Capitolo diciannovesimo

C'era qualcosa di strano nelle sue azioni. Era impaziente e timorosa, elettrizzata, agitata ma anche rassicurata per la loro vicinanza. Le mani le tremavano mentre afferrava il colletto del pullover grigio che aderiva perfettamente alla base della nuca del ragazzo, proprio lì dove centimetri più sopra iniziavano i folti capelli di Jordyn.

I suoi occhi chiari vagavano dappertutto, come se si fosse trasformata in aria, così trasparente da plasmarlo dappertutto. La curva della bocca, il naso, le chiglia lunghe. Era come se un'enorme lente di ingrandimento si fosse posta in mezzo a loro che non osavano muoversi, per non sfiorarsi.
Zoe fu attraversata da un ricordo. Improvvisamente fu accecata dal volto della madre che sorrideva mentre le accarezzava il volto, in abito da notte. Le diceva di salire sul letto, e che andava tutto bene, e che era stato solo un incubo. Poi si girava verso il padre, anche lui felice. La stringevano tra di loro e lei si calmava. Il sudore le si asciugava addosso mentre era al caldo tra i suoi genitori.
Poi si proiettò sulla porta della camera dei suoi, quando era già più grande. Con gli occhi gonfi e stanchi, mentre, nascosta, li sentiva litigare. "Sono solo tue paranoie"

"no, non è vero. Sta zitta"

Una volta li sentì perfino parlare di lei. "è colpa tua se verrà disadattata. Ma l'hai vista? Non parla, né esce. Sono più le volte che non mangia di quelle che la vedo comprarsi un dolce al bar difronte. Non ci racconta nulla e-"

"è tutta colpa tua" rispondeva il padre. Facendo cadere ogni singola speranza della moglie, e ogni briciolo di interesse. Sentiva loro spegnere la luce. E girarsi ognuno dalla propria parte, entrambi attenti a non toccarsi, a non guardarsi, quasi a non voler respirare la stessa aria. 

Ricordò di come la pensasse in quel periodo, quando aveva una frangetta assurda e il suo peso diminuiva sempre di più. "si aggiusterà tutto" si diceva. "Forse hanno solo paura"
"Passerà" si era sempre ripetuta questa frase.
Poi venne a fare i conti con la dura e cruda realtà. Quella nel quale la madre li aveva abbandonati un giorno caldo di aprile. Senza dire niente era diventata trasparente, un po' come stava facendo lei adesso, davanti a Jordyn. Era diventata quasi un fantasma, i primi tempi sempre presente, fino a diradarsi sempre di più. Come un fuoco che lentamente si spegne. Era sicura che nel loro cuore, in quello di tutti e tre, la fiamma fosse più accesa che mai, ma era meglio soffocarla. Si accorse di aver preso questa caratteristica dalla madre, e non solo il colore dei capelli.
Per un attimo immaginò lei e Jordyn, insieme nel letto, attenti a non toccarsi nemmeno con la punta di un dito, dopo un litigio. Si paragonò ai suoi genitori e si ripetè: "Non c'entra nulla la paura di toccarsi, è la voglia che manca." Le mani di Zoe erano ormai assenti, come se non toccassero veramente il ragazzo. Lo sguardo era vuoto.
Lui sussurrò il suo nome due volte. Poi le sfiorò la guancia con la mano. Il colore della pelle di Zoe si fece rosso, e abbassò lo sguardo, abbandonando i suoi ricordi e imprecando dentro di sé.
Prese un respiro e alzò la testa e lo guardò. Sentiva la sua mano cingerle il fianco destro, quasi reggendosi, come per non cadere. Lui le guardava le labbra, continuamente.
Zoe si avvicinò cautamente, è questo ciò che intende la gente? Il sentimento che si prova, lo stomaco che prima formicola e poi esplode come prendendo fuoco. Aspettare impazienti di prendere il volo. Il cuore veloce e il corpo in fibrillazione.
Posò lentamente la sua bocca sulla sua, una volta, un'altra e un'altra ancora. Finché poi lui le cinse il bacino con decisione e lei affondò le mani nei suoi capelli.
Per tutti e due fu un momento di felicità inspiegabile. Entrambi pensarono di conoscersi da una vita. Di volersi da una vita. È come quando hai delle certezze su una persona, ma quasi non la conosci. È così strano e allo stesso tempo normale. È come sentirsi a proprio agio dal primo momento.
Tutto investe il corpo disorientandoti.
Nonostante tu abbia trovato perfettamente la tua via

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Ciao a tutti!

spero che le vacanze siano andate bene e il rientro a scuola/lavoro non troppo traumatizzante.

Detto ciò vi ho dato un altro capitolo della parte seconda di Se ne stava lì.

Penso che sarà una parte più lunga delle altre, è tutto da vedere.

Anche io sono rientrata a scuola ma preferivo svegliarmi a mezzogiorno e non avere pensieri per la mente.

Comunque sia spero stiate tutti bene

un bacione ciao ciao

Sara

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