15. Un'altra possibilità
Canzone per il capitolo:
• No Promises ~ Cheat Codes feat. Demi Lovato.
Non ci potevo credere: Judith era lì, in carne ed ossa. Tutti gli sguardi erano puntati su di lei, mentre camminava timidamente in mezzo al corridoio. Tutte le persone attorno bisbigliavano qualcosa tra di loro, probabilmente erano tutti sorpresi di vederla. Potevo immaginare come una persona come lei si sentisse a disagio davanti a tutta quella gente, infatti era prevedibile che lei non fosse abituata a tutte quelle attenzioni, prima di... quel giorno. Dal gruppo di studenti si fecero largo quattro ragazzi, che a sorpresa di tutti cominciarono a ridere. Dopo una seconda occhiata mi accorsi che erano i volti di Miles, Scott, Lucas e Tyler. Fantastico, capitavano sempre al momento sbagliato.
«Hey, "Suicidella"!» esclamò Lucas mettendosi davanti a lei.
La ragazza lo evitò e sorpassandolo continuò a camminare. Doveva avere un coraggio immenso a schivare così quel gruppo di imbecilli. I ragazzi non si diedero per vinta e camminarono di fianco a lei.
«Che c'è? Sei depressa? O magari vuoi piangere un po'?» fece Miles.
«Vi prego, lasciatemi in pace.» Mormorò lei non riuscendo a guardarli negli occhi.
«Altrimenti cosa fai, riprovi a suicidarti?» domandò Scott. «Fallo, tanto non mancherai a nessuno.»
I ragazzi si misero a ridere, mentre Judith nascose la sua tristezza dietro ai libri che teneva in mano. Non riuscivo a credere che dopo tutto quello che era successo loro se la prendevano ancora con lei. Erano davvero senza cuore, ed il solo pensiero che un tempo ero come loro mi ribolliva di rabbia. Non smettevano di darle fastidio, e Judith chiuse gli occhi cercando di non cedere alla debolezza.
«Ora si mettere a piangere!» la derise Lucas ridendo.
Miles rise e le diede uno spintone così pieno di potenza che le fece perdere l'equilibrio. La ragazza sbatté la schiena contro gli armadietti e cadde rumorosamente per terra, provocando un boato da tutte le persone che assistevano alla scena. Tutti i libri si sparpagliarono per il pavimento, e nessuno attorno a lei ebbe il coraggio di intervenire. Era come se stessero guardando uno spettacolo al circo. I ragazzi risero più forte di prima, notando che Judith era in difficoltà. Avendo aggiunto l'ultima goccia che fece traboccare il vaso, la ragazza cominciò a piangere, e le sue lacrime accesero la mia rabbia. Non potevo restare lì a guardare, dovevo fare qualcosa. Corsi verso di loro e mi misi tra Judith e i ragazzi, attirando l'attenzione di tutti quelli studenti che incuriositi tornarono a guardare la scena.
«Hey, lasciatela stare.» Dissi saldamente, stringendo i pugni.
I quattro mi guardarono male.
«Non abbiamo paura di te, traditore.» Disse Tyler con un tono serio.
«Già, tutto ad un tratto sei diventato come mia madre» sbuffò Lucas. «Ci fai solo ridere.»
E a me facevano solo vomitare. Una persona in difficoltà dovrebbe avere bisogno di aiuto e di affetto, non di prese in giro. Non avrebbero dovuto provocarmi. Gliene avrei fatto pentire molto presto.
«Davvero? Perché riguardando nella galleria del mio cellulare, ho trovato delle foto molto divertenti...» Dissi, tirando fuori il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni.
Il giorno precedente mi ero fatto quattro risate insieme a ad Ed riguardando delle foto imbarazzanti che avevo scattato ai miei amici quando eravamo ancora... amici. E quale buon occasione se non mostrarle adesso? Andai a cercare le foto che gli avevo fatto quando erano ubriachi, ad una festa a casa di un nostro amico. Io ero l'unico con un minimo di sobrietà, e avevo sfruttato l'occasione per fare qualche foto... in mia difesa, ero uno stronzo. Presi qualche immagine imbarazzante e le feci scorrere, mentre i ragazzi le fissavano allibiti, e piuttosto imbarazzati.
«Divertente, vero?» feci io osservando le loro facce stupite.
«Avevi detto di averle cancellate.» Ringhiò Miles.
«Già...» con la testa mi avvicinai a lui in modo da formulare una frase ad effetto. «...Ho mentito.»
Con uno scatto Miles provò a rubarmi il cellulare, ma io ritrassi immediatamente la mano all'indietro, gratificando i miei riflessi veloci. Ridacchiai vedendo la faccia arrabbiata del moro che era appena stato battuto da me.
«Facciamo un patto» dissi. «Adesso ve ne andate immediatamente, oppure domani ogni studente della scuola potrà vedere le vostre belle facce incollate ad ogni armadietto della scuola.»
Loro ci pensarono per qualche istante. Sapevo che tra poco avrebbero ceduto e se ne sarebbero andati. La popolarità era tutto, per loro, e sicuramente non avrebbero permesso che qualcuno gli rovinasse la reputazione.
«Te ne pentirai.» Disse Miles serissimo, ormai giunto alla triste conclusione di dover arrendersi.
«Uh, che paura.» Feci io, mentre i ragazzi se ne andavano.
Era incredibile, qualsiasi cosa facesse Miles, gli altri lo seguivano come dei cagnolini al guinzaglio. Quando si furono allontanati mi voltai verso Judith, che singhiozzando stava cercando di raccogliere i suoi libri. Mi inginocchiai e glieli raccolsi per lei. Lei mi guardò con timidezza; era così graziosa... aveva il viso di un angelo.
«Ti sei fatta male? È tutto okay?» le domandai, guardandola negli occhi.
La ragazza si limitò ad annuire ripetutamente, disorientata. Mi faceva molta pena. Sapevo che non stava bene e volevo aiutarla, ma non volevo neanche essere troppo insistente, perciò mi limitai a porgerle una mano.
«Su, alzati.» Le dissi con dolcezza, mentre aspettavo una sua risposta.
Lei osservò la mia mano per qualche secondo, infine la afferrò delicatamente e con il mio aiuto riuscì ad alzarsi delicatamente. Le restituii i libri, e intanto le persone che erano rimaste a guardarci se ne andarono, ognuno per i fatti suoi. La situazione era imbarazzante, lei non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi.
«Mi dispiace per... quegli idioti» dissi, grattandomi la nuca. «Non sanno quello che fanno, sono rimasti alle elementari.» Ironizzai una risata.
«G-grazie.» Mormorò lei. La sua voce era tale quale a come me la ricordavo; sottile e delicata. «Chris, giusto?»
«Sì, giusto.» Dissi sorridendo. Si era ricordata il mio nome... interessante.
Nonostante i suoi sforzi per cacciare dentro le lacrime, ne notai una che stava scivolando lentamente sulla sua guancia sinistra.
«Hey» dissi additando l'attenzione della bionda. «Non permettere a nessuno di toglierti il sorriso, perché è davvero molto bello.»
Lei tirò su con il naso ed annuì, asciugandosi le lacrime con le dita.
«Wow...» Commentò abbozzando un sorriso. «Sei molto gentile. In questa scuola è difficile trovare ragazzi gentili.»
Il suo sorriso mi piaceva.
«Posso... posso chiederti il perché non sei più con i tuoi amici?» domandò dopo un lasso di tempo che mi parve un'eternità, ormai che ero completamente perso nei suoi occhi azzurri.
Il suo modo di fare tanto delicato e fragile mi faceva tenerezza, era impossibile risponderle bruscamente.
«Semplicemente ho capito che prima ero un gran coglione e ho deciso di comportarmi bene. Ma ci sto ancora lavorando, perciò cerca di essere buona.»
La feci ridere. Ero felice di essere riuscito a strapparle un sorriso.
«Senti... penso che io e te abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Ti va di dimenticare il passato e darmi un'altra possibilità?» Le porsi una mano.
Aspettai un istante prima di ricevere una risposta.
«Va bene.» La ragazza abbozzò un piccolo sorriso, stringendomi timidamente la mano.
La sua presa era davvero leggera, per un attimo credetti che avesse paura del contatto umano.
«Judith!» gridò all'improvviso una voce femminile.
Io e lei ci girammo verso la ragazza che stava correndo verso di noi. Riconobbi Vanessa, che si gettò tra le braccia della sua amica. Probabilmente il giorno precedente avevano avuto una lunga e profonda conversazione.
«Sono felice che tu sia venuta a scuola.» Affermò la brunetta, staccandosi dall'abbraccio.
Il suo sguardo diventò più serio, quando si fermò ad osservare gli occhi di Judith.
«Un attimo, ma... hai pianto?»
La bionda abbassò lo sguardo.
«Cosa ti hanno fatto?!» domandò Vanessa, allarmata. «Giuro che se li becco...»
«Sto bene.» La interruppe lei. «Lui mi ha difeso.» Spiegò, indicandomi e sorridendo leggermente.
Fu lì che Vanessa si accorse finalmente della mia presenza.
«Oh, ciao Chris!» esclamò, salutandomi con la mano.
Le feci un cenno con il capo e sorrisi.
Judith sembrava smarrita. «Voi due vi conoscete?» domandò confusa.
«Frequentiamo lo stesso corso di francese» Disse Vanessa. «Hey! Anche tu lo frequenti!» esclamò, guardando la sua amica. «Non è bello? Così staremo sempre insieme e ti proteggerò da quei mascalzoni!»
Judith ridacchiò. Avrei voluto avere anche io un'amica come Vanessa, una che mi proteggesse da tutti. Peccato che io non avevo bisogno di essere protetto, lo erano invece quelli che prendevo in giro.
«Grazie, Van.» Fece Judith.
La biondina mi guardò un'ultima volta ed arrossì.
«Ora devo proprio andare» disse indietreggiando. «Ci vediamo!» urlò, prima di correre verso la sua aula.
Rimasi da solo insieme a Vanessa, che aveva uno sguardo più basito del mio.
«Fa sempre così.» Disse, alzando gli occhi al cielo. «Quando non sa più cosa fare, scappa.»
«Ieri avete parlato?» domandai guardandola negli occhi.
«Sì... ti dico solo che è scoppiata a piangere davanti ai miei occhi, ma abbiamo chiarito tutto con un abbraccio.»
Sorrisi, pensando a quella scena toccante. Ero felice che avessero chiarito, anche se in fondo non erano affari miei.
«Ti prego, promettimi che seguirai ogni suo passo e che la proteggerai.»
Forse il mio tono era stato un po' troppo protettivo, ma non ci feci caso. Lei sorrise, notando quanto tenessi alla sua amica.
«Te lo prometto.» Disse. «Wow, sembra quasi che ti piaccia...» Commentò, facendomi l'occhiolino.
Sospirai. Che avevano tutti? Cercavo solo di fare il mio lavoro, ma ovviamente non potevo dirlo a nessuno. Ci salutammo e tornai da Peter, pronto per rispondere a tutte le sue domande sull'accaduto.
Judith mi sembrava carina, ma ero sicuro che in lei si nascondesse molto più di quello che mostrasse. Da quel momento mi convinsi che l'avrei conosciuta meglio, che sarei riuscito col tempo a cogliere ogni singola sfumatura di quella ragazza, dalla prima all'ultima. Perché io sapevo che aveva tanto da dire, non so come, ma lo sapevo.
//ANGOLO AUTRICE//
Hi people.
Volevo solo dirvi che sono arrivata al 54esimo capitolo di questa storia (nelle bozze) e perciò da adesso aggiornerò una volta al giorno (sperando che possiate stare al passo😂).
Comunque ormai ve l'ho detto e mi impegnerò al massimo per mantenere questa promessa :)
Ora pubblico un altro capitolo bonus per farmi perdonare della mia assenza... ciao!
P.S. Ah, sì... ho abolito quella cosa delle canzoni da ascoltare perché ho deciso che le metterò solo dove sento che ce ne sia davvero bisogno, perché non ci crederete ma mi portava via davvero tantissimo tempo -.-
Prima che lo diciate: SONO PRIGRA, MA DAVVERO TANTO.
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