Capitolo 17

Bruce' s p.o.v.
Un altro giorno. L'ennesimo della mia esistenza. Già...
E non è un risveglio sopportabile: sento un rumore costante di acqua, il che non era mai accaduto; non avevo mai sentito lo scroscio dell'acqua se non in riva al ruscello, o al "corso d'acqua", come lo chiama quella puttanella ebrea.
Lei...che siano suoi i gridolini euforici che sento? Giuro che se è sua la voce che mi ha svegliato la ammazzo. Letteralmente. Sto aspettando per ucciderla: voglio che arrivi a fidarsi di me, così farà più male, sarà più divertente.

Mi alzo senza fare rumore; voglio proprio vedere che sta facendo quella...Quella...quell'essere. Quell'insopportabile essere che respira e vive. Quella puttanella.
Improvvisamente mi sento molto a disagio e in imbarazzo: la puttanella sta facendo il bagno in acqua; nulla di strano, se non fosse che è seminuda; lo straccio che indossano quelli come lei è legato alla sua vita. Dubito indossi le mutande, dato che sono appese ad un bastone piantato a terra e stanno asciugando al sole. Deve averlo piantato lì da poco: ieri non c'era.
Mi ritraggo dietro l'albero su cui mi sono poggiato per dormire, e guardingo la osservo. Degludisco quando si volta e non mi dà più le spalle. Mai in vita mia avrei pensato che mi sarei ridotto così: a spiare un'ebrea mezza nuda.
Sto messo proprio male...

La odio, la odio con tutto me stesso, sto aspettando il momento giusto per ucciderla, eppure in questo momento vorrei solamente rimanere ad osservarla.
Ho un nodo allo stomaco quando vedo tutti i lividi e i graffi che le ho inflitto.
Merda Bruce, riprenditi. Tu la odi, la odi a tal punto da volerla morta.
Porta i capelli bagnati da un lato, e mi rifiuto di pensare che sia un gesto sexy, fatto da lei.

Ma chi voglio prendere in giro? A me  non frega un cazzo di questi ebrei. Per rendere l'idea, mi sono talmente indifferenti che se fosse dipeso da me questa storia contro di loro non sarebbe mai esistita. Mi sarei risparmiato di vivere questa situazione di merda.
E ora la domanda sorge spontanea: perché, se di quelli come lei non me ne frega un cazzo, la tratto come fosse un animale? Perché voglio dimostrarle che...che...Cosa voglio dimostrarle? Non lo so neanche, ma mi piace farle credere che io sia superiore a lei. Mi fa sentire importante, in un certo senso.
Bello il modo in cui vado contro i miei principi. Solo io sono in grado di picchiare una ragazza per dimostrare di essere "all'altezza della situazione, della guerra",  come dice quella puttanella. Detesto ammetterlo, ma quella stronza ha ragione. E poi, tralasciando il fatto che è ebrea, a me sta davvero sul cazzo. Sarà bello poterla uccidere ed essere giustificato.

Pensavo che l'imbarazzo fosse terminato, e invece...E invece.
Abbasso alcuni istanti lo sguardo, e non riesco a credere a ciò che è riuscita a fare quella stronza.
Cercherò di dirlo nel modo meno volgare possibile: ho un evidente rigonfiamento nei pantaloni.
Con la mano provo a...sgonfiare il...Il rigonfiamento, maledicendo il momento in cui ho aperto gli occhi stamani.
Ma perché adesso? Perché ora, questo?
Ma sopratutto: perché?
Non è tutta questa gran bellezza, è graziosa, messa in ghingheri sarebbe anche molto carina, ma bella non è: il suo naso è troppo grande, ma ci si fa caso solo se si passa del tempo ad osservarlo, altrimenti non si nota. Ma con questo non voglio dire che ho passato del tempo ad osservarla.
O forse si? Merda.
I suoi lineamenti sono troppo marcati, e se avesse i capelli un po' più corti sembrerebbe un maschio. Le sopracciglia? Troppo folte. L'unica sua bellezza sono i suoi occhi, che sono grandi e a mandorla. I suoi occhi...mi costa ammetterlo, tanto, ma mai ho visto forma più bella...Vorrei tanto vederli più da vicino, ma non accadrà mai e mai vorrei avvicinarmi a quella puttanella.
Anche fisicamente non è questo granché: è molto magra, troppo, e ciò non rende il suo corpo desiderabile neanche un po'. Come ha fatto a sopravvivere in quel campo in queste condizioni?
I suoi fianchi sono larghi, non eccessivamente ma comunque larghi. Le sue cosce sono troppo grandi, ma non eccessivamente, solo più...robuste; ma in senso buono: ha delle belle gambe, tutto sommato; curve molto femminili e sinuose.
La parte che preferisco però, rimane il suo seno: trovo, a mio malgrado, che sia perfetto; è alto e prosperoso...tanto prosperoso, ma non eccessivamente.
Nel complesso il suo è un bel corpo, ha belle curve, ma è troppo magra per essere desiderabile; mi fa quasi...impressione. Se fosse anche solo un po ' più in carne sarebbe perfetta, davvero: si vede che il suo è un fisico atletico, e il fatto che sia ancora viva nonostante tutto ne è la conferma. È un vero peccato che sia ebrea...
Non voglio ammetterlo a me stesso, ma è obbiettivamente seducente, nonostante sia sottopeso.
Giuro che vorrei aiutarla a sopravvivere solo per vederla in forma. Forse potrei....no! Non la aiuterò per un mio capriccio: non potrei mai fare questo a mio padre, non posso.
Però...c'è da dire che lui non è mai stato un padre eccezionale: quando ero piccolo dovevo per forza andare bene a scuola, dovevo eccellere in qualsiasi sport facessi. Non ero mai libero di scegliere niente. Non nego che è stato affettuoso e presente, questo gli va riconosciuto, ma avrei voluto un po' più di libertà. Di sicuro il mio è un padre particolare: solo lui con un figlio di neanche sei anni si porta a casa una prostituta. Era divertente però quando spiavo quelle donne che si rivestivano. A cinque anni mi sembrava un gesto altamente trasgressivo. Una volta mio padre mi beccò mentre sghignazzavo guardando una delle tante ragazze che si rivestiva. Si, avete capito bene, una delle tante: spesso si portava tre, quattro, anche cinque ragazze. Si dava e si dà un gran da fare. Quella volta però, quando vidi quella ragazza che si rivestiva, mio padre non provò a giustificarsi o a inventarsi scuse. No. Affatto. Me lo ricordo come se fosse ieri:
-Che stai facendo?- domandò mio padre facendo sobbalzare il piccolo bambino che ero.
-Niente- risposi imbarazzato e colpevole.
Mio padre si sporse oltre la porta dietro la quale v'erano tre ragazze che si rivestivano. Mi fece un sorriso complice.
-Il mio piccolo sporcaccione!- esclamò prendendomi in braccio, divertito - Da quando spii le ragazze che si vestono? È maleducazione!-
-Perché quelle ragazze sono nude?- com'ero ingenuo.
-Perché il tuo papà è...estremamente soddisfacente- affermò soddisfatto.
-Non ho capito-
-Capirai...capirai-
-Eddai dimmelo!-
-Diciamo solo che tuo padre ci sa fare-
-Fare cosa?-
-Soddisfare-
-Che vuol dire?-
-Vuol dire che se sai soddisfare una donna ne avrai mille ai tuoi piedi-
-E come faccio a soddisfarle?-
-Oh be'...Per quello la natura ci ha fornito il mezzo- rise.
-Non capisco- mi lamentai.
-Capirai...capirai...-

Come facevo a non capire?! Be'... avevo sette anni.

Continuando a pensare a queste cose il mio "rigonfiamento" si è...sgonfiato. Torno a guardare la puttanella.
Si sta rivestendo.
È stato bello finché è durato. Più o meno.
Non avrò più il coraggio di guardarla in faccia, talmente sono imbarazzato.
In un certo senso mi dispiace che si stia rivestendo: era bello vederla...Così.
Il mio stomaco brontola. Saranno giorni che non mangio. Tutto per colpa di quella...Quella...Merda: mi sento talmente in imbarazzo che non riesco neanche a chiamarla per nome. Che poi qual è il suo nome?
Me l'avrà detto? Forse non ho ascoltato...probabilmente non ho ascoltato.

Forse è meglio se faccio finta di dormire, almeno quando mi sveglierò non penserà che l'abbia vista o sentita.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top