Capitolo 26

Bruce è silenzioso, molto. Troppo.
Ho avuto modo di capire che la mattina è un po' scorbutico. Molto. Troppo.
Vorrei solo che mi parlasse: stiamo camminando da più di due ore e dopo quella brutta litigata non mi ha più rivolto la parola.
-Mi parli o sei ancora "sovrappensiero"?- gli chiedo.
-Cosa vuoi sapere?-
-Perché non hai detto niente dopo averti confessato ciò che penso?-
-Non sono nessuno per mettere bocca sui tuoi pensieri-
-Per me si. E comunque era solo questione di confermare ciò che credo sia giusto-
Sbuffa e si ferma.
-Cosa vuoi?- mi chiede guardandomi negli occhi.
-Conferme- dico seria.
-Conferme? Come vuoi!...Hai ragione, sei contenta ora?-
-No: ora voglio sapere perché non riesci ad accettarmi come ebrea-
-A me non frega un cazzo di voi ebrei! Lo volete capire tutti? Fosse stato per me non sarebbe mai nata tutta questa storia contro di voi! Non mi sarei scomodato per fare tanto e per ritrovarmi in questa situazione di merda! Non per gente che mi è indifferente!- urla.
Non so cosa dire.
È rassicurante, in un certo senso, che a lui non importi di razza e roba simile.
Ma allora perché si comporta così con me?
-Allora perché mi tratti in malo modo e poi ti giustifichi dicendo che è perché sono ebrea?-
-Perché cosa dovrei dirti? Mi fai incazzare sempre, e ricordare a me stesso che sei ebrea non mi fa sentire uno stronzo nei confronti della mia patria!-
È rosso in volto, talmente urla.
-Calmati per favore- dico piano.
-Calmarmi? Io? Sei tu che hai cominciato!-
-Sei tu che urli!- dico, scoppiando a piangere.
Non mi trattengo più: riesce sempre a farmi soffrire.
-Cazzo!- urla girando su se stesso -Non possiamo continuare a litigare così, mi verrà una crisi nervosa!-
-Sei sempre tu che vuoi litigare!-
-Non è vero questo!-
-Si!-
-No!-
-Si!-
Sospira. Si guarda intorno spaesato.
-Io...niente- biascico.
-Incontrarti è stata la mia rovina- afferma.
-Buona a sapersi- dico tra le lacrime.
-Smettiamola, per favore. Non ne posso più di litigare con te...- dice esausto.
-Anche io sono stufa-
Attimi di silenzio prendono il posto delle parole.
-Allora...Adesso che facciamo?- domanda Bruce, dondolandosi sui talloni.
-Non lo so...Anzi si!- esclamo.
-E cosa?-
-Facciamo un patto, ti va?-
-Ho altra scelta?- dice sorridendomi.
È bello sapere che non è più arrabbiato.
-No- dico sorridendo a mia volta.
-Allora dimmi, in cosa consiste questo patto?-
-Io e te facciamo finta di non conoscerci, di non esserci mai visti, di non appartenere a nessuna razza, e ricominciamo a conoscerci da capo.
..Ti va? Magari scopriamo di esserci simpatici...-
Sembra rifletterci.
-A una condizione-
-Quale?-
-Che dimentichiamo solo di appartenere a razze differenti, perché non voglio ricominciare a conoscerci da capo: non ne ho voglia- dice.
-D'accordo- rispondo all'istante.
Protende la mano, vuole che gliela stringa.
Mentre ci stringiamo la mano rischio di fargli male, tanta è la forza che metto nello stingergliela.
-Quindi...Adesso che facciamo?- domanda dopo.
-Adesso continuiamo a camminare, e intanto ci conosciamo meglio. Per esempio, a te piace il gelato?-
-A chi non piace?- domanda divertito.
-Lo chiedo per sicurezza: ad alcuni non piace...-
-Quel qualcuno non sarò mai io-
-Comunque...tu che scuola frequentavi?-
Magari scoprire qualcosa in più riguardo i suoi interessi mi aiuterà a capirlo.
-Frequentavo il liceo classico-
-Anche io! Lo frequentavo prima di...be'...Tutto questo- dico.
-Sul serio?- sembra stupito della cosa.
-Si!- rispondo con molta enfasi.
-Non lo avrei mai immaginato...- dice.
-E perché?- domando con una punta di stizza.
-Non lo so...Non lo immaginavo e basta...-
-Quindi secondo te non andavo a scuola?- domando alzando il tono della voce.
-Molti ragazzi e ragazze non vanno a scuola. Non ci avrei trovato nulla di strano...-
Vorrei ribattere, ma non voglio tornare a litigare subito.
-Hai sempre voluto fare la SS?- domando dopo poco.
-In realtà avrei voluto fare tutto meno che questo- dice in tono duro.
-Che volevi fare?-
-Preso il diploma, sarei voluto andare all'università e laurearmi in giurisprudenza. Mi sarebbe tanto piaciuto diventare avvocato, ma è chiaro che il mio futuro sarà diverso-
Il suo tono è triste. Si vede che rimpiange quel possibile futuro.
Guarda a terra.
-Non dire così...Non sei costretto ad essere un'SS-
Non sono mai stata molto brava a consolare le persone, ma mi dispiace vedere Bruce in questo stato.
-Si invece: non appena è nata, mio padre mi ha subito fatto far parte della gioventù hitleriana. Da poco indosso le vesti di una vera e propria SS. Ho provato in tutti i modi a convincere mio padre del fatto che non volessi essere un' SS, ma a lui poco è importato dei miei desideri. A me non frega niente di tutto questo...fosse per me la brucerei questa divisa!- dice aspramente.
-Guardiamo il lato positivo...Ti dona- dico, provando a sdrammatizzare.
-Grazie- borbotta -A te invece questo straccio non dona neanche un po'- aggiunge guardandomi.
Faccio spallucce.
-È...Sempre meglio di niente, credo- biascico.
Cala il silenzio.
-Ti vedo bene con un vestito giallo- afferma dopo Bruce.
-Giallo? Perché un colore così eccentrico?-
-Perché si intona bene alla tua carnagione chiara-
-Ah...Grazie?-
-Era una domanda?- chiede divertito.
-Si e no-
Ridacchiamo.
-Io sento che oggi comincia un nuovo rapporto tra di noi! Sono fermamente convinta che andremo d'accordo!- dico dopo.
-Me lo auguro con tutto me stesso- dice sospirando.
-Perché non dovrebbe funzionare?-
-Perché non credo sia un bene escludere il resto del mondo e vivere dentro una bolla dove il male non esiste-
-Io e te siamo esclusi dal mondo! Guardati in giro: vedi altri?-
-Sai cosa intendevo...-
-Forse si forse no-
-Non fare la bambina!- mi rimprovera.
-Credo che in una situazione del genere abbiamo entrambi bisogno della spensieratezza di un animo infantile-
-È un invito a procreare con te?- domanda ridacchiando.
-No!- urlo allontandomi.
-Scherzavo...Come sei pesante!- dice.
Torno ad affiancarlo mentre camminiamo.
-Senti ma...Quando hai detto "nostro figlio" intendevi-
-L'ho detto tanto per dire- lo interrompo.
-Come no- dice sarcasticamente.
-Sul serio-
-Io non ho detto il contrario-
-Come no-
-Sul serio!- dice imitando la mia voce.
Ridacchio senza farmi notare.
Sono fermamente convinta che riusciremo ad andare d'accordo.
È solo questione di tempo.

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