Capitolo 47

Zelda' s p.o.v.

-Ti prego!- urlo, continuando a tirare Bruce per un braccio.
-No Zelda, non ne ho voglia!- risponde lui, non muovendosi minimamente.
È da circa mezz'ora che si va avanti così.
-Se ti alzi ti dò un bel bacino- dico, cominciando a baciarlo sulla guancia.
-Dai Zelda, sì realista: cosa credi ci sia oltre quegli alberi se non altri alberi?-
-Degli unicorni- dico io, cercando di essere seria ma lasciandomi scappare una risata.
Bruce ridacchia.
-Ti prego Bruce! Cosa ti costa?- ripeto.
Sbuffa.
-Aiutami ad alzarmi- dice.
-Siamo davvero arrivati al punto che devo alzarti?-
-Zelda, sono stanco e affamato, non ho neanche voglia di alzarmi ma lo sto facendo per te. Me lo devi questo aiuto- dice lui, ridendo.
-Di certo è la più bella dimostrazione d'amore che tu mi abbia fatto da quando ci conosciamo- dico io, sarcasticamente.
Bruce ride, alzandosi.
Mi dà un bacio sulla guancia e mi tira a se.
-Non ci voleva tanto, visto?- gli faccio notare.
-Che simpatica- fa lui, sarcasticamente.
È un'eternità che provo a convincere Bruce a camminare un altro po', e finalmente sono riuscita a farlo alzare. Quando vuole sà essere davvero noioso: per poco non perdo la voce, tante sono le volte che gli ho chiesto di alzarsi.
Mentre camminiamo poggio la testa sulla sua spalla.
-Tu pensi mai al futuro?- mi domanda.
-Da quando ti conosco no- rispondo, ridendo.
-Perché?-
-Perché sei la perfetta dimostrazione di come si possano passare ore, giorni o anni della nostra vita progettando un futuro che può cambiare con un semplice incontro-
-E io sarei "Quell'incontro"?-
-Come io lo sono per te-
-Credo di si...ma che tipo di futuro immaginavi che ho distrutto senza volere?-
-Beh...immaginavo che mi sarei sposata con uno dei tanti pretendenti che avevo a disposizione, interessati solo alla mia condizione sociale. Volevo una vita tranquilla...ma poi il destino ha voluto regalarmi te, e ora voglio sposarti e non so nemmeno se sarà mai possibile o mai più legale!- dico, dandogli un piccolo schiaffo sul braccio.
Si ferma davanti a me, bloccandomi la strada mentre provo a sorpassarlo.
Sbuffo.
-Cosa vuoi, Bruce?- gli domando, ridendo.
-Niente- risponde, sorridendomi.
-Vuoi infastidirmi? Mi vedi troppo rilassata oggi?-
-Io infastidirti? Dimmi quando mai ti ho infastidita- fa lui, ironicamente.
Ridiamo entrambi, sapendo che se dovessi elencare tutte le volte che Bruce mi ha infastidita la lista sarebbe lunghissima.
-Cosa vuoi affinché riesca a spostarti?- gli domando dopo.
-Voglio un bacio- dice, chinandosi verso di me.
-Un giorno smetterò di baciarti se continui così, sappilo- dico ridendo.
-Oh, non ti stancherai mai di baciarmi- afferma sicuro.
-Vogliamo scoprirlo?-
-Meglio di no-
Scuoto la testa, per poi dargli un bacio.
Non mi fa allontanare, al contrario mi solleva da terra.
A volte vorrei essere più alta per non farlo piegare troppo quando mi bacia.
Mi piace baciare Bruce; che sia un bacio sulla guancia o sulle labbra, ogni volta mi sento più vicina a lui.
Mi bacia con foga, e ho imparato a non sentirmi a disagio ogni volta che prende il sopravvento.
Negli ultimi giorni ha assunto un comportamento dalla dubbia interpretazione: più volte l'ho sorpreso a guardarmi, e la cosa mi avrebbe fatto piacere se non mi avesse osservato con tanta morbosità, come se nel mentre stesse pensando ad altro. Ha portato tanta inquietudine alla mia persona quando l'ho visto più volte mordersi il labbro ghignando; in quel gesto non perdeva un briciolo di fascino, venivano invece esaltati i suoi bei lineamenti, ma è un'espressione troppo perversa per il suo volto. Questo strano atteggiamento mi ha spinto a immaginare mille motivazioni che possano in qualche modo giustificare questo comportamento. La cosa di cui mi vergogno è che sto mettendo in dubbio il sentimento che Bruce prova nei miei confronti: sono arrivata a pensare anche che possa essersi inventato tutto, e che in fondo ancora mi odia come il primo giorno. Ho preferito escludere questa ipotesi: anche se fosse così non riuscirebbe a nascondermi la sua avversione, e con questa sicurezza ho dimenticato questa orribile possibilità.
Mi morde il labbro, provocandomi un dolore atroce.
-Ahi!- urlo, allontanandomi.
-Che c'è?- domanda Bruce, confuso.
-Mi hai morso il labbro, e mi sta uscendo sangue!- dico a Bruce, notando che le mie mani sono diventate color rosso.
-Oh, Zelda...mi dispiace. Non era mia intenzione!- fa lui, sfiorandomi il labbro.
-Lo-lo capisco- biascico.
-Mi sono lasciato prendere; sai com'è...-
-In realtà no, ma non fa niente-
-Forse metterci dell'acqua aiuterà- dice Bruce.

-Ti fa ancora male?- domanda Bruce, sfiorandomi il labbro.
-Si. Dico io, cosa ti ha detto il cervello? Era un bacio...-
-Ti-ti chiedo scusa. Come ho detto prima, mi sono lasciato prendere dal momento...scusa-
-Ti ho già detto che non fa niente. Sta tranquillo-
-Scusa- ripete, abbracciandomi da dietro.
Lascio cadere la testa all'indietro, sulla sua spalla, e proviamo a camminare così.
-Se è questo il tuo modo di farti perdonare...funziona- dico, ridendo.
Mi giro e gli prendo le mani.
-Che fai?- mi domanda.
-Voglio fidarmi e vedere se mi farai cadere o urtare contro un albero-
-È una prova per testare la mia affidabilità?-
-Forse-
Ride.
-Quand'ero piccolo mi divertivo a camminare all'indietro- dice, guardandomi indietreggiare.
-Davvero?-
-Si. Era una cosa che facevo con mio padre: io camminavo all'indietro e lui mi diceva se andare a destra o a sinistra. Era divertente-
-Che carini dovete essere stati!-
-In effetti si: ero davvero un bambino bellissimo- afferma convinto.
-Non essere così narcisista- lo rimprovero ridendo.
-Non è colpa mia se la natura ha voluto offrire tanta bellezza a un solo uomo: sono fortune che capitano-
-Non sarebbe stato un male offrirti anche un po' di umiltà- dico ridendo.
-Io sono la persona più umile di questo mondo! Ma se devo riconoscere la mia bellezza non ho problemi a farlo- afferma ridendo.
Mi dà un bacio a stampo senza darmi il tempo di...non so, rendermene conto.
Sorrido stupidamente.
Bruce mi osserva divertito, per poi fermarsi improvvisamente.
-Cos'hai?- gli domando.
Il suo volto non ha espressione.
Mi fa cenno di voltarmi, e io mi giro.
Dietro di me il vuoto assoluto.
Niente più alberi, niente più piante; il nulla.
Dvanti a noi solo un'immensa distesa di terreno che in altre situazioni definirei "pittoresco", ma che ora mi lascia senza la speranza di sopravvivere più di due giorni.
Il colore dei fiori viene esaltato dalla luce del sole, che ricopre gran parte del territorio. Il tepore dell'aria fa venire sonno, e come vorrei godermi questo paesaggio senza preoccupazioni.
Sospiro.
-È tra il bello e il brutto- commenta Bruce, affianco a me, con un filo di voce.
Continuo a osservare il paesaggio.
Che dobbiamo fare?
-Ora cosa facciamo?- gli domando, senza distogliere lo sguardo.
Sospira.
-Pensi possa portare a qualcosa di migliore?-
Alzo le spalle e scrollo la testa.
-Tentare non costa nulla- dico.
-Solo le nostre vite- afferma amaramente Bruce.
Lo osservo: ha la fronte corruciata.
Mi avvicino e lo abbraccio, continuando a guardare avanti a noi.
-Ti vedo...confuso- affermo.
-Tu non lo sei?-
-Più di quanto immagini-
Ci sono alcuni istanti di silenzio.
-Che facciamo ora?- domando.
-Non lo so...non ne ho idea- risponde.
-E se oltre questo nulla ci fosse qualcosa?-
-Probabile. Ma ne vale veramente la pena?
Non rispondo alla sua domanda: non so cosa dire.
Rimaniamo a guardare avanti a noi, con il dubbio nei nostri cuori.

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