Capitolo 39
Ottobre 1944
Pomeriggio
Zelda's p.o.v.
Sono al settimo cielo! Dopo ieri, nulla è più stato come prima: Bruce e io abbiamo continuato a camminare tenendoci per mano, a tratti abbracciandomi e a volte fermandoci perché voleva darmi un bacio.
Mi sembra tutto così romantico e inverosimile! È come se stessimo camminando su una nuvola, lontani dalla guerra e da tutto ciò che ne deriva.
-A che pensi?- mi domanda, risvegiandomi dai pensieri.
-A niente- dico, sorridendogli.
-Non ti credo neanche un po'- afferma.
Sbuffo divertita.
-Ti assicuro che non stavo pensando a nulla di importante-
-Come vuoi- si arrende.
-Che tipo di persona sei in società? Nel senso: qui io e te abbiamo conosciuto la parte peggiore dell'altra, quindi credo che sarebbe interessante vedere chi e come siamo in contesti sociali- dico all'improvviso.
Fa una smorfia.
-Non c'è molto da dire: sono educato, garbato, moderato...Fine- dice, scrollando le spalle, -Tu?- aggiunge.
-Oh, io sono una persona molto riservata; parlo il tempo necessario affinché le persone mi conoscano, e poi prendo parte ai discorsi solo se ne ho voglia-
-Bello- commenta.
-"Bello" cosa?- domando divertita.
-Non lo so, non sapevo cosa dire- dice ridendo.
-Bello- commento.
Mi guarda, per poi ridere.
-Non riesco ad immaginarti come una persona riservata- afferma.
-Perché?- domando curiosa.
-Perché sei così estroversa...-
-L'essere estroversi non esclude l'essere riservati. Sono due cose ben diverse...-
-Forse, ma in ogni caso non ti ci vedo. Sei troppo goffa per essere riservata. Si insomma, se dovessi pensare a una ragazza riservata penserei a qualcuno che non ha bisogno di parlare in continuazione. Tu non stai zitta un minuto-
-L'essere riservati non vuole neanche dire non parlare. Esattamente Bruce, cosa dovrebbe fare un persona per essere definita tale, secondo te?- domando.
-Beh...questo: dovrebbe essere silenziosa, parlare poco, essere timida...una persona riservata è così, no?- domanda scrollando le spalle.
-Certo che no! Se fosse così, allora non ti starei neanche parlando. Il fatto che io sia una persona riservata non vuol dire che sia estroversa; vuol semplicemente dire che non parlo di cose personali al primo che passa-
-D'accordo- dice.
-Tu con me sei stata riservata?- domanda poi.
-Più o meno. Potrei raccontarti un'infinità di cose che ho sempre tenuto per me, ma per ora accontentati di ciò che già sai-
-Pensavo mi avessi già detto tutto su di te...- dice, leggermente offeso.
-In proporzione a quello che potrei dirti, tu non sai niente su di me Bruce, come molto probabilmente io non so niente su di te-
-Se la metti così allora si, non sai niente su di me-
Non diciamo nulla per qualche istante.
-Dici che dovremmo conoscerci meglio?- domanda lui.
-Non abbiamo da fare nient'altro, mi pare- dico, scrollando le spalle.
-Ad esempio, mi piacerebbe sapere se hai avuto qualche relazione sentimentale con qualcuno...- dice a bassa voce.
Mi avvicino a lui, poggiando la mia testa sulla sua spalla.
-No. Come ti ho già detto, presi dalla smania di assicurarmisi moglie, i miei corteggiatori hanno perso di vista il fatto che mi sarebbe piaciuto essere considerata un po' di più, e che sopratutto non avrei sposato qualcuno senza amarlo-
-Ah- commenta, rassicurato.
-Tu? Hai avuto qualche relazione importante?- domando.
-Non esattamente- dice, scrollando le spalle.
Mi allontano per guardarlo.
-In che senso?- domando confusa.
-C'è una ragazza che mio padre vorrebbe farmi sposare. Io non voglio né lei né sposarmi. È carina, ha la mia età e viene da una raccomandabile famiglia della Germania. Tuttavia è fin troppo assillante, capricciosa, viziata e dannatamente piena di sé persino per me. Mio padre crede che sarebbe perfetta per me, ma se devo essere sincero, non mi è granché simpatica. Non fraintendermi: è una ragazza incredibilmente socievole e amabile, molto bella e credo brillante, ma non è il tipo di donna che voglio: è poco litigiosa, e io voglio una donna con cui poter litigare, non una donna che asseconda qualunque cosa dica. Voglio qualcuna che mi tenga testa e che non abbia paura di pensarla diversamente da me. Trovo che l'amore sia anche questo, e che litigare aumenti poi il voler stare insieme. È un discorso contorto e forse cinico, che forse considereari strano, ma non ti biasimo- dice, guardandomi.
-Ti vedo perplessa- afferma con un mezzo sorriso.
-Lo sono: solitamente voi uomini volete una donna che vi ubbidisca e che vi assecondi sempre, che non vi dia problemi insomma. Tu...vuoi l'esatto opposto- dico.
Scrolla le spalle.
-Litigare fa parte di me. Voglio una donna che lo capisca e lo accetti, ma che soprattutto mi sopporti per tutta la vita. So bene che non è facile accontentarmi, e questo forse è il più assurdo dei miei capricci-
-Lo è. Però in senso positivo-
-Cosa ci trovi di positivo in una cosa simile?-
-Il fatto che vuoi qualcosa di diverso dal solito. Non è da tutti. Io stessa ho affermato che vorrei una vita ordinaria-
-Anche quella che voglio io è ordinaria. La sola differenza sta nel fatto che non voglio una moglie succube delle mie idee. Non sarebbe bello parlare a qualcuno che la pensa come te anche se la pensa diversamente, non credi?-
-Si, sono d'accordo- afferma.
Da Bruce mi sarei aspettata tutto meno che questo: ho capito molto bene, nel corso del tempo, che ama litigare, ma che addirittura voglia una moglie che si permetta di contraddirlo mi sembra davvero assurdo. È come se dicessi di non volermi sposare: chi se lo aspetterebbe? Nessuno, ecco chi.
-Ma, invece questa ragazza...è davvero tanto bella?- domando a bassa voce, guardando a terra.
-Molto, ma mai quanto te-
-Non lusingarmi-
-Non lo sto facendo. Lo penso davvero, per me sei bellissima- dice, avvicinandosi.
Lo guardo dubbiosa.
-Sono serio, per me quella ragazza non è nulla- afferma.
-D'accordo. Ti credo- dico.
Mi stringe a se.
-Quindi sei gelosa?- domanda, ridendo.
-No- dico, affondando il volto nel suo petto.
-Si che sei gelosa, e anche tanto-
-No invece!-
-Si!-
-No!-
-Si!-
-No!-
Scoppiamo a ridere.
-Solo un po'- ammetto.
-Lo sapevo già- afferma pieno di sé.
Il mio stomaco brontola. Sono si e no due giorni che non mangiamo, e bere non dà la stessa soddisfazione che dà mettere qualcosa sotto i denti.
Bruce prova a muoversi ma lo blocco facendo un verso incomprensibile: voglio restare così un altro po'. Sono mesi che non abbraccio qualcuno, questa mancanza cominciava a farsi sentire...
Mi da un bacio sulla fronte.
-Sarebbe bellissimo rimanere così, ma non credo sia possibile dato che tra poco le nostre gambe cederanno- mi sussurra Bruce.
-Ho terribilmente sonno- dico, sbadigliando.
Bruce ride.
-È la seconda volta che lo dici in questi giorni-
-La stanchezza comincia a farsi sentire: fermiamoci per oggi, ti prego- dico in tono lamentoso.
-D'accordo- dice.
Mi accarezza la testa, e io chiudo gli occhi.
Vorrei che fosse sempre così.
-Sai, credo di aver trovato qualcosa da mangiare- afferma Bruce, seduto affianco a me.
-Ah sì? E cosa?-
Dalla tasca della sua giacca, che per una volta non sto indossando io, estrae una piccola pigna.
-Credi che ci siano dei pinoli dentro?- domanda.
-Penso di si- dico.
In totale v'erano sei pinoli, che abbiamo diviso in parti uguali.
-Non è molto, ma bisogna accontentarsi- dice, sospirando.
-A me basta che tu riesca a pescare qualche pesce, poi non mi lamenterò più per un mese, lo giuro- dico ridendo.
-Vorrei poterti offrire di più...- dice serio.
-A me va bene così. Anche perché non credo che potresti offrirmi molto- dico, ridacchiando.
-Perché dici così? Ho soldi a volontà, potrei darti tutto ciò che vorresti- afferma.
-Non mi riferivo a questo, ho capito che di soldi ne hai, ma al fatto che di questi tempi potrebbero arrestarti se solo ti vedessero sfiorarmi-
-Ah- dice, rendendosi conto di ciò che ha detto.
-Beh, mi piacerebbe comunque- afferma.
-Anche a me- rispondo.
-Sarebbe bellissimo chiamarti con il mio cognome- dice, guardandomi con aria sognante.
-Qual è il tuo cognome?-
-Hoffmann-
-Hoffmann?-
-Si, perché?-
-Non so, mi è familiare...- dico, cercando nella memoria il luogo dove ho sentito questo cognome.
-Magari ti stai confondendo- dice, vedendomi riflettere.
-Non credo, ma sarebbe possibile per una mente confusa come la mia-
Ridacchiamo.
-Tu? Il tuo cognome?-
-Mizrachi-
-Mizrachi?- domanda con stupore.
-Si-
-Sei figlia del multimiliardario Mizrachi?!- domanda stupefatto.
Immaginavo una reazione simile...va sempre così.
-Eh già- affermo con noncuranza.
-Io...non l'avrei mai detto! Ma, sei sicura?-
-Che domanda è se "sono sicura"?- domando divertita.
-Si beh...è strano pensare che sei figlia a un uomo così influente...- dice.
-Reagiscono tutti così: ogni volta che comunico il mio cognome rimangono sempre stupefatti- affermo.
-Sarebbe strano il contrario! Sei probabilmente cresciuta nel lusso più sfrenato, in una delle più prestigiose famiglie che ci sono sulla faccia della terra! Dico io, lo sai vero che tuo padre è tra gli uomini più ricchi e influenti che esistano?!- dice con enfasi.
-Certo che me ne rendo conto, ma a quanti ho capito anche tu vanti un gran numero di soldi, quindi non comprendo questo stupore-
-In confronto a te, sono povero persino io! E per farti capire meglio, mio padre è uno degli uomini più ricchi della Germania!-
-Si, beh, non voglio tante cerimonie-
-Perché?-
-Perché...non lo so, pensare a mio padre non mi piace- dico.
-Cosa intendi? Non vai d'accordo con lui?-
-Mi manca terribilmente Bruce. Pensare a lui non fa altro che accrescere il mio dolore. Sai, quando ero piccola e tornava dal lavoro, portava sempre qualcosa a me e i miei fratelli. Essendo le ultime arrivate, io e mia sorella siamo cresciute come regine in casa mia, e i nostri fratelli ci hanno sempre fatto vivere il bello di tutto, persino della guerra, per quanto fosse possibile-
C'è qualche istante di silenzio.
-Mi dispiace, non volevo fartici pensare. Sono desolato...- dice, affranto.
-Non fa niente. Non è colpa tua- dico, poggiando la mia mano sulla sua. La stringe.
-A te manca tuo padre?- domando, dopo.
Abbassa lo sguardo, per poi guardarmi nuovamente.
-Si, purtroppo- dice.
-Non è una cosa negativa. Sarebbe strano il contrario-
-Sono fin troppo orgoglioso per ammettere che mi manchi, ti prego: non ricamiamoci sopra un dialogo- mi chiede.
-D'accordo, come vuoi-
Dopo alcuni istanti, lo sento bisbigliare: -Mizrachi...Zelda Mizrachi-
-Ancora non riesci a darti pace?- domando divertita.
-È che...wow- afferma stupefatto.
Rido sulla sua spalla.
È bello essere così in sintonia. Bruce mi fa stare bene...anche troppo.
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