Capitolo 15

-Ho fame. Ho tanta fame. Ho molta fame- mi lamento.
-Stai comodo? Non fraintendermi: non che m'importi, ma non voglio averti sulla coscienza- un cenno affermativo del capo è l'unica risposta.
-Sai, tralasciando il fatto che sei un bastardo egoista mi stai simpatico...quando stai zitto, perché quando parli dici cose davvero orribili. Quindi diciamo che mi stai simpatico per metà- dico, sedendomi affianco a Bruce, sapendo che non gli fa piacere la mia vicinanza fisica. Fa una smorfia schifata e si volta dall'altra parte.
-Ti ho mai raccontato di come mi sono procurata questo graffio microscopico sul collo?- gli domando, scostando i capelli in modo tale da far notare il graffio.
Non si muove minimamente.
-Te lo dirò comunque, anche perché è una storia divertente. Comincierò dal principio:
Noi donne eravamo appena tornate alle nostre baracche/dormitori dove ci fate dormire -Oh, ho scordato di aggiungere che è un fatto avvenuto pochi giorni fa, poco prima che decidessi di scappare-.
Insomma eravamo lì, e una ragazza che avrà avuto qualche anno più di me continuava a piangere mentre noi altre cercavamo di dormire. Sono andata da lei e le ho chiesto perché piangesse; mi ha risposto dicendomi che non avrei potuto capire, perché io "non so cosa vuol dire perdere qualcuno che ami". Avrei voluto prenderla a schiaffi, giuro: dico io, una sconosciuta a cui stai disturbando il sonno viene lì a consolarti e tu le rispondi così...Come se questa non sapesse cosa vuol dire perdere le persone che ami- sento gli occhi farsi lucidi.

Dopo qualche istante silenzioso, ricomincio a parlare:
-Insomma ho...Ho continuato ad insistere tentando di consolarla, ma ogni mio tentativo di approccio non faceva altro che accrescere la sua disperazione.
Devi credermi, Bruce, quando dico che la capivo. Non capivo però, perché dovesse rivolgersi a me in quel modo: non faceva altro che allontanarmi dicendomi brutte cose. Ho sopportato tanto ma alla fine gliel'ho detto: le ho detto che non poteva trattarmi così dato che stavo tentando di consolarla, e che era inutile piangere, tanto quei bastardi tedeschi- mi interrompo, ricordando che lui è figlio di un bastardo tedesco, e che quindi è un bastardo tedesco. Anzi, lui è un bastardone.
Ma ad ogni modo, mi correggo:
-Voglio dire, quei simpaticoni non l'avrebbero graziata per pietà.
Sai cosa a fatto poi, all'improvviso? Le stavo rivolgendo parole dolci, quando, probabilmente stanca delle mie attenzioni, si volta all'improvviso e mi graffia, proprio sul collo, lasciandomi questo graffio.
Non ci si guadagna mai, a preoccuparsi per gli altri- sbuffo infine.
-Però quella ragazza la capisco: forse avrei reagito così anche io. Nella mia breve esperienza in quel campo ho visto di tutto, tutto l'orrore che un uomo può creare. Ho visto uomini lottare per un pezzo di pane, donne violentate da uno o più tedeschi, o bambini, anche molto piccoli, uccisi a fucilate o a suon di botte. Siete persone cattive, te compreso, e meritate di bruciare all'inferno-

Dopo quel breve racconto che ha suscitato in me rancore nei confronti del mondo, io e Bruce non ci siamo più detti nulla. Beh, io non ho più detto nulla. Lui non parla.
Diciamo pure che io ho smesso di parlare e lui ha smesso di ascoltarmi. Ammesso che mi stesse ascoltando.

Ricapitolando: io e Bruce non ci siamo più detti nulla, e ora io sono in cerca di trifogli commestibili.
Mi sono tolta la sua giacca, e gliel'ho lasciata, tanto io non me ne faccio nulla.

-Guarda quanti trifogli ho trovato!- dico mentre gli sventolo in faccia il mazzo di trifogli.
-Mai avrei pensato di ridurmi a questo pur di sopravvivere- borbotto sedendomi affianco a lui.
-Ho molta sete- gli confesso -e qui vicino c'era un corso d'acqua. Maledetta me per non aver continuato a camminare nelle sue vicinanze. Tu sai come ritrovarlo? Nel senso, sicuramente conosci la zona meglio di me...- Non mi risponde.
-Ti prego...- so che non mi aiuterà, ma devo pur tentare.
-Come pensi di sopravvivere tu? Una volta che sarò morta per mancanza di acqua tu cosa pensi di fare? A malapena cammini, e non ci credo se mi dici che non hai sete. Pensa anche a te stesso, non a come farmela pagare- Si volta verso di me, con espressione furente.
-Senti, facciamo una cosa, io adesso ti farò una domanda, e tu con la testa mi dirai si o no, ok?- Abbassa lo sguardo.
-Mi aiuti a ritrovate il corso d'acqua?- il ruscello è diventato il corso d'acqua. Ok.

Passano alcuni minuti: ci sta riflettendo su.
Un cenno affermativo del capo è la risposta.
-Quindi mi...mi aiuti?- domando incredula. Fa nuovamente si con la testa, non mi guarda, ma poco importa.
-Lo...Lo faccio per me, non per te. Ficcatelo in testa!- mi urla contro.
Non riesco a nascondere la mia gioia, sia per il fatto che abbia voglia di aiutarmi (più o meno) sia perché ha ricominciato a parlarmi. Beh, ad urlarmi contro, ma di questo mi occuperò in seguito.

L'euforia è talmente tanta, che si manifesta nel più assurdo dei modi, senza quasi rendermene conto: presa da un impeto di...Non so cosa, lo abbraccio. Più che un abbraccio è un stretta mortale al collo.
Si divincola e prova a scrollarsi di dosso le mie braccia ossute, che un tempo erano...normali. Già.
-Sono così felice! Io lo sapevo che in fondo non eri uno stronzo!- urlo mentre si divincola.

Dopo alcuni istanti, passati a sgozzarlo involontariamente, lo libero dalla mia "tortura", o come la chiama lui...
-Levati, cazzo!- continua a urlare nonostante mi sia staccata da lui -fosse per me ti lascerei morire all-istante-
-Anche io ti sopporto nel profondo, credimi. E poi ormai ti sei affezionato a me, ne sono sicura-
-Ti sbagli se pensi questo: vorrei pestarti ma non ho le forze!-
-E meno male, direi-

-Come...Come ritroviamo il corso d'acqua?- domando poco più tardi.
-Non riesco a credere che sto per farlo davvero- ammette a sé stesso -da...da quale direzione ti sei incamminata?-
-Da lì- indico la direzione opposta rispetto a quella in cui camminiamo.
-Allora dobbiamo tornare indietro-
-Certo, così poi mi rimandi in quell'inferno!-
-Allora dimmi tu come ci vuoi arrivare, sentiamo!-
-Beh...camminiamo per obliquo-
-Che?-
-Nel senso che noi mentre camminiamo ci muoviamo in avanti, però  andando per obliquo incroceremo anche il corso d'acqua. Ricordo che era alla mia destra, e non ho mai cambiato direzione-
-Ehm...va bene, domani ci...incamminiamo- marca l'ultima parola per far capire il suo disgusto verso me e la situazione in cui l'ho cacciato.
-No, ora: se durante la notte dovessi morire disidratata?-
-In quel caso ti conviene cominciare a risparmiare le forze- ghigna, allettato dall'idea che io possa morire.
Stronzo bastardone.

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