Capitolo 4

Pov Giulia

Arrivai sul terrazzo della mia stanza del hotel.

Mi ritrasformai e scoppiai a piangere.

Facevo sempre così quando pensavo a quello che Tommaso aveva fatto per me.

Stava rischiando la vita solo per me.

Lo amavo per questo.

Mi asciugai le lacrime e presi il cellulare.

Dovevo avvertire Tommaso di venire a Parigi il giorno seguente.

Dovevamo mettere in atto il piano e serviva che lui venisse insieme a mia sorella, Maria Chiara.

Gli scrissi un messaggio:' Vieni domani.'

Ero stata secca e lo sapevo, lui sapeva che quando gli scrivevo era urgente, perché sennò lo chiamavo direttamente.

Dovevo dirgli tutto e soprattutto dovevo abbracciarlo.

Per due settimane non ci eravamo visti e adesso lui mi doveva un abbraccio.

Lui rispose quasi subito:' Sono già partito con Maria Chiara, entro stasera siamo lì.'

Pensai quanto lo amavo, sapeva che se pure io non glielo avessi scritto lui doveva comunque venire.

Lo amavo per vari motivi, che non saprei tutt'ora spiegare.

Era una persona speciale e io potevo solo che essere felicissima di averlo sempre al mio fianco.

A pensarci ci eravamo conosciuti per caso.

Io era piccola, sui cinque o sei anni, e lui un anno in più.

Eravamo al parco insieme alle nostre famiglie, e io voleva salire sull'altalena, c'era lui sopra e appena mi vide mi sorrise e scese per farmi sedere, ma in cambio mi chiese se potevamo diventare amici.

Solo successivamente seppi che gli era morto da poco il padre e che si erano trasferiti e lui non aveva amici.

Lui raccontava che lo prendevano in giro gli altri bambini, senza un motivo particolare e io ero la sola che giocava e si divertiva insieme a lui.

Così divenimmo migliori amici, finché lui
( quando avevo dodici anni) si dichiarò e io, innamorata da tempo, gli risposi di sì.

Da quel momento fummo più uniti che mai, e quando gli parlai dei Miraculuos, lui si offrì subito per il più pericoloso dicendomi:" Tu sai che farei qualunque cosa per te. E questa cosa non fa eccezione."

Anche se mi sentii perennemente in colpa di avergli affidato quel Miraculuos, poteva portarlo alla morte ed era l'ultima cosa che volevo.

Mi riscossi dai miei pensieri, dovevo studiare il copione e scienze.

Prima di farlo guardai fuori dalla finestra e appoggiai la testa al vetro, avevo la sensazione che tutta quella storia non sarebbe finita con un lieto fine.

Ero perennemente in contrasto con le mie emozioni, l'unica ancora sicura era lui e anche la mia famiglia, che tanto amavo.

Mi sfuggì un sorriso quando pensai che lo avrebbero messo in classe con me.

Lo avevo chiesto espressamente, era una cosa provvisoria ma almeno avevo una faccia amica vicino a me.

Il peso dei Miraculuos lo condividevo solo con lui.

Appena sarebbero arrivati avrei dovuto assegnare il Miraculuos della Fenice a Maria Chiara e spiegarli tutta la storia.

Era stata addestrata come me, da mio nonno prima che perdesse la memoria.

Il mio nonnino, chissà dov'era adesso.

Mi aveva promesso di ritornare, forse stava a Parigi, non lo sapevo.

L'unica cosa sicura era che avevo perso i ricordi e io sapevo perché...

Ma non ci volli pensare, altrimenti mi sarei peggiorata la giornata.

Alzai il viso dal vetro della finestra e raggiunsi il tavolo dove avevo lasciato lo zaino e i compiti e cominciai a studiare.

Spazio autrice:

Questo dovrebbe essere l'unico capitolo essenzialmente corto. Mi serviva così. Aggiornerò quando il tempo me lo permetterà.
Goodbye👋👋👋

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