi dà un bacio sulla guancia e si allontana. Devo ammettere che sarei rimasta abbracciata a lui ancora a lungo...

Odio camminare. L'ho sempre odiato. Non ho mai fatto lunghe passeggiate: non mi è mai piaciuto, e ora è la mia unica possibilità di salvezza. Paradossale!
Siamo arrivati in un punto morto: da qui in poi l'erba è alta; mi arriva fino a poco più del ginocchio. Mi volto verso Bruce. Guarda avanti a sé. Se soltanto ne avessi la possibilità lo ritrarrei in questa precisa posizione: ha un aspetto così pittoresco in questo istante!
Non è semplice camminare nell'erba alta: ho sempre il terrore di inciampare in qualche insetto. Bruce non si pone questo problema: i suoi stivali sono alti e anche i suoi pantaloni, dunque se anche si scontrasse con insetti non avrebbe la preoccupazione che possano insinuarsi nelle scarpe.
In questi giorni sento venir sempre meno le forze. Sono stanca, e ho bisogno di riposare. Bruce maschera bene la stanchezza, a differenza mia.
Credo di averlo sentito piangere la sera scorsa, ma non ne sono sicura. Era notte fonda; io stavo per addormentarmi completamente e l'ho sentito trattenere un singhiozzo. Mi sono addormentata con questo suono che riecheggiava tra le orecchie. È stato straziante: la mattina seguente volevo parlargliene, ma temendo che avrebbe potuto turbarsi ho preferito evitare, promettendo a me stessa che se mai fosse accaduto nuovamente il sonno non avrebbe avuto la meglio.
-Sarebbe bello avere la possibilità di appuntare ogni cosa che ci accade: tra molti anni rileggeremmo tutto ciò e ne rideremmo, probabilmente- dice.
-Oh, io voglio soltanto dimenticare tutta questa storia il prima possibile!-
-Non ti biasimo-
-Non credo potresti-
Ridiamo.
-Sono stanco- afferma.
Mi affianco a lui e poso la testa sulla sua spalla.
-Anche io. Sto pregando ogni sera che accada qualcosa di buono, ma non credo stia funzionando-
Bruce ride.
-Credi ancora che pregare porti a qualcosa? Guardaci: figurati se il Signore perderebbe tempo a salvarci-
Scrollo le spalle.
-Tentare non costa nulla-
Ruba la giacca che tenevo in mano e comincia a correre, ma dopo poco si butta a terra.
-Volevo correre, ma non ne ho le forze- afferma ridendo, con un velo di tristezza.
Ha il fiatone.
-Ma perché?- gli domando, sdraiandomi affianco a lui su un fianco.
-Non lo so. Era tanto che non correvo...-
Gli sorrido.
-Hai i capelli spettinati- gli dico, provando a sistemarli.
Ride.
-Sembri un bambino in questo momento- gli dico ridendo.
Mi stringe a sé.
Mi bacia sul collo, e mi provoca solletico.
-Smettila!- gli dico ridendo.
-Perché?- domanda, come se la mia affermazione lo abbia offeso.
-Mi fai il solletico, e io non resisto al solletico-
-Ahh- esclama, rasserenandosi.
-Perché credevi che ti abbia detto di smettere?- gli domando ridendo.
Scrolla le spalle.
-Pensavo che ti stessi recando fastidio...-
Scuoto la testa.
-Tu non disturbi mai- affermo, e lo bacio sulla guancia.
Sorride, e gioca con il tessuto dello straccio che indosso sulla spalla. Continua a toccarlo, e man mano che va avanti il suo sguardo si concentra sulla spalla.
-Che fai?- gli domando ridendo.
Assume un'espressione indecifrabile.
-Nulla- dice degludendo.
Allunga la mano sino ai bottoni dello straccio, e dopo un istante di esitazione apre il primo...e poi il secondo, e il terzo.
Mi auguro solo che non sia un'anteprima di ciò a cui credo punti...
Si mette a sedere, e abbassa la manica, scoprendola. Abbasso lo sguardo.
Temo che stia per accadere qualcosa di cui mi pentirò troppo tardi...
Si insinua tra le mie gambe, e prima che possa rendermene conto mi trovo con la schiena a terra e lui sopra di me. Mi bacia...e mi tocca.
-Bruce...che fai? Bruce...- sussurro, ma sembra ignorarmi.
Provo a spingerlo via delicatamente, ma non sembrando essersene accorto lo allontano con maggiore forza.
Mi osserva come se volesse domandarmi qualcosa; confuso.
-Che fai?- gli domando, cercando di non essere scortese.
-Pensavo lo volessi anche tu...- dice, provando a giustificarsi, credo.
-In base a cosa?- gli domando, con il tono più docile possibile.
-Non mi hai fermato...- dice.
-Ti ho offeso?- domanda a testa china.
Poso entrambe le mani sulle sue spalle.
-No, non fa niente- gli dico, per poi dargli un bacio sulla guancia.
-Scusami...davvero. È che- comincia a dire, interrompendosi e osservando, quasi pietrificato, avanti a sé.
Non oso neanche immaginare il perché di ciò, ma con ogni probabilità significa che la fortuna non è stata dalla nostra parte...per l'ennesima volta.
-Cos'hai?- domando, senza volermi voltare. Non voglio neanche lontanamente immaginare perché abbia avuto una reazione simile: sono stanca di sorprese.
Si posiziona a pancia in giù, e fa abbassare anche me.
-È una persona quella- dice, sul punto di piangere dalla gioia.
Osservo meglio avanti a me, e in effetti ha ragione.
-Mio Dio: è reale!- affermo a bassa voce.
Ride.
-Puoi spiegarmi cosa stiamo aspettando? Bruce è la nostra grande occasione: non possiamo perdere di vista quell'uomo!-
-Non vorrai certo andargli a parlare? Dio Zelda, ha volte sembri uscita da un libro di favole!-
Gli dò un bacio sulla guancia e ride.
-Dunque cosa pensi di fare?- gli domando.
-Seguirlo. Se scopriamo dove vive possiamo trovare del cibo. L'erba è alta: non ci vedrà se camminiamo in silenzio e abbassati-
-Ma cosa sta facendo?- gli domando.
-Si sta guardando intorno. Dio mio non poteva essere una persona normale?!-
-Non capisco cosa intendi- affermo ridendo.
-Perché mai qualcuno dovrebbe guardarsi intorno nel nulla? Non ha senso! Mi auguro che sia la sua unica stranezza, dato che è la nostra unica possibilità di uscire vivi da tutto questo-
-Bruce se ne sta andando!- gli dico.
-Prendi la giacca, e cammina senza alzarti troppo- dice.
Mi afferra il braccio e cominciamo a seguire quest'uomo.
Mi auguro davvero che questa sia "solo" la dimostrazione che le mie preghiere sono state ascoltate.

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