La classificazione delle emozioni

Quel tizio maledetto aveva ragione. Appena tornata in biblioteca ho pensato di recuperare dei libri sulla storia delle agenzie segrete italiane, ma stavo fremendo troppo e il montacarichi non avrebbe potuto aiutarmi nemmeno se fosse andato di continuo su e giù da un piano all'altro. Così sono andata in sala computer e ho avviato la ricerca su internet.

Alla ricerca della parola AISI il caro amico Google mi ha presentato come primo link quello della sempre onnisciente Wikipedia: AISI è l'acronimo di Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna ed è davvero un'agenzia di intelligence per la nostra gloriosa Repubblica Italiana.

Ok, ma questo non spiega niente: Stefano Corsi potrebbe benissimo aver inventato tutta la storia facendo riferimento ad un'agenzia realmente esistente. Anch'io potrei andare in giro a dire di essere un'agente dell'FBI. Certo, ma poi mi dovrebbero arrestare, perché è un crimine spacciarsi per un agente.

Quindi potrei denunciare l'accaduto alla polizia. E qui mi torna in mente la sua risata. Stava ridendo di me, ne sono sicura. Mi guardava come se pensasse "Povera, piccola, ingenua...". Però riflettiamoci, se lo denunciassi cosa potrebbe succedere?

Uno: mi prendono per matta e mi lasciano andare.

Due: mi prendono per matta e mi rinchiudono.

Tre: Corsi è davvero un agente e fa in modo di insabbiare tutto.

Sto ancora lì a fare l'elenco quando mi rendo conto di una cosa: Corsi (sì, ho deciso di chiamarlo solo Corsi per comodità, perché ormai Stefano-tizio-Corsi stava diventando troppo lungo) sa troppe cose su di me e sulla mia famiglia e una persona così deve essere per forza pericolosa, da qualunque parte della barricata si trovi. È così che mi rendo conto che lui ha ragione e che io mi ritroverò a fare tutto quello che dice.

Informazioni. Che tipo di informazioni può volere da me? Che tipo di informazioni potrei recuperare io? Lascio vagare ancora libera la mente in cerca di una soluzione e per la prima volta penso che magari c'entra la fisica. Forse hanno contattato me perché mi sono iscritta qui, ma ci sono tantissimi altri studenti, non matricole, che sicuramente hanno accesso a informazioni e persone e luoghi molto meglio di me.

Mi metto letteralmente le mani nei capelli. Non so cosa stia succedendo e mi snerva sapere che Corsi aveva ragione anche su un'altra cosa: non posso parlarne con nessuno. Nessuno mi crederebbe oppure si preoccuperebbero per qualcosa che nemmeno io so classificare.

Al diavolo! A questo mondo tutto dovrebbe essere classificabile: le piante, gli animali, le rocce, persino gli UFO! Ma allora perché le situazioni non si possono classificare? Probabilmente per il mix di emozioni che suscitano. Nel mio caso specifico? Paura, apprensione, rabbia, curiosità. Quella maledetta curiosità che mi fa desiderare di rivedere Corsi, anche se fosse solo per tirargli un pugno in faccia. Ma io mica lo so tirare un pugno in faccia... Ok, allora un calcio negli stinchi, quello sì che posso darlo.

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