Capitolo 24
Zelda ' s p.o.v.
Non so perché mi sto facendo consolare da lui, però l'idea che voglia, anche solo minimamente farmi stare bene mi rende un po' più felice.
Ammesso che si possa essere felici in una situazione simile...
Ma che dico? Non si può essere felici in una situazione simile...
Lo sento teso, però ho un disperato bisogno di qualcuno che mi dimostri affetto. E anche se lui per me prova tutt'altro che affetto va bene così.
Cinque giorni...Non è stato tanto tempo, eppure mi è mancato bisticciare con qualcuno. Mi è mancato lui, in un certo senso.
-Ehm...mi piace scarabbocchiare i giornali...- dice.
Mi metto a sedere e lo osservo confusa.
-Tu...Fai mai cose strane? Non che scarabbocchiare sia una cosa strana, però non lo fa quasi nessuno che io conosca...- dice.
È quasi dolce il fatto che stia provando a distrarmi.
Mi asciugo le lacrime.
-Anche io scarabbocchio i giornali...- ammetto.
Non pensavo che avessimo qualcosa in comune.
-Sul serio?- domandò sorpreso.
-Si. Sai, sulla mia scrivania ho una grande pila di giornali letti che mi diverto a scarabbocchiare nel tempo libero...mi divertivo- dico.
-Ah. Qualche anno fa scarabbocchiavo anche i giornali ancora da leggere. Un giorno però mio padre si è arrabbiato e...Non è finita bene...-
-In che senso-
-Nel senso che si è tolto la cintura per prendermi a cinghiate- risponde ridacchiando.
Al solo pensiero mi vengono i brividi: non immagino neanche il dolore che si può provare nell'essere presi a cinghiate.
Be'...Forse lo immagino.
-Ha...fatto male?-
-Più di quanto tu possa immaginare-
-Ah-
Cala il silenzio. Un silenzio imbarazzante.
Non so cosa dire...
-Io ho vent'anni- dice all'improvviso.
Lo osservo.
-Ah. Io diciassette...ma te l'avevo già detto...-
-Vuoi diventare come tuo padre?- domando dopo poco.
Silenzio.
Forse non dovevo chiederlo...
-In che senso?-
-Intendo...Nel senso...Non so come spiegarti...-
-Non c'è fretta- borbotta.
-Nel senso...Per te è un esempio da seguire oppure no? Ti piacerebbe essere come lui?-
-Non proprio: per alcuni aspetti si, ma per altri no...-
-Capisco- mi limito a rispondere.
-Tu...Come chi vorresti essere?-
Rifletto alcuni istanti sulla domanda.
-Non ne ho idea...Vorrei essere qualcuno da cui prendere esempio...Un po ' una guida, un punto di riferimento...Anche se francamente non so chi vorrebbe seguire il mio esempio...-
-Magari lo seguiranno i tuoi figli...- dice.
-Hai detto che non vivrò abbastanza per averne!- ribatto sarcastica.
-Oh, lo penso ancora. Ma dato che sei così tanto demoralizzata non voglio toglierti quel piccolo barlume di speranza che ti è rimasto-
-Quindi dovrei ringraziarti?-
-Si, dovresti-
-Sei davvero pessimo!-
-Pessimo?- domanda divertito.
-Si, pessimo!- ripeto dandogli un piccolo schiaffo sul braccio.
Sembra divertito dalla situazione. Io non mi sto divertendo affatto.
-Sei proprio strana...- riflette tra sé e sé.
-Perché?-
-Non lo so...Sei strana e basta-
-Be' anche tu sei stro- cattivo e basta!-
-Stavi per dire stronzo?-
-No-
-Si che lo stavi per fare!-
-No!-
-Si-
Sbuffo.
-Sei la prima ragazza a cui ho mai sentito dire delle parolacce-
-Buona a sapersi- dico sarcasticamente.
Si avvicina, e io lo osservo scettica.
-Sei la ragazza più stronza che abbia mai conosciuto- dice sorridendomi in modo beffardo davanti agli occhi.
-Si be' anche tu lo sei!- ribatto.
-Sono cosa?-
Mi sta provocando. Ne sono sicura.
-Quello che hai detto che sono-
-E cosa sei?-
-Smettila!-
-No- dice, sempre sorridendo in maniera provocatoria e irritante.
Il suo stupido "sorriso" è quasi contagioso.
Mi scappa una risatina. Poi torno alla realtà: il mio sorriso si spegne.
-Per-Perché mi sta parlando in questo modo?-
-Così come?-
-Non lo so...Non eri così cinque giorni fa...-
-Sono stati cinque giorni di riflessione-
-Ma se mi hai seguita! Che tipo di riflessione è quella?-
-Una molto particolare-
Decido di stare al suo gioco.
-Ah si? E come si chiama?-
-Come si chiama cosa?
-Questo tipo di riflessione- dico a un palmo dal suo volto.
-Be'...Non soffermiamoci troppo sul nome!- dice.
Ridacchio.
-Mi piace questo lato di te: mi piace quando sei gentile e dolce- confesso.
-Dolce?-
-Si be'...Non volevo dire...lascia stare: hai capito-
-In realtà non, ma come vuoi-
-Vorrei tanto che fossi sempre così: saresti perfetto-
-Domani non mi rivedrai con questo buonumore, quindi ti consiglio di approfittarne finché puoi-
-Approfittarne? E come?-
-Questo sta a te sceglierlo- dice in tono malizioso.
-Devo pensarci- dico, mentre ci avviciniamo sempre di più.
La ragione mi porta a fermarmi, mentre Bruce continua ad avvicinarsi.
Chiudo gli occhi in attesa dell'inevitabile.
Dopo alcuni secondi lo sento baciare le mie labbra.
Come mi è mancata questa sensazione! Le sue labbra non stanno facendo pressione sulle mie, si toccano appena, eppure questo basta a procurare nel mio stomaco tante tante farfalle.
È come se baciandomi mi stesse trasmettendo adrenalina...
Non so come spiegare questa sensazione se non dicendo che è bellissima.
Si scosta leggermente, per poi tornare a baciarmi tentando di insinuare la sua lingua nella mia bocca.
Inizialmente oppongono resistenza, non per chissà cosa, ma semplicemente perché non so baciare e non voglio fare qualche figuraccia...
Alla fine l'ha vinta lui, e io, come meglio posso, provo a rispondere al bacio.
Mi cinge in vita, e io non so che fare.
Porta una mano sulla mia guancia, e io non so che fare.
Non so che fare...
Rimango immobile, quasi impietrita, mentre mi sforzo di non sembrare una completa imbranata.
D'altronde io non ho mai baciato nessuno, sono giustificata se sembro una completa imbranata...
Chissà quante ragazze ha baciato lui...
Sono una delle tante, ne sono sicura...
Questo pensiero mi fa allontanare all'istante, e quando prova a baciarmi di nuovo giro la testa da un altro lato.
Si allontana leggermente.
-Io sono una delle tante, vero?- domando.
-Cosa?- fa lui, senza capire.
-Hai baciato altre ragazze prima di me, e io sono solo l'ennesima...-
-Anche se fosse? Dov'è il problema?-
-Il problema è che io non sono un oggetto che...che puoi baciare quando vuoi! Chi ti dice che avrei voluto dare a te il mio primo bacio?-
-Forse il fatto che non hai opposto resistenza?-
-Sei...Sei davvero-
-Cosa? Pessimo?- fa lui, interrompendomi.
-Si!- dico incerta.
-Sì meno ridicola-
-Cosa? Perché?-
-Adesso ti stai solo pentendo di avermi baciato, e per mentire a te stessa stai dicendo che sono pessimo e che non volevi baciarmi-
-Non ho detto che non volevo baciarti!-
-Quindi volevi farlo?- domanda ghignando.
È riuscito a fregarmi: quando ho detto che non volevo non baciarlo non ho pensato a ciò che dicevo, e ora...Credo si sia montato la testa.
-Non - Non volevo dire questo-
-Invece si che volevi-
-No!-
-Si!-
Provo a dargli uno schiaffo, ma afferra il mio polso e mi tira a sé.
-Ma che vuoi?!- gli urlo.
-Voglio che ammetti che volevi baciarmi-
-Io non volevo baciarti, lo hai fatto e non ho posto resistenza. Fine!-
-Lo prenderò come un si-
-Sei davvero arrogante, egocentrico e pieno di te!-
-E tu sei davvero stronza, strana e egocentrica, ma molto più di me!-
-Non è vero!-
-Si che è vero!-
-Senti, pensala come vuoi, ma lasciami stare, ti prego!-
-Dammi un altro bacino prima- dice per prendermi in giro, ridendo.
Provo a non farmi contagiare, ma una piccola risatina mi scappa, e lui se ne accorge.
-Tanto lo so che vuoi baciarmi anche tu- dice.
-Allora adesso ti dimostrerò il contrario!-
-E come?-
-Allontanandomi!- dico, per poi alzarmi e allontanarmi.
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