capitolo diciottesimo

Prima di iniziare, BUON ANNO A TUTTII.

Spero che questo 2016 sia andato bene (a me per niente) e che quest'anno che verrà possiate essere solo che felici.

continuate a leggere Se ne stava lì, e sarete di certo tutti più contenti.

bando alle ciance.

con affetto,

Sara


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Ma parliamo di Jordyn e Zoe, infondo la storia che devo raccontarvi è su di loro.

siamo a Natale, e per quanto le loro vite possano essere rispettivamente una monotona e l'altra un disastro, stanno iniziando a conoscersi.
Non so bene, né di preciso, come agisca il destino. Perché scelga persone a caso, le faccia conoscere, unire, separare. Forse è la vita e basta, ma questa non è una spiegazione completa.
Tornando a noi, so solo che dopo quel giorno alla festa le loro vite si sono fuse.
Perciò ora ascoltate.
è bello essere ascoltati.


Jordyn era seduto sul divano, alle quattro di pomeriggio e con un atroce senso di ozio che lo opprimeva. La casa, ovviamente, era vuota. C'era solo lui.
Non poche volte i suoi pensieri finivano sulla figura di Zoe, sul suo modo di ridere e di sgranare gli occhi quando è sorpresa. Sui suoi capelli rossi e sul suo corpo così bello.
Gli occhi magnetici e i fianchi rotondi, il petto piatto e le guance paffute.
Prese il telefono dalla tasca della felpa e la chiamò.

"Jordyn?" la sua voce era sorpresa e contenta, stava sorridendo.
"Zoe! Wow, hai risposto. Pensavo che, insomma, non.."
"Che vuoi dirmi?" ridacchiò lei.
"Ah, si. Giusto" ma le parole gli morirono in gola.
ci furono attimi di silenzio.
"Jo?"
"Mi chiedevo se avevi qualcosa da fare oggi pomeriggio. Adesso più precisamente"
"Oh." Fu la risposta di lei che si sedette sul letto con il cuore che le martellava veloce.
"Se non vuoi.. io capisco. Scusa ho sbagliato"
"No! No! Non hai sbagliato, anzi. Solo che, oggi non posso. Sono occupata tutta la settimana con mio padre, dobbiamo verniciare. E se rimando un'altra volta, mi uccide. Letteralmente"
Risero entrambi, l'atmosfera si era alleviata.
"Va bene, allora, quando potrai.. intendo, ti farebbe-"
"Mi farebbe molto piacere, Jordyn" e così conclusero la loro chiamata. Poggiarono entrambi il telefono accanto a loro. Erano ancora tesi ed eccitati. Poi tirarono un bel respiro profondo e lui riprese a guardare fuori dalla finestra alla sua sinistra. Lei si sdraiò.
E così rimasero tutta la giornata.
Lui contando i minuti per la fine di quella giornata che non era più così tanto insensata.
Forse il suo senso Jordyn lo aveva trovato, lei. E se pure non fosse stato quello, avrebbe trovato la sua strada, un po' come quando lavorava al negozio Tutto Arte, H. quella sensazione che provava, quella grinta, quel calore, come un fuoco sempre presente dentro di sé. Erano tutte emozioni che non sentiva da tanto. E forse con Zoe poteva ricominciare.
Si ricordò del negozio, dell'energia che sprigionava, quell'energia che lo aveva attirato dal primo giorno, da quando aveva visto i volantini. Di quando aveva conosciuto la signora Clara. Poi di quando lo vide chiuso durante le feste, gli inverni, e l'estate che seguirono ciò che successe.
Chiuse gli occhi, e vide i lavori in corso per rimuovere la targhetta che pendeva sulla porta d'ingresso, sostituendola con "Ferramenta". Era quella la fine che il piccolo negozietto aveva fatto. Ristrutturato, tutto nel giro di poche settimane. E tutto quello che Jordyn aveva provato, condiviso, creato in quel negozio era svanito per sempre.
Zoe invece si sentì in colpa, e sbagliata. Non ne stava combinando una giusta. Mentire per rimanere a casa, a fare cosa? A piangersi addosso? Quella volta non la consolai. La lasciai lì da sola, e si logorò per tutto il pomeriggio. Ebbe paura ad un certo punto, di aver perso una occasione importate, forse l'unica. Se ne stava lì, ad aspettare, a liberare qualche lacrima ribelle. Mentre qualcosa più grande di lei la opprimeva. La tristezza, il rimpianto.
Alla continua ricerca di un qualcuno a cui dare la colpa, ma colpa non c'era. Doveva soltanto decidere di essere felice, veramente. Non l'ha mai desiderato Zoe. È sempre stata indifferente.
I problemi le pesavano sul cuore e sulla mente. Dormì per qualche ora e si svegliò alle nove e mezza. Poi si diede un'aggiustata, si lavò i denti anche se non mandava giù un pezzo di cibo dal pranzo, si pettinò i capelli, si vestì pesante e uscì. Lasciando come sempre il padre interdetto fissare la porta di casa. Prese il suo piatto e tornò davanti alla tv, mentre la figlia è già tra le strade fredde d'inverno.

Messaggio da Zoe a Jordyn

Zoe: dove abiti?
dieci minuti dopo
Jordyn: devo preoccuparmi?
Zoe: aprimi.

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