Capitolo ottavo
La bionda non sapeva dove tutta quella sicurezza fosse spuntata fuori. Mentre si stringeva alla schiena di Tristan, un po' si malediceva, e un po' tremava dall'emozione. Aveva trovato salvezza in quel ragazzo maturo e premuroso.
Tristan aveva diciotto anni, e aveva conosciuto Zoe a scuola, nei corridoi. Tra i due si era instaurata una forte amicizia, mai nulla di più. Quel giorno, quando avevano trovato Madelyn nel bagno, Zoe fremeva per tornare a casa a mangiare.
"aspetta vado un attimo al bagno e poi andiamo." Zoe approfittava del motorino di Tristan, ma lui era contento di scortarla a qualsiasi ora.
Poi il resto della storia la sapete, quello che doveva essere un semplice salto al bagno si era rivelato una vera e propria reazione a catena di eventi. Tristan aveva avuto delle ragazze, ma si era sempre abituato all'amica Zoe, benché non provasse amore nei suoi confrotni. Quando però aveva visto Madelyn indifesa, e dopo averla notata sempre di più per la scuola, aveva iniziato a provare qualcosa di completamente diverso.
Tristan era molto bello, e anche Madelyn. A scuola non sapeva niente nessuno, sia di James, sia del loro rapporto che andava via via intensificandosi. Rimaneva la paura James voleva possederla, e la ragazza non sapeva come avrebbe reagito una volta scoperta la verità.
Perciò si vedevano al di fuori dell'orario scolastico, e ovviamente durante i cambi d'ora, Tristan non faceva altro che proteggerla e controllarla. Anche se James era furbo, e il più delle volte, Madelyn era insalvabile.
Più di una volta Tristan aveva pensato di spaccare la faccia a quel figlio di puttana. Ma non l'aveva mai fatto, perché Madelyn lo aveva sempre trattenuto. Lei non voleva coinvolgere nessuno. Era colpa sua e della sua debolezza. E nel suo cuore odiava James, come odiava Tristan. Perché uno era spregevole, a tal punto da volerlo eliminare con le sue stesse mani. L'altro, invece, era così perfetto che si sentiva inutile, e pensava di non meritarlo.
Tristan spense il motorino ed entrambi si tolsero il casco.
"Puoi lasciare tutto qui," disse la ragazza indicando l'attaccapanni.
"Non c'è nessuno a casa?"la voce del ragazzo era incerta, di nuovo.
"No, se il mio gattino può valere come una persona" entrambi risero. Ora Madelyn era molto più tranquilla.
Mangiarono un po' in imbarazzo e poi andarono in camera da letto.
erano stesi sul letto, abbastanza vicini da sentire i loro cuori battere all'unisono. Ma allo stesso tempo abbastanza lontani. Se uno dei due avesse toccato accidentalmente l'altro, il fuoco si sarebbe acceso.
Fu lui a parlare.
"Voglio sapere cosa ti fa." Sospirò. "Cercherò di reggere tutti i colpi che le tue parole mi provocheranno"
Dei brividi risalirono lungo tutto il corpo di Madelyn, che si girò dall'altra parte. Gli occhi le diventarono lucidi. Aveva così bisogno di parlare, eppure perché non lo faceva?
Poi la sua mente iniziò a ripercorre tutto mentre le sue labbra si muovevano veloci e tremanti.
James la obbligava a qualsiasi cosa, a mangiare, a ridere, a baciarlo. Soprattutto quando lei non voleva, lui si divertiva di più. Stava tutto in quello: James aveva trovato l'amore più piacevole e allo stesso tempo struggente che potesse esistere.
"Io non voglio essere la sua bambola da pervertito, Tristan. Non voglio! " ormai singhiozzava contro il petto del ragazzo, mentre lui la stringeva forte a sé.
Madelyn aveva sempre pensato al principe azzurro che l'avrebbe sposata, amata. Le avrebbe fatto provare tutte le cose per la prima volta: il sesso, l'amore, una famiglia.
Invece James aveva infranto tutti quei sogni. La costringeva, la toccava, la strapazzava. E lei soffriva. Era arrivata a non sentire più quelle violazioni, né le urla. Mentre la sua anima pativa lei rimaneva imponente.
"Non puoi!" si alzò di scatto Tristan. "Non puoi farti trattare così, basta!" si tirava i capelli con le mani in un gesto disperato. Dai suoi occhi colavano lacrime amare.
"i-io vorrei farlo smettere, ma non va mai via! C'è sempre! E della mattine prego se ne sia andato e quasi ci credo. Poi lo trovo lì, pronto a uccidermi ancora, e ancora." Madelyn singhiozzava tra le urla e i gemiti soffocati.
Tristan la imprigionò tra le sue braccia quasi a farli fondere.
E poi la baciò. La baciò per farle dimenticare di tutto. All'inizio Madelyn sembrò agitarsi ancora di più, invece poi si rilassò, per la prima vera e proprio volta lei provò amore.
Strinse la base dei capelli del ragazzo mentre le loro labbra si consumavano.
Capì che Tristan era lo scopo. Forse sarebbe bastato un altro po' di sofferenza per meritarselo definitivamente. Forse Madelyn aveva così tanto scartato la sua vita che ora doveva rimediare. Pagando proprio con James.
Guardavo la scena con occhi sofferenti e un tornado nello stomaco. Tutto quello avrebbe portato a qualcosa di buono. potevo sentire le loro bocche schioccare e i loro pensieri man mano annullarsi.
Ma che scopo aveva continuare così?
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STAnD BY mE
ciao ragazzi!
Ecco a voi un altro capitolo.
riuscite già a capire qualcosa? Se sì, scrivete tutto nei commenti!
alla prossima, grazie di tutto.
ciao ciao
Sara
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