Capitolo 43
Finito di mangiare, io e Bruce ci siamo rimessi a camminare.
È bello avere ancora in bocca il sapore di cibo...
Tuttavia questa bella sensazione non durerà molto, e già immagino che tra qualche ora avrò nuovamente fame.
Ultimamente fa piuttosto freddo, e nonstante viviamo senza neanche sapere che giorno è, il cambio di stagione è a dir poco percepibile.
-No!- urlo improvvisamente, fermando Bruce.
Bruce sobbalza.
-Cos'hai?- domanda.
-Guarda! Il ruscello...l'acqua...il corso d'acqua si interrompe! Ora come facciamo?-
Guarda avanti a sé.
-Merda- sussurra.
-Non possiamo proseguire senza acqua...-
Sospira.
Il corso d'acqua si interrompe poco prima di scendere a cascata su un dislivello roccioso che porta a qualcosa di somigliante a una sorgente.
Se non dovessimo preoccuparci del fatto che, se andremo avanti, non avremo di che dissetarci, è uno spettacolo meraviglioso.
Guardando avanti la concentrazione di alberi diminuisce vertiginosamente.
Al lato di questa sorta di sorgente c'è una grande insenatura nella roccia, oserei dire una qualche strana forma di grotta.
-Fermiamoci un momento- dice Bruce.
-È quasi bello, se non fosse per il fatto che non avremo più acqua se decidiamo di proseguire-
-Potremmo fermarci qui per un po'..guarda l'acqua: è cristallina e brulica di pesci!-
-Sai che correremmo il rischio di farci trovare restando nei dintorni di Auschwitz?-
-Ci siamo allontanati chilometri...non credo ci troveranno tanto facilmente- fa lui, guardandosi intorno.
-Come fai ad essere così tranquillo?-
Mi guarda.
-Sto provando a vedere il lato positivo della cosa...-
Gli sorrido.
-Non so cosa possa esserci di positivo in tutto questo...ma se ci vedi anche solo un po' di bello mi sforzerò di vederlo anch'io...per quanto sia possibile-
Mi dà un bacio sulla guancia.
Si dirige lentamente verso la riva dell'acqua e comincia a spogliarsi.
-Ma che vuoi fare?- domando, avvicinandomi a braccia incrociate.
-Non ti pare ovvio?- risponde.
-Ti verrà come minimo la febbre; ti prego non farlo-
-Non mi verrà niente. Sta tranquilla- dice.
-Non mi fido- dico, ridendo.
-Perché non mi aiuti a slacciare la cintura?- domanda, avvicinandosi.
Non indossa più la camicia, e mi meraviglio di come non riesca a sentire freddo così, a petto nudo.
-Ma...perché?- domando, confusa.
-Deve per forza esserci una ragione?- domanda, con tono malizioso.
Scrollo la testa.
-Non ti mordo- sussurra, a un palmo dal mio viso.
Continuo ad osservarlo in attesa di qualcosa.
Con delicatezza afferra le mie mani e le posa sulla sua cintura.
Gliela levo con fare lento e ansioso, facendola cadere a terra.
Non so bene dove miri Bruce con questa sorta di provocazione erotica, ma ovunque voglia indurmi o indurci, ci sta riuscendo fin troppo bene.
-Perché non mi abbassi la cerniera dei pantaloni, già che ci sei?- domanda, dandomi un bacio sulla guancia.
La mia mano scivola sulla cerniera dei suoi pantaloni.
Mi guarda esortante.
Degludisco.
Velocemente gli abbasso la cerniera.
Mi dà un altro bacio sulla guancia per poi finire di spogliarsi.
Non è stato un qualcosa che intendo ripetere molto presto: per Bruce provo sentimenti sinceri, ma non abbiamo neanche un quarto dell'intimità necessaria affinché riesca a levargli la cintura o abbassargli la cerniera dei pantaloni senza provare disagio o imbarazzo.
Non mi sono sentita pronta a un gesto simile, ma sono venuta meno a me stessa per accontentarlo...il che non credo sia un bene per me.
Si tuffa in acqua, schizzandomi.
-Non hai freddo?- gli domando.
-Nulla che non sia sopportabile- afferma.
-...Secondo la tua soglia del dolore- rispondo.
Bruce ride.
È così carino...a volte mi domando come faccia a essere tanto scontroso...
Mi siedo sulla riva, guardandolo bagnarsi i capelli.
Piego i vestiti sparpagliati a terra.
Bruce si avvicina alla riva, affianco alle mie gambe.
-Entra anche tu- dice, prendendomi per mano.
-Per avere una febbre che potrebbe trasformarsi in polmonite? No grazie- rispondo ridendo.
-Non vorrai lasciarmi solo...?-
-Non sei solo-
-Ti prego- dice, scongiurandomi.
-Non lo so Bruce...-
-Se non vuoi perché hai paura che ti veda nuda vorrei ricordarti dove e con chi sono cresciuto. Scommetto che non vuoi perché non sai nuotare- dice lui, con tono di sfida.
-Oh Bruce...come sei ingenuo- rispondo io, lasciandolo intendere.
-Vorresti affermare il contrario?-
-Dieci anni di nuoto avranno pur portato a qualcosa, non credi?- domando.
-Davvero? Dieci anni? Sono tanti...- dice, come se avessi appena detto qualcosa di incredibile.
-Già...un amico di mio padre gestiva un rinomato centro sportivo, e tra una chiacchiera e l'altra mi sono ritrovata a praticare, per dieci lunghi anni che si sono interrotti con l'inizio della guerra, nuoto-
-Ma...davvero fanno praticare nuoto a una donna?-
-C'è gente, Bruce, che ha una mentalità un po' più aperta della tua o di chi ti circonda- affermo con tono duro.
-Sarà. Ma ad ogni modo, entri o non entri?- domanda.
Sospiro.
-Si...in fondo, mal che vada, avrò solo una polmonite- dico, ironicamente.
Bruce fa un'espressione soddisfatta.
Si allontana dalla riva, in modo tale che possa vedermi meglio.
-Intendi osservarmi mentre mi spoglio?- gli domando.
-Vuoi che mi finga scandalizzato o allibito?- domanda ridendo.
-Vorrei che ti voltassi-
-Voglio vederti, Zelda. Voglio vederti senza nulla addosso- risponde lui, serio.
So bene che non si volterà facilmente, pertanto non ho voglia di supplicarlo.
Sospiro.
Mi alzo in piedi e comincio a sbottonare i bottoni.
Non mi sento né a mio agio né a disagio con gli occhi di Bruce puntati addosso.
Mi sento incredibilmente agitata...e l'attenzione di Bruce non aiuta.
Provo però anche un perverso piacere nella sua attenzione.
Le mie vesti cadono a terra, e rimango a coprirmi con le braccia.
Alzo lo sguardo per vedere Bruce, che mi sta guardando con aria sognante.
Dovrei sentirmi lusingata?
-Sei così bella...- sussurra.
Si avvicina nuovamente a riva.
-È profonda l'acqua?- domando, immergendo i piedi.
Già ho i brividi.
-Per me no, ma per te molto probabilmente si- dice, ridendo.
-Mmh- commento.
In un gesto improvviso, mi fa scivolare in acqua tirandomi dalle caviglie. Sarei sott'acqua se non mi fossi aggrappata al suo collo.
-Non farlo più!- gli ordino.
-Avresti dovuto vedere la tua faccia- dice, ridendo.
Rido anch'io.
Mi stringo forte a lui.
Mi accarezza la testa.
Sembra tutto così perfetto...vorrei che fosse sempre così.
L'acqua va a formare questa sorta di pozza da una cascata formata dall'intersecarsi di una serie di rocce fuoriscenti dal terreno che si abbassa vertiginosamente.
-Voglio andare sotto quella cascata- dico, indicandola.
-Non è una cascata- dice ridendo.
-Ci somiglia, quindi voglio andarci!- dico io.
-D'accordo, ma non muoverti così: mi farai finire sott'acqua!- dice ridendo.
-Allora sbrigati!- dico, dimenandomi.
Si sposta lentamente nella direzione indicata.
Poso la testa sulla sua spalla e mi stringo forte a lui.
È tutto così silenzioso...questo silenzio lascia spazio a riflessioni...
Io e Bruce stiamo così bene in questo momento...ma come siamo arrivati a questo? La prima volta che ci siamo visti, mancava poco che ci uccidessimo a vicenda.
Poi, non so come, abbiamo cominciato a parlare senza urlarci contro, e da lì è successo qualcosa che ha profondamente cambiato il nostro rapporto.
Sono stata fortunata, in fin dei conti.
Mi soffermo ad osservarlo.
-Che c'è?- domanda divertito.
Lo bacio. Ne avevo voglia...
Mi stringe più forte, tanto che non riesco quasi a respirare.
Una mano è nei suoi capelli, l'altra circonda il suo collo.
Ci baciamo con avidità, non risparmio neanche più il contegno che mi ero ripromessa di mantenere.
Mi bacia sul collo.
Qualcosa mi sta provocando una strana sensazione tra le gambe. È un qualcosa di simile a della adrenalina che arriva allo stomaco.
Si allontana per riprendere fiato.
Mi guarda ridendo.
-Sei bellissima Zelda. Sei...meravigliosamente mia- dice, degludendo.
Mi stringo a lui.
Riprende a camminare in acqua.
Pian piano, la sensazione che provavo svanisce.
È bello essere cullata così; Bruce mi fa sentire al sicuro...
Un getto d'acqua si riversa su di me, risvegliandomi dalla specie di sogno che stavo facendo.
Bruce ride, e allontanandomi da lui per capire cosa sia stato mi accorgo che siamo sotto la "cascata".
-Tu...dovevi avvisarmi!- lo rimprovero, schizzandolo.
-È stato più divertente così- dice, ridacchiando.
Non avevo mai notato la sua dentatura perfetta. La mia non è da meno, ma quei denti meravigliosamente bianchi incorniciano alla perfezione il suo sorriso e il suo meraviglioso volto.
-Cos'ho?- domanda, vedendo che lo sto osservando.
Scrollo le spalle.
-Guardavo i tuoi denti- rispondo.
-Perché?- domanda confuso.
Scrollo nuovamente le spalle.
-Così- affermo con noncuranza.
-Hai freddo?- domanda, avendomi vista tremare.
-Nom molto- rispondo.
Mi avvicino a lui.
Gli dò un bacio sul naso.
Sorride.
-Cos'era?- domanda, riferendosi al bacio.
Scrollo le spalle.
-Un gesto affettuoso- rispondo.
-Sei diventata rossa- dice, ridendo.
Scuoto la testa.
-Non è vero- affermo.
-Si che lo è-
Rido.
Bagno i capelli. Sono dannatamente sporchi, e nonstante sappia che non basterà un po' d'acqua a pulirli tanto vale tentare.
-Hai mai fumato?- domando a Bruce, sulla sua spalla.
Usciti dall'acqua ci siamo rivestiti. Non è stato semplice accendere un fuoco da semi-bagnati ma ci siamo riusciti. Ancor più difficile è stato trovare degli arbusti sparsi in giro: ce ne sono meno rispetto a dove eravamo giorni fa.
Abbiamo acceso il fuoco nella specie di grotta che non è una grotta, ma che è più un'insenatura.
È abbastanza profonda, e più ci si addentra più è buia.
È notevolmente spaziosa.
Sempre usciti dall'acqua, la fame si è fatta nuovamente sentire, e tentati dal numero di pesci che nuotavano a pochi metri di distanza da noi, abbiamo deciso di provare a pescarne qualcuno.
Non uno, ma due siamo riusciti a prenderne!
Sento che sta andando tutto per il meglio.
-Avevo cominciato, poi ho smesso- risponde Bruce, accarezzandomi la testa.
Sono seduta tra le sue gambe, rivolta su un fianco e con la testa poggiata sulla sua spalla.
Ha un'espressione piuttosto esausta.
-Cosa ti ha fatto smettere?- domando.
Scolla le spalle.
-Ho preferito evitare di avvelenarmi i polmoni. Se lo avesse scoperto mio padre poi...- risponde, ridacchiando.
-Quel pesce non si sta bruciando?- domanda.
-No. E poi non credo possa bruciarsi due minuti dopo averlo messo a cuocere- rispondo, ridendo.
-Non sono esperto in queste cose, lo sai- dice, stringendomi.
Cala il silenzio per qualche istante.
-Sembri molto stanco- gli dico, accarezzandogli una guancia.
Chiude gli occhi.
-Lo sono- dice, baciando la mia mano e prendendola con la sua.
-Tu non sei stanca?- domanda, guardando la mia mano.
-Terribilmente- affermo sfinita.
Sfiora il mio anulare.
-Qui ci starebbe bene un anello di fidanzamento- dice, sorridendo.
Credo lo abbia detto più a se stesso che a me.
-Vorresti essere tu a mettermelo?- domando, guardandolo.
-Tu vorresti che fossi io?- domanda, guardandomi negli occhi.
Ha uno sguardo pieno di speranza.
Gli sorrido.
-Si- rispondo.
L'espressione di speranza si trasforma in una di incredulità.
-D-davvero?- domanda, incredulo.
-Si- rispondo nuovamente.
Mi abbraccia stringendomi forte.
-Anch'io lo vorrei tanto, non immagini neanche quanto!- sussurra al mio orecchio, emozionato.
È in momenti come questi che vorrei che rimanesse sempre tutto così: senza problemi o preoccupazioni; senza il bisogno di rincorrere la libertà o la necessità di sopravvivere.
Ma non è così.
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