PARTE TERZA: LA Verità
Capitolo ventesimo
C'è un grande bar. Quattro o cinque tavolini fuori con le rispettive sedie e due grandi tende colorate per evitare che il sole si scagli violentemente contro le vetrine decorate. Ci sono così tanti dolci esposti e sembra tutto delizioso. Noi due siamo ancora fermi e zitti, come aspettando che il sogno finisca, che qualcuno ci dia un pizzico e ci svegli ognuno nelle rispettive camere; ma non è un sogno. È un grande bar fuori città, ci ha tenuto tanto a portarmi qui con la sua macchina: forse è un posto speciale. Anche perché è la nostra prima uscita e siamo tutti e due nervosi. Dopo quel bacio nello spogliato a scuola avevo paura che non scattasse nulla da parte sua, molte volte è stato cosi. Mi seducevano, mi baciavano e poi sparivano appena vedevano un cuore grande e aperto pronto per amarli. Tutti cerchiamo l'amore, ma ne abbiamo così tanta paura. Perciò mi sono decisa a invitarlo ad uscire. Ho fatto tutto in fretta, due giorni dopo sono andata lì e gli ho detto "ti va di uscire?" poi ho iniziato a contare. Contavo uno, due, tre, quattro.. la risposta è arrivata a dodici. Quando quasi non ci speravo più e sembrava fosse passata una vita. Il suo "sì" è stata per me la parola più bella del mondo. Ovviamente non pretendo una relazione fissa di punto in bianco. Voglio arrivarci con calma, e Jordyn mi sembra della stessa idea.
Ha delle labbra molto belle, per non parlare dei capelli o delle spalle. Lo vedo un ragazzo che si cura, ma non in modo maniacale. Vedo che ascolta sempre la musica, un po' come me. E ho scoperto che suona pianoforte da otto anni. Gli piace disegnare e lo hanno anche assunto come commesso un anno fa. A quanto si direbbe ha una vita molto bella e frenetica.
Quando mi ha chiesto di parlare un po' di me, mi sono bloccata per un attimo. Ho realizzato che non ho molto da raccontare, io guardo il tempo passare per la maggior parte dei miei giorni, aspettando che un'altra giornata si concluda. Dopo ciò che è successo con mia madre la mia vita si è fermata, se così posso dire. Si, ho molti amici, ma poi? Studio, ballo. E..? lui sembra uno così pieno di risorse.
Mentre mi raccontava ho avuto due sensazioni: la voglia di rimanere così per il resto della vita, e quella di alzarmi e andarmene senza dire a.
I suoi occhi trasmettono molto, o forse sono semplicemente io che con la fantasia li vedo parlare e illuminarsi quando ride o quando mi ascolta. Mi ha detto che i miei capelli rossi gli piacciono. Io, che dei capelli ne farei benissimo a meno, sono stata molto contenta di quel complimento. L'ho trovato così sincero e inaspettato tanto che mi sono venuti i brividi. Li ho sempre tenuti lunghi perché mio padre non mi ha mai spinta ad andare da parrucchieri o robe varie. Ci vado solo per tagliarli quando serve. Da piccola una volta, presa dalla disperazione me li ero addirittura rasati, e sembravo quasi un maschio. Mia madre non c'era a consigliarmi, ma tutto questo non glielo ho detto.
Non li ho mai tinti, non ho mai fatto chissà quali acconciature. Quel giorno però la sera a casa prima di andare a dormire me li sono pettinati a lungo, mentre mi guardavo allo specchio. Ho scoperto la loro tonalità di colore così particolare. E per la prima volta sono stata contenta di avere dei capelli così.
Ha anche detto che vorrebbe vedermi ballare. E io sono diventata rossa. Nessuno me lo aveva mai chiesto. Nessun uomo. Sono così abituata a mio padre, che quasi mi dimentico della varietà delle persone nel mondo. Una differenza disarmante e sorprendete.
"Sei molto bella" la sua voce mi risveglia dai miei pensieri e solo ora mi accorgo che lo stavo fissando senza proferire parola.
"Smettila.." mi esce quasi come un sussurro.
"ti piace il posto?" si guarda intorno, poi torna con lo sguardo su di me aspettando una risposta.
"Molto, come fai a conoscerlo? Siamo lontani dalla città"
"amici" risponde semplicemente e io addentro un altro pezzo di torta. Non riesco a capire se la sua sia una calma apparente, perché io sto sudando.
"A te non piace muoverti fuori città, dico.. sei una che rimane in zona?"
"Si e no. Io e mio padre non abbiamo mai viaggiato, non gli piace, e di conseguenza non mi ha trasmesso questa passione"
"Tua mamma?"
per poco non mi strozzo. Bevo un po' d'acqua e la mia mente impazzisce. Che dico?
"A lei molto. Le piace molto viaggiare"
il discorso cade con questa mia frase. Lui evita il contatto visivo con me, e non parla. Come se sapesse qualcosa o addirittura tutto, e allora io provo fastidio. E se tutto questo fosse una farsa? Io non voglio che lo sia..
Paghiamo, e ci dirigiamo verso la macchina.
"Non ti chiedo di venire a casa mia, perché vivo con mia mamma." Se ne esce dal nulla. Io mi giro e lo guardo spiazzata. Mi crede una così facile?
"Cosa.."
"Lei non esce spesso, fa la traduttrice perciò lavora in casa. Quindi sono io che esco per non stare con lei."
"Perché me lo stai dicendo?" domando. Il mio tono è fermo e duro.
lui balbetta cose insensate poi peggiora la situazione dicendo "Beh, a casa possiamo fare più cose."
"Portami via da qui. Ora." Mi giro e salgo in macchina. Mi sono gelata e lui è imbarazzato non che dispiaciuto. Cerca di attaccare bottone un paio di volte durante il viaggio ma non ci riesce. Ormai c'è una barriera talmente spessa tra di noi che per buttarla giù ci vorrebbe un miracolo. Si ferma davanti alla mia scuola di danza, io prendo il borsone dai sedili posteriori e scendo sputando un grazie a denti stretti.
"Ei Zoe! Fermati!" mi prende per il braccio e mi avvicina a se. Poi preme le sue labbra sulle mie e mantenendole unite dice 'scusa' ma io lo spingo lontano da me.
"tu non sai niente di me" e con questo giro i tacchi ed entro. Rimane lì forse cinque minuti, forse un'ora. Non lo so. Fatto sta che due ore dopo quando esco la sua macchina non c'è, e il mio cuore si spezza. Non dovrei pretendere che lui fosse rimasto lì fuori ad aspettarmi, lo so. Eppure torno a casa con uno strano magone in mezzo alla gola che mi brucia e mi fa cadere sul letto senza nemmeno cenare.
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Ciao amici di wattpad!!!
cari miei seguaci e lettori sono tornata. mi dispiace per l'assenza in questi.. due mesi? non sono stata per niente attiva. solo una settimana fa circa ho ripreso a leggere delle storie qui sul social, e mi sono detta "che aspetto a scrivere?" e quindi eccomi qui
Come sempre spero che la storia vi piaccia e che ve la ricordiate!
(non me la ricordo io figuriamoci voi)
detto questo siamo alla terza parte, e penso sarà più lunga delle altre due perché si intitola "La verità"
staremo a vedere..
spero stiate tutti bene. un grosso bacio
sara
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