Capitolo terzo
Poi c'è Madelyn. Era una ragazza di primo liceo, nella stessa scuola di Zoe.
Era bionda, con degli occhi grandi e verdi. Faceva invidiare tutte sebbene fosse timidissima. Arrossiva in continuazione, si faceva paonazza dall'imbarazzo. Non le importava della sua bellezza, sarebbe solo voluta sparire di fronte ad un "Sei bellissima."
Era magra, magrissima. Non era alta. Aveva due tette molto grandi e non passava per niente inosservata; per quanto lei si nascondesse.
Quei giorni aveva la testa da tutt'altra parte, il suo cane era scappato, i genitori erano partiti per andare a trovare l'altra figlia in Spagna, e lei sentiva qualcosa opprimerla, schiacciarla e sfinirla.
Camminava per il corridoio della scuola, mentre tornava dal bagno. Sospirò intrecciandosi una ciocca di capelli tra le dita magre. Doveva scendere al secondo piano per il bagno delle femmine, il che la metteva davvero troppo in crisi. Al terzo piano c'erano le sezioni dell'indirizzo d'informatica, formate prevalentemente da alunni maschi.
Anche un ragazzo era nei corridoi a quell'ora, lui invece stava andando verso il bagno. Le toilette dei maschi e delle femmine erano uno di fronte all'altra, c'erano al primo piano e al secondo. Il terzo era ancora in ristrutturazione, precedentemente era una grande mansarda. Appena Madelyn vide il giovane abbassò la testa e tirò dritto. Lui inizialmente sembrò disinteressato, erano ancora distanti e il cuore di Madelyn sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro.
I due si sorpassarono, e Madelyn ne fu felice. Ma poi lui si fermò di scatto, tornò indietro, le prese un polso e la chiuse tra gli armadietti e il suo corpo.
Iniziò ad insultarla.
"Ma cosa ti ho fatto?" riuscì a chiedere Madelyn. Ormai la connessione tra me e lei era svanita. Era terrorizzata, e io seguivo la scena da lontano. Non potevo fare niente.
"Che hai fatto, eh?" la schernì lui. "Sai, la mia sorellina, che sta in classe tua, dice che sei veramente troppo brava nello studio, e ch sei decisamente troppo bella. Sai quale è il problema? Le prendi il posto, la stai oscurando. E non va bene" c'era una punta di rabbia nelle sue parole, e anche di follia. Madelyn ingoiò un grumo di saliva e paura. Era confusa, ma che diamine stava succedendo?
"Allora non parli? Male male, hanno ragione gli altri." Poi incurvò la bocca da un lato. Ed ecco che un ricordo attraversò la mente della bionda. Mary, la sua compagna di banco, faceva la stessa smorfia, proprio quando la voleva insultare. Era ormai diventata il soggetto degli scherzi più assurdi. Come quella volta che le finì il cibo in testa perché Mary era accidentalmente inciampata. Oppure quando aveva perso il libro di storia dell'arte, e poi lo aveva ritrovato nel water di un bagno. Madelyn non sapeva difendersi, e non ci poteva nemmeno provare. Mary non era sempre stata così con lei. All'inizio si volevano bene, ecco perché si trovavano al banco vicine. Ma poi era tutto cambiato, e ormai Madelyn si era talmente abituata agli insulti e alle battute cattive da parte della gente, che quei bei periodi di serenità le sembravano così lontani; come se non fossero mai esistiti. Se l'era chiesto molte volte, se fosse stato tutto frutto della sua mente.
Mentre era persa nei ricordi, si ritrovò in una cabina del bagno dei maschi. Con ancora il corpo di quel ragazzo attaccato al suo.
Poi le mani di lui si incollarono al corpo di lei, in una maniera così violenta e disgustosa. Le sue mani la toccavano dappertutto, mentre lei rimaneva ferma lì, immobile e sofferente. Le faceva male, e per un attimo Madelyn pensò ai segni che le sarebbero rimasti sulla sua pelle delicata. Sentì dolore al bacino. Un dolore forte ma ovattato: non ragionava più.
Poi lui le slacciò i pantaloni, glieli tolse, li butto dalla finestra e la lasciò lì. Poi si avvicinò minaccioso e prima di andarsene disse "Questo è solo l'inizio."
Le diede una pacca violenta sul sedere e volò via.
La bionda chiuse immediatamente la porta. Si accovacciò per terra e rimase lì. Aspettando che il tempo passasse e che la consumasse.
Non sentì nemmeno la campanella suonare e tante persone uscire dalla scuola. Non sentì nemmeno quando un tocco dolce bussò alla porta del suo bagno. E una voce roca chiedere se ci fosse qualcuno. Lei era lì, ma non ci stava effettivamente. Tutto era ovattato da ore ormai, aveva lo stomaco vuoto e degli spasmi la attraversavano da una mezz'ora buona. Io rimanevo lì fuori, ad aspettarla uscire, e a sperare che tutto quello non l'avesse distrutta, non definitivamente almeno.
Solo quando la porta si spalancò,e una luce accecante invase la cabina del bagno, lei poté vedere rivelarsi segni orribili sul suo corpo. Erano lividi, sulle spalle e sul bacino. Segni di un ragazzo con le mani troppo pesanti.
Due braccia forti ma delicate la presero in braccio portandola nel corridoio; in quel posto non vi erano finestre. E poca luce proveniva dalla parte opposta. Quando il ragazzo le accarezzò il volto lei si risvegliò, riprendendo a respirare.
Vide i suoi lineamenti, i suoi capelli morbidi e i suoi occhi preoccupati.
"Mi senti?" la voce roca la trafisse ancora.
Le annuì. Poi un'altra voce.
"Dio santo ma cosa è successo?" Era Zoe. Tirai un respiro di sollievo. Madelyn era momentaneamente al sicuro.
I due iniziarono a parlare. Finché il ragazzo giunse ad una conclusione. "Chiama i suoi genitori"
Madelyn quasi si strozzò con la propria saliva.
"No!No, per favore" i due la guardarono. Zoe confusa, il ragazzo stupito. "Sono fuori città, non potrebbero fare niente comunque." Abbassò lo sguardo e cercò di coprirsi il più possibile, diventando paonazza.
"Va bene. Vado a prendere la macchina, torno subito. Intanto prendi questa." Tristan, il ragazzo, si levò la larga felpa e gliela mise. Il suo tocco era delicato. "Resta tu con lei." Ordinò a Zoe e lei annuì.
Poi Madelyn scoppiò in un pianto isterico, Zoe la cinse cullandola, affiancandosi a lei, lì per terra in un corridoio buio della scuola. "Sh, tranquilla. Ora ci siamo noi"
Poi tutto è stato veloce. La caricarono in macchina e la portarono a casa, rimasero con lei tutto il pomeriggio mentre dormiva profondamente nel suo letto.
Zoe guardò delle foto appese per la stanza. C'era ritratta la sorella di Madelyn.
"Lei la conosco, era all'ultimo anno, l'anno scorso" spiegò a Tristan indicando la foto. "so chi è." Guardò Madelyn nel letto.
"Ci spiegherà tutto, ora lasciamola riposare." Asserì il ragazzo.
Zoe annuì, sapendo perfettamente che la ragazza non avrebbe detto nulla. Almeno non in quel momento.
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